Furia, atarassia

salve
ho 18 anni, vivo in un paese degradato, poche persone vere e molti criminali e uomini degradati, li chiamo homini sapiens. i bambini a 6 anni bestemmiano e sottomettono altri bambini, odiano i loro genitori. per me bambini sono SACRI, morirei per un bimbo che non conosco. VENERO le donne. per molto tempo ho subito soprusi e umiliazioni, poi un po' di palestra ha scoraggiato i bulli. non mi sono mai vendicato,non sarebbe bello.ho un odio viscerale per questi homini che reputo creature inferiori.per me non c'è nulla di strano nel torturarli per punirli (a volte l'ho fatto per difesa) o abbatterli come si fa con un animale pericoloso. due anni fa ho cominciato un rapporto molto bello intenso e stretto con un ragazza che poi ho individuato come "quella giusta". siamo molto simili. lei è meno saggia e per questo è rimasta con un coglione e lo sa. mai avuto una ragazza. occasione sfumata.

sempre piu spesso in seguito a immagini fisiche o mentali (per esempio lei col suo ragazzo; bulli all'opera) ho scatti di furia,il mio battito raddoppia ISTANTANEAMENTE,la respirazione idem,i riflessi migliorano,mi sento un animale feroce,un demone,stringo i denti,faccio smorfie da leone,ruggisco,la gente intorno a me si spaventa,io ne godo,vorrei aggiustare con le mie mani ciò che il caso mi ha rovinato,forzando,ma non lo faccio,non sarebbe bello.
in condizioni normali sbatto con non chalance su muri travi pali per sfogarmi credo.colpisco con forza oggetti pesanti con gambe spalle ma riconosco che non è autolesionismo.non soffro.odio il suicidio la depressione el'autolesionismo(=forme di debolezza) sono indifferente al dolore fisico non lo evito,odio la guerra ma mi piace l'idea di morire artificiere,sacrificato nel tentativo di salvare innocenti da ordigni.la mia risposta agli spaventi è prossima al nulla.più volte ho rischiato di morire investito da auto per mancanza di istinto di saltare via.una volta un adulto mi strinse il collo,io in risposta gli risi in faccia,sereno,il giorno dopo lo odiai e lo avrei torturato incontrandolo.so che se qualche homo mi danneggiasse potrei ucciderlo senza rimorso alcuno.non trovo granche strana o eccessivamente macabra l'idea di fare scempio dei corpi dei partecipanti del grande fratello (per dirne una), essendo scarti umani.provo emozioni come tutte le persone normali anzi di più essendo piu sensibile.mi strapperei letteralmente un braccio se servisse ad aiutare una persona a cui tengo,trovo naturale l'idea di sacrificarmi completamente per chi ne è degno,trovo naturale l'idea di far estinguere interi rami di umanità degradata.se qualcosa è nel giusto,lo faccio,punto.ripeto e sottolineo la questione degli scatti di furia,vorrei comprenderli,anche a livello fisiologico.non sono un fan della chiesa e dell'antico testamento,un mio idolo è gesù,lo stimo,nemmeno mi interessa la sua natura. amo rorschach(watchmen)e leonida(300).

aiutatemi a capirmi

p.s.: il linguaggio di sopra non è depresso bensì (tentato)scientifico ahaha
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, esattamente cosa ci chiede?

Se lei vuole "capirsi", direi che ha un quadro di sè che non sarebbe facile chiarire oltre, soprattutto online. Se ci sta chiedendo se lei è "nel giusto", non è compito nostro giudicare o valutare moralmente o eticamente i nostri utenti.

L'unica considerazione che mi sento di fare è che mi sembra che traspaia dalla sua richiesta una certa solitudine e difficoltà nel rapporto con gli altri.

Se qualcosa la turba o la spaventa, provi a spiegarsi in modo meno scientifico e più chiaro, formulando una domanda a cui sia possibile dare una risposta.

