Vorrei sapere innanzitutto nel mio caso, quale potrebbe essere una vera causa di questi attacchi

Salve, sono una ragazza di 23 anni. Dall'inizio di questo mese ho avuto 3-4 episodi di attacchi di panico. Premetto che all'inizio di quest'anno ho subito un lutto in famiglia abbastanza grave. Finora mi sono sempre sentita forte anche nell'affrontare il periodo dopo la perdita (difatti penso che gli attacchi di panico potrebbero dipendere solo in minima parte da questo evento).
Piuttosto già da parecchi mesi mi è capitato di incontrare persone che in ogni occasione mi hanno tartassata facendomi puntualmente sempre le stesse domande del tipo: se ho trovato lavoro, se ho fatto i concorsi (sono una neo-laureata), cosa farò se non vinco i concorsi, se farò la specialistica, se mi pagano ecc...
Queste persone sono i familiari del mio ragazzo che, purtroppo incontro spesso e "volentieri". Lo stesso fatto di dover fare i test di ammissione alla specialistica mi sta portando problemi legati alla paura di non farcela e alla conseguente situazione che mi potrebbe attendere a causa di queste persone un pò indiscrete. Vorrei sapere innanzitutto nel mio caso, quale potrebbe essere una vera causa di questi attacchi di panico. Voglio mettercela tutta ad uscirne, ma credo che potrei riusciurci meglio capendo in primis il "fattore scatenante". Grazie di cuore a tutti i dottori che mi risponderanno.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, non sempre la "comprensione delle cause" è un passo fondamentale per la risoluzione dei problemi.

Le faccio un esempio. Ipotizzi che i suoi attacchi di panico siano scatenati dalle domande dei familiari del suo ragazzo. Non potendo lei modificare il loro comportamento, sarà destinata ad avere per sempre gli attacchi di panico, o ad evitare queste persone.

Forse può essere più utile comprendere cosa accade "dopo" gli attacchi, ovvero cosa fa lei per proteggersi dall'ansia.

Cordiali saluti
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Gentile ragazza, concordo con il collega sul fatto che la comprensione delle cause non garantiscono la soluzione di un problema in ambito psicopatologico. Il più delle volte una patologia si mantiene in vita grazie alle modalità errate di gestirla da parte del paziente stesso. E' la comprensione e modificazione di queste modalità che rendono più veloce la remissione della sintomatologia ansiosa.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#3]
Utente
Utente
Innanzitutto grazie per la gentilezza e per avermi risposta subito.
Quindi, dal momento in cui scoprire la causa servirebbe a poco, il modo + efficace per scacciare l'ansia e i conseguenti attacchi di panico sta nel cercare di evitare ciò che mi provoca disagio o almeno a dare "poca importanza"? Dico questo perchè vorrei cercare di trovare la forza da sola, senza farmaci e roba simile.
Come vi ho già detto sono sempre stata un tipo forte.
Vi abbraccio tutti....
[#4]
Utente
Utente
Innanzitutto grazie per la gentilezza e per avermi risposta subito.
Quindi, dal momento in cui scoprire la causa servirebbe a poco, il modo + efficace per scacciare l'ansia e i conseguenti attacchi di panico sta nel cercare di evitare ciò che mi provoca disagio o almeno a dare "poca importanza"? Dico questo perchè vorrei cercare di trovare la forza da sola, senza farmaci e roba simile.
Come vi ho già detto sono sempre stata un tipo forte.
Vi abbraccio tutti....
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2009 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Utente

Lei afferma : vorrei cercare di trovare la forza da sola, senza farmaci e roba simile...

Gli attachi da panico si mantengo in vita grazie a modalità di pensiero spesso rigidi,dogmatiche,schematizzate.
pensieri del tipo:Devo assolutamente essere più...Devo sempre stare bene...Devo farcela a tutti i costi...

Non a caso è la malattia dei manager e di quest'era...
Cosa per cui il cambiamento da sola non lo può fare...nel dire ciò la invito pertanto a consultare un terapeuta possibilmente di orientamento cognitivo-comportamentale veda qui per l'orientamento...

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Saluti
[#6]
Utente
Utente
Caro dottor Kazanxhi, dalla sua risposta comprendo che molto probabilmente anche questo fatto per cui tendo ad affrontare i problemi con eccessiva rigidità può portarmi a crisi immotivate, come poco fa (ero a letto e ho avvertito una specie di tachicardia che non passava più, mi sono fatta una camomilla e adesso va meglio. Spero che (come sostiene mia madre) sia una situazione legata solo al fatto che domattina(tra poche ore)dovrò sostenere la prova di ammissione specialistica di Tecniche di radiologia medica a cui mi sono preparata in maniera molto approfondita, e forse anche troppo !
Attendo una vostra risposta e vi ringrazio tutti per la gentilezza, la tempestività e la professionalità ricevuta.

Un saluto e un abbraccio
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
<Quindi, dal momento in cui scoprire la causa servirebbe a poco, il modo + efficace per scacciare l'ansia e i conseguenti attacchi di panico sta nel cercare di evitare ciò che mi provoca disagio o almeno a dare "poca importanza"?>

Spesso, le persone sono convinte di "soffrire d'ansia". Per quanto fastidioso, spaventoso, disturbante possa essere l'ansia, ha un certo impatto sulla qualità di vita; ma tale impatto è imparagonabile alle limitazioni, spesso drammatiche, cui si va incontro quando si cominciano ad "evitare ciò che provoca disagio".

Una domanda: se lei evitasse gli esami che le fanno paura, cosa accadrebbe nell'immediato alla sua paura? E a medio-lungo termine?

Come sottolineato dai Colleghi, se l'ansia è spiacevole, le modalità con cui essa si affronta, nonchè i modi di pensare "doverizzati" e rigidi che ad essa sottendono, "fanno più danno".

Il problema non è "evito le cose che mi procurano disagio?", ma "come affrontare le cose, malgrado mi procurino disagio, senza cercare di scappare dall'ansia"?.

Come dicevo, molte delle persone che pensano di soffrire d'ansia, in realtà soffrono di "evitamenti" o di "doverizzazioni".

Le consiglio la lettura di due articoli MinForma che trattano l'argomento in questione. Può trovarne altri, cercando sul nostro portale:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/125-l-evitamento-nei-disturbi-d-ansia-e-nelle-fobie.html

Cordiali saluti
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