Amicizia tra ex
Buongiorno, avrei cortesemente bisogno di un parere.
Ho 40 anni e sono sposata. Ho avuto una relazione (poco meno di un anno) su mia iniziativa con un uomo sposato (60 anni e persona in vista e riverita nel nostro paese di 6000 anime) che conoscevo da circa 10 anni e per il quale nutrivo stima e rispetto. Eravamo stati chiari fin da subito circa il fatto che non volevamo guai. E' stato un periodo piuttosto tormentato, perchè lui aveva dei comportamenti da "cafone" nei miei confronti e io non facevo altro che lamentarmi e cercare di fargli capire che educazione e rispetto, fermo restando che si trattava solo di un'avventura, erano indispensabili ma aveva sempre mille scuse. Si è interrotta per sua volontà. Nulla da dire a questo proposito ma, dopo la sua decisione, sono sparita per smaltire la mia arrabbiatura dovuta a questi suoi comportamenti ma, soprattutto, al fatto che, a fronte della mia disponibilità a mantenere un buon rapporto, lui aveva rifiutato con mille motivazioni. Tanto per fare un esempio: a distanza di 3 giorni (non prima perchè a lui davano fastidio i miei contatti tramite sms o mail) da un incontro gli mando un sms chiedendo semplicemente se era tutto a posto e lui mi risponde dopo altri 3 giorni dicendomi che era stao occupato nei preparativi di una festa. Un altro esempio: mi faceva delle improvvisate sul luogo di lavoro e si aspettava che io fossi sempre disponibile.
Gli chiedo pure delle motivazioni per capire il suo comportamento nei miei confronti che, lo ammetto, mi hanno ferito parecchio. Non lo nascondo: mi sono vista trattare proprio come un oggetto...non come una persona con una dignità e dei sentimenti. Lui non me le dà ma io, al massimo della comprensione (o della stupidità? mah!?), gli fornisco delle giustificazioni del tipo che l'ho coinvolto in una situazione, talmente particolare per lui, che non è riuscito a gestirla ed ad affrontarla e ha praticamente dimenticato il buon senso, il rispetto e l'educazione.
Dopo mesi, durante un confronto, faccia a faccia, mi sento dire che lui vuole un rapporto amichevole. Io, un po' titubante, gli rispondo che è meglio vedere come vanno le cose, visto che abbiamo sicuramente opinioni diametralmente opposte di quali comportamenti possono essere compresi nel concetto di rapporto amichevole.
Da quel giorno è passsato più di un mese e non si è fatto più nè sentire nè vedere, a parte un incontro occasionale in una banca.
Mi faccio viva io, dicendogli che preferisco tirarmi indietro rispetto alla sua proposta di rapporto amichevole, visto che il suo modo di comportarsi non è affatto cambiato rispetto al passato: a livello puramente pratico, il suo concetto prevede il saluto per strada e qualche visita occasionale, a sua libera scelta, sul luogo di lavoro per lo scambio di qualche chiacchiera.
Sono combattuta: lo devo mandare al diavolo od obbligarmi ad accettare il suo modo di fare? Lo considero un egocentrico.
Mi sembra tutto una presa in giro...Vi ringrazio. Saluti.
Ho 40 anni e sono sposata. Ho avuto una relazione (poco meno di un anno) su mia iniziativa con un uomo sposato (60 anni e persona in vista e riverita nel nostro paese di 6000 anime) che conoscevo da circa 10 anni e per il quale nutrivo stima e rispetto. Eravamo stati chiari fin da subito circa il fatto che non volevamo guai. E' stato un periodo piuttosto tormentato, perchè lui aveva dei comportamenti da "cafone" nei miei confronti e io non facevo altro che lamentarmi e cercare di fargli capire che educazione e rispetto, fermo restando che si trattava solo di un'avventura, erano indispensabili ma aveva sempre mille scuse. Si è interrotta per sua volontà. Nulla da dire a questo proposito ma, dopo la sua decisione, sono sparita per smaltire la mia arrabbiatura dovuta a questi suoi comportamenti ma, soprattutto, al fatto che, a fronte della mia disponibilità a mantenere un buon rapporto, lui aveva rifiutato con mille motivazioni. Tanto per fare un esempio: a distanza di 3 giorni (non prima perchè a lui davano fastidio i miei contatti tramite sms o mail) da un incontro gli mando un sms chiedendo semplicemente se era tutto a posto e lui mi risponde dopo altri 3 giorni dicendomi che era stao occupato nei preparativi di una festa. Un altro esempio: mi faceva delle improvvisate sul luogo di lavoro e si aspettava che io fossi sempre disponibile.
