Amore e affetto

Buongiorno.

Vorrei poter riuscire a fare chiarezza su quello che sento per una persona. Come è possibile discernere in maniera certa fra amore e affetto? Dopo tanti anni di convivenza non riesco a immaginarmi una vita senza questa persona ma, allo stesso tempo, non riesco a essere certo di amarla.

Grazie
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Dr. Domenico Bumbaca Psicologo, Psicoterapeuta 144
Gentile utente

discernere tra amore e affetto non è facilissimo. Poi, se è passato tanto tempo lo è ancora di più.

Però lei si è posto il problema. Questo è il punto nodale.

Forse sta facendo una riflessione generale sulla sua vita e si chiede se la sua compagna potrebbe ancora farne parte?

Mi dia qualche dettaglio in più.

Dr. Domenico Bumbaca - Psicologo Psicoterapeuta
ad indirizzo Junghiano
https://www.PsicoanalistaRoma.it/

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile signora,

la sua è una domanda complessa nella sua apparente semplicità: non esiste una risposta uguale per tutti, ma c'è sempre una buona quota di soggettività nel modo di amare l'altro.

La relazione fra due fidanzati o coniugi si modifica inevitabilmente nel tempo, e gli aspetti di affetto (il "voler bene", che è fondamentelamente lo stesso sentimento che si prova per le altre persone significative della propria vita) e l'attrazione sessuale (che solitamente è alla base della formazione della coppia) non procedono di pari passo: possono persistere entrambi, o solo uno di essi può rimanere vivo (e non è detto che sia l'affetto).

Molte persone pensano che l'amore, che è un sentimento e quindi risultato di un'emozione ripetuta nel tempo nei confronti di un'altra persona, coincida con l'attrazione dei primi tempi, nella quale prevalgono risposte emotive non ancora consolidate in un sentimento, e per questo chiudono le relazioni quando passa la "cotta" - o comunque l'attrazione fisica dei primi tempi si attenua.
L'amore è un sentimento esclusivo: "amare" più persone è possibile, ma si realizza generalmente un amore parziale per caratteristiche diverse di queste persone e quindi una forma di legame parziale, non maturo, che soddisfa la persona che non sa rinunciare a nulla e pensa di risolvere la propria ricerca di perfezione amando più soggetti che si completano a vicenda (tipicamente, una persona più calma e riflessiva, che dà stabilità, ed un'altra più estroversa, fantasiosa ed emotiva).
L'amore include anche una dimensione di progettualità: quando si crea un legame si pensa al futuro insieme all'altra persona, che si tratti di formare una famiglia o di trascorrere insieme gli ultimi anni della propria vita.

In sintesi: la questione è molto soggettiva, ma se sente che nei confronti del suo compagno permane l'affetto, ma sono venuti meno gli aspetti di attrazione, esclusività e/o progettualità è molto probabile che lei non sia più innamorata, oppure che il vostro rapporto stia attraversando un periodo di crisi.
Può essere una buona idea che vi rivolgiate ad uno psicologo che effettua consulenza di coppia, per intervenire sulla situazione ed essere eventualmente supportati nel prendere una decisione sul proseguimento del vostro rapporto.

Cordialmente,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Attivo dal 2007 al 2017
Ex utente
Innanzitutto grazie dr. Bumbaca.

Mi chiede dettagli: si può partire col dire che c'è un fortissimo contrasto caratteriale (la vediamo in maniera opposta su molti aspetti importanti della vita), che non c'è grossa attrazione fisica ma c'è [stato?] un sentimento che ci ha fatto affrontare grosse difficoltà insieme. E' per questo che mi chiedo se questa persona potrà essere mia moglie e madre dei miei figli oppure se è una sorta di sorella a cui sono legato. Anche lei ha manifestato alcune perplessità di recente, mentre le mie risalgono a molto prima. La cosa che mi rende l'anello debole della relazione è la seguente: lei non soffre la vita solitaria, io sì. Non sono assolutamente capace di vivere senza una persona al mio fianco.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Vedo ora che ho letto male e le ho risposto come se fosse una donna.
Quello che ho scritto però vale lo stesso, e aggiungo che il fatto di non riuscire a stare da soli può non rendere particolarmente obiettivi quando si cerca di analizzare una situazione relazionale.
Se però anche la sua compagna ha manifestato perplessità vale la pena che vi parliate apertamente: può essere che i vostri pensieri siano gli stessi, ma che non riusciate ad esplicitarli fino in fondo per timore delle conseguenze.
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Attivo dal 2007 al 2017
Ex utente
Grazie dott.ssa Massaro. Ci siamo già parlati più che apertamente, ma non abbiamo trovato una soluzione. Lei sarebbe anche disposta (perlomeno a parole, nei fatti chissà...) a chiudere pur di ritrovare la serenità che ha ormai perso. Io invece insisto per continuare. Il punto è che non riesco a capire in che modo la amo ora.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Quindi l'unico motivo per cui non chiudete è il forte disagio che lei prova all'idea di restare da solo.
Per rispondere alla domanda sulla natura dei suoi sentimenti tenga presente le dimensioni affetto, attrazione, esclusività e progettualità: quali sono venute a mancare?

Il fatto che la convivenza duri da molti anni significa che eravate molto giovani quando l'avete iniziata, e che quindi (presumibilmente) lei non ha avuto contatti con altre donne nel frattempo.
Può aver perso fiducia nelle capacità di attrarre l'altro sesso o la impaurisce l'idea di "ributtarsi nella mischia"?
Se pensa al futuro ha fiducia nel fatto di poter trovare un'altra ragazza?
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Dr. Domenico Bumbaca Psicologo, Psicoterapeuta 144
gentile utente

quando due persone stanno insieme, ma non hanno reciproche simmetrie, quando cioè, il tempo trascorso insieme divide invece di unire (e mi sembra il vs caso) occorre, a mio avviso parlarsi e chiedersi:

ci amiamo?
abbiamo reciproco desiderio?
sentiamo l'altro come un alleato insostituibile?
posso vivere senza di te?
etc...

se la risposta è NO, un no senza appello le decisioni da prendere sono ovvie.

