Ossessioni e manie in seguito a trauma
Salve, ho deciso di scrivere di questo mio problema perché non riesco più a vivere così. Alcuni anni fa sono stata vittima di stolking, una situazione spiacevole che non solo ha investito me, ma anche tutti coloro che mi vogliono bene. Purtroppo non è ancora del tutto finita e credo che questa dolorosa esperienza abbia mutato radicalmente il mio modo di pensare, di vivere. Negli ultimi anni poi, ho avuto delle delusioni a livello sociale: persone che ritenevo amiche mi hanno voltato le spalle e hanno agito malissimo nei miei confronti sparendo improvvisamente o rivelando un’avversione inaspettata verso la mia persona per via di stupide gelosie (e queste cose sono davvero accadute, non le ho immaginate come faccio ora). Ma in ogni caso il problema maggiore resta il primo. Ormai vedo negli altri la cattiveria di colui che per tanto tempo ha vissuto per umiliarmi e perseguitarmi. Ormai ragiono per falsità e bugie, intrighi e tradimenti, immaginando cose davvero esagerate. Penso di continuo che le persone attorno a me vogliano rovinarmi la vita, portarmi via le persone che amo, raccontare a tutti i miei segreti o inventare qualcosa su di me per il semplice gusto di farmi del male. Mi sento spiata, parlata alle spalle, etichettata come una poco di buono. Cambio di continuo le password perché mi figuro qualcuno che me le ruba e cerca di spacciarsi per me e rovinarmi la reputazione. Sono diventata ipocondriaca all'ennesima potenza, a volte evito addirittura di uscire perché mi sento bene da sola, in casa, circondata dai miei cari e lontana dal mondo intero. Eppure cerco di sorridere, di sembrare la persona più felice del mondo per non far preoccupare gli altri soprattutto il mio fidanzato, colui che mi è sempre stato vicino senza farmi mai pesare nulla. Lo studio non va proprio, non riesco a concentrarmi, mi sento la caricatura di quella che ero un tempo: brillante, intelligente, solare e con tante ambizioni. Ora la mia ambizione più grande è stare sul letto o al pc ad indagare sulla gente "sospetta" in attesa di chissà quale mossa contro di me. So bene che uno psicologo potrebbe aiutarmi, ma questo vorrebbe dire dare ulteriori grattacapi (anche economici) alla mia famiglia, che credo non si sia resa ancora conto di quanto stia peggiorando negli ultimi tempi. Come definire questo mio disturbo e come agire per contrastarlo? Grazie.
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Gentile ragazza, sembra che non si tratti d'ipocondria, che consiste nella paura delle malattie, ma di uno sgradevole stato d'ansia lasciatole dalla brutta esperienza, e che sta assumendo sfumature e contorni paranoici. Potrebbe trattarsi di un disturbo da stress pos-traumatico, ma dovrebbe consultare uno specialista per una valutazione precisa e per liberarsene.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Gentile Utente,
e come potrebbe andare bene lo studio in queste condizioni? Come pretendere di avere una vita serena quando sereni non si è?
Lei ha dovuto subire una situazione davvero molto negativa, che indubbiamente le ha lasciato molti segni, e continua a farlo. Probabilmente Lei non riesce a pensare di farsi aiutare perchè ormai fatica a fidarsi anche di se stessa, figuriamoci di uno psicologo. E questo le assicuro che è davvero comprensibile.
Ma se non accetta di farsi aiutare non solo l'università andrà sempre peggio, ma anche il resto. E quel che più fa arrabbiare è che in questo modo (= non facendosi aiutare) sta permettendo allo stalker di continuare a farle del male, seppur in modo indiretto.
Se ha scritto qui, pur sapendo che cosa le avremmo risposto, un motivo ci sarà: non crede di aver già sofferto abbastanza? Non crede che sia giunto il momento di voltare pagina in modo definitivo?
Per cui non si barrichi dietro la scusa economica, non si aggrappi a delusioni genitoriali, sono tutte bugie che Lei racconta a se stessa: dire basta allo stalking significa anche curare le ferite che lo stalking le ha lasciato.
