Crisi psicologica, familiare, e relazionale...prossima all'autodistruzione
Salve,sono una ragazza di 19anni.
Vi scrivo in quanto sto passando un periodo molto critico.
Descrivere in breve la mia storia.Sono nata per errore in una coppia giovanissima(mia madre aveva la mia età,per poi rimanere dai 2 anni in poi senza un padre in quanto mi ha letteralmente abbandonata(in una strada fuori paese). Mia madre non è stata aiutata da nessuno e la nostra vita è stata difficile.La mia infanzia è stata dolorosa e spiacevole in quanto negli anni successivi ho subito molestie sessuali da un conoscente tra i 2-4 anni,per poi arrivare tra i 6-9 anni a subire violenze psicologiche da un parente di sesso femminile,che mi ha fatto credere che sarei stata una fallita nella vita,che ero ignorante, e che a 10 anni sarei morta.Verso i 10, poi verso i 13 e di nuovo a 16 anni ho vissuto varie epoche di forte crisi dove ho tirato fuori a mia madre i miei mali,e dai 11 anni ho seguito un percorso psicoterapeutico fino a "guarigione" data anche da una svolta avvenuta grazie alla nascita della mia sorellina(5 anni).
Attorno ai 17 anni ho iniziato una vita più serena,ho conosciuto quello che ora è il mio fidanzato(25 anni, purtroppo a distanza di 1000km).Ora sono 13 mesi di amore, contornati da felicità ma anche da sofferenze,in quanto ho ritrovato in lui parte del mio passato(anche lui vittima di abusi sessuali)e per la sorte egli porta proprio il nome di chi mi ha fatto male.
Con il mio ragazzo ho avuto molti blocchi e chiusure anche se riusciamo a vivere un intimità serena e frequente.Il problema è la distanza. Entrambi abbiamo un attaccamento molto forte e bisogno di stare insieme,abbiamo passato 3 mesi 24ore su 24,ma or sono 5settimane di distanza che porto come un grosso peso,ma uno dei problemi fondamentali è il rapporto con mia madre.Ella è terrorizzata che farò la sua stessa fine,e vede il mio compagno di malocchio, ecco che quindi passa il tempo a giudicarlo e a spingermi a trovarne un altro.lo critica pesantemente e ora non mi permetterò più di ospitarlo, quindi non so quando lo rivedrò.Mia madre mi sta facendo pesare la mia nascita e dice che era meglio se abortiva.Vorrei andarmene da questa valle di lacrime, non sopporto le montagne il freddo, mi ritrovo triste e sola ma economicamente non ho possibilità e il mio lui deve laurearsi.Inoltre mia madre dice che a stare con lui sarò solo infelice perchè non è buono a nulla, sfotte tutte le persone che frequento,si altera se esco con qualcuno e non sopporta un normale disordine nella mia camera,e si arrabbia se le vado contro. Vuole comandarmi la vita.Io mi sento soffocare già da un anno, non faccio altro che piangere, sono disperata vorrei stare con lui, lontana da quì.Ultimamente sto provando un eccessiva rabbia,e aggressività e panico,lancio oggetti fino a distruggerli(esempio:cellulare) e mi dispero, mi sembra di essere matta.Spesso mi trovo a girare in senso antiorario in camera nervosamente come una psicopatica.Non posso permettermi uno psicologo,che mi consigliare?Sto impazzendo.
Vi scrivo in quanto sto passando un periodo molto critico.
Descrivere in breve la mia storia.Sono nata per errore in una coppia giovanissima(mia madre aveva la mia età,per poi rimanere dai 2 anni in poi senza un padre in quanto mi ha letteralmente abbandonata(in una strada fuori paese). Mia madre non è stata aiutata da nessuno e la nostra vita è stata difficile.La mia infanzia è stata dolorosa e spiacevole in quanto negli anni successivi ho subito molestie sessuali da un conoscente tra i 2-4 anni,per poi arrivare tra i 6-9 anni a subire violenze psicologiche da un parente di sesso femminile,che mi ha fatto credere che sarei stata una fallita nella vita,che ero ignorante, e che a 10 anni sarei morta.Verso i 10, poi verso i 13 e di nuovo a 16 anni ho vissuto varie epoche di forte crisi dove ho tirato fuori a mia madre i miei mali,e dai 11 anni ho seguito un percorso psicoterapeutico fino a "guarigione" data anche da una svolta avvenuta grazie alla nascita della mia sorellina(5 anni).