In caso contrario o dubbio, cioè se vi amate o credete di amarvi, ma ci sono alcune incomprensioni, se c'è incomunicaìbilità o meglio, se la comunicazione è difficile, il mio suggerimento è senz'altro una terapia di coppia.
Poi lei dice:" ...Non sono assolutamente capace di vivere senza una persona al mio fianco....".

IN merito a questa cosa, forse dovrebbe approfondire il punto.
Comprendo benissimo che di possa desiderare di vivere in coppia, che ci si veda ... in coppia. Ma, quando si usano termini limite (assolutamente) ... forse potrebbe essere utile approfondire il perchè di questa sorta di dipendenza ... le pare?


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Attivo dal 2007 al 2017
Ex utente
@ dott.ssa Massaro:

L'attrazione sessuale manca ma è sempre stata scarsa, in quanto lei non rispecchia il mio "canone" di bellezza. Ciononostante, me ne sono innamorato.
L'esclusività c'è, se ne ho colto il significato. Quanto alla progettualità, io ho paura di sposarmi e di mettere al mondo un figlio, in quanto mi ritengo non all'altezza. Lei, invece, mi avrebbe già sposato, se solo ne avessimo avuto la possibilità economica.
Il motivo per cui ho paura di restare da solo non riesco a renderlo razionale. Soffro da sempre di forti episodi di solitudine, e sono per natura nostalgico e malinconico. In ogni caso, non voglio stare senza di lei, ma non capisco il perché.

@ dott. Bumbaca:

Ha ragione: io non sono una persona indipendente, non riesco a stare da solo. Valuteremo una terapia di coppia. Ne eroga anche l'ausl o è un servizio che si può avere solo a pagamento? In questo secondo caso, non ce lo possiamo permettere.

Grazie

[#9]
Dr. Domenico Bumbaca Psicologo, Psicoterapeuta 144
Le ASL, erogano Terapie psicologiche.

Andate al vostra ASL e sottoponete il problema.

Sono sicuro che sapranno indirizzarvi. In caso contrario, siamo qui per un eventuale altro suggerimento
[#10]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Per quanto riguarda la terapia nel servizio pubblico non essendo nella sua zona non saprei risponderle: provi a chiedere al suo medico di base se gli risulta che l'AUSL eroghi anche la terapia di coppia o si rivolga al consultorio familiare.

Leggendo la sua risposta mi domando poi se lei non soffra di un disturbo depressivo, anche se non invalidante sul piano sociale e lavorativo (o almeno, fin qui non ne ha parlato).
Ci ha mai pensato?

La difficoltà a stare da soli può inoltre avere origine nell'infanzia, ad es. nel caso in cui non si sia sperimentata una reale vicinanza con i propri genitori, poco disponibili dal punto di vista emotivo.
E' il suo caso?
[#11]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119

Gentile utente,
quando è in atto una crisi di coppia come quella che lei ha descritto, è utile chiedere un aiuto al fine di sbloccare la fase di stallo nella quale vi dibattete senza riuscire a trovare soluzioni.
Lei dice infatti:-Ci siamo già parlati più che apertamente, ma non abbiamo trovato una soluzione. Lei sarebbe disposta anche a chiudere(perlomeno a parole nei fatti chissà)...io invece insisto per continuare-.
E' veramente difficile per voi da soli riuscire a cambiare le vostre dinamiche relazionali,costruite nel tempo e abituali, che rischiano di ripetersi immutate e di non darvi modo così di trovare soluzioni idonee a farvi uscire in un modo o nell'altro dall'impasse.
Vi suggerisco pertanto di rivolgersi ad un terapeuta di coppia (meglio se sistemico-relazionale) al fine di essere entrambi aiutati a comprendere cosa fare del vostro rapporto.

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#12]
Attivo dal 2007 al 2017
Ex utente
Grazie a tutti del supporto. Rispondo alla dott.ssa Massaro.

La depressione è ampiamente presente nella mia famiglia, da più generazioni. Non posso inoltre escludere una distanza emotiva con i miei genitori.
[#13]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
In questo caso, mettendo fra parentesi la consulenza di coppia, la prima cosa da fare potrebbe essere occuparsi individualmente di lei.
Mi pare infatti che la sua compagna viva male la situazione e che comunque sia piuttosto decisa a chiudere (il che non vuol dire che non rimarreste in contatto, penso anzi che sarebbe molto probabile), mentre lei non vuole chiudere anche spinto da motivi che non hanno a che fare con l'amore o l'affetto.
Penso che aiutando lei a superare la paura della solitudine e il senso di vuoto sarà anche più facile trovare una soluzione per la vostra coppia, che potrebbe anche ripartire da nuove basi e non per forza chiudere la relazione.
Gli stati depressivi di qualunque entità influenzano la percezione del mondo e degli altri: recuperando una prospettiva diversa può essere che lei scopra che può benissimo farcela anche se per un periodo sarà single, oppure che liberandosi da tutti questi pensieri ritroverete il piacere di stare insieme e di fare progetti per il futuro.

Le faccio i miei migliori auguri, se vuole ci aggiorni sull'evoluzione della vicenda.
[#14]
Attivo dal 2007 al 2017
Ex utente
Mi ha preceduto: mi ha lasciato. In questo momento un solo desiderio: morire.