Cane
Buongiorno, vorrei descrivere una strana situazione psicologica che mi tormenta da Agosto del corrente anno.
Ho deciso, in accordo con i miei genitori, di adottare un cane. Premesso che entrambi lavorano e io (figlia unica) sto trasferendomi in un'altra città.
Abbiamo cominciato quindi a girare un pò per canili, e alla fine abbiamo individuato un cane che poteva andare bene per le nostre esigene. Quando ho dovuto chiamare per dire di sì, che volevamo il cane, quel cane era stato ripreso la sera prima dai legittimi proprietari (era scappato).
Ho avuto un senso di sollievo. Mia madre è molto attaccata alla casa, e il pensiero di un cane sul suo divano di pelle mi spaventava.
Ma ero ovviamente triste. Allora ne ho cercato un altro, e la scelta è andata su un cucciolo; ho chiamato, dicendo che l'avrei preso, ma dopo una notte insonne di maldistomaco, acidità ecc. ho capito che non era il cane adatto a noi: io vado a vivere fuori casa, e i miei genitori lavorano: un cucciolo non l'avremmo mai potuto seguire bene nella crescita.
I miei genitori, specie mio padre, ci sono un pò rimasti male.
Allora ho giurato di non cercarne più di cani, ma poi ho visitato un canile e mi sono innamorata: sono andata più volte a trovare il cane, l'ho conosciuto, anche i miei genitori l'hanno conosciuto, e ci siamo tutti affezzionati.
Così abbaimo deciso di adottarlo.
Sabato scorso (3 giorni fa) siamo andati a prenderlo, e il cane si comporta bene in casa, è tranquillo, solo che non è addestrato.
E io mi ritrovo a piangere quando lo guardo: mi sembra di aver costretto i miei genitori ad una scelta che in parte non volevano, non si potevano permettere di prendere, ma che hanno comunque preso di buon grado.
Io sarò via tutta la settimana, e il cane rimarrà con loro.
Piango, anche se siamo ancora all'inizio e il cane è buono io lo guardo e piango, e immagino mia madre e mio padre che devono impazzire se il cane si comporterà male.
Ho avuto vomito e mal di stomaco, ho perso peso in 3 giorni, ora va un pò meglio, ma non riesco a smettere di piangere.
Ho paura, ho paura che questo cane arrechi danni alla casa e ai miei genitori, anche se per ora non è così, e anzi sembra fare molto contento mio padre, un pò meno mia madre.
Mi calmerò mai? Premetto che soffro molto i cambiamenti, e poi sono figlia unica, quindi vivo un pò il cane come un sostituto di me:io me ne vado, i miei accudiscono il cane, quindi il cane è il loro nuovo figlio.
Cosa posso fare per pensare razionalmente alla cosa? Come affrontare il cambiamento?
Grazie.
Ho deciso, in accordo con i miei genitori, di adottare un cane. Premesso che entrambi lavorano e io (figlia unica) sto trasferendomi in un'altra città.
Abbiamo cominciato quindi a girare un pò per canili, e alla fine abbiamo individuato un cane che poteva andare bene per le nostre esigene. Quando ho dovuto chiamare per dire di sì, che volevamo il cane, quel cane era stato ripreso la sera prima dai legittimi proprietari (era scappato).
Ho avuto un senso di sollievo. Mia madre è molto attaccata alla casa, e il pensiero di un cane sul suo divano di pelle mi spaventava.
Ma ero ovviamente triste. Allora ne ho cercato un altro, e la scelta è andata su un cucciolo; ho chiamato, dicendo che l'avrei preso, ma dopo una notte insonne di maldistomaco, acidità ecc. ho capito che non era il cane adatto a noi: io vado a vivere fuori casa, e i miei genitori lavorano: un cucciolo non l'avremmo mai potuto seguire bene nella crescita.
I miei genitori, specie mio padre, ci sono un pò rimasti male.
Allora ho giurato di non cercarne più di cani, ma poi ho visitato un canile e mi sono innamorata: sono andata più volte a trovare il cane, l'ho conosciuto, anche i miei genitori l'hanno conosciuto, e ci siamo tutti affezzionati.
