Posto di lavoro e matrimonio
Gentilissimi Dottori,
sto con mio marito da 13 anni e abbiamo un bambino di 2.
Premessa: io amo il mio posto di lavoro, lo stesso da 12 anni., in una grande azienda vicino casa: penso di essere una delle poche fortunate che si sveglia al mattino senza l’ansia di dover andare in ufficio. Nel corso del tempo, ho creato dei veri e propri rapporti di amicizia, è diventata una seconda famiglia, in un certo senso, tanto che, soprattutto da quando sono mamma e non ho più occasioni di vita sociale, è diventato una specie di mondo tutto mio, una valvola di sfogo, un luogo solo mio dove non sono mamma e moglie, non solo, ma dove vengo riconosciuta e apprezzata per altre qualità e dove ricevo soddisfazioni personali.
Sono una persona allegra e solare e questo mi ha inevitabilmente garantito, da anni, il fatto i essere una persona molta corteggiata anche donna, il che, è ovvio, non fa male alla salute.
Fatta questa premessa, per una serie di circostanze che non racconto per non dilugarmi, a mio marito è stato prospettato un lavoro nella mia azienda., in settore diverso dal mio. Lui non chiedeva nulla di meglio.. un lavoro che poteva piacergli, dietro casa… ma quando me l’ha comunicato io sono raggelata e mi sono opposta con tutte le mie forze. Non è perché io qui abbia cose da nascondere; è che mi sono vista usurpata dal mio spazio, privata della mia libertà di movimento.. io amo mio marito ma pensarlo nel mio stesso spazio per tutta la giornata, incontrarlo nei corridoi, nelle mie pause caffè… dover stare attenta, per rispetto, a non essere troppo espansiva con i colleghi con cui ho più confidenza…. Sapere che anche gli altri sarebbero stati per forza di cose meno spontanee nei miei confronti… mi ha raggelato, mi ha fermato il cuore.
Dopo una serie di discussioni nel corso del quale sono certa che lui non abbia capito il senso del mio essere contraria (lui pensa, e dal suo punto di vista è comprensibile, che mi vergogni di lui, o che abbia qualcosa da nascondere) .. ha deciso di rinunciare, farà il colloquio perché non se la sente di tirarsi indietro.. ma poi mi ha promesso che troverà una scusa per non accettare, perché come prima cosa mette la serenità della nostra famiglia.. e io con lui in azienda non sarei stata serena né al lavoro.. e quindi nemmeno a casa.
Io però ci soffro perché so che lui sarebbe venuto volentieri, mi chiedo se non ho avanzato una pretesa assurda, se non sono stata egoista, cattiva, se le mie motivazioni sono stupide, sbagliate.
Chiedo a voi dottori di aiutarmi a capire dove ho sbagliato, se ho sbagliato.. e se c’è qualcosa che posso fare per fare in modo che questo momento di incomprensione con mio marito non generi in un divario troppo grande.
Grazie a chi vorrà ascoltarmi.
sto con mio marito da 13 anni e abbiamo un bambino di 2.
Premessa: io amo il mio posto di lavoro, lo stesso da 12 anni., in una grande azienda vicino casa: penso di essere una delle poche fortunate che si sveglia al mattino senza l’ansia di dover andare in ufficio. Nel corso del tempo, ho creato dei veri e propri rapporti di amicizia, è diventata una seconda famiglia, in un certo senso, tanto che, soprattutto da quando sono mamma e non ho più occasioni di vita sociale, è diventato una specie di mondo tutto mio, una valvola di sfogo, un luogo solo mio dove non sono mamma e moglie, non solo, ma dove vengo riconosciuta e apprezzata per altre qualità e dove ricevo soddisfazioni personali.
Sono una persona allegra e solare e questo mi ha inevitabilmente garantito, da anni, il fatto i essere una persona molta corteggiata anche donna, il che, è ovvio, non fa male alla salute.
