Depressione ansia

Salve, sono una ragazza che da poco ha superato i 23 anni. Scrivo qui perchè non so più a chi rivolgermi, vivo male io e faccio vivere male chi mi circonda. Vivo perennemente nell'ansia,ad esempio: ora stò scrivendo la tesi e l'ansia di non consegnare tutto in tempo mi divora. Sono da sempre irascibile, talvolta ho degli scatti pazzeschi che non riesco a controllare sia verso le cose che verso le persone, me ne vergogno molto ma ripeto che non riesco a controllarmi. Circa 6 anni fa sono morte 3 persone a me care, tutte e tre di tumore e a breve distanza l'uno dall'altro. Pochi mesi dopo sono stata seguita da uno psicologo perchè i miei scatti di ira erano diventati molto pesanti per tutti, pensavo di essere "guarita" ma a questo punto penso che non sia così. Non voglio fare la parte dell'alcoolizzata ma se bevo, bevo parecchio. Bevo perchè così penso di potermi dimenticare anche solo per un'ora di tutti i problemi che IN OGNI MOMENTO mi affollano la mente. E' come se qualcuno mi sussurrasse in continuazione in un orecchio che tutto andrà male, che farò male il compito che mi hanno assegnato, che non troverò lavoro, che non riuscirò mai a costruirmi un futuro con la persona che amo e io ho paura. Ho paura continuamente. Non pensate che sia una povera idiota ma ancora dopo 6 anni dalla morte di quelle persone a me care io ogni notte piango, non l'ho mai detto a nessuno ma piango. E sono pure incazzata con Dio perchè me li ha portati via, sono incazzata nera. Tutte queste cose assieme mi fanno vivere malissimo. Dimenticavo che un paio di volte ho sofferto di attacchi di panico e sono pure finita al pronto soccorso pensando di morire, una bella figura barbina! Non so come uscire da tutto ciò, non so nemmeno se devo "uscire" da qualcosa o se sono solo delle stupide paranoie... so solo che ho provato mille volte ad essere una persona diversa ma non ci sono riuscita. Saluti e grazie per l'eventuale risposta
[#1]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
davvero un brutto momento.

Tutti i sintomi da Lei elencati sembrano appartenere ad un quadro di disturbo dell'umore, anche se a prima vista appaiono slegati tra loro.

Ha mai ricevuto una diagnosi in questo senso?

Io credo infatti che avrebbe bisogno di una valutazione psichiatrica relativa al Suo umore, soprattutto in questo momento un po' critico: forse è per l'assenza di un adeguato supporto farmacologico che il lavoro psicologico del passato ha avuto effetti limitati? Oggi potrebbe avere senso un tale supporto in vista degli importanti traguardi da raggiungere?

Io penso di si, forse una visita in tal senso potrebbe riscattare tutti i Suoi dubbi relativamente alla presenza di certi sintomi, come l'irritabilità ad es.

Per cui, non si abbatta perchè una soluzione c'è.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#2]
Dr. Domenico Bumbaca Psicologo, Psicoterapeuta 144
Signorina

ho colto tutto il suo dolore. Perdere persone care, è drammatico. La capisco. La fase di lutto aiuta ad assimilare il dolore e integrarsi con esso; permette di assorbirlo e tramite suo, ricollocare in modo indelebile il ricordo delle persona amate come parte integrante di noi.

A lei questo, da ciò che leggo, non è ancora accaduto.

Lei dice: " ... Pochi mesi dopo sono stata seguita da uno psicologo perchè i miei scatti di ira erano diventati molto pesanti per tutti, pensavo di essere "guarita" ma a questo punto penso che non sia così..."

ora le chiedo: "la terapia è stata conclusa o semplicemente abbandonata?"

poi dice ancora:"... tutto andrà male, che farò male il compito che mi hanno assegnato, che non troverò lavoro, che non riuscirò mai a costruirmi un futuro con la persona che amo e io ho paura ...".

Io le dico ... si, è vero, tutto andrà male ... tutto andrà male, finchè lei se lo dirà.

Se invece lei dicesse: "... tutto andrà bene, farò bene il mio lavoro, riuscirò a costruirmi un futuro ... ecc"

ecco, se lei COMINCIASSE e dirsi queste cose, tutte positive, allora la sua vita comincerà a cambiare.

Provi. Da oggi, anzi no, da questo momento ... cominci a dirsi queste cose....e poi mi faccia sapere.

Inoltre, anche in considerazione degli attacchi di panico, prenda in considerazione (nel caso non lo faccia già) di iniziare una psicoterapia.

In tal caso, signorina, non la interrompa MAI. Vada fino in fondo. La concluda solo quando lo deciderete insieme, lei e il suo terapeuta.

Mi creda, spero di essere stato di qualche aiuto.