Gli chiedo pure delle motivazioni per capire il suo comportamento nei miei confronti che, lo ammetto, mi hanno ferito parecchio. Non lo nascondo: mi sono vista trattare proprio come un oggetto...non come una persona con una dignità e dei sentimenti. Lui non me le dà ma io, al massimo della comprensione (o della stupidità? mah!?), gli fornisco delle giustificazioni del tipo che l'ho coinvolto in una situazione, talmente particolare per lui, che non è riuscito a gestirla ed ad affrontarla e ha praticamente dimenticato il buon senso, il rispetto e l'educazione.
Dopo mesi, durante un confronto, faccia a faccia, mi sento dire che lui vuole un rapporto amichevole. Io, un po' titubante, gli rispondo che è meglio vedere come vanno le cose, visto che abbiamo sicuramente opinioni diametralmente opposte di quali comportamenti possono essere compresi nel concetto di rapporto amichevole.
Da quel giorno è passsato più di un mese e non si è fatto più nè sentire nè vedere, a parte un incontro occasionale in una banca.
Mi faccio viva io, dicendogli che preferisco tirarmi indietro rispetto alla sua proposta di rapporto amichevole, visto che il suo modo di comportarsi non è affatto cambiato rispetto al passato: a livello puramente pratico, il suo concetto prevede il saluto per strada e qualche visita occasionale, a sua libera scelta, sul luogo di lavoro per lo scambio di qualche chiacchiera.
Sono combattuta: lo devo mandare al diavolo od obbligarmi ad accettare il suo modo di fare? Lo considero un egocentrico.
Mi sembra tutto una presa in giro...Vi ringrazio. Saluti.
[#1]
Gentile utente,
tutto dipende da quello che lei è disposta ad accettare. Bisogna anche capire che cosa lui le può offrire.
A volte ci incaponiamo a pretendere dagli altri cose che per noi sono scontate...ma, sottolineo, PER NOI.
Ci chiede: "lo devo mandare al diavolo od obbligarmi ad accettare il suo modo di fare? Lo considero un egocentrico".
Le chiedo a mia volta:
- quali svantaggi avrebbe nel mandarlo al diavolo?
- quali vantaggi nell'"obbligarsi" ad essere considerata un oggetto?
Cordialmente.
tutto dipende da quello che lei è disposta ad accettare. Bisogna anche capire che cosa lui le può offrire.
A volte ci incaponiamo a pretendere dagli altri cose che per noi sono scontate...ma, sottolineo, PER NOI.
Ci chiede: "lo devo mandare al diavolo od obbligarmi ad accettare il suo modo di fare? Lo considero un egocentrico".
Le chiedo a mia volta:
- quali svantaggi avrebbe nel mandarlo al diavolo?
- quali vantaggi nell'"obbligarsi" ad essere considerata un oggetto?
Cordialmente.
Dr.ssa Graziella Tornello
Psicologa - Psicoterapeuta individuale, di coppia, di famiglia.
www.psicoterapeutatornello.it
[#2]
Gent.le utente
da quello che lei scrive mi sembra fortemente delusa e rammarcicata circa il tipo di attenzioni che questo uomo le ha di fatto sempre mostrato, sia nei momementi di legame che in quelli di separazione.
Sembra supratutto arrabiata nel sentirsi considerata un oggetto, come se lei non avesse nessuna particolare incisione o potere nella gestione di questa realazione e quindi è come se precepisse un sentimento di impotenza rispetto alla sua evoluzione.
Nonostante questi sentimenti faticosi nei confronti di questo uomo è come se ci fosse una parte di lei che invece la spinge a mantenere in vita una relazione in termini amicali, anche se è disarmata rispetto al tipo di relazione.