Cordialmente
[#2]
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
grazie per la risposta, dottore

si, mi dispiace se non sono stato chiaro, e no, non cerco una valutazione morale. semplicemente riconosco che questi miei comportamenti sono strani, dal punto di vista delle altre persone. non vedo altre persone comportarsi come me, perciò vorrei sapere perché a certi stimoli reagisco fisiologicamente e mentalmente nella maniera descritta, piuttosto che come tutte le altre persone; perché non ho freni né verso un'apoteosi buona nè verso una cattiva, perché non mi spavento quasi affatto, perché all'improvviso raddoppio le mie funzioni vitali..
non lo so, sinceramente, il punto è che non sono turbato o spaventato, so solo che quelle cose che ho descritto nella richiesta non sono normali, e perciò vorrei sapere da cosa derivano.
grazie ancora per l'interessamento
[#3]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Ricapitolando, lei riconosce che ci sono degli stimoli a cui le persone "normalmente" reagiscono in un modo, e che in lei invece attivano una reazione "estrema", che lei non teme, ma che sa che potrebbe spaventare gli altri.

Perchè vuole cercare le origini o le cause di questi suoi comportamenti, pensieri, risposte fisiologiche ed emozioni?
[#4]
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
si, voglio sapere perché reagisco come descritto, ma anche perché non reagisco a spaventi e minacce imminenti di morte (ho rischiato più volte di essere investito), perché sono indifferente al dolore fisico e perché per me certe cose, che gli altri considerano e compiono normalmente, sono inconcepibili -nel senso letterale, non riesco a concepirle- e viceversa (per esempio l'idea di cancellare un uomo).

un po' per curiosità, ma soprattutto perché non so a cosa potrebbe portare..cioè, non ho la minima idea di cosa possa comportare la mia situazione, per quanto ne so in futuro potrei essere più o meno normale come qualsiasi altra persona, ma potrei anche divertirmi a investire la gente (cosa che possibilmente vorrei evitare)..non so, non vorrei che questa situazione mi creasse problemi, mi estraniasse dagli altri, dal mondo, perché io ho intenzione di vivere e vivere pienamente. mi sento già abbastanza fuori dal mondo. non vorrei che alla radice di questa mia situazione ci sia qualcosa di male..

mi fa sentire troppo importante con quel "lei" eheh grazie del rispetto ma sono solo un ragazzo e mi va benissimo il tu
[#5]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazzo, il "lei", oltre ad essere una formula di cortesia e rispetto per l'interlocutore, serve a me a ricordare che lei è un utente, e a lei che sta beneficiando di un servizio professionale (per quanto gratuito).

Se la fa sentire importante, non può che incoraggiarmi ad usarlo! A meno che lei non pensi di non potersi sentire importante...

Proviamo ad esplicitare ancor più la sua richiesta:

a volte lei sente l'impulso a compiere degli atti considerati dalla nostra comunità "antisociali". I motivi sono diversi:

- lei sopravvaluta la sua capacità di resistenza al dolore. Non perchè non sia in grado di sopportarlo, ma perchè immagina di poter sopportare dolori per i quali il nostro corpo non è biologicamente predisposto.

- in questi anni, si è formata in lei una rappresentazione del mondo "in bianco e nero". Da una parte, ci sono i "buoni", gli eroi, le persone in grado di vendicare i torti ed i soprusi; dall'altra, i "cattivi", gli homini sapiens, un'umanità degradata che non merita di vivere e che pensa di poter cancellare dalla faccia della Terra senza rimorsi.

- coerentemente con questa idea, lei ha strutturato una visione "di testa" della violenza: ovvero, la considera da un punto di vista logico, senza implicazioni emotive.

- infine, dice di non preoccuparsi delle conseguenze delle sue azioni in sè, ma del fatto che possano isolarla dagli altri e dal mondo.

