Realtà e finzione
Buongiorno, volevo raccontarvi una cosa che mi è capitata e che non so come risolvere..
Vengo fuori da un paio di anni un po’ complicati: la morte in un incidente d’auto del mio ragazzo, un anno in giro per il mondo a fare volontariato in situazioni difficili, e un periodo di messa in discussione delle mie aspettative per il futuro.
Alla fine di tutto questo mi sono ritrovata a sentire il bisogno di starmene un po’ da sola, tirare un po’ il fiato. Ho ripreso a scrivere il “romanzo”, quello che scrivo solo per me, per tirarmi su il morale quando la realtà non mi piace. C’era un personaggio che non riuscivo a costruire, così ho deciso di prendere spunto dalle storie vere delle persone e sono entrata in un forum come fake. Mi sono inventata una storia e un personaggio e ho cominciato ad interagire con gli altri.
All’inizio è stato anche divertente e comunque io ho sempre tenuto ben distinta la realtà dalla fantasia. Poi ho incontrato un tipo, diverso da tutti gli altri, uno che ha in comune con me (con me, non con il mio personaggio, milioni di cose). Il problema è che, invece, di dirgli la verità su di me, ho continuato a fingere di essere un’altra, solo che ho proiettato su questo personaggio il mio carattere, i miei gusti, le mie passioni e le cose di me che non ho mai detto a nessuno. Tutto il resto però era una colossale bugia. All’inizio io non sapevo che direzione avrebbe preso la cosa, sapevo solo che parlare con questa persona mi faceva stare bene. Ho cominciato ad affezionarmi, ma allo stesso tempo a sentirmi in colpa per le bugie che continuavo a dirgli. D’altra parte non avevo il coraggio di dirgli la verità perché avevo paura di perderlo. Insomma, io non avevo altri fini, a me andava bene questa amicizia virtuale, ma lui era sempre più preso da questo personaggio e credo volesse passare dal virtuale al reale. Quindi ho dovuto dire ancora più bugie. Fino a che sono ritornata con i piedi per terra e ho pensato di dover interrompere questa cosa. Così ho cancellato il mio account sul forum e chiuso le caselle di posta elettronica. Ho pensato che fosse la cosa più facile da fare, ma non ci sono riuscita. Mi sono comportata come una stupida, ma so che non voglio perdere questa persona. Allora gli ho raccontato tutta la verità. E lui ha detto che non c’era problema. Chiaramente ora è arrabbiato, deluso e credo pensi io sia pazza. Però non mi ha detto né di non farmi più sentire, né mi ha ignorato. Ci siamo scambiati solo qualche messaggio dopo la mia confessione e lui è stato un po’ acido, diffidente, ma mi ha parlato.
Io non so come interpretare il suo comportamento, perché dato l’enorme torto che gli ho fatto mi sarei aspettata che mi avesse mandata a quel paese a basta.
Ora non so che devo fare. Per qualche giorno non l’ho cercato, né lui l’ha fatto. Ora non so se devo aspettare che sia lui a ricontattarmi (se mai lo farà), oppure devo cercarlo io (e per dirgli cosa?).
Sto andando fuori di testa? come mi devo comportare con lui?
Vengo fuori da un paio di anni un po’ complicati: la morte in un incidente d’auto del mio ragazzo, un anno in giro per il mondo a fare volontariato in situazioni difficili, e un periodo di messa in discussione delle mie aspettative per il futuro.
Alla fine di tutto questo mi sono ritrovata a sentire il bisogno di starmene un po’ da sola, tirare un po’ il fiato. Ho ripreso a scrivere il “romanzo”, quello che scrivo solo per me, per tirarmi su il morale quando la realtà non mi piace. C’era un personaggio che non riuscivo a costruire, così ho deciso di prendere spunto dalle storie vere delle persone e sono entrata in un forum come fake. Mi sono inventata una storia e un personaggio e ho cominciato ad interagire con gli altri.