Così abbaimo deciso di adottarlo.
Sabato scorso (3 giorni fa) siamo andati a prenderlo, e il cane si comporta bene in casa, è tranquillo, solo che non è addestrato.
E io mi ritrovo a piangere quando lo guardo: mi sembra di aver costretto i miei genitori ad una scelta che in parte non volevano, non si potevano permettere di prendere, ma che hanno comunque preso di buon grado.
Io sarò via tutta la settimana, e il cane rimarrà con loro.
Piango, anche se siamo ancora all'inizio e il cane è buono io lo guardo e piango, e immagino mia madre e mio padre che devono impazzire se il cane si comporterà male.
Ho avuto vomito e mal di stomaco, ho perso peso in 3 giorni, ora va un pò meglio, ma non riesco a smettere di piangere.
Ho paura, ho paura che questo cane arrechi danni alla casa e ai miei genitori, anche se per ora non è così, e anzi sembra fare molto contento mio padre, un pò meno mia madre.
Mi calmerò mai? Premetto che soffro molto i cambiamenti, e poi sono figlia unica, quindi vivo un pò il cane come un sostituto di me:io me ne vado, i miei accudiscono il cane, quindi il cane è il loro nuovo figlio.
Cosa posso fare per pensare razionalmente alla cosa? Come affrontare il cambiamento?
Grazie.
[#1]
"Premetto che soffro molto i cambiamenti, e poi sono figlia unica, quindi vivo un po' il cane come sostituto di me: io me ne vado, i miei accudiscono il cane, quindi è il loro nuovo figlio".
Gentile ragazza,
lei è di fronte ad un cambiamento importante: il distacco dai genitori per trasferirsi in un'altra città. Ha spiegato molto bene la situazione e quello che prova: il cane come sostituto di sé per i genitori. Il cane che, con la sua presenza, sancisce in qualche modo il cambiamento in atto, per lei fonte di sofferenza.
Per questo credo che abbia provato un senso di sollievo quando il cane scelto in prima istanza ha trovato una sistemazione diversa, forse le consentiva di rimandare mentalmente, in qualche modo, il problema.
Il nocciolo della questione e della sua sofferenza, quindi, non sembra tanto il cane, ma la sua difficoltà e il suo dispiacere ad allontanarsi dalla sua famiglia.
Non ci ha raccontato, comunque, i motivi della sua scelta e se ha risvolti positivi che possano in qualche modo controbilanciare le difficoltà.
Se soffre molto ad affrontare questo importante cambiamento, potrebbe rivolgersi in presenza ad un collega per ricevere aiuto.
Cordialmente
Gentile ragazza,
lei è di fronte ad un cambiamento importante: il distacco dai genitori per trasferirsi in un'altra città. Ha spiegato molto bene la situazione e quello che prova: il cane come sostituto di sé per i genitori. Il cane che, con la sua presenza, sancisce in qualche modo il cambiamento in atto, per lei fonte di sofferenza.
Per questo credo che abbia provato un senso di sollievo quando il cane scelto in prima istanza ha trovato una sistemazione diversa, forse le consentiva di rimandare mentalmente, in qualche modo, il problema.
Il nocciolo della questione e della sua sofferenza, quindi, non sembra tanto il cane, ma la sua difficoltà e il suo dispiacere ad allontanarsi dalla sua famiglia.
Non ci ha raccontato, comunque, i motivi della sua scelta e se ha risvolti positivi che possano in qualche modo controbilanciare le difficoltà.
Se soffre molto ad affrontare questo importante cambiamento, potrebbe rivolgersi in presenza ad un collega per ricevere aiuto.
Cordialmente
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Utente
La mia scelta è caduta su un cane perchè, a distanza di 2 anni dalla morte del mio amato coniglio, volevo avere un animale da amare che sapesse darmi di più.
