Regressione?

Buongiorno. Sono la mamma 38enne di due bimbi di 3 anni e 18 mesi.
Il grande, bambino buono, tranquillo, intelligente, sensibile e dolce, dopo aver frequentato il nido per due anni, a settembre è stato inserito alla scuola materna. Nessun problema. Si è perfettamente integrato. Si alza al mattino contento perchè va alla "scuola dei grandi" e torna a casa entusiasta della giornata trascorsa. Le maestre mi dicono che "è un bimbo in gamba. Solo un minimo riservato, ma sta cominciando a sciogliersi" A casa con il fratellino è adorabile . Ogni tanto si azzuffano, ma giocano molto insieme e interagiscono bene. Da qualche giorno però, il bimbo sistematicamente si fa pipì e cacca addosso, quando ormai da diversi mesi era completamente autonomo. Quando affronto l'argomento cerca di cambiare discorso e non mi risponde. E' diventato anche un minimo più agitato e un po' più disubbidiente. Quando si è trattato di scegliere la materna io ho insistito per una struttura pubblica e vivace con classi numerose e un programma diversificato, mentre mio marito e la sua famiglia avrebbero preferito una struttura privata gestita da religiosi dove pare ci sia molta attenzione al comportamento. Ora comincio a farmi delle domande. Avrò sbagliato scuola? Forse in un ambiente più raccolto e attento ai suoi bisogni come era quello del nido si sarebbe sentito più sereno? Forse sente, on un po' di ritardo un disagio per la presenza del fratello e vuole "tornare piccolo"? Oppure invece ha sentito il distacco dal fratellino che andava al nido con lui? Sinceramente non so cosa pensare, ma vorrei aiutarlo. Lo conosco molto bene e so che certi atteggiamenti non gli appartengono e probabilmente lo mettono a disagio. Vorrei il parere di un professionista che mi aiutasse a vedere la situazione in modo più oggettivo.
Grazie
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Gentile signora, se gli atteggiamenti del piccolo si discostano dal suo abituale comportamento è evidente che vi sia un disagio che non necessariamente è l'espressione di un suo problema personale. I piccoli , il più delle volte, con il loro comportamento sintomatico evidenziano un disagio che si esprime all'interno dell'intero contesto famigliare. Alcuni cambiamenti del sistema famigliare si accompagnano spesso (sia in positivo che in negativo) a cambiamenti nei comportamenti dei piccoli.
Una consulenza presso uno specialista in terapia famigliare o neuropsichiatra infantile sarà probabilmente utile.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
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Dr.ssa Chiara Cimbro Psicologo, Psicoterapeuta 124 3
Gentile signora, le consiglio di osservare il comportamento di suo figlio ancora per qualche giorno, per dare il tempo a lui e a lei di notare se questi nuovi atteggiamenti sono solo passeggeri o se si mantengono nel tempo e che caratteristiche assumono. I bambini reagiscono al cambiamento con altrettanti nuovi comportamenti, perchè tutto ciò che rompe le loro routine e abitudini viene vissuto come destabulizzante e potenzialmente come minaccioso. Tuttavia i bambini sono il miglior esempio di "autoriparazione" e di adattamento, pertanto spesso è necessario solo che trascorra del tempo e che possano abituarsi alle novità per poi reagire bene. Provi a comportarsi con suo figlio normalmente, non enfatizzando gli atteggiamenti regressivi e non facendogli pesare la cosa ingigantendola ancora di più.
Nel caso in cui non dovessero esserci miglioramenti consideri l'ipotesi di sentire il parere di un collega che si occupa di terapia infantile che potrà darle consigli più mirati, dopo aver effettuato un incontro approfondito.
Cordialmente,
Chiara Cimbro.

Dott.ssa Chiara Cimbro
Psicologa Psicoterapeuta

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Utente
Utente
Grazie di avere risposto in modo così chiaro e repentino
Conto di osservare ancora qualche giorno la situazione e poi eventualmente prendere decisioni.
Grazie ancora