Se non può permettersi uno psicoterapeuta privato si rivolga ad un CPS o ad un Consultorio per un supporto gratuito. Contatti anche il Ministero per le Pari Opportunità e si informi sulla possibilità di ricevere un aiuto professionale.
Ma non butti via altro tempo prezioso.
e come potrebbe andare bene lo studio in queste condizioni? Come pretendere di avere una vita serena quando sereni non si è?
Lei ha dovuto subire una situazione davvero molto negativa, che indubbiamente le ha lasciato molti segni, e continua a farlo. Probabilmente Lei non riesce a pensare di farsi aiutare perchè ormai fatica a fidarsi anche di se stessa, figuriamoci di uno psicologo. E questo le assicuro che è davvero comprensibile.
Ma se non accetta di farsi aiutare non solo l'università andrà sempre peggio, ma anche il resto. E quel che più fa arrabbiare è che in questo modo (= non facendosi aiutare) sta permettendo allo stalker di continuare a farle del male, seppur in modo indiretto.
Se ha scritto qui, pur sapendo che cosa le avremmo risposto, un motivo ci sarà: non crede di aver già sofferto abbastanza? Non crede che sia giunto il momento di voltare pagina in modo definitivo?
Per cui non si barrichi dietro la scusa economica, non si aggrappi a delusioni genitoriali, sono tutte bugie che Lei racconta a se stessa: dire basta allo stalking significa anche curare le ferite che lo stalking le ha lasciato.
Se non può permettersi uno psicoterapeuta privato si rivolga ad un CPS o ad un Consultorio per un supporto gratuito. Contatti anche il Ministero per le Pari Opportunità e si informi sulla possibilità di ricevere un aiuto professionale.
Ma non butti via altro tempo prezioso.
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Psicologo, Psicoterapeuta
Carissima, le esperienze traumatiche come quella dello stalking può causare fneomeni come quelli da lei descritti. Un umore basso, tempo perso nell'immaginare complotti, sfiducia negli altri, chiusura e/o isolamento sociale e quant'altro.
La mia opinione è che debba affrontare un percorso terapeutico per almeno uscire da questo tunnel e fare in modo che possa progressivamente riappropriarsi di tutte quelle cose che sente di aver perso. Non si lasci togliere qui momenti e quegli spazi che le appartengono di diritto, consideri il farsi aiutare come l'ennesima lotta contro chi ha tentato di toglierle il piacere della libertà.
Un Saluto e buona fortuna
La mia opinione è che debba affrontare un percorso terapeutico per almeno uscire da questo tunnel e fare in modo che possa progressivamente riappropriarsi di tutte quelle cose che sente di aver perso. Non si lasci togliere qui momenti e quegli spazi che le appartengono di diritto, consideri il farsi aiutare come l'ennesima lotta contro chi ha tentato di toglierle il piacere della libertà.
Un Saluto e buona fortuna
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Ex utente
Vi ringrazio di cuore per le risposte tempestive. Cercherò di farmi aiutare al più presto. Se non l'ho fatto finora è perché razionalmente mi rendo conto di ogni cosa, anche del fatto che forse ritornerò quella di un tempo quando riuscirò a chiudere definitivamente con il passato, quando finiranno le trafile tra avvocati e cause giudiziarie, e quando il mio mondo comincerà a girare finalmente per il verso giusto. Per quanto riguarda l'ipocondria, c'è stato un malinteso perché ho sbagliato io a non affrontare anche questo argomento in modo più approfondito. Da un paio di anni ho cominciato a temere le malattie più brutte, quelle incurabili come tumori vari o l'hiv. Basta un taglio, basta la visione del sangue altrui, basta la minima cosa, a farmi temere di aver contratto qualcosa di irrimediabile e vivo con il terrore e la convinzione di averle, trovando in me ogni sintomo possibile. Nella mia borsa, infatti, non manca mai il gel disinfettante che uso praticamente di continuo. All'inizio pensavo non fosse un problema derivato dal mio trauma, ma in effetti anche questo è comparso assieme agli altri disturbi d'ansia. Secondo voi è possibile che l'ipocondria dipenda dallo stalking? Grazie ancora a tutti.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2k visite dal 13/10/2010.
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