Vscica timida.

Salve. Il mio problema è il seguente: riesco a urinare da pertutto, nei bagni pubblici e anche per strada; ma se c'è una persona al mio fianco mi si blocca lo sfintere. Se questa va nell'altra stanza, io comincio a urinare; se questa ritorna mentre urino non mi accade niente, continuo a urinare tranquillamente.
Ma deve essere proprio vicina, perchè se è lontana tipo 20 metri urino ugualmente, anche se sò che c'è.
Ho avuto il blocco alla visita di leva (con il medico alle spalle) e mi blocco nei bagni pubblici con orinatoi, sempre se al mio fianco c'è qualcuno. Ma se sono da solo urino tranquillamente. Anche se sono in un bagno con la porta chiusa e c'è gente fuori che aspetta, la faccio tranquillamente. E' come se non riuscissi a concentrarmi nell'atto della minzione quando sono in presenza di un altro individuo che mi osserva.
Il problema sta tutto nella minzione.
C'è per caso un rimedio? Per esempio, degli esercizi da fare per rilassare lo sfintere o il sistema nervoso parasimpatico? O una cura farmacologica? Oppure sforzarmi di farmi venire la minzione in presenza di più persone? Sono sicuro che il problema sia tutto di natura psicologica, perchè quando nessuno mi osserva urino splendidamente.
Ho dovuto rinunciare alla vita militare per questa ragione; ora ho 25 anni, e i drug-test aumentano incredibilmente in ogni settore di lavoro. Come affrontare una situazione di stress simile dato il mio problema?
Grazie tante.
[#1]
Dr. Domenico Bumbaca Psicologo, Psicoterapeuta 144
gentile utente

messa così, è difficile dare una risposta e tantomeno una 'pillola' in grado di risolvere quello che lei percepisce come un problema.

Se è convinto che la natura sia psicologica, forse questo 'sintomo' nasconde altro.

Ora le chiedo: potrebbe esserci altro?

Dr. Domenico Bumbaca - Psicologo Psicoterapeuta
ad indirizzo Junghiano
https://www.PsicoanalistaRoma.it/

[#2]
Attivo dal 2010 al 2012
Ex utente
Gentile dottore, cosa intende lei per altro?
Quello che le posso dire è che ho fatto delle prove per capire meglio il mio problema.
Sono stato davanti il portone di casa dopo aver bevuto 1 litro d'acqua. Passavano delle auto, e c'erano dei pedoni in lontananza. Fin qui, mi sentivo lo stimolo di urinare, e se non avessi trattenuto l'urina, me la sarei fatta benissimamente sotto. Dopo un pò, passa una signora a piedi sul mio stesso marciapiedi; all'improvviso, mi si chiude completamente la vescica ed è come se avessi urinato da poco, non mi scappa più. Una cosa assurda! La vescica fa tutto in automatico e io non riesco a controllarlo. Appena la signora si allontana, mi scappa nuovamente!
Io lo definisco un "problema", gentile dottore, solo perchè non vorrei trovarmi domani davanti a un medico del lavoro ed essere impossibilitato a eseguire esami urinari perchè mi viene un blocco incontrollabile. Non è vergogna, non è pudore; perciò io michiedo: perchè la mia vescica, senza il mio consenso, si comporta in tale maniera?
Grazie dottore.
[#3]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile utente, abbiamo già risposto alla sua domanda:

https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/169544-paruresis.html

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#4]
Dr. Domenico Bumbaca Psicologo, Psicoterapeuta 144
gentile utente

bloccarsi, come ha fatto lei, mi sembra una cosa normalissima. Difficile fare la pipi in luogo pubblico e in particolare alla presenza di estranei.
Nessun medico le chiederà di riempire un barattolo della sua orina per farne delle analisi.

Lei avrà sempre la possibilità di rinchiudersi in un bagno e 'orinare' in santa pace.

Perchè lo vede come un problema?

Poi, la sua vescica si comporta anche in funzione dei condizionamenti morali che il vivere in società ci impone.

Nel bagno pubblico (che poi possono essere anche eventualmente quelli aziendali) si dovrebbe poter orinare senza problemi: è un luogo dove la morale ammette questa cosa.
Lei però non ci riesce e giustamente lo vede come un problema.

