Parenti e pazienti
Salve
Vi chiedo aiuto per una semplice ragione:non so esattamente più cosa fare.Un mio parente-che non specifichero per questioni di privacy-è affetto da fobie da parecchio tempo.La matrice del problema non è ben definita in quanto molto strutturata e concentrata in più direzioni,mi limiterò quindi a definire il mezzo con cui contrasta i suoi pensieri:il lavaggio continuo.Tutto è sporco: il suo corpo-ripete spesso la frase "sono sporco"-gli oggetti,le persone soprattutto quelle che hanno utilizzato la toilette,luogo che lui considera infetto.Ogni cosa potrebbe causargli malattie che a suo avviso risultano essere pericolose.Il punto è che parliamo di una persona che ha sempre avuto grandissima fede nella medicina,nella scienza e che mai sarebbe arrivata a conclusioni così irrazionali fino a quando non si è ritrovato di fronte alla morte di un nostro parente a causa di un tumore.Da allora ogni cosa è cambiata: è un po' come se in lui si fosse insinuato il dubbio e l'angoscia che il virus sia dietro l'angolo.Ha smesso di credere nella medicina che si è dimostrata fallimentare contro questa malattia.Non solo:quando gli si dice che certi elementi,se toccati,non possono procurargli nessun male,la risposta è del tipo:-E se domani scoprissero che è proprio dietro quella cosa o quel comportamento "infetto" che si nasconde un pericoloso virus?Attualmente quando fa qualcosa di irrazionale,è sempre pronto a negare: c'è sempre un'altra causa che lo ha spinto a comportarsi così.Inutile dire che la sua famiglia è in modo sconcertante assente,tranne quando devono prenderlo in giro o devono rinfacciargli il costo dell'acqua spesa,l'arredo del bagno rovinato..Senza nessun aiuto economico,abbiamo tentato la strada della psicoterapia senza però nessun effetto.E francamente,anch'io non credo che questa strada possa aiutarlo,visto che lui non ripone alcuna convinzione nelle parole del medico.Come biasimarlo,gli hanno soltanto preso soldi e tempo ed io posso confermare.Non so cosa fare,se assecondare ciò che mi chiede oppure no...Trovo un muro di false convinzioni che non riesco a scalfire,forse la prova scientifica che ciò che sostiene è falso potrebbe almeno insinuare un dubbio in lui.Sono molto stanco psicologicamente e fisicamente,ma soprattutto mi sento impotente.Questa persona si fida di me ed io potrei aiutarla ma non so come.Qualche volta, dopo tante richieste,mi arrabbio e mi sento in colpa per questo:ho diritto ad arrabbiarmi,ma lui non agisce così di proposito.Come posso aiutarlo a capire che tutto questo deriva da sue convinzioni errate?In questo meccanismo qual è la mia parte?Quali azioni potrebbero aiutarlo?Faccio bene ad assecondare queste richieste? Cerco sempre di analizzare ciò che mi richiede, ma a quel punto ormai ha già ottenuto ciò che voleva...Vi prego datemi un consiglio.Non credo di poter fare la parte dello specialista, ma io sono colui che affronta e partecipa al 100% a questo problema..Che faccio? Vi ringrazio.
Vi chiedo aiuto per una semplice ragione:non so esattamente più cosa fare.Un mio parente-che non specifichero per questioni di privacy-è affetto da fobie da parecchio tempo.La matrice del problema non è ben definita in quanto molto strutturata e concentrata in più direzioni,mi limiterò quindi a definire il mezzo con cui contrasta i suoi pensieri:il lavaggio continuo.Tutto è sporco: il suo corpo-ripete spesso la frase "sono sporco"-gli oggetti,le persone soprattutto quelle che hanno utilizzato la toilette,luogo che lui considera infetto.Ogni cosa potrebbe causargli malattie che a suo avviso risultano essere pericolose.Il punto è che parliamo di una persona che ha sempre avuto grandissima fede nella medicina,nella scienza e che mai sarebbe arrivata a conclusioni così irrazionali fino a quando non si è ritrovato di fronte alla morte di un nostro parente a causa di un tumore.Da allora ogni cosa è cambiata: è un po' come se in lui si fosse insinuato il dubbio e l'angoscia che il virus sia dietro l'angolo.Ha smesso di credere nella medicina che si è dimostrata fallimentare contro questa malattia.Non solo:quando gli si dice che certi elementi,se toccati,non possono procurargli nessun male,la risposta è del tipo:-E se domani scoprissero che è proprio dietro quella cosa o quel comportamento "infetto" che si nasconde un pericoloso virus?Attualmente quando fa qualcosa di irrazionale,è sempre pronto a negare: c'è sempre un'altra causa che lo ha spinto a comportarsi