Problema di ansia

Buonasera,
cercherò in breve di descrivervi la mia vita e la mia situazione psicologica alquanto complicata e paradossale.
Ho 30 anni, ultima di 4 figli, nata più di un decennio dopo il penultimo figlio.
Mio padre è deceduto quando ero molto piccola, quindi io sono stata cresciuta da una madre fantastica che mi ha fatto anche da padre.
Da parecchia anni sono fidanzata con una persona meravigliosa che mi ama e mi rispetta e che giustamente spinge per la convivenza.
Ed ora arriviamo al nocciolo della questione: non riesco a staccarmi dall’ovile e non riesco a tagliare il cordone ombelicale, o anche solo a pensare “ tranquillamente” ad un mio futuro.
In più, tempo fa è successo un grave incidente a mia madre (fortunatamente risolto alla grande) ma che ha accresciuto in me un senso di apprensione esasperato nei suoi confronti.
In più, il rapporto tra noi 4 fratelli non è roseo e quindi lotto interiormente per preservarla da preoccupazioni eccessive inerenti a questo rapporto trafelato tra di noi, pensando che la mia assenza possa solo peggiorare la situazione.
Insomma, mi sento una sorta di difensore della sua tranquillità.
Vivo nel terrore che qualsiasi mia azione possa farla soffrire e il solo pensiero di doverla un giorno abbandonare mi porta ad uno stato di ansia tremenda a dir poco, una sorta di senso di colpa, sensazione che provo anche nei confronti del mio compagno, il quale è costretto da me a stare in questo limbo e ad assistermi nei miei frequenti momenti di crisi. Insomma, lo costringo ad aspettarmi con una casa sua, pronta ormai da mesi.
Sono anni oramai che vivo con questo “casino” nella testa, sono arrivata ad un livello di saturazione mentale e credetemi, in alcuni momenti rasento la disperazione, non è facile vivere in questo modo, mi sento priva di qualsiasi tipo di emozione positiva, e non è logico!
Vorrei avere la bacchetta magica e sapere cos’è giusto fare e soprattutto, vorrei trovareun pò di serenità.
Grazie e saluti.
[#1]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
(..)Vivo nel terrore che qualsiasi mia azione possa farla soffrire e il solo pensiero di doverla un giorno abbandonare mi porta ad uno stato di ansia tremenda (..)

Gentile ragazza è proprio questa dinamica relazionale che va approfondita in sede specialistica. Questo lavoro andrebbe effettuato con la presenza di sua madre affinchè possa aiutarla a ridurre quel senso di colpa irrazionale che non le consente un'autonomia emotiva.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
Utente
Utente
Buongiorno dottore,

grazie per la celere risposta.
Secondo la sua esperienza, posso fare qualcosa individualmente per, come dice lei, conseguire questa autonomia emotiva?
Sempre in funzione di quanto raccontatole, non me la sento per il momento di coinvolgere mia madre.
Vede questo iter specialistico come l'unico percorso possibile?
Sono interessata a conoscere il suo parere e mi scuso, sono consapevole che esistono casi più articolati e seri dei miei, ma mi creda, questo stato generale di sconforto mi crea non indifferenti problemi che , si traducono, a volte, in problemi fisici (Incredibili mal di testa, nausea..), nonché in un costante stato di apatia.
Mi sembra realmente un problema insormontabile.
Grazie e saluti.


[#3]
Utente
Utente
Buonasera dottori,

grazie ancora per il servizio che fornite.
Spero di ricevere ulteriori pareri al mio precedente messaggio.

Grazie e buon lavoro.
[#4]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Secondo la sua esperienza, posso fare qualcosa individualmente per, come dice lei, conseguire questa autonomia emotiva?
>>>

>>> Mi sembra realmente un problema insormontabile.
>>>

Gentile utente, mi sembra che si stia rispondendo da sola: se è insormontabile, ci vuole l'aiuto specialistico. Quella di volersi "operare da soli" è l'illusione più ricorrente di quanti ci scrivono in queste pagine.

Concordo con il suggerimento del collega di un intervento su entrambe, ma se in prima battuta non si sente di coinvolgere sua madre, cerchi un aiuto almeno per sé.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#5]
Dr.ssa Chiara Cimbro Psicologo, Psicoterapeuta 124 3
Gentile utente,
le relazioni familiari così strette e durature sono delicate e ogni decisione che prendiamo altera gli equilibri nostri e altrui, tuttavia... Tuttavia lei ha un'età e una prospettiva futura che progressivamente la spingerà a considerare la famiglia non solo come quella di provenienza (quella nella quale è nata ed è figlia e sorella), ma anche e soprattutto quella nuova che vorrà costruire con la persona che ha scelto di avere accanto. Costruire il proprio futuro, comporta guadagnarsi una certa indipendenza ed autonomia fisica ed emotiva, ma tutto ciò non comporta nè rinnegare le origini nè tanto meno voltare le spalle alle persone che amiamo e con le quali abbiamo vissuto per tanti anni. Non crede quindi che in cuor suo e con i suoi tempi e modi possa trovare un compromesso per "uscire dal nido e spiccare il suo volo"?
E se proprio l'ansia che prova in questo momento è talmente forte da bloccarla e da impedirle di prendere qualsiasi decisione o di passare all'azione, le potrebbe essere utile un aiuto terapeutico mirato a questo obiettivo.

Cordialmente,
Chiara Cimbro.

Dott.ssa Chiara Cimbro
Psicologa Psicoterapeuta

[#6]
Utente
Utente
Buonasera dottori,

grazie ancora per le vostre gradite risposte.
Più volte ne ho parlato direttamente con lei, la quale mi sprona continuamente e mi spinge a seguire la mia strada, il mio futuro, accompagnandomi nella decisione e dicendomi di seguire il corso della vita.
Il blocco fondamentalmente è il mio, perfetto il dire che non ho una autonomia emotiva, ne verso mia madre, ne verso il mio compagno.
Non capisco come a volte sono estremamente forte e combattiva nella vita "pratica" e lavorativa e poi mi ritrovo immersa in questa fragilità emotiva che caratterizza i mie rapporti familiari.
Dott.ssa Cimbo, più di una volta mi sono trovata a pensare che forse dovrei liberare a malincuore il mio compagno, per evitargli di dover assistere a questo mio stato emotivo, sarei disposta anche a lasciare tutto, ma sarà la strada giusta?
Ho sbagliato forse tutto nella vita?
Vorrei solo un briciolo di serenità.

Cordialita.
[#7]
Dr.ssa Chiara Cimbro Psicologo, Psicoterapeuta 124 3
Gentile signora,
ammesso e non concesso che abbia sbagliato in passato, perchè adesso dovrebbe ripetere lo stesso schema di comportamento e allontanare il suo compagno con io rischio di perdere l'opportunità di essere felice con lui e di cominciare qualcosa di nuovo? Se i blocchi che ha sono così forti e pervasivi le consiglio di chiedere un supporto psicologico, un aiuto che le possa al momento dare la forza di fare quel salto che da sola forse non sarebbe in grado di compiere.

Cordialmente,
C.C.
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