Attorno ai 17 anni ho iniziato una vita più serena,ho conosciuto quello che ora è il mio fidanzato(25 anni, purtroppo a distanza di 1000km).Ora sono 13 mesi di amore, contornati da felicità ma anche da sofferenze,in quanto ho ritrovato in lui parte del mio passato(anche lui vittima di abusi sessuali)e per la sorte egli porta proprio il nome di chi mi ha fatto male.
Con il mio ragazzo ho avuto molti blocchi e chiusure anche se riusciamo a vivere un intimità serena e frequente.Il problema è la distanza. Entrambi abbiamo un attaccamento molto forte e bisogno di stare insieme,abbiamo passato 3 mesi 24ore su 24,ma or sono 5settimane di distanza che porto come un grosso peso,ma uno dei problemi fondamentali è il rapporto con mia madre.Ella è terrorizzata che farò la sua stessa fine,e vede il mio compagno di malocchio, ecco che quindi passa il tempo a giudicarlo e a spingermi a trovarne un altro.lo critica pesantemente e ora non mi permetterò più di ospitarlo, quindi non so quando lo rivedrò.Mia madre mi sta facendo pesare la mia nascita e dice che era meglio se abortiva.Vorrei andarmene da questa valle di lacrime, non sopporto le montagne il freddo, mi ritrovo triste e sola ma economicamente non ho possibilità e il mio lui deve laurearsi.Inoltre mia madre dice che a stare con lui sarò solo infelice perchè non è buono a nulla, sfotte tutte le persone che frequento,si altera se esco con qualcuno e non sopporta un normale disordine nella mia camera,e si arrabbia se le vado contro. Vuole comandarmi la vita.Io mi sento soffocare già da un anno, non faccio altro che piangere, sono disperata vorrei stare con lui, lontana da quì.Ultimamente sto provando un eccessiva rabbia,e aggressività e panico,lancio oggetti fino a distruggerli(esempio:cellulare) e mi dispero, mi sembra di essere matta.Spesso mi trovo a girare in senso antiorario in camera nervosamente come una psicopatica.Non posso permettermi uno psicologo,che mi consigliare?Sto impazzendo.
[#1]
Gentile ragazza, se il problema è che non può permettersi uno psicologo privatamente, può sempre rivolgersi al servizio pubblico. Ci ha già pensato?
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Gentile Ragazza,
la realtà che ci racconti non sembra essere facile anche se credo che delle volte quando si vivono le situazioni dall'interno si faccia fatica ad individuare la via d'uscita, che pure c'è sempre.
Per questo motivo ti suggerisco di metterti in contatto con l'ASL del tuo paese o con il consultorio o (se c'è) con un centro per la famiglia e chiedere cosa possono offrirti;
sii fiduciosa, già cercare una soluzione in questo senso potrebbe rappresentare l'inizio di una nuova strada.
Ti faccio un grosso in bocca al lupo
la realtà che ci racconti non sembra essere facile anche se credo che delle volte quando si vivono le situazioni dall'interno si faccia fatica ad individuare la via d'uscita, che pure c'è sempre.
Per questo motivo ti suggerisco di metterti in contatto con l'ASL del tuo paese o con il consultorio o (se c'è) con un centro per la famiglia e chiedere cosa possono offrirti;
sii fiduciosa, già cercare una soluzione in questo senso potrebbe rappresentare l'inizio di una nuova strada.
Ti faccio un grosso in bocca al lupo
Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense
[#4]
Sì, ma noi non potevamo saperlo, quindi la domanda era lecita.
In ogni caso è importante che capisca che un aiuto vero e proprio potrà riceverlo solo di persona. Che tipo d'aiuto sarebbe possibile dare, per email, a una persona nel suo stato? Qualunque cosa le dicessimo, cadrebbe nel banale.