I motivi per cui questo modo di vedere e sentire le cose si sono formati in lei possono essere svariati: non so quali esperienze di vita lei abbia avuto con gli altri o in famiglia, quali insegnamenti le siano stati impartiti, chi siano i suoi modelli; non so come lei abbia imparato a valutarsi, a mettersi nei panni degli altri, a farsi un'idea sfaccettata e complessa degli esseri umani.

Che cosa esattamente pensa che renda "inferiori" questi homini, i partecipanti al Grande Fratello etc.? Quali caratteristiche rileva in loro che reputa degradate?

Cordialmente
[#6]
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
caro dottore, la ringrazio ancora per l'interessamento.

-non so se "sopravvalutare" sia il termine giusto, perché non "immagino", non si tratta tanto di una mia convinzione o considerazione, quanto di un dato di fatto: vedo spesso le espressioni sconcertate della gente che mi guarda ricevere pesanti urti e altri danni fisici, e io invece non faccio una piega anzi non capisco cosa ci sia di tanto strano, nonostante certamente abbia avvertito una sensazione fisica. una volta, ometto le circostanze per farla breve, mi sono ritrovato scheggie di un palo segnaletico nella gamba, l'ho trovato buffo e sono andato con calma al pronto soccorso per evitare infezioni, ed ero divertito dall'apprensione dei miei compagni.

-è vero, cerco sempre di evitare le mezze misure. si, più o meno, ma non vorrei che le sembrasse che la mia idea di bianco e nero riguardi solo il vendicare torti e soprusi, e non pensi nemmeno che io pretenda di giocare a fare dio e di decidere le sorti dell'umanità. Penso solo che se uno di questi umani degradati dovesse crearmi ingiustamente problemi, per me è piu che giusto e naturale
liberarmene come merita, come richiede il caso. non ho la pretesa di fare questo con tutto il mondo, non sono così forte o importante o determinato. però quei pochi episodi che mi sono successi li ho vissuti proprio cosi: torturato e terrorizzato questi esemplari, senza la minima implicazione emotiva negativa..cioè sì, mi è piaciuto farlo, ma perché come ho già detto GODO letteralmente quando succede qualcosa di giusto e soprattutto quando qualcosa di sbagliato viene aggiustato. ma non ho pensato affatto di star facendo qualcosa di insolito, come invece mi suggerivano le espressioni assurde della gente intorno a me.

-si, non vorrei avere problemi con ciò che c'è di buono nel mondo.

le mie esperienza in famiglia sono comuni e simili a quelle di tutte le persone che conosco, quindi suppongo siano irrilevanti. riconosco che in famiglia e nei primi anni di scuola ho assorbito molto gli insegnamenti che mi davano e ricordo che erano molto chiari riguardo al bene e al male, alla giustizia e al vero ecc. i miei modelli li ho citati: rorschach (un po'), gesù e leonida (un po' mi ci riconosco). non credo che sia normale avere come modelli e riconoscersi in personaggi inesistenti di film...
l'umanità la studio. osservo, penso, elaboro, a volte faccio esperimenti. raramente lascio che qualcosa succeda, senza poi ragionarci su, senza pensarne
cause, effetti, contingenze eccetera. qualsiasi cosa, qualsiasi fenomeno umano, lo studio completamente. lo trovo molto facile e poco impegnativo perciò lo faccio sempre. molto raramente mi sono sbagliato, e di poco, sull'analisi di fenomeni o di personalità e psicologie di persone. non so se posso fare lo stesso con me stesso, lo ignoro, e se anche sapessi di poterlo fare non lo farei, penso sia giusto lasciarlo fare agli altri.