Ora sto cercando di educare il cane, ma spesso mi ritrovo ad essere dittatoriale nei suoi confronti, mettendo le mani avanti su ogni situazione in cui potrebbe combinare guai; questo perchè ho sempre paura che possa arrecare danno ai miei genitori.
Loro invece risultano molto più permissivi col cane, secondo me non capendo che, in questo momento delicato per il cane, dovrebbero prendere il ruolo di capobranco.
Il cane ora riconosce me come padrone, e nonostante le difficoltà, qualcosa capisce.
Purtroppo da settimana prossima io sarò in un'altra cità, e il cane qui con i miei.
Sono terrorizzata all'idea che si comporti male con loro.
Come mai questa paura ossessiva? Forse la morbositò di mia madre nei confronti dell'arredamento si è radicata in me in maniera così forte? Ora come ora non si sembra di aver trovato un amico, ma un "peso" per la famiglia..e dire che abbiamo discusso mesi prima di prendere questa decisione, non è stato un colpo di testa...
Grazie di cuore.
Ora sto cercando di educare il cane, ma spesso mi ritrovo ad essere dittatoriale nei suoi confronti, mettendo le mani avanti su ogni situazione in cui potrebbe combinare guai; questo perchè ho sempre paura che possa arrecare danno ai miei genitori.
Loro invece risultano molto più permissivi col cane, secondo me non capendo che, in questo momento delicato per il cane, dovrebbero prendere il ruolo di capobranco.
Il cane ora riconosce me come padrone, e nonostante le difficoltà, qualcosa capisce.
Purtroppo da settimana prossima io sarò in un'altra cità, e il cane qui con i miei.
Sono terrorizzata all'idea che si comporti male con loro.
Come mai questa paura ossessiva? Forse la morbositò di mia madre nei confronti dell'arredamento si è radicata in me in maniera così forte? Ora come ora non si sembra di aver trovato un amico, ma un "peso" per la famiglia..e dire che abbiamo discusso mesi prima di prendere questa decisione, non è stato un colpo di testa...
Grazie di cuore.
[#3]
La mia domanda era riferita al cambiamento di città poiché le sue difficoltà sembrerebbero più riferite a staccarsi dai genitori che al cane in sé.
Teme di dare un dolore ai suoi genitori allontanandosi? E' certa che il problema sia il cane?
[#4]
Utente
La scelta di trasferirmi in un'altra città l'ho presa da mesi in quanto, per motivi universitari, ero forzata a trasferirmi.
Ho vissuto da sola circa un mese nella città dell'università prima di tornare, ora, per 10 giorni, a casa dei miei genitori, dove poi tornerei sempre nei weekend.
Certo, i miei genitori, essendo io figlia unica, si sentivano un pò "pensionati in anticipo", ma non era così grave la sindrome da nido vuoto.
Per quanto mi riguarda, ho 19 anni e molta voglia di andare a vivere autonomamente, tanto è vero che nelle settimane trascorse nella mia città universitaria sono stata felice. Diciamo che ho un senso di indipendenza piuttosto marcato.
Il cane è un pò come una limitazione alla mia e alla libertà dei miei genitori, per come la sento ora...
Loro hanno accettato di buon grado di avere questo animale, eppure io ho sempre la paura che possa arrecargli disturbo.
Ho vissuto da sola circa un mese nella città dell'università prima di tornare, ora, per 10 giorni, a casa dei miei genitori, dove poi tornerei sempre nei weekend.
Certo, i miei genitori, essendo io figlia unica, si sentivano un pò "pensionati in anticipo", ma non era così grave la sindrome da nido vuoto.
Per quanto mi riguarda, ho 19 anni e molta voglia di andare a vivere autonomamente, tanto è vero che nelle settimane trascorse nella mia città universitaria sono stata felice. Diciamo che ho un senso di indipendenza piuttosto marcato.
Il cane è un pò come una limitazione alla mia e alla libertà dei miei genitori, per come la sento ora...
Loro hanno accettato di buon grado di avere questo animale, eppure io ho sempre la paura che possa arrecargli disturbo.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.9k visite dal 25/10/2010.
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