Rapporto madre con figlia di anni 9
buon pomeriggio, sono mamma di una bambina di 9 anni e mezzo circa. quest'anno dopo l'inizio della scuola (4 elementare) ho problemi nel distacco tra me e lei mi spiego meglio con degli esempi. tutto è iniziato dopo una 10 di giorni dall'inizio della scuola, la mattina è un problema lasciarla perchè inizia a piangere e non vuole che io vada via, improvvisamente iniziano dei forti mal di pancia, rimane abbraccia a me vuole che entri in classe la aiuti a portare i libri sul banco, la saluti con baci ed abbracci (cerco di essere abbastanza accondiscendente, facendole poi presente che poi devo andare a lavoro). Le insegnanti mi riferiscono che dopo un po che io sono andata via lei torna tranquilla come se prima nulla fosse successo e che non ci sono problemi con gli altri compagni di classe e con loro. Da una 10 di giorni a questa parte questo comportamento si presenta anche per le attività esterne come la palestra o che io debba uscire di casa senza di lei. Vedo nei suoi occhi un stato di paura e di ansia. parlando con lei non riesco a capire la reale situazione che si nasconde dietro a tutto ciò, mi dice che le manco tanto e che ha paura che io non torni. Situazioni familiari in cui possano dare adito a questo non ci sono state. in aggiunta a tutto ciò negli ultimi giorni si è aggiunto un evento molto forte pultroppo la perdita del nonno che sicuramente è andata ad aggravare la situazione già presente. negli ultimi tempi cerco di essere sempre più presente in tutte le sue cose e a casa ancora più di prima mi dedico soltanto a lei ma cosa che già facevo fin da quanto è nata. dopo il lavoro ogni sua esigenza è una priorità su tutto il resto. cerco di non mancare mai negli eventi importanti come quello della scuola o della danza. cerco di assecondare di più le sue esigenze, di rassicurarla nelle sue paure cercando di trasmetterle la tranquillità che tutto va bene. Cose che comunque ho sempre fatto in dal giorno della sua nascita.ragion per cui non riesco a capire questa uova situazione. Vorrei sapere quale comportamento devo tenere se la mia accondiscendenza non possa crearle piu danni. (in tutta questa situazione il padre è ed è stato sempre poco presente se gli chiedo aiuto lui risponde che devo fare o mi trovo in una situazione di obbligarlo a fare questo o quello nei confronti della figlia)
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>>> Vedo nei suoi occhi un stato di paura e di ansia.
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>>> cerco di assecondare di più le sue esigenze, di rassicurarla nelle sue paure cercando di trasmetterle la tranquillità che tutto va bene.
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Gentile signora, questo continuo assecondare è probabile che sia un po' eccessivo, e che stia insegnando alla bambina che la mamma ci sarà sempre, qualunque cosa accada. Sarebbe opportuno trovare un giusto equilibrio fra il rassicurarla (tenendo anche conto della perdita recente del nonno) e l'abituarla a fare a meno temporaneamente della sua presenza. Altrimenti il rischio è duplice: diventare ostaggio di sua figlia, e che sua figlia non riesca a tollerare la benché minima frustrazione, crescendo.
Un padre poco presente certo non aiuta. Ritengo che dovreste chiedere un parere a uno psicologo dell'età evolutiva, di persona, per confermare, integrare o modificare quanto le sto dicendo.
Cordiali saluti
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>>> cerco di assecondare di più le sue esigenze, di rassicurarla nelle sue paure cercando di trasmetterle la tranquillità che tutto va bene.
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Gentile signora, questo continuo assecondare è probabile che sia un po' eccessivo, e che stia insegnando alla bambina che la mamma ci sarà sempre, qualunque cosa accada. Sarebbe opportuno trovare un giusto equilibrio fra il rassicurarla (tenendo anche conto della perdita recente del nonno) e l'abituarla a fare a meno temporaneamente della sua presenza. Altrimenti il rischio è duplice: diventare ostaggio di sua figlia, e che sua figlia non riesca a tollerare la benché minima frustrazione, crescendo.
Un padre poco presente certo non aiuta. Ritengo che dovreste chiedere un parere a uno psicologo dell'età evolutiva, di persona, per confermare, integrare o modificare quanto le sto dicendo.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
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Gentile signora,
i comportamenti di rifiuto della scuola da parte di un bimbo si manifestano in genere o in relazione a problemi nella situazione familiare (relazioni disfunzionali, criticità, ecc.)o ad un evento critico da riferire in genere all'ambiente scolastico.
Dato che però la bimba pare essere cresciuta serenamente, come lei riferisce e il disagio è recente, potrebbe essere che le circostanze che hanno preceduto la morte del nonno( se non si è trattato ovviamente di un decesso improvviso), abbiano influito sulla serenità familiare e/o generato nella bimba il timore di poterla perdere.
In effetti la bimba mostra lo stesso comportamento di difficoltà a separarsi da lei anche in altre circostanze.
Inoltre le relazioni che lei descrive con il padre non sono certo di supporto né per lei né per la bimba e andrebbero approfondite, per essere comprese, nel loro sviluppo ed evolversi.
Tenga comunque presente che si tratta solo di ipotesi, dato che da qui non abbiamo gli elementi sufficienti per poter comprendere appieno la situazione.
Sarebbe utile lei si rivolgesse in presenza ad un terapeuta familiare (meglio se sistemico-relazionale).
Cordialmente
i comportamenti di rifiuto della scuola da parte di un bimbo si manifestano in genere o in relazione a problemi nella situazione familiare (relazioni disfunzionali, criticità, ecc.)o ad un evento critico da riferire in genere all'ambiente scolastico.
Dato che però la bimba pare essere cresciuta serenamente, come lei riferisce e il disagio è recente, potrebbe essere che le circostanze che hanno preceduto la morte del nonno( se non si è trattato ovviamente di un decesso improvviso), abbiano influito sulla serenità familiare e/o generato nella bimba il timore di poterla perdere.
In effetti la bimba mostra lo stesso comportamento di difficoltà a separarsi da lei anche in altre circostanze.
Inoltre le relazioni che lei descrive con il padre non sono certo di supporto né per lei né per la bimba e andrebbero approfondite, per essere comprese, nel loro sviluppo ed evolversi.
Tenga comunque presente che si tratta solo di ipotesi, dato che da qui non abbiamo gli elementi sufficienti per poter comprendere appieno la situazione.
Sarebbe utile lei si rivolgesse in presenza ad un terapeuta familiare (meglio se sistemico-relazionale).
Cordialmente
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 4.4k visite dal 12/10/2010.
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