Da qui possiamo dare orientamento e suggerimenti, ma se sta così male come dice, l'unica cosa da fare è trovare il modo di rivolgersi a un collega, ma di persona.
Se vuole possiamo darle dei suggerimenti in questo senso.
Cordiali saluti
In ogni caso è importante che capisca che un aiuto vero e proprio potrà riceverlo solo di persona. Che tipo d'aiuto sarebbe possibile dare, per email, a una persona nel suo stato? Qualunque cosa le dicessimo, cadrebbe nel banale.
Da qui possiamo dare orientamento e suggerimenti, ma se sta così male come dice, l'unica cosa da fare è trovare il modo di rivolgersi a un collega, ma di persona.
Se vuole possiamo darle dei suggerimenti in questo senso.
Cordiali saluti
[#5]
Ex utente
Vi ringrazio,
io ho scritto su questo sito proprio perchè dalla psicologa dell'ASL con cui mi trovavo una volta alla settimana già da mesi, non ho ricevuto molto aiuto.
Ogni volta che volevo chiederle un consiglio su come comportarmi o sul perchè di alcuni miei atteggiamenti, in quanto come dice Freud, ogni nostro comportamento ha un perchè nell'inconscio, non mi ha aiutata a "capirmi", nel senso che su ogni cosa mi diceva: "devi capirlo tu" oppure: "devi darti delle risposte da sola", e dopo un po' mi sono stancata in quanto se vado da una persona è proprio per farmi aiutare non per trovare le soluzioni da sola, perchè è da tempo che già l'ho fatto, e se non le trovo è lecito che chiedo aiuto.
Io so solo che vorrei andarmene da qui, ogni luogo mi ricorda il mio triste vissuto, e questo paesino è triste, cupo, freddo, mentre io ho bisogno del caldo, dell'apertura, di vedere l'orizzonte e veder nascere e tramontare il sole.
Ho tanti sogni nella vita, desidero diventare neonatologa, desidero sposarmi e condividere tutto con il mio uomo, essere felice, amo la vita movimentata, il mare, la campagna...ma quì mi sento così sola, con una madre che non fa altro che dirmi che gli studi di medicina sono impossibili, che se farò l'università dovrò arrangiarmi perchè non mi passerà un soldo da quando me ne andrò di casa, e che non troverò mai lavoro, che sarò infelice con il ragazzo che mi sono scelta (perchè non è quello che voleva lei), e che se vado aò centro o al sud farò solo la fame.
Sono stanca di tutte questo pessimismo e queste cose negative.
Dopo il mio triste vissuto vorrei fiorire, e dare e ricevere l'amore che non ho mai avuto.
Ma vedo tutto così lontano...e ormai impossibile...
tutto questo mi tormenta.
La mia infanzia ormai l'ho accettata, e molte persone che ne conoscono solo la minima parte (l'abbandono del padre) dicono che sono forte e che mi merito la felicità.
Il mio ragazzo anche sta passando un periodo di crisi, sta facendo i conti col suo passato, e ha la fortuna di andare in terapia, e dice che se avesse un lavoro sicuro e i soldi (purtroppo è ancora mantenuto per il 90%) mi porterebbe via da quì per darmi la felicità, ma intanto non riesco ad aspettare ancora un anno e mezzo finchè finisco il liceo, e vederlo solo una volta al mese o anche meno mi fa star troppo male, ho bisogno della sua presenza fisico.
MI sento chiusa in una gabbia...
Ormai io non so più dove sbattere la testa...
io ho scritto su questo sito proprio perchè dalla psicologa dell'ASL con cui mi trovavo una volta alla settimana già da mesi, non ho ricevuto molto aiuto.
Ogni volta che volevo chiederle un consiglio su come comportarmi o sul perchè di alcuni miei atteggiamenti, in quanto come dice Freud, ogni nostro comportamento ha un perchè nell'inconscio, non mi ha aiutata a "capirmi", nel senso che su ogni cosa mi diceva: "devi capirlo tu" oppure: "devi darti delle risposte da sola", e dopo un po' mi sono stancata in quanto se vado da una persona è proprio per farmi aiutare non per trovare le soluzioni da sola, perchè è da tempo che già l'ho fatto, e se non le trovo è lecito che chiedo aiuto.