E' così? In tal caso, sospetto che potrebbe esserci una forte inibizione, le cui cause andrebbero cercate
[#5]
Attivo dal 2010 al 2012
Ex utente
Gentile dottore, io la ringrazio per l'appoggio morale.
Evidentemente, esagero.
Però, nelle forze armate è stato così. Dovevi urinare nel bicchierino mentre il maggiore medico ti fissava a due metri di distanza. Suppongo che anche per i drug-test nelle aziende funzioni in questa maniera.
La cosa che mi puo turbare, è vedere che gli altri lo fanno normalmente, e quindi si puo sentire quella sensazione di diversità...
[#6]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
E' proprio sicuro che gli altri lo fanno senza problemi?
O piuttosto non potrebbero essere a disagio, evitando però di dirlo?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#7]
Attivo dal 2010 al 2012
Ex utente
Gentile dottoressa,
io credo che anche gli altri si sentano a disagio, ma in un modo o nell'altro alla fine riescono a farla. Potrei fare un esempio mio simile, che mi capitò sempre alla visita di leva. Provavo disagio a far vedere i miei genitali al dottore, ma l'ho fatto lo stesso, se pure nell'imbarazzo. Ma un conto è abbassare i pantaloni e un conto è svuotare la vescica. Se dipendesse da me, io la svuoterei tranquillamente anche avanti a 1000 persone. Ma come lei sa, c'è un sistema nervoso volontario e uno involontario. Nel caso mio, posso anche sforzarmi fino a farmi venire lo svenimento, ma la vescica non si apre.
Per questo cercavo una soluzione :-(
[#8]
Dr. Domenico Bumbaca Psicologo, Psicoterapeuta 144
Gentile utente
Poiché il problema è di natura psicologica solo inquellambito c'è la soluzione.
Quindi il suggerimento é : ne parli con uno psicologo, direttamente, di persona esi affidi ai suoi suggerimenti.
Cordialmente
[#9]
Attivo dal 2010 al 2012
Ex utente
Che cosa imbarazzante. Grazie lo stesso.
[#10]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile utente,

quello che intendevo farle capire con le mie domande è che può iniziare a non sentirsi "diverso" perchè non è vero che "gli altri lo fanno normalmente" come dice lei.

Prima di affrontare il problema penso sia necessario che lei riconosca di non essere l'unico a provare questo imbarazzo che determina l'impossibilità di urinare di fronte ad altri.
E' molto probabile che chi ha questa stessa difficoltà non si confidi con gli altri ed eviti tutte le situazioni nelle quali il "blocco" si manifesta, ragion per cui in un bagno pubblico lei non si troverà mai di fianco una persona che non riesce a svotare la vescica se non in solitudine, e non potrà basarsi sull'esperienza diretta per rendersi conto di non essere il solo a non riuscirci.
Inoltre se lei potesse essere invisibile e seguire da vicino la giornata dei medici che si occupano dei test antidroga vedrebbe che sono abituati ad incrociare periodicamente persone con la sua stessa fobia.

Non so se il discorso è chiaro, ma spero di sì, e dato che l'imbarazzo può trattenerla dal consultare uno psicologo è utile che lei non pensi di essere un caso raro, nè di andare a parlare di qualcosa di terribile o mai sentito, perchè siamo abituati a sentirci raccontare molte cose ben più insolite rispetto alla sua fobia.
[#11]
Attivo dal 2010 al 2012
Ex utente
Gentile dottoressa,
la ringrazio per la disponibilità.
Lo so che non sono il solo ad avere questa fobia. Basta recarsi sul sito Comunità Paruretici Italiani per capire che molte persone soffrono di questo problema ma non lo dicono per pudore (Paruresis, Vescica Timida o Urofobia).
Uno psicologo mi ha detto che "tutte" le fobie sono l'esternazione di una sofferenza interna (inconscia) che se diventa consapevole non ha più bisogno di mascherarsi diero la fobia. Ora, è possibile che io abbia rimosso questo trauma dalla mia mente? Perchè se il trauma è inconscio, allora dovrebbe risalire all'età infantile. Il fatto è che questa fobia risale a 5/6 anni fà. E io credo di ricordare perfettamente la sera in cui me ne resi conto; rammento ancora oggi quella situazione.
Perciò, un trauma risalente all'età infantile viene rimosso nei primi anni di vita e riappare magicamente all'età di 18 anni? Può mai essere?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Si tratta di un discorso complesso: in generale i sintomi e i disagi psicologici che compaiono in età adulta possono avere origine da quanto vissuto durante l'infanzia.
Non si tratta per forza di un "trauma", perciò può essere inutile sforzarsi di pensare a cosa può essere accaduto alla ricerca di qualche evento eclatante.