Fatta questa premessa, per una serie di circostanze che non racconto per non dilugarmi, a mio marito è stato prospettato un lavoro nella mia azienda., in settore diverso dal mio. Lui non chiedeva nulla di meglio.. un lavoro che poteva piacergli, dietro casa… ma quando me l’ha comunicato io sono raggelata e mi sono opposta con tutte le mie forze. Non è perché io qui abbia cose da nascondere; è che mi sono vista usurpata dal mio spazio, privata della mia libertà di movimento.. io amo mio marito ma pensarlo nel mio stesso spazio per tutta la giornata, incontrarlo nei corridoi, nelle mie pause caffè… dover stare attenta, per rispetto, a non essere troppo espansiva con i colleghi con cui ho più confidenza…. Sapere che anche gli altri sarebbero stati per forza di cose meno spontanee nei miei confronti… mi ha raggelato, mi ha fermato il cuore.
Dopo una serie di discussioni nel corso del quale sono certa che lui non abbia capito il senso del mio essere contraria (lui pensa, e dal suo punto di vista è comprensibile, che mi vergogni di lui, o che abbia qualcosa da nascondere) .. ha deciso di rinunciare, farà il colloquio perché non se la sente di tirarsi indietro.. ma poi mi ha promesso che troverà una scusa per non accettare, perché come prima cosa mette la serenità della nostra famiglia.. e io con lui in azienda non sarei stata serena né al lavoro.. e quindi nemmeno a casa.
Io però ci soffro perché so che lui sarebbe venuto volentieri, mi chiedo se non ho avanzato una pretesa assurda, se non sono stata egoista, cattiva, se le mie motivazioni sono stupide, sbagliate.
Chiedo a voi dottori di aiutarmi a capire dove ho sbagliato, se ho sbagliato.. e se c’è qualcosa che posso fare per fare in modo che questo momento di incomprensione con mio marito non generi in un divario troppo grande.
Grazie a chi vorrà ascoltarmi.
[#1]
Gentile Utente,
Lei prova disagio oggi perchè da un lato non vorrebbe Suo marito "nel Suo spazio", dall'altro si sente in colpa per averlo convinto a desistere. Si comprendono benissimo entrambe le posizioni: Lei ha assoluto diritto di avere uno spazio extra-mamma o extra-moglie, e Suo marito ha diritto di insospettirsi o di preoccuparsi per questo.
Non credo Lei abbia sbagliato ad esporre questo "desiderio" di difendere il Suo spazio, ma a giudicare dalle reazioni del marito forse Lei ha sbagliato il modo con cui ha comunicato ciò. E ora si sente un po' in colpa.
Lo dica a Suo marito che si sente in colpa (se è così) e dica perchè Lei ha reagito in questo modo all'ipotesi di un lavoro insieme nella stessa azienda. Se davvero non ha nulla da nascondere Suo marito capirà le Sue esigenze, ma almeno da un punto di vista emotivo cerchi di essere il più diretta e sincera possibile. Un po' di più, almeno.
Lei prova disagio oggi perchè da un lato non vorrebbe Suo marito "nel Suo spazio", dall'altro si sente in colpa per averlo convinto a desistere. Si comprendono benissimo entrambe le posizioni: Lei ha assoluto diritto di avere uno spazio extra-mamma o extra-moglie, e Suo marito ha diritto di insospettirsi o di preoccuparsi per questo.
Non credo Lei abbia sbagliato ad esporre questo "desiderio" di difendere il Suo spazio, ma a giudicare dalle reazioni del marito forse Lei ha sbagliato il modo con cui ha comunicato ciò. E ora si sente un po' in colpa.
Lo dica a Suo marito che si sente in colpa (se è così) e dica perchè Lei ha reagito in questo modo all'ipotesi di un lavoro insieme nella stessa azienda. Se davvero non ha nulla da nascondere Suo marito capirà le Sue esigenze, ma almeno da un punto di vista emotivo cerchi di essere il più diretta e sincera possibile. Un po' di più, almeno.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.6k visite dal 27/10/2010.
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