dunque, per la questione del grande fratello le dico subito che l'ho citato un po' a sproposito.
diciamo che io ho una visione dell'umanità..
cosa ci differenzia da una formica, aldilà dell'ovvia risposta "il dna"? la dignità umana. essa è la nostra "conquista evolutiva", è ciò che possiamo dire di esserci costruiti e meritati (anche se non è propriamente così) a differenza degli altri organismi. la dignità umana è il prodotto, la summa logica, la categoria aristotelica che contiene tutte le caratteristiche che ci differenziano dagli altri animali: la generosità, l'intraprendenza, la bontà, il rispetto di sè e degli altri, tutte queste belle cose, e soprattutto la capacità di avere una visione della nostra propria vita che va al di là del semplice fine immediato "mangiare cibo" "stirarmi il ciuffo" "dominare il branco" "provare piacere strofinandomi su un tronco" che a ben vedere sono aspirazioni tipiche del facocero e del bue muschiato..l'uomo è di per sé capace di pensare a se stesso e agli altri in vista di un futuro e di cose molto piu importanti di un ciuffo impomatato o di una mela appesa ad un albero (senza voler affatto negare la legittimità del piacere derivato da una gustosa mela).

la dignità umana, e le caratteristiche umani che essa riassume, sono per me lo STANDARD UMANO: un animale appartenente alla specie homo sapiens non dovrebbe mai scendere sotto lo standard della sua specie, così come un rinoceronte o un cane o un cardellino non scendono mai al di sotto dei loro standard.
semplicemente, per me, quando un umano si compiace di scendere chilometri al di sotto del proprio standard, è da considerarsi come un rinoceronte o un cane o un cardellino: ha perso le caratteristiche che lo differenziano dagli umani, perciò così come un rinoceronte pericoloso lo si abbatte, anche tale uomo degradato si può abbattere, e non vedo perché bisognerebbe sollevare uno scandalo al proposito. nessuno si scandalizza più di tanto quando un animale feroce viene
abbattuto (animalisti a parte).

l'uomo ha nel proprio corredo genetico la dignità umana, perciò, voglia o no, è geneticamente obbligato a mostrarla. ma l'uomo è anche capace di libero arbitrio e di stupidità, perciò può scegliere di andare contro i propri geni, la propria natura..cosa davvero molto stupida. quando lo fa, e quando mostra per molto tempo di non voler tornare ad essere un uomo vero, si può considerare un animale -ed è esattamente quello che vuole o che perlomeno dimostra di volere- e pertanto se è in qualche modo pericoloso o dannoso, è legittimo, naturale, e affatto insolito abbatterlo o almeno annullarlo, impedirgli le azioni.

insomma l'uomo possiede la dignità nei suoi geni, ma ha la possibiltà di andare contro natura, e quindi l'obbligo di mostrare la sua dignità di umano, per non essere considerato un animale.

è sulla base di queste considerazioni che mi sembra normalissimo fare cose "orrende" ad un uomo così come è normale schiacciare una mosca fastidiosa o far sopprimere un animale impazzito.

perdoni la prolissità..e perdoni i pedestri tentativi di riferimenti ad illustri filosofi, ma quando scrivo non bado quasi a niente e mi lascio andare

grazie ancora

p.s.: dimenticavo, vorrei anche potermi spiegare come mai non mi spavento
[#7]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazzo, non si preoccupi della prolissità, se considera "prolissa" la sua prosa vuol dire che di prosa davvero prolissa ne ha letta poca!

Non entro nel merito delle sue convinzioni (sono sue, e meritano rispetto come quelle di tutti noi).

Le uniche due note che mi sembra interessante proporle sono di carattere "umano, troppo umano".

La prima è una incoerenza di fondo tra il considerare Gesù un suo idolo e la visione dualistica che ha della specie Sapiens.
E' abbastanza strano che una persona con la sua capacità di analisi e sintesi non noti questa incongruenza. A meno che non ammiri Gesù come una specie di "super-eroe" capace di vincere la gravità, far risuscitare i morti, invulnerabile (come vede, neppure a me interessa la "natura" del personaggio, ma solo la "coerenza interna" del suo discorso).