Io so solo che vorrei andarmene da qui, ogni luogo mi ricorda il mio triste vissuto, e questo paesino è triste, cupo, freddo, mentre io ho bisogno del caldo, dell'apertura, di vedere l'orizzonte e veder nascere e tramontare il sole.
Ho tanti sogni nella vita, desidero diventare neonatologa, desidero sposarmi e condividere tutto con il mio uomo, essere felice, amo la vita movimentata, il mare, la campagna...ma quì mi sento così sola, con una madre che non fa altro che dirmi che gli studi di medicina sono impossibili, che se farò l'università dovrò arrangiarmi perchè non mi passerà un soldo da quando me ne andrò di casa, e che non troverò mai lavoro, che sarò infelice con il ragazzo che mi sono scelta (perchè non è quello che voleva lei), e che se vado aò centro o al sud farò solo la fame.
Sono stanca di tutte questo pessimismo e queste cose negative.
Dopo il mio triste vissuto vorrei fiorire, e dare e ricevere l'amore che non ho mai avuto.
Ma vedo tutto così lontano...e ormai impossibile...
tutto questo mi tormenta.
La mia infanzia ormai l'ho accettata, e molte persone che ne conoscono solo la minima parte (l'abbandono del padre) dicono che sono forte e che mi merito la felicità.
Il mio ragazzo anche sta passando un periodo di crisi, sta facendo i conti col suo passato, e ha la fortuna di andare in terapia, e dice che se avesse un lavoro sicuro e i soldi (purtroppo è ancora mantenuto per il 90%) mi porterebbe via da quì per darmi la felicità, ma intanto non riesco ad aspettare ancora un anno e mezzo finchè finisco il liceo, e vederlo solo una volta al mese o anche meno mi fa star troppo male, ho bisogno della sua presenza fisico.
MI sento chiusa in una gabbia...
Ormai io non so più dove sbattere la testa...
[#8]
Se ancora frequenta la scuola, ci dovrebbe essere uno sportello ascolto per gli studenti, condotto da psicologi. Lì potrà ricevere un aiuto di persona, nell'immediato.
Riguardo alla sua situazione, è chiaro che fino a che non sarà autonoma economicamente, sarà tenuta a vivere con sua madre. Appena terminerà la scuola, inizi subito a cercarsi un lavoro. E poi valuti la possibilità d'iscriversi all'università e di diventare una studentessa lavoratrice, come fanno tanti (come ho fatto anch'io). È dura, e dovrà fare molti sacrifici, ma si può fare.
Cordiali saluti
Riguardo alla sua situazione, è chiaro che fino a che non sarà autonoma economicamente, sarà tenuta a vivere con sua madre. Appena terminerà la scuola, inizi subito a cercarsi un lavoro. E poi valuti la possibilità d'iscriversi all'università e di diventare una studentessa lavoratrice, come fanno tanti (come ho fatto anch'io). È dura, e dovrà fare molti sacrifici, ma si può fare.
Cordiali saluti
[#9]
Ex utente
Salve...la ringrazio del consiglio, questo è ciò che ho già in progetto di fare, ma è dura attendere in questo modo 21 mesi, e la testa per studiare in questo momento è inesistente anche se vorrei fare tanto.
Per quanto riguarda lo sportello d'ascolta sono già 3 anni che l'hanno tolto dalla mia scuola, in quanto essendo stata colpita dalla crisi non ha neanche i soldi per metterci la carta igienica nei bagni!
Per quanto riguarda lo sportello d'ascolta sono già 3 anni che l'hanno tolto dalla mia scuola, in quanto essendo stata colpita dalla crisi non ha neanche i soldi per metterci la carta igienica nei bagni!
