Depressione
Buongiorno, sono un uomo di 38 anni padre di due bambine di 7 e 5 anni, ho una moglie di 34 anni. da circa 20 giorni ho perso il lavoro, l'azienda per cui lavoravo ha deciso che non facevo piu' parte dei loro piani futuri, ora sto lavorando con un'agenzia del lavoro che mi conferma settimanalmente, oltretutto a fare un lavoro di un livello decisamente inferiore a quello che ricoprivo. Mi sento come se il mondo mi fosse cascato addosso, non riesco a reagire a questa situazione, la notte non dormo e penso spesso che se il signore mi portasse via sarebbe meglio per tutti, mi sento sempre piu' solo, non so' che fare....
[#1]
caro signore
Lei ci pone un quesito arduo. La perdita del lavoro, nelle sue condizioni (moglie e due figli) è sicuramente una cosa drammatica e che giustifica pienamente il suo stato.
Lei siscuramente si trova in una situazione dove, metaforicamente, la sua vita è come dire, avvelenata da questo evento imprevisto.
Usiamo la metafora del veleno, che come noto, uccide. Ma, tramite il veleno, le ditte farmaceutiche producono anche le medicine che, contrariamente al veleno, danno o ridanno la vita provocando la guarigione del paziente.
Lei ora è avvelenato; proviamo a trasformare questo veleno in medicina.
Cosa possiamo fare? Proviamo a vedere questa situazione in modo diverso; proviamo a pensare che il caso, o il destino, ci offre questo imprevisto quasi fosse una opportunità.
Io non so se era soddisfatto del suo lavoro, non so se forse avrebbe desiderato fare altro, non so se le porte che ha trovato aperte lungo il suo percorso l'hanno portata a fare il lavoro che faceva, quando invece in cuor suo desiderava altro. Ignoro queste cose. Ma così fosse, provi a concentrasi su ciò che avrebbe veramente desiderato fare e invece di lasciarsi trascinare dalla corrente, la cavalchi a suo favore.
Sono conscio che ciò che le dico potrebbe sembrare surreale, ma spero che le offra almeno qualche spunto.
Ci faccia sapere
Lei ci pone un quesito arduo. La perdita del lavoro, nelle sue condizioni (moglie e due figli) è sicuramente una cosa drammatica e che giustifica pienamente il suo stato.
Lei siscuramente si trova in una situazione dove, metaforicamente, la sua vita è come dire, avvelenata da questo evento imprevisto.
Usiamo la metafora del veleno, che come noto, uccide. Ma, tramite il veleno, le ditte farmaceutiche producono anche le medicine che, contrariamente al veleno, danno o ridanno la vita provocando la guarigione del paziente.
Lei ora è avvelenato; proviamo a trasformare questo veleno in medicina.
Cosa possiamo fare? Proviamo a vedere questa situazione in modo diverso; proviamo a pensare che il caso, o il destino, ci offre questo imprevisto quasi fosse una opportunità.
Io non so se era soddisfatto del suo lavoro, non so se forse avrebbe desiderato fare altro, non so se le porte che ha trovato aperte lungo il suo percorso l'hanno portata a fare il lavoro che faceva, quando invece in cuor suo desiderava altro. Ignoro queste cose. Ma così fosse, provi a concentrasi su ciò che avrebbe veramente desiderato fare e invece di lasciarsi trascinare dalla corrente, la cavalchi a suo favore.
Sono conscio che ciò che le dico potrebbe sembrare surreale, ma spero che le offra almeno qualche spunto.
Ci faccia sapere
Dr. Domenico Bumbaca - Psicologo Psicoterapeuta
ad indirizzo Junghiano
https://www.PsicoanalistaRoma.it/
[#2]
Ex utente
Carissimo dottor Domenico, in primis La ringrazio per aver risposto al Mio quesito, oltretutto in tempi velocissimi, devo dire che e' la prima volta che utilizzo questo servizio, e ne sono positivamente colpito.
In effetti quel che mi scrive e', in parte, corrispondente a realta', il mio lavoro non mi dispiaceva, ma i superiori me lo hanno fatto odiare sempre piu' col tempo, noi viviamo in una societa' frenetica, dove i numeri contano piu' delle persone, e questo aspetto ha sempre afflitto la mia mente, non sono mai riuscito ad essere un "CAPO CON LE PALLE", le persone non riesco a maltrattarle solo perche' devo mostrare il mio potere, per me l'aspetto umano ha sempre contato piu' di tutto. Purtroppo pero' questo mio essere "BUONO" ha portato la mia Azienda a mettermi in disparte ed a chiedermi di andarmene. Vede Dottore, quando ho accettato di dare le dimissioni, l'ho fatto perche' ero nauseato, deluso, ferito, mi sono sentito trattato peggio del nulla. Devo dire che non ho pensato alle conseguenze del mio gesto, quindi la disoccupazione ( oltre tutto non riconosciuta perche' dimissionario ), in quel momento volevo solo scappare da una realta' che non sentivo piu' mia ormai da troppo tempo.
Sa' quante persone in quasi 20 anni di lavoro, svolti per tre aziende ma sempre nello stesso campo, la Grande Distribuzione, che mi hanno piu' volte detto: "tu dovresti lavorare per conto tuo!! ci sai fare con la gente!! ", ma ho paura, una paura che mi opprime, penso sempre che tanto non puo' funzionare, che fallirei, che mettere a rischio i pochissimi risparmi familiari sarebbe da stupido, e cosi' via, mia moglie per fortuna cerca di non farmi pesare questa situazione, altrettanto fanno i miei genitori, ma questa sensazione di paura continua che ho non so' proprio come togliermela...