La seconda è l'idea di poter agire da "buono" facendo cose che provocano sofferenza in persone innocenti.
Le faccio solo un esempio. Immagini di essere disturbato in modo gratuito da un "homo sapiens" maschio, di razza bianca, intorno alla ventina d'anni. Immagini di reagire con tutta la sua veemenza, torturandolo e seviziandolo fino a cancellarlo.
Immagini di aver reso orfano suo figlio, vedova sua moglie, e di aver provocato un dolore inimmaginabile nei suoi cari (non so se lei abbia mai provato il dolore viscerale di vedersi strappata una persona cara da un evento improvviso ed incomprensibile).
Lei afferma di non volersi sentire Dio. Ma sa già che le conseguenze delle sue azioni (badi bene, LE CONSEGUENZE, non le sue azioni in sè) faranno del male a persone che forse non hanno mai danneggiato nessuno, e non può sapere se lo faranno mai.

In quel momento, cosa ci sarebbe di diverso tra lei ed un sapiens?
[#8]
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
mi pareva di aver superato ampiamente i 3000 caratteri ahah!

veramente la noto eccome questa incongruenza. il personaggio "gesù" non avrebbe mai pensato di divedere gli uomini in buoni e cattivi e sopprimere questi ultimi, ma riconosco anche che nel mondo di oggi non c'è molto spazio per la sua filosofia. la dottrina di gesù funziona se almeno il 99% degli uomini la condivide...un assassino stupratore non si convertirà mai solo perché un prete lo ha richiamato alla pietà cristiana..perciò so bene che la mia idea di eliminare quegli homini fastidiosi non sarebbe gradita a gesù ma..tant'è. ormai è necessario, se si vuole apportare un vero cambiamento, un miglioramento, anche se non è in linea col pensiero di gesù. che comunque è solo un mio idolo, non un modello a cui voglio per forza essere uguale.

ma attenzione, io parlo di cancellare un homo, un animale, non un semplice uomo che ha commesso uno o più errori..cioè: se un padre di famiglia in difficoltà economiche dovesse stendermi e rubarmi il portafogli, non lo odierei a morte, non lo avverto come un pericolo per la società. mi sembrerebbe solo un uomo che sta sbagliando, per vari motivi. e un errore si può sempre cancellare, e quest'uomo è pienamente recuperabile. è un uomo, una persona vera, che ha sbagliato.

un assassino stupratore, o anche uno di quei ragazzi da "grande fratello" che le ho descritto in altri messaggi, invece si comportano stabilmente secondo la loro natura deviata e violentata. quelli si possono cancellare, per me.
ho capito, non posso immaginarlo bene ma sicuramente sarà uno strazio, ma il punto è che questi homini di cui parlo, si fidi, non hanno figli o mogli o padri o madri, non hanno nessuno: se hanno dei genitori, è solo per sfruttarli o perchè non potevano autogenerarsi; se hanno delle compagne è solo per soddisfare i loro impulsi biologici, o tutt al più per condividere con qualcuno (e anche per infliggere a qualcuno) le proprie perversioni della natura umana, e in ogni caso, non c'è amore; se hanno dei figli è solo perché non sono stati attenti o per trasmettere a qualcuno le proprie snaturate inclinazioni, in un contorto istinto di sopravvivenza..
ora, è facile generalizzare e giudicare tutti osservando solo una manciata di esemplari, penserà lei, ma premesso che io sto parlando della situazione solo nel mio paese, soprattutto, le assicuro che ho studiato e osservato più d'un caso..non ho visto questi segni distintivi dell'umano, non ho visto amore per i propri cari, compassione, unione, solidarietà ed empatia nelle famiglie di questi uomini di cui parlo. ognuno è solo, in cerca della sopravvivenza e la supremazia e la dominazione sugli altri, e quando gli altri sono i familiari, persone con cui si è costretti a vivere nella stessa casa, subentra l'indifferenza. forse è l'unico segno di umanità che ogni tanto qualche esemplare mostra: concede ad un familiare di essere ignorato piuttosto che attaccato e sottomesso..

