Rapporto difficile tra madre con psicosi e figlia 14enne
Nell'aprile del 2006 mia moglie, alle 4,30 del mattino, ha avuto un episodio psicotico acuto preceduto da qualche giorno in cui aveva ossessioni e fobie che io, purtroppo, ho sottovalutato. Durante la notte incriminata, era convinta che io fossi il diavolo e volessi ucciderla, per cui ha cominciato a urlare e a chiedere aiuto a nostra figlia all'epoca 13enne. Io ho cercato di fermarla, ma sono stato trascinato in camera di mia figlia che era raggomitolata sotto le coperte. Cercando di tenere ferma mia moglie, ho cercato di rassicurare mia figlia dicendole che non era vero niente e che telefonasse alla nonna (materna) dato che avevamo bisogno di aiuto. Lei ha risposto subito alle mie sollecitazioni telefonando. Ma mia moglie è scappata in vestaglia da casa, dopo avermi addentato un pollice, ed è andata a chiedere aiuto ad un pronto soccorso vicino casa nostra. Già allora mia figlia mi ha detto: -Papà, non uscire. Lasciala andare.
Dopo 20 giorni di degenza in clinica psichiatrica, mia moglie è uscita passando altri due mesi di convalescenza a casa della madre, a cui è sempre stata molto legata. Io e mia figlia stavamo a casa nostra e ci vedevamo quasi quotidianamente.
Mia moglie affermava di aver paura di me e della figlia perché pensava che congiurassimo contro di lei. Chiaramente mia moglie è ancora in cura.
Alla fine è rientrata a casa, alla fine di giugno del 2006. Il rapporto madre e figlia è sempre stato molto conflituale, ma a questo punto si è esacerbato anche di più. Continue discussione tra loro due senza che io riuscissi a mediare più di tanto.
nel gennaio del 2007, mia moglie è uscita di casa dicendo che aveva bisogno d'aria e invece è tornata di nuovo a casa della madre perché si sentiva in pericolo.
Da quella volta non è più rientrata a parte una prova di qualche giorno in aprile che si è rivelata fallimentare. Una sera ha cominciato ad accusare la figlia di avere problemi psicologici perché non aveva ancora superato lo shock della sera di Aprile, quella dell'episodio psicotico. Tutto era nato dalla domanda di mia moglia a mia figlia se fosse più contenta che lei restasse a casa o tornasse dalla nonna. Mia figlia le ha risposto che nonostante le volesse bene in quel momento si sentiva più tranquilla se lei dormiva dalla nonna. E' cominciato una specie di interrogatorio a cui ho dovuto mettere fine vedendo mia figlia in evidente disagio e mia moglie sempre più aggressiva.
A quel punto le ho detto che o se ne andava lei e ce ne andavamo noi. Per quella sera e per terminare una discussione ormai troppo sopra le righe.
Adesso io e mia moglie ci siamo separati, per sua volontà. Io le avevo proposta una pausa di riflessione anche perché spero che la cura faccia effetto e abbia la possibilità di ragionare su alcune cose e problemi che comunque esistevano in precedenza.
Adesso però mia figlia non vuole dormire con la madre, neanche in presenza dei genitori materni. Quello che chiedo, dato che mi rendo conto dell'età critica di mia figlia, oggi 14enne, e dei problemi di mia moglie che soffre molto di questa situazione, se sia il caso di aspettare ancora oppure tentare un approccio di tipo psicologico della faccenda. Mia figlia afferma di non aver paura di dormire con la madre, ma di non volerlo fare per adesso.
Mi scuso per la confusione, ma come potete ben immaginare la situazione è abbastanza complessa e difficilmente illustrabile in un forum a parole.
Intanto vi ringrazio anticipatamente per i Vs. consigli
Dopo 20 giorni di degenza in clinica psichiatrica, mia moglie è uscita passando altri due mesi di convalescenza a casa della madre, a cui è sempre stata molto legata. Io e mia figlia stavamo a casa nostra e ci vedevamo quasi quotidianamente.