Dr. Domenico Bumbaca - Psicologo Psicoterapeuta
ad indirizzo Junghiano
https://www.PsicoanalistaRoma.it/

[#3]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile utente,
non si tratta di "stupide paranoie", ma di uno stato di disagio e sofferenza che si trascina da tempo e che deve essere affrontato in sede specialistica.
Lei infatti riferisce "sono da sempre irascibile". Il profondo dolore per i pesanti lutti che ha subito si è probabilmente in qualche modo sovrapposto a un malessere preesistente acuendolo e amplificandolo.
Il suo dolore, la sua rabbia, le sue paure, tutta la sua sofferenza rendono davvero molto utile che lei si rivolga in presenza ad uno specialista per "uscire da tutto ciò".

Le figure a cui fare riferimento sono psichiatra e psicologo/psicoterapeuta.

Molti auguri per la sua vita


Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#4]
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
Vi ringrazio tutti per le risposte, per i consigli e per la comprensione. Il fatto è che i miei famigliari, giustamente, hanno un modo di rapportarsi ai problemi (e al dolore) del tutto differente dal mio per cui mi sento spesso inadeguata. Per quanto riguarda il supporto psicologico che ho ricevuto qualche anno fa, fu lo stesso psicologo che mi disse che le sedute si potevano concludere, a ben pensarci io non mi sentivo proprio "guarita". Vi dirò anche che sono un soggetto particolare: se il medico mi avesse suggerito di intraprendere una terapia farmacologica molto probabilmente mi sarei rifiutata. Mi rifiuterei tutt'ora (a meno che non mi si proponga di prendere della malatonina o della camomilla, per dire). Non penso di essere così grave da dover essere curata con psicofarmaci, se con questi intendete "terapia farmacologica", anche perchè alterare chimicamente il mio corpo, per me, non significherebbe trovare una soluzione, sarebbe solo un palliativo. Mi sento soprattutto ferita nell'animo. Vi ringrazio tutti nuovamente
[#5]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile utente,
"le ferite dell'anima" richiedono di essere curate e aiutate a cicatrizzare.
La psicoterapia è il rimedio indicato.

Gli psicofarmaci aiutano a ridurre i sintomi quando ce n'è bisogno(non è propriamente questione di gravità ma su questo lascio la parola ai medici),anche se da soli non sono risolutivi.

I miei migliori auguri di serenità.
[#6]
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
Inizio ringraziandovi nuovamente per le risposte, scrivo di nuovo qui perchè l'altro giorno mi è accaduta una cosa singolare, premetto che stò attualmente svolgendo un progetto di ricerca presso un istituto che si occupa sia di ricerca in ambito ancologico sia di cura dei malati. Io, per mia fortuna devo dire, passo molte ore in laboratorio senza praticamente venire a contatto con i pazienti. Per vari motivi qualche giorno fa sono dovuta entrare nel day hospital dove mi sono imbattuta in una scena che mi ha toccata parecchio:senza scendere nei particolari,da una porta aperta ho visto una donna stesa su un lettino che si stava sottoponendo a una seduta di chemioterapia. Ho sentito il bisogno di uscire subito dal reparto (anche perchè mi sono "apparsi" nella mente dei ricordi non proprio piacevoli) e dopo una mezz'ora ho avuto un forte attacco di vertigini che è durato due giorni, mi sentivo come su una barca, tanto che mi sono decisa ad andare dal medico. Mi ha visitata e mi ha detto che stavo benissimo e che probabilmente la causa era emotiva per cui io ho ricollegato il tutto a quella scena vista 2 giorni prima. Per concludere, ho pensato innanzitutto che sono una debole e come seconda cosa ho pensato a ciò che avevo scritto qui giorni fa: sono una povera cretina egoista, penso di avere dei problemi da risolvere quando è evidente che i veri problemi sono altri,non ho imparato proprio nulla! Scusate se vi ho fatto perdere tempo ma sentivo il bisogno di sfogarmi. Ancora grazie
[#7]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
"ho avuto un forte attacco di vertigini che è durato due giorni ...ho ricollegato tutto a quella scena vista 2 giorni prima...Ho pensato innanzitutto che sono una debole e come seconda...penso di avere problemi da risolvere quando è evidente che i veri problemi sono altri".

Gentile utente,
non tutti i dolori sono di tipo fisico, ci sono anche quelli psichici che possono agire sul nostro corpo, proprio come è successo a lei con le vertigini. Sono due ordini di problemi (organici e psichici) ma comunque tra loro strettamente correlati, non possiamo scindere psiche e soma.
Se da una parte ciò che ha visto la porta a ridimensionare i suoi problemi (ma dall'altra a stare male), non ceda alla tentazione di sottovalutare la sua sofferenza, comunque presente secondo quanto ci ha riferito. Sarebbe utile che si prendesse cura di sé nel modo che le è stato suggerito.
Non si scusi per gli sfoghi, siamo qui per ascoltarla.

Cordialmente
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