La diagnosi del ospedale e'stata attacco

salve sono un ragazzo di 26 anni e circa 4 mesi fa di punto in bianco mentre ero a lavoro mi e' salita una vampata di calore e una forte tachicardia...sono stato portato in ambulanza in ospedale la pressione mi era salita. sono stato ricoverato 3 giorni e mi hanno fatto tutti i tipi di controllo elettrocardio...esame del sangue e esame alla tiroide. premetto che giorni a dietro prima di sentirmi male ho avuto un brutto periodo stress su lavoro problemi in famiglia e una perdita per incidente stradale di mio zio al quale ero molto legato. la diagnosi del ospedale e'stata attacco di panico e mi hanno prescritto lo xanax da prende per venti giorni,ma non ho cominciato da subito ho preferito fare prima una cura omeopatica tintura madre, e fiori di bach. i risultati non li ho visti e ho continuato ad avere questi attacchi tipo paura di avere un infarto paura di morire, premetto che mio padre ha avuto un infarto un paio di anni fa, vomito, tachicardia improvisa senzo di sbandamento e di confusione mentale. il mio medico di base ha insistito sullo xanax e mi ha convinto a prenderlo ma delle dosi molto blande 3 gocce la mattina 3 il pomeriggio e 6 prima di andare a dormire. ora da tipo un mese ho intrapreso un percorso psicoterapeuto con uno specialista e devo dire che alcuni miglioramenti gli ho visti. poi per levarmi questo scrupolo dell'infarto sono andato da un cardiologo il quale mi aveva detto di fare per scrupolo una scendigrafia sotto sforzo con liquido di contrasto...all'ospedale pero' mi e' stata sconsigliata e proposta un esame normale sotto sforzo...che ancora devo fare. avvolte ho questi dolori al petto molto fastidiosi e sembra che mi sta per venire un infarto...cosa devo fare??? passera questa cosa???quando devo ancora stare in questa condizione? sembra che la mia vita sia cambiata...
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, i periodi di forte stress aumentano la possibilità di avere un "allarme a vuoto". In pratica, è come se il suo corpo si preparasse improvvisamente a fronteggiare un pericolo che in realtà non c'è.

Le sensazioni che si accompagnano ad un attacco di panico sono proprio questo: un'attivazione generale del nostro organismo per reagire ad una minaccia.

Se questo si limita ad un episodio, senza ulteriori preoccupazioni o addirittura rimedi inefficaci, può rappresentare una "parentesi", tra l'altro molto più diffusa di quanto si creda.

Se invece si innescano preoccupazioni, controlli, ricerca di rassicurazioni mediche si rischia di rimanere "ingabbiati" nei circoli viziosi caratteristici dell'ansia.

Lei ha già intrapreso un percorso specialistico, facendo un utile passo per la risoluzione dei suoi problemi. Ha parlato delle sue preoccupazioni con il suo terapeuta? Ha rivolto a lui le stesse domande che rivolge a noi?

Cordialmente
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Utente
Utente
la ringrazio in anticipo per la sua risposta, si ho parlato al mio psicoterapeuta di tutto quello che mi e' capitato...ho intrapreso questo percorso da un mese ci saro' andato 5 volte...e ho visto gia' i primi risultati mi ero barricato in casa e ora invece esci tranquillamente... volevo sapere se questi sintomi fisici tipo diarrea nausea vomito offuscamento della vista e sopratutto dolore al petto sono normali vista la mia situazione...tra l'altro ho cominciato a fare palestra...il mio psicoterapeuta dice che sono sintomi normali...e ora visto che pratico palestra e ' normale avere dei dolori al petto...volevo un parere esterno...da uno staff qualificato come il vostro. Scindigrafia da sforzo con liquido di contrasto lei cosa ne pensa? e necessario ???
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, innanzitutto complimenti a lei ed al suo terapeuta per gli importanti risultati che state perseguendo insieme. In termini di qualità di vita, ritornare ad uscire da casa è un passo di grande valore.

Da psicologo non mi permetto di pronunciarmi su questioni tecniche di area medica. Questa è una richiesta da postare in altre aree del nostro portale (ad esempio, Cardiologia).

Il fatto su cui vorrei attirare la sua attenzione è un altro: la richiesta di rassicurazioni la rassicura davvero? Dopo aver sentito 1,2,10 pareri differenti, si sentirebbe più sicuro?

Come mai, secondo lei, pone delle richieste cui ha già avuto risposta? E perchè la nostra risposta dovrebbe essere più autorevole di quella degli specialisti cui si è già rivolto?
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Utente
Utente
sinceramente non lo so ma la certezza di sentire un dottore che dice stai bene mi rassicura molto...perche ultimamente mi gira sempre per la testa una forte paura di morire...
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
E' comprensibile, ma le certezze tendono a durare poco...

Parli con il suo terapeuta della sua tendenza a ricercare conferme esterne e rassicurazioni, potrebbe essere parte del problema e, visto che state lavorando così efficacemente, potrete affrontare anche questo.

Cordiali saluti ed auguri per il suo percorso di crescita personale
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile utente,

mi associo a quanto detto dal collega e sottolineo che è molto importante il suo impegno nel proseguimento del percorso psicoterapeutico che le sta già permettendo di vedere dei risultati.

Aggiungo solo che la presenza di sintomi che ricalcano quelli di suo padre non è un evento stravagante: è piuttosto comune che chi ha un genitore o una parente stretto affetto da particolari patologie tenda a sviluppare gli stessi sintomi (ovviamente non volontariamente).
Allo stesso modo chi assiste alla morte per malattia di una persona a lui vicina può iniziare a temere di essere colpito da un tumore, un infarto e così via, come lo è stata la persona defunta.
Questo può dipendere ad es. dall'identificazione con il genitore malato, ma anche dal desiderio di vicinanza con lui (anche se questo si realizza in una maniera non proprio sana).

Prosegua con fiducia la strada che ha intrapreso e non stia troppo concentrato sui segnali del suo corpo quando pratica attività fisica, per evitare di sviluppare preoccupazioni di natura ipocondriaca.

Cordialmente,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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