Considero che la possibilità di far chiarezza nei suoi sentimenti ambivalenti nei confronti di quest'uomo, possa permetterle di darsi lei stessa il mo consiglio possibile.
Nella confusione è molto faticoso decidere!
Cordiali Saluti
da quello che lei scrive mi sembra fortemente delusa e rammarcicata circa il tipo di attenzioni che questo uomo le ha di fatto sempre mostrato, sia nei momementi di legame che in quelli di separazione.
Sembra supratutto arrabiata nel sentirsi considerata un oggetto, come se lei non avesse nessuna particolare incisione o potere nella gestione di questa realazione e quindi è come se precepisse un sentimento di impotenza rispetto alla sua evoluzione.
Nonostante questi sentimenti faticosi nei confronti di questo uomo è come se ci fosse una parte di lei che invece la spinge a mantenere in vita una relazione in termini amicali, anche se è disarmata rispetto al tipo di relazione.
Considero che la possibilità di far chiarezza nei suoi sentimenti ambivalenti nei confronti di quest'uomo, possa permetterle di darsi lei stessa il mo consiglio possibile.
Nella confusione è molto faticoso decidere!
Cordiali Saluti
Dott.ssa Maria Cristina Bivona
Psicoterapeuta e Sessuologa
Roma- Tivoli 347 0550866
www.psicologotivoli.com
[#3]
Utente
Vi ringrazio infinitamente per la celerità delle risposte.
Mi rendo benissimo conto che prendere delle decisioni, in presenza di sentimenti ambivalenti e assolutamente contrastanti, è assai difficile. E sicuramente ho anche le idee molto confuse.
Cosa mi può offrire lui?! Bella domanda!
Francamente penso poco o niente: oltre al pure e semplice saluto per strada, durante le sue visite, mi limito a starlo ad ascoltare mentre mi racconta di come è impegnato o dei suoi viaggi in giro per il mondo.
Non mi ha mai fatto una domanda che per me, invece, è molto semplice e scontata nei rapporti con le persone a me più vicine: come stai?
Penso di essermi già data la risposta da sola...
Ammetto però che mi fa piacere sapere che viene a trovare proprio me, lui così restìo ai rapporti umani (non lo dico solo io: è opinione comune) tra le tante persone che conosce...ma forse è solo per soddisfare il proprio ego...
E'difficile accettare di essere stata trattata così...
Forse ho anche la speranza che si sia effettivamente reso conto che è andato sul pesante... mi sembra che qualche piccolo aggiustamento nel suo modo di fare lo abbia pure tentato di fare...
Non prenderò iniziative o decisioni: starò semplicemente a guardare cosa succederà e che piega prenderà il rapporto...magari con il tempo scivolerà da solo nell'indifferenza più assoluta.
Vi ringrazio ancora. Buon lavoro
Mi rendo benissimo conto che prendere delle decisioni, in presenza di sentimenti ambivalenti e assolutamente contrastanti, è assai difficile. E sicuramente ho anche le idee molto confuse.
Cosa mi può offrire lui?! Bella domanda!
Francamente penso poco o niente: oltre al pure e semplice saluto per strada, durante le sue visite, mi limito a starlo ad ascoltare mentre mi racconta di come è impegnato o dei suoi viaggi in giro per il mondo.
Non mi ha mai fatto una domanda che per me, invece, è molto semplice e scontata nei rapporti con le persone a me più vicine: come stai?
Penso di essermi già data la risposta da sola...
Ammetto però che mi fa piacere sapere che viene a trovare proprio me, lui così restìo ai rapporti umani (non lo dico solo io: è opinione comune) tra le tante persone che conosce...ma forse è solo per soddisfare il proprio ego...
E'difficile accettare di essere stata trattata così...
Forse ho anche la speranza che si sia effettivamente reso conto che è andato sul pesante... mi sembra che qualche piccolo aggiustamento nel suo modo di fare lo abbia pure tentato di fare...
Non prenderò iniziative o decisioni: starò semplicemente a guardare cosa succederà e che piega prenderà il rapporto...magari con il tempo scivolerà da solo nell'indifferenza più assoluta.
Vi ringrazio ancora. Buon lavoro
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.8k visite dal 27/10/2010.
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