dunque è così che giustifico un mio ipotetico omicidio perpetrato verso un homo: non ho causato dolore, se non falso dolore, perchè tanto la sua famiglia era composta di animali altrettanto feroci quanto lui.
parlo per esperienza, so per fatti comprovati che le persone che eliminerei (perlomeno nel mio paese, che dunque conosco) hanno tutte una situazione familiare di questo genere..

certamente c'è sempre il caso a parte, l'eccezione: un pazzo assassino che ama sinceramente una donna. in tal caso comunque sarebbe un pazzo clinico, uno schizofrenico, perciò bisognerebbe curarlo. tra l'altro credo anche che la maggior parte dei grandi criminali siano pazzi.

comunque, sono sicuro di non aver valutato tutti i casi possibili in merito alla questione "uccidere un uomo e conseguenze", ma mi concedo un margine di errore giustificandolo col fatto che se uno è un animale, si comporta da animale, vive da animale, non può permettersi a sua discrezione di essere invece un uomo vero nell'ambito familiare, e aspettarsi che sia trattato come tale..ma di questo non sono sicuro.
[#9]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazzo, le auguro di comprendere meglio sè stesso e gli altri.

Soprattutto, mi sembra che il suo cammino sulla strada della auto-consapevolezza emotiva (quello sì, che è difficile) sia ancora parecchio lungo.

Lei stesso non ha chiare molte idee; ha un'idea di giustizia, ma afferma: <sono sicuro di non aver valutato tutti i casi possibili in merito alla questione "uccidere un uomo e conseguenze", ma mi concedo un margine di errore>.

E agli altri che margine di "errore" concede? E chi decide qual'è questo margine? E chi decide quando si è superato questo margine? Sbagliare a scrivere una parolla è grave come sbagliare ad uccidere un uomo? "Sbagliare" nel valutare se l'uomo che abbiamo davanti è meritevole di vivere o meno è un compito umano? E chi sbaglia a valutare? Che errore commette?

Sono tutte domande che non fanno altro che "aprire" altre domande. A queste, non è possibile dare risposta logica, ma solo arbitraria. E' più colorato il verde o il blu? E' più "uomo" chi fa il bullo o chi si arroga il diritto di decidere chi è "uomo" e chi no?

Io non lo so, lei crede di sì. Le auguro, crescendo, di fare esperienze importanti e significative di compassione. Non di pietà (che già sarebbe un passo avanti), ma di "cum - patior", ovvero "sono con l'altro nel sentire".

In queste ore lei ha condiviso con noi il suo pensare, ed io ho provato l'umanissima sensazione di "essere con lei", cioè accanto a lei, nelle emozioni che timidamente traspaiono dalle sue parole.

Questo non vuol dire che la penso come lei, o che voglio che lei la pensi come me. Vuol dire solo che, limitatamente a questo consulto, abbiamo camminato insieme, ed io le riconosco il diritto di pensarla proprio come vuole.

Normare il comportamento e decidere cosa è giusto o cosa è sbagliato in una data società non è compito da psicologi.

Cordiali saluti ed auguri per la sua vita
[#10]
Dr.ssa Giorgia Di Giacomo Psicologo, Psicoterapeuta 41 2
Caro Ragazzo,
dopo aver letto i suoi scambi con il Dott. Calì peraltro molto interessanti, posso facilmente comprendere la sua confusione su ciò che è bene, male, giusto o sbagliato. I suoi interrogativi sono propri della sua età e so quanto non sia facile "costruire" un'immagine che possa piacerci. Col tempo, magari, scoprirà che non è la sua immagine a doverle piacere ma la sua vera Essenza, cioè la sua realtà, dove non esiste il bene e il male ma esiste sia il bene sia il male e dove l'unica pedina a muoversi verso l'uno o l'altro è solo lei con le sue scelte quotidiane.

Questo il mio augurio.

Cordialmente

Dr.ssa Giorgia Di Giacomo
Psicologa-Psicoterapeuta
giorgiadigiacomo@live.com
www.giorgiadigiacomo.it

[#11]
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
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