così.Inutile dire che la sua famiglia è in modo sconcertante assente,tranne quando devono prenderlo in giro o devono rinfacciargli il costo dell'acqua spesa,l'arredo del bagno rovinato..Senza nessun aiuto economico,abbiamo tentato la strada della psicoterapia senza però nessun effetto.E francamente,anch'io non credo che questa strada possa aiutarlo,visto che lui non ripone alcuna convinzione nelle parole del medico.Come biasimarlo,gli hanno soltanto preso soldi e tempo ed io posso confermare.Non so cosa fare,se assecondare ciò che mi chiede oppure no...Trovo un muro di false convinzioni che non riesco a scalfire,forse la prova scientifica che ciò che sostiene è falso potrebbe almeno insinuare un dubbio in lui.Sono molto stanco psicologicamente e fisicamente,ma soprattutto mi sento impotente.Questa persona si fida di me ed io potrei aiutarla ma non so come.Qualche volta, dopo tante richieste,mi arrabbio e mi sento in colpa per questo:ho diritto ad arrabbiarmi,ma lui non agisce così di proposito.Come posso aiutarlo a capire che tutto questo deriva da sue convinzioni errate?In questo meccanismo qual è la mia parte?Quali azioni potrebbero aiutarlo?Faccio bene ad assecondare queste richieste? Cerco sempre di analizzare ciò che mi richiede, ma a quel punto ormai ha già ottenuto ciò che voleva...Vi prego datemi un consiglio.Non credo di poter fare la parte dello specialista, ma io sono colui che affronta e partecipa al 100% a questo problema..Che faccio? Vi ringrazio.
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Gentile Utente, in prima battuta è necessaria una diagnosi accurata. Questa persona è stata visitata da uno psichiatra?
Poi sarebbe interessante capire cosa non ha funzionato in quella psicoterapia (ma per quanto tempo è andato dallo psicoterapeuta?), ma bisognerebbe chiederlo al Suo parente.
Saluti,
Poi sarebbe interessante capire cosa non ha funzionato in quella psicoterapia (ma per quanto tempo è andato dallo psicoterapeuta?), ma bisognerebbe chiederlo al Suo parente.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
>>> Trovo un muro di false convinzioni che non riesco a scalfire,forse la prova scientifica che ciò che sostiene è falso potrebbe almeno insinuare un dubbio in lui.
>>>
Gentile utente, lasci stare, è fatica sprecata. Il paradosso delle ossessioni, da cui sembra essere affetto il suo parente, è che insorgono spesso in persone molto (troppo) razionali, ma non rispondono minimamente alle spiegazioni razionali.
La psicoterapia è una delle due terapie d'elezione in questi casi (l'altra è la farmacoterapia, eventualmente in associazione) ma dev'essere del tipo adatto, ossia dev'essere una forma di terapia adatta alle ossessioni e non un generico sostegno.
>>> Faccio bene ad assecondare queste richieste?
>>>
No. Assecondare le preoccupazioni dell'ossessivo è la maniera migliore per rinforzarle. Ma di queste cose dovreste discutere di persona, con uno psicologo/psicoterapeuta, esperto in disturbi di questo tipo.
Cordiali saluti
>>>
Gentile utente, lasci stare, è fatica sprecata. Il paradosso delle ossessioni, da cui sembra essere affetto il suo parente, è che insorgono spesso in persone molto (troppo) razionali, ma non rispondono minimamente alle spiegazioni razionali.
La psicoterapia è una delle due terapie d'elezione in questi casi (l'altra è la farmacoterapia, eventualmente in associazione) ma dev'essere del tipo adatto, ossia dev'essere una forma di terapia adatta alle ossessioni e non un generico sostegno.
>>> Faccio bene ad assecondare queste richieste?
>>>
No. Assecondare le preoccupazioni dell'ossessivo è la maniera migliore per rinforzarle. Ma di queste cose dovreste discutere di persona, con uno psicologo/psicoterapeuta, esperto in disturbi di questo tipo.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Gentile Utente,
Mi soffermo siltanto sulla "paura dello sporco".
Si chiama anche RUPOFOBIA. E' la paura dello sporco e spesso di essere infettati.
Occorre una psicoterapia ad hoc, perchè non sempre, tagliando i sintomi, la patologia si risolve. Spesso ricompare in sintomi appena appena diversi.
Occorre lavorare sull'angoscia che è all'origine della situazione. E non sempre è cosa molto facile.
Però ci si riesce. Comprendo che la spiegazione che le sto dando è piuttosto affrettata, ma occorrerebbe un breve saggio per illustrare tale patologia, il suo evolversi, e le possibilità di cura. Mi riservo di scriverlo e di presentarlo in questo sito appena possibile.