[#11]
Ex utente
Purtroppo...
proprio stasera ho detto quello che penso a mia madre,e che deve smetterla di comandarmi a bacchetta, e intromettersi nella mia vita, e mi ha risposto che se non terrò la camera perfettamente in ordine come vuole lei e non farò quello che lei dice, non mi preparerà più da mangiare ne mi accompagnerà da qualche parte se avrò bisogno...
Inoltre lei sostiene che questa non è nemmeno casa mia...oramai mi sento così disprezzata, io che sono una brava ragazza...se allora fossi una drogata o una delinquente che cosa farebbe?
una donna che a ormai 40 fa certi dispetti e ragionamenti penso che non sia tanto apposto...piuttosto che sentirmi dire certe cattiverie e sentirmi rinfacciare la mia nascita come un peso e un sacrificio estremo preferivo che non mi mettesse nemmeno al mondo.
Mi scusi per lo sfogo...sono molto arrabbiata.
proprio stasera ho detto quello che penso a mia madre,e che deve smetterla di comandarmi a bacchetta, e intromettersi nella mia vita, e mi ha risposto che se non terrò la camera perfettamente in ordine come vuole lei e non farò quello che lei dice, non mi preparerà più da mangiare ne mi accompagnerà da qualche parte se avrò bisogno...
Inoltre lei sostiene che questa non è nemmeno casa mia...oramai mi sento così disprezzata, io che sono una brava ragazza...se allora fossi una drogata o una delinquente che cosa farebbe?
una donna che a ormai 40 fa certi dispetti e ragionamenti penso che non sia tanto apposto...piuttosto che sentirmi dire certe cattiverie e sentirmi rinfacciare la mia nascita come un peso e un sacrificio estremo preferivo che non mi mettesse nemmeno al mondo.
Mi scusi per lo sfogo...sono molto arrabbiata.
[#12]
Il suo sfogo è del tutto comprensibile ma, come le ho detto, l'unica maniera di aiutare una persona nel suo stato è faccia a faccia. Non per email, e nemmeno per telefono, ma di persona. Deve assolutamente trovare il modo di farsi seguire da uno specialista.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
[#13]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazza,
la rabbia che lei descrive è assolutamente consona e comprensibile alla luce di quello che lei racconta rispetto alla sua storia. Probabilmente essa può essere anche la risorsa attraverso cui poter affrontare la situazione (si ricordi che la rabbia talvolta può essere un forte attivante verso l'azione e permetterci quindi di essere efficaci). Condivido comunque con i colleghi l'opinione della necessità di trovare un aiuto in un contesto psicoterapeutico "reale", nel quale poter esplorare i significati collegati alla sua rabbia e, di rimando anche alla sua paura. Certo, questo la esporrebbe al pericolo della "delusione" (come accaduto all'interno
della relazione con la collega dell'asl), ma con un pò di pazienza forse può darsi la possibilità di osservare su quali significati si costruisce la sua delusione, e condividendola con il terapeuta, magari ritrovare il senso che essa riveste nella sua modalità di costruire i legami (anche e soprattutto quelli al di fuori della relazione terapeutica).
Le faccio i migliori auguri.
la rabbia che lei descrive è assolutamente consona e comprensibile alla luce di quello che lei racconta rispetto alla sua storia. Probabilmente essa può essere anche la risorsa attraverso cui poter affrontare la situazione (si ricordi che la rabbia talvolta può essere un forte attivante verso l'azione e permetterci quindi di essere efficaci). Condivido comunque con i colleghi l'opinione della necessità di trovare un aiuto in un contesto psicoterapeutico "reale", nel quale poter esplorare i significati collegati alla sua rabbia e, di rimando anche alla sua paura. Certo, questo la esporrebbe al pericolo della "delusione" (come accaduto all'interno
della relazione con la collega dell'asl), ma con un pò di pazienza forse può darsi la possibilità di osservare su quali significati si costruisce la sua delusione, e condividendola con il terapeuta, magari ritrovare il senso che essa riveste nella sua modalità di costruire i legami (anche e soprattutto quelli al di fuori della relazione terapeutica).
Le faccio i migliori auguri.
Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 3.3k visite dal 06/10/2010.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.