Capisce che è difficile trattare questo argomento senza poter entrare in dettagli riguardanti chi chiede il consulto - cosa che in questa sede non è possibile fare più di tanto.

Le faccio però notare che la sua fobia si è manifestata quando lei aveva 18 anni, in un momento che è per ognuno di grande cambiamento: chi frequenta le superiori termina gli studi e deve compiere scelte importanti per il proprio futuro, si diventa maggiorenni, si può prendere la patente e rendersi più autonomi dai genitori ecc.
Non è infrequente che ragazzi di quell'età sviluppino sintomi e disagi che nascono dalla difficoltà di crescere e diventare adulti.
Può essere anche il suo caso?

In ultimo le faccio notare che urinare di fronte a un medico o a sconosciuti in un bagno pubblico implica ovviamente l'esibizione dei genitali di fronte a queste persone, e che la sua difficoltà può essere legata anche a questo.
[#13]
Attivo dal 2010 al 2012
Ex utente
Le mi chiede se puo essere anche il mio caso?
Non saprei. Certo quella è un'età critica. Poi in quel periodo stavo vivendo la mia prima relazione con una ragazza. E fu proprio davanti a lei che mi bloccai la prima volta. Lei era in macchina e io non riuscii a urinare sapendo che c'era lei a 2 metri che mi aspettava. Di solito gli avvenimenti che ti toccano particolarmente uno difficilmente li dimentica. Quindi sono sicuro che è stata quella la prima volta.
Ricordo che negli anni precedenti urinavo tranquillamente con i miei amici nelle campagne, perchè non ci pensavo minimamente a questa cosa.
Se ci penso mi sembra impossibile: come fa una persona a non riuscire piu a fare una cosa che prima era in grado di fare...
[#14]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Sono cose che possono accadere, non se ne meravigli.

E' importante che lei abbia individuato e ricordi bene il primo episodio in cui ha avuto questo blocco.
Magari quel primo episodio e gli altri che ha riferito sono accomunati dalla scarsa confidenza con la persona che si trovava in fianco a lei, e considerando che con i suoi amici questo non le accadeva direi che l'ipotesi è plausibile.

Se riuscisse a rievocare i pensieri e le sensazioni che ha vissuto in quel primo episodio potrebbe individuare anche che cosa le dà davvero fastidio in quelle situazioni, il che sarebbe un punto di partenza per lavorare sul problema.
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Attivo dal 2010 al 2012
Ex utente
Certo che ricordo benissimo quella situazione. Ogni minimo dettaglio.
Stavamo facendo petting, e lei mi vedeva un pò deconcentrato. Mi chiese: << Amore cos'hai? >> e io dopo alcuni niente e alcuni nulla le dico che non mi riuscivo a concentrare perchè dovevo fare pipì. Così lei mi dice << E falla no? >>. Allora io felice e imbarazzato allo stesso tempo scendo dalla macchina e mi appresto a procedere. In quel momento ero un pò in ansia per tutta la situazione. Voi perchè era la prima volta che avevo dei rapporti "quasi sessuali" con una ragazza, voi perchè era da poco che stavamo insieme, voi perchè dovevo fare pipì. Dunque, per via di questa situazione di stress e tensione, la vescica era contratta, come il mio stato d'animo. Dopo qualche minuto la minzione non arrivava, e io pensavo << Cosa penserà lei che ci sto mettendo tutto questo tempo? >> oppure << Di solito uno ci mette poco a urinare. Questo non ce la fa. Forse non sta bene. >> In parole povere, vi rinunciai. Tornai in macchina e gli dissi << Mi è passata >> oppure << Non ci sono riuscito >>. Continuammo a scambiarci delle coccole senza andare oltre.
Ecco, quella fu la prima volta...

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Questo le dimostra che, a pensarci bene, saltano fuori tanti elementi che possono spiegare la sua difficoltà.
Ora che se ne sta rendendo conto può pensare di contattare uno psicologo e recarsi da lui sapendo già dire tante cose in più: non solo cosa le succede, ma anche da quando, in che modo è nato il problema e quanto fosse emotivamente carica la situazione nella quale si è originato.

Penso proprio che un intervento specialistico possa aiutarla a superare il blocco, quindi le consiglio di pensarci seriamente.