Cordiali saluti ed auguri.
Mi soffermo siltanto sulla "paura dello sporco".
Si chiama anche RUPOFOBIA. E' la paura dello sporco e spesso di essere infettati.
Occorre una psicoterapia ad hoc, perchè non sempre, tagliando i sintomi, la patologia si risolve. Spesso ricompare in sintomi appena appena diversi.
Occorre lavorare sull'angoscia che è all'origine della situazione. E non sempre è cosa molto facile.
Però ci si riesce. Comprendo che la spiegazione che le sto dando è piuttosto affrettata, ma occorrerebbe un breve saggio per illustrare tale patologia, il suo evolversi, e le possibilità di cura. Mi riservo di scriverlo e di presentarlo in questo sito appena possibile.
Cordiali saluti ed auguri.
[#4]
Ex utente
Cari Medici
Grazie per l'attenzione che avete riposto nel mio quesito.
Rispondo alla Dottoressa:
Il mio parente è stato seguito da uno psicologo per diversi mesi, se non vado errato circa cinque mesi, una volta a settimana. La terapia inizialmente-1°seduta-ha prodotto un effetto benefico legato probabilmente all'interesse che percepiva verso di lui.Poi le cose sono cambiate repentinamente.Lo psicologo, da quanto riferito, lo faceva parlare e negli ultimi cinque minuti, poco prima del pagamento, proponeva degli obbiettivi che potevano cambiare socialmente la vita del suo paziente (es il prendere parte a lezioni di vario tipo..), mentre sul problema pratico dei continui lavaggi, quando il mio parente cercava una sorta di regola o un modo per frenarsi, la risposta del medico era:-Cerchi di lavarsi meno-Il tutto durava pochi minuti, ma si è deciso di protrarre comunque la terapia.In breve la seduta era diventata un mezzo nel quale il paziente parlava per tutto il tempo e il medico non diceva nulla,era completamente assente mentalmente al punto tale che spesso guardava l'orologio.Una volta hanno lasciato la porta dello studio aperta ed io stesso ho visto ciò che il mio parente mi riferiva.Questo naturalmente ha provocato un peggioramento in quanto oltre alla beffa c'era il danno.Ho provato a tenere per me i miei dubbi sulla professionalità del medico per non influenzare l'andamento della terapia.Poi un giorno arriva il culmine: non potendo partecipare alla seduta, telefono (perchè a quei tempi il mio parente non prendeva in mano il cellulare)il medico per avvertirlo;da qui una serie enorme di insistenze su quanto fosse importante quella seduta e su quanto fondamentale erano le cose che doveva riferire al paziente in merito allo sviluppo stesso della terapia.Così spostando l'impegno che il mio parente aveva preso con il dentista, ha luogo la faditica seduta.
Quest'ultima non aveva nessun "risvolto miracoloso":il medico ha continuato ad essere distratto senza dire un bel niente di quanto annunciato nella telefonata.Così il mio parente ha deciso di sospendere perchè si è sentito preso in giro. Questo è quanto.
Grazie per l'attenzione che avete riposto nel mio quesito.
Rispondo alla Dottoressa:
Il mio parente è stato seguito da uno psicologo per diversi mesi, se non vado errato circa cinque mesi, una volta a settimana. La terapia inizialmente-1°seduta-ha prodotto un effetto benefico legato probabilmente all'interesse che percepiva verso di lui.Poi le cose sono cambiate repentinamente.Lo psicologo, da quanto riferito, lo faceva parlare e negli ultimi cinque minuti, poco prima del pagamento, proponeva degli obbiettivi che potevano cambiare socialmente la vita del suo paziente (es il prendere parte a lezioni di vario tipo..), mentre sul problema pratico dei continui lavaggi, quando il mio parente cercava una sorta di regola o un modo per frenarsi, la risposta del medico era:-Cerchi di lavarsi meno-Il tutto durava pochi minuti, ma si è deciso di protrarre comunque la terapia.In breve la seduta era diventata un mezzo nel quale il paziente parlava per tutto il tempo e il medico non diceva nulla,era completamente assente mentalmente al punto tale che spesso guardava l'orologio.Una volta hanno lasciato la porta dello studio aperta ed io stesso ho visto ciò che il mio parente mi riferiva.Questo naturalmente ha provocato un peggioramento in quanto oltre alla beffa c'era il danno.Ho provato a tenere per me i miei dubbi sulla professionalità del medico per non influenzare l'andamento della terapia.Poi un giorno arriva il culmine: non potendo partecipare alla seduta, telefono (perchè a quei tempi il mio parente non prendeva in mano il cellulare)il medico per avvertirlo;da qui una serie enorme di insistenze su quanto fosse importante quella seduta e su quanto fondamentale erano le cose che doveva riferire al paziente in merito allo sviluppo stesso della terapia.Così spostando l'impegno che il mio parente aveva preso con il dentista, ha luogo la faditica seduta.