Spero di risentirla dottor Domenico, grazie ancora.....
In effetti quel che mi scrive e', in parte, corrispondente a realta', il mio lavoro non mi dispiaceva, ma i superiori me lo hanno fatto odiare sempre piu' col tempo, noi viviamo in una societa' frenetica, dove i numeri contano piu' delle persone, e questo aspetto ha sempre afflitto la mia mente, non sono mai riuscito ad essere un "CAPO CON LE PALLE", le persone non riesco a maltrattarle solo perche' devo mostrare il mio potere, per me l'aspetto umano ha sempre contato piu' di tutto. Purtroppo pero' questo mio essere "BUONO" ha portato la mia Azienda a mettermi in disparte ed a chiedermi di andarmene. Vede Dottore, quando ho accettato di dare le dimissioni, l'ho fatto perche' ero nauseato, deluso, ferito, mi sono sentito trattato peggio del nulla. Devo dire che non ho pensato alle conseguenze del mio gesto, quindi la disoccupazione ( oltre tutto non riconosciuta perche' dimissionario ), in quel momento volevo solo scappare da una realta' che non sentivo piu' mia ormai da troppo tempo.
Sa' quante persone in quasi 20 anni di lavoro, svolti per tre aziende ma sempre nello stesso campo, la Grande Distribuzione, che mi hanno piu' volte detto: "tu dovresti lavorare per conto tuo!! ci sai fare con la gente!! ", ma ho paura, una paura che mi opprime, penso sempre che tanto non puo' funzionare, che fallirei, che mettere a rischio i pochissimi risparmi familiari sarebbe da stupido, e cosi' via, mia moglie per fortuna cerca di non farmi pesare questa situazione, altrettanto fanno i miei genitori, ma questa sensazione di paura continua che ho non so' proprio come togliermela...
Spero di risentirla dottor Domenico, grazie ancora.....
[#3]
gentile utente
comprendo la sua paura. Poi in questo periodo di crisi bisogna andarci con i piedi di piombo.
Però, come vede, il lavoro che faceva, anche se le piaceva, le stava stretto proprio perchè, nei rapporti con le persone sfrutta le sue capacità empatiche e non le ferre logiche numeriche.
Ora lei si trova in una situazione dove potrebbe effettivamente mettere in gioco le sue reali caratteristiche ed unire così capacità coniugata con l'umanità.
Il tutto però avendo bene in mente le responsabilità che dovrebbe assumersi con la sua famiglia e con gli eventuali suoi collaboratori.
Sono sicuro che una volta passata la frustrazione delle dimissioni forzate, riuscirà a trovare uno spazio imprenditoriale che le ridia la serenità.
saluti
comprendo la sua paura. Poi in questo periodo di crisi bisogna andarci con i piedi di piombo.
Però, come vede, il lavoro che faceva, anche se le piaceva, le stava stretto proprio perchè, nei rapporti con le persone sfrutta le sue capacità empatiche e non le ferre logiche numeriche.
Ora lei si trova in una situazione dove potrebbe effettivamente mettere in gioco le sue reali caratteristiche ed unire così capacità coniugata con l'umanità.
Il tutto però avendo bene in mente le responsabilità che dovrebbe assumersi con la sua famiglia e con gli eventuali suoi collaboratori.
Sono sicuro che una volta passata la frustrazione delle dimissioni forzate, riuscirà a trovare uno spazio imprenditoriale che le ridia la serenità.
saluti
[#4]
Gentile utente, per quanto la sua depressione le sembri pesante e opprimente ora, deve sapere che, quando si subisce un rovescio come quello che ha subìto lei, è sano sentirsi abbattuti. È sano perché è la normale reazione dell'organismo che segnala che è necessario far qualcosa.
Lei non è solo, ha una moglie e due bambine piccole, che dipendono da lei. Se se ne andasse, rimarrebbero smarrite e impaurite di fronte alla vita che ancora devono affrontare. Quindi la prima ragione della motivazione da recuperare consiste nel fatto che non deve pensare solo a lei, ma anche a chi dipende da lei.
Certo, pensare che se il signore venisse a prenderla potrebbe essere una soluzione, ma se ci pensa bene, vedrà da solo che si tratta di una soluzione di rinuncia, comoda ma distruttiva.
Dato però che in questo momento non è in grado di farsi forza da solo, deve farsi aiutare e ricevere aiuto professionale. Quando l'umore sarà stato rimesso in sesto, potrà pensare ai progetti futuri. Sappia anche che molte persone che poi sono riuscite a migliorare le loro condizioni, o addirittura a far fortuna, sono state costrette a farlo, per aver subito il licenziamento.
Cordiali saluti
Lei non è solo, ha una moglie e due bambine piccole, che dipendono da lei. Se se ne andasse, rimarrebbero smarrite e impaurite di fronte alla vita che ancora devono affrontare. Quindi la prima ragione della motivazione da recuperare consiste nel fatto che non deve pensare solo a lei, ma anche a chi dipende da lei.
Certo, pensare che se il signore venisse a prenderla potrebbe essere una soluzione, ma se ci pensa bene, vedrà da solo che si tratta di una soluzione di rinuncia, comoda ma distruttiva.
Dato però che in questo momento non è in grado di farsi forza da solo, deve farsi aiutare e ricevere aiuto professionale. Quando l'umore sarà stato rimesso in sesto, potrà pensare ai progetti futuri. Sappia anche che molte persone che poi sono riuscite a migliorare le loro condizioni, o addirittura a far fortuna, sono state costrette a farlo, per aver subito il licenziamento.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.8k visite dal 11/11/2010.
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