Mia moglie affermava di aver paura di me e della figlia perché pensava che congiurassimo contro di lei. Chiaramente mia moglie è ancora in cura.
Alla fine è rientrata a casa, alla fine di giugno del 2006. Il rapporto madre e figlia è sempre stato molto conflituale, ma a questo punto si è esacerbato anche di più. Continue discussione tra loro due senza che io riuscissi a mediare più di tanto.
nel gennaio del 2007, mia moglie è uscita di casa dicendo che aveva bisogno d'aria e invece è tornata di nuovo a casa della madre perché si sentiva in pericolo.
Da quella volta non è più rientrata a parte una prova di qualche giorno in aprile che si è rivelata fallimentare. Una sera ha cominciato ad accusare la figlia di avere problemi psicologici perché non aveva ancora superato lo shock della sera di Aprile, quella dell'episodio psicotico. Tutto era nato dalla domanda di mia moglia a mia figlia se fosse più contenta che lei restasse a casa o tornasse dalla nonna. Mia figlia le ha risposto che nonostante le volesse bene in quel momento si sentiva più tranquilla se lei dormiva dalla nonna. E' cominciato una specie di interrogatorio a cui ho dovuto mettere fine vedendo mia figlia in evidente disagio e mia moglie sempre più aggressiva.
A quel punto le ho detto che o se ne andava lei e ce ne andavamo noi. Per quella sera e per terminare una discussione ormai troppo sopra le righe.
Adesso io e mia moglie ci siamo separati, per sua volontà. Io le avevo proposta una pausa di riflessione anche perché spero che la cura faccia effetto e abbia la possibilità di ragionare su alcune cose e problemi che comunque esistevano in precedenza.
Adesso però mia figlia non vuole dormire con la madre, neanche in presenza dei genitori materni. Quello che chiedo, dato che mi rendo conto dell'età critica di mia figlia, oggi 14enne, e dei problemi di mia moglie che soffre molto di questa situazione, se sia il caso di aspettare ancora oppure tentare un approccio di tipo psicologico della faccenda. Mia figlia afferma di non aver paura di dormire con la madre, ma di non volerlo fare per adesso.
Mi scuso per la confusione, ma come potete ben immaginare la situazione è abbastanza complessa e difficilmente illustrabile in un forum a parole.
Intanto vi ringrazio anticipatamente per i Vs. consigli
[#1]
gentile utente,
la sua figlia di 14 anni ha la necessità di essere informata e preparata sull'accaduto anche attraverso un sostegno di tipo psicologico. Senta a tal proposito gli psichiatri che hanno curato la mamma.
Cordialmente.
la sua figlia di 14 anni ha la necessità di essere informata e preparata sull'accaduto anche attraverso un sostegno di tipo psicologico. Senta a tal proposito gli psichiatri che hanno curato la mamma.
Cordialmente.
Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com
[#2]
Ex utente
Nostra figlia è stata informata dell'accaduto sia da me che di fronte a uno psicologo in tre sedute insieme a me e a mia moglie. E' una ragazza matura per la sua età. Sentirò il parere degli psichiatri e dello psicologo al quale ci siamo rivolti. E' solo che il perdurare di questo suo rifiuto mi fa temere qualche ripercussione sulla sua personalità durante la sua crescita. Per questo chiedevo se non fosse il caso di intraprendere delle sedute o lei da sola oppure con la madre.
Grazie per la Sua cortese risposta
Grazie per la Sua cortese risposta
[#3]
Gentile utente,
questa necessita' deve essere espressa sia da sua figlia che eventualmente dai medici che curano sua moglie.
Diversamente, anche se le sue preoccupazioni sono giuste ed appropriate, non ci sarebbe utilita' di trattamento.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
questa necessita' deve essere espressa sia da sua figlia che eventualmente dai medici che curano sua moglie.
Diversamente, anche se le sue preoccupazioni sono giuste ed appropriate, non ci sarebbe utilita' di trattamento.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
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