Quest'ultima non aveva nessun "risvolto miracoloso":il medico ha continuato ad essere distratto senza dire un bel niente di quanto annunciato nella telefonata.Così il mio parente ha deciso di sospendere perchè si è sentito preso in giro. Questo è quanto.
[#6]
Ex utente
Ringrazio il Dott.Vita e spero preso di poter leggere il Suo saggio.Grazie davvero.
Rispondo al Dott.Santonocito
E' verissimo, il mio parente cerca sempre una risposta iper razionale a tutto. Questo lato mi interesa molto. Perchè una persona molto razionale inciampa nell'irrazionalità.
Se analizziamo molte cose che facciamo quotidianamente o molte azioni che rientrano nella memoria procedurale, in effetti qualche piccolo difetto nei vari meccanismi lo troviamo. E' forse razionalizzando e cercando di correggere questi ultimi che potrebbero derivare tutti quei rituali. Questa riflessione ha un suo minimo fondamento?
Non assecondare..Giustissimo, ma è difficile. Nel pratico di fronte ad una richiesta, che faccio mi oppongo?
Grazie
Rispondo al Dott.Santonocito
E' verissimo, il mio parente cerca sempre una risposta iper razionale a tutto. Questo lato mi interesa molto. Perchè una persona molto razionale inciampa nell'irrazionalità.
Se analizziamo molte cose che facciamo quotidianamente o molte azioni che rientrano nella memoria procedurale, in effetti qualche piccolo difetto nei vari meccanismi lo troviamo. E' forse razionalizzando e cercando di correggere questi ultimi che potrebbero derivare tutti quei rituali. Questa riflessione ha un suo minimo fondamento?
Non assecondare..Giustissimo, ma è difficile. Nel pratico di fronte ad una richiesta, che faccio mi oppongo?
Grazie
[#7]
>>> Perchè una persona molto razionale inciampa nell'irrazionalità.
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Semplicemente perché, da un punto di vista psicologico, ogni cosa portata all'estremo si rovescia nel suo opposto. E quindi, nel caso delle ossessioni, una volta che si siano instaurate, la razionalità non serve più. Sono necessarie manovre diverse, più indirette, adatte a spezzare la credenza irrazionale: "Tutto è sporco".
Dovrebbe condurre il suo parente da uno psicologo/psicoterapeuta che possa usare una forma di terapia adatta al suo caso, ad esempio a indirizzo comportamentale o strategico.
Cordiali saluti
>>>
Semplicemente perché, da un punto di vista psicologico, ogni cosa portata all'estremo si rovescia nel suo opposto. E quindi, nel caso delle ossessioni, una volta che si siano instaurate, la razionalità non serve più. Sono necessarie manovre diverse, più indirette, adatte a spezzare la credenza irrazionale: "Tutto è sporco".
Dovrebbe condurre il suo parente da uno psicologo/psicoterapeuta che possa usare una forma di terapia adatta al suo caso, ad esempio a indirizzo comportamentale o strategico.
Cordiali saluti
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Gentile Utente
mi spiace per la situazione che sta vivendo, non deve essere facile e posso solo immaginare come ci si senta ad avere voglia di aiutare e trovarsi nell'impossibilità di farlo.
Purtroppo però devo dirle che tutto ciò che lei può fare si limiterebbe al tentativo di avvicinarlo ad una terapia sia farmacologica che psicoterapica, facendo leva sulle conseguenze che queste sue convinzioni gli riservano;
è per questo che le dico di individuare al più presto uno specialista in Psichiatria ed un terapeuta Cognitivo-Comportamentale al quale rivolgersi immediatamente appena lui aprirà uno spiraglio.
Le faccio tanti auguri
mi spiace per la situazione che sta vivendo, non deve essere facile e posso solo immaginare come ci si senta ad avere voglia di aiutare e trovarsi nell'impossibilità di farlo.
Purtroppo però devo dirle che tutto ciò che lei può fare si limiterebbe al tentativo di avvicinarlo ad una terapia sia farmacologica che psicoterapica, facendo leva sulle conseguenze che queste sue convinzioni gli riservano;
è per questo che le dico di individuare al più presto uno specialista in Psichiatria ed un terapeuta Cognitivo-Comportamentale al quale rivolgersi immediatamente appena lui aprirà uno spiraglio.
Le faccio tanti auguri
Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 2.1k visite dal 06/10/2010.
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