All’inizio è stato anche divertente e comunque io ho sempre tenuto ben distinta la realtà dalla fantasia. Poi ho incontrato un tipo, diverso da tutti gli altri, uno che ha in comune con me (con me, non con il mio personaggio, milioni di cose). Il problema è che, invece, di dirgli la verità su di me, ho continuato a fingere di essere un’altra, solo che ho proiettato su questo personaggio il mio carattere, i miei gusti, le mie passioni e le cose di me che non ho mai detto a nessuno. Tutto il resto però era una colossale bugia. All’inizio io non sapevo che direzione avrebbe preso la cosa, sapevo solo che parlare con questa persona mi faceva stare bene. Ho cominciato ad affezionarmi, ma allo stesso tempo a sentirmi in colpa per le bugie che continuavo a dirgli. D’altra parte non avevo il coraggio di dirgli la verità perché avevo paura di perderlo. Insomma, io non avevo altri fini, a me andava bene questa amicizia virtuale, ma lui era sempre più preso da questo personaggio e credo volesse passare dal virtuale al reale. Quindi ho dovuto dire ancora più bugie. Fino a che sono ritornata con i piedi per terra e ho pensato di dover interrompere questa cosa. Così ho cancellato il mio account sul forum e chiuso le caselle di posta elettronica. Ho pensato che fosse la cosa più facile da fare, ma non ci sono riuscita. Mi sono comportata come una stupida, ma so che non voglio perdere questa persona. Allora gli ho raccontato tutta la verità. E lui ha detto che non c’era problema. Chiaramente ora è arrabbiato, deluso e credo pensi io sia pazza. Però non mi ha detto né di non farmi più sentire, né mi ha ignorato. Ci siamo scambiati solo qualche messaggio dopo la mia confessione e lui è stato un po’ acido, diffidente, ma mi ha parlato.
Io non so come interpretare il suo comportamento, perché dato l’enorme torto che gli ho fatto mi sarei aspettata che mi avesse mandata a quel paese a basta.
Ora non so che devo fare. Per qualche giorno non l’ho cercato, né lui l’ha fatto. Ora non so se devo aspettare che sia lui a ricontattarmi (se mai lo farà), oppure devo cercarlo io (e per dirgli cosa?).
Sto andando fuori di testa? come mi devo comportare con lui?
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Gentile ragazza, sa come si dice: si raccoglie ciò che si semina. Una storia che inizia basata su una colossale finzione, è difficile che possa essere istantaneamente trasformata in un'altra cosa, almeno per chi dei due credeva che le cose stessero diversamente.
Se dovessi esprimere un parere, lo farei non tanto sull'episodio particolare che racconta, e su come fare per recuperare la "frittata" che ha fatto, ma sul fatto che le è successo proprio questo. Il suo confondere la realtà per la finzione, e il suo rendersi disponibile a una storia importante proprio nella finzione, e nel virtuale, potrebbe voler dire che ha delle questioni sue, irrisolte, per le quali dovrebbe attivarsi cercando un aiuto specialistico.
Altrimenti rischia di continuare a fingere anche con se stessa.
Cordiali saluti
Se dovessi esprimere un parere, lo farei non tanto sull'episodio particolare che racconta, e su come fare per recuperare la "frittata" che ha fatto, ma sul fatto che le è successo proprio questo. Il suo confondere la realtà per la finzione, e il suo rendersi disponibile a una storia importante proprio nella finzione, e nel virtuale, potrebbe voler dire che ha delle questioni sue, irrisolte, per le quali dovrebbe attivarsi cercando un aiuto specialistico.
Altrimenti rischia di continuare a fingere anche con se stessa.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Ex utente
Grazie dottore,
ma sa, io non cercavo proprio nulla nel virtuale, se non un po' di ispirazione per il mio romanzo. è stato solo un caso imbattermi in quella persona, e ormai era troppo tardi per rettificare le bugie che avevo raccontato... bugie che mi servivano per rendermi credibile agli occhi degli altri forumisti. Quando mi sono resa conto che quella persona mi piaceva era troppo tardi.
Quanto alle cose irrisolte mie, non sono il tipo che chiede aiuto. Anche quando sto male non lo dico mai, preferisco ritirarmi da qualche parte, starmene un po' al buio in silenzio aspettando che passi...
Ho fatto sempre così, anche per affrontare il mio lutto, sono partita e mi sono tenuta impegnata in cento altre cose, fino a che non mi sono sentita meglio.
ma sa, io non cercavo proprio nulla nel virtuale, se non un po' di ispirazione per il mio romanzo. è stato solo un caso imbattermi in quella persona, e ormai era troppo tardi per rettificare le bugie che avevo raccontato... bugie che mi servivano per rendermi credibile agli occhi degli altri forumisti. Quando mi sono resa conto che quella persona mi piaceva era troppo tardi.
Quanto alle cose irrisolte mie, non sono il tipo che chiede aiuto. Anche quando sto male non lo dico mai, preferisco ritirarmi da qualche parte, starmene un po' al buio in silenzio aspettando che passi...
Ho fatto sempre così, anche per affrontare il mio lutto, sono partita e mi sono tenuta impegnata in cento altre cose, fino a che non mi sono sentita meglio.
[#3]
Bene, ma se la sua modalità di reazione tipica, di fronte ai rovesci, è quella di tenere duro e aspettare finché non si sente meglio, cosa le impedisce di fare altrettanto anche in questa situazione?
Perché, devo dirglielo, potrebbe diventare un piccolo "lutto" anche questo. Per ciò che ha raccontato, è probabile che il ragazzo in questione si stia eclissando, e che non abbia voglia di farsi rivedere tanto presto.
Cordiali saluti
Perché, devo dirglielo, potrebbe diventare un piccolo "lutto" anche questo. Per ciò che ha raccontato, è probabile che il ragazzo in questione si stia eclissando, e che non abbia voglia di farsi rivedere tanto presto.
Cordiali saluti
[#5]
Certo, il suo sentirsi in colpa e la sua voglia di riparare sono del tutto comprensibili. E mi rendo conto che possa risultarle fastidioso il mio tentativo di spostare il discorso.
Tuttavia, come le dicevo, da psicologo non posso fare a meno di notare che potrebbe non essere un caso che questa situazione sia capitata proprio a lei. Se riconosce di essere una persona che tendenzialmente non chiede aiuto, e che preferisce ritirarsi e restare al buio, cioè, in altre parole, preferisce non confrontarsi con l'esterno, l'arrivare a rifugiarsi in una relazione importante ma di fantasia è uno degli sbocchi possibili di questa tendenza. Il rifugiarsi in se stessi facilita l'elaborazione della fantasia, non della realtà.
Non sto dicendo che lei questa situazione se la sia cercata, ma che si è rivelata predisposta a lasciarsene coinvolgere, un passo alla volta. È su questo, a mio parere, che dovrebbe riflettere.
Cordiali saluti
Tuttavia, come le dicevo, da psicologo non posso fare a meno di notare che potrebbe non essere un caso che questa situazione sia capitata proprio a lei. Se riconosce di essere una persona che tendenzialmente non chiede aiuto, e che preferisce ritirarsi e restare al buio, cioè, in altre parole, preferisce non confrontarsi con l'esterno, l'arrivare a rifugiarsi in una relazione importante ma di fantasia è uno degli sbocchi possibili di questa tendenza. Il rifugiarsi in se stessi facilita l'elaborazione della fantasia, non della realtà.
Non sto dicendo che lei questa situazione se la sia cercata, ma che si è rivelata predisposta a lasciarsene coinvolgere, un passo alla volta. È su questo, a mio parere, che dovrebbe riflettere.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2.4k visite dal 07/10/2010.
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