Non affronto i problemi. neanche la morte di mia nonna.
Salve, sono una ragazza di 19 anni. I miei genitori sono divorziati da sempre, da 8 anni a questa parte vivo con mio padre, e fino a due mesi fa anche con mia nonna di90anni (lucidissima)che ci ha lasciati dopo un intervento all'aneurisma scoppiato sull'aorta,mentre era in ospedale con un femore rotto. Una notte mentre era in ospedale ci chiamarono i medici per avvertirci che le sarebbero rimasti pochi minuti di vita e che lei non voleva firmare per l' operazione. Quando arrivammo li ci vide in lacrime e con una lucidità incredibile, e un tono quasi scherzoso ci disse "va bene va'.. mi faccio operare, tanto se muoio tra mezz'ora o sotto i ferri è uguale" e guardando me mi disse "è tardi vai a dormire ci pensano i medici a me". L'operazione incredibilmente riuscì. Tenne duro per altri venti giorni di sofferenze, ma ci furono complicazioni e morì. In questi anni di convivenza con lei abbiamo avuto alti e bassi, ma negli ultimi anni della sua vita era diventata la mia confidente, avevamo un rapporto molto stretto, soprattutto per un periodo in cui non ho parlato con mio padre per 6mesi a causa del mio fidanzato, e grazie a dio c'era lei che mi è stata vicino, mi ha difesa, inoltre ora che non c'è più, la sua mancanza la accusiamo giorno per giorno, anche perchè era lei ad occuparsi della casa,della spesa, e del giardino, insomma tutte quelle cose di cui si occupa una brava donna di casa e che quando viene a mancare un uomo e una neoadulta non hanno la benche minima idea di come si gestiscano ..percio i primi giorni della sua morte ero distrutta, ed è qui che sorge il problema generale della mia vita (che poi problema non è, per i motivi che vi spiegherò ora), non riesco ad affrottare nessun problema, la mia mente fa un lavoro di rimozione, che arrivo a pensare a quel disagio come se non mi riguardasse e non fosse capitato a me, pur sapendo che realmente è accaduto. In questa situazione mi comporto di conseguenza, non pensando minimamente a mia nonna a meno che qualcuno non accenni al discorso, ma quando ciò accade io mi risento per un minuto e poi me ne vado o cambio argomento. La scomparsa di mia nonna penso sia l' accaduto che mi abbia scosso un pò di più rispetto a molte altre cose.. non sono una stupida, so che anche se non lo dimostro a nessuno, compresa me stessa, non vuol dire che sono un insensibile o cose del genere, perche ora che ci penso sto malissimo ed è proprio per questo che evito di farlo, ma ho paura che a lungo andare potrò avere una crisi di nervi o depressiva, non saprei, percio se potreste consigliarmi come si risolvono questi maledetti "Problemi con i Problemi" sareste gentilissimi..
Grazie in anticipo.
Grazie in anticipo.
[#1]
Gentile ragazza,
mi dispiace molto per quanto è accaduto alla nonna, e soprattutto per la sofferenza che traspare dalla tua lettera.
Due mesi non sono sufficienti, a volte, per elaborare il lutto. E nel tuo caso sembra proprio che questo modo particolare di affrontare/non affrontare i problemi faccia parte di un processo di elaborazione.
Processo che tutto sommato mi sembra abbastanza consapevole, altrimenti non avresti scritto qui.
Per cui secondo me anche il tuo "pensiero sul pensiero" fa parte dell'elaborazione del tuo lutto, seppur a matrice negativa (infatti tu te ne preoccupi).
A questo punto se non te la senti di "rischiare" e di affrontare tutto da sola potresti richiedere un aiuto psicologico. Non sarebbe una debolezza, anzi, secondo me un segno di forza, degno di una "neoadulta".
mi dispiace molto per quanto è accaduto alla nonna, e soprattutto per la sofferenza che traspare dalla tua lettera.
Due mesi non sono sufficienti, a volte, per elaborare il lutto. E nel tuo caso sembra proprio che questo modo particolare di affrontare/non affrontare i problemi faccia parte di un processo di elaborazione.
Processo che tutto sommato mi sembra abbastanza consapevole, altrimenti non avresti scritto qui.
Per cui secondo me anche il tuo "pensiero sul pensiero" fa parte dell'elaborazione del tuo lutto, seppur a matrice negativa (infatti tu te ne preoccupi).
A questo punto se non te la senti di "rischiare" e di affrontare tutto da sola potresti richiedere un aiuto psicologico. Non sarebbe una debolezza, anzi, secondo me un segno di forza, degno di una "neoadulta".
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
[#2]
Potremmo ipotizzare che lei stia vivendo una delle "prime fasi" di elaborazione del lutto ovvero la negazione. Evitare di pensare all'accaduto è strategico in questo momento perchè, nell'immediato, allevia la sofferenza terribile legata lla perdita di sua nonna. Le faccio presente che non sarà possibile evitare e negare "per sempre" e quindi, con l'aiuto di uno psicoterapeuta, potrebbe avviare un percorso di elaborazione del lutto cercando di inserire nella sua vita anche questo evento così doloroso.
Distinti Saluti
Dr. Carlo Plaino
www.psicologibergamo.altervista.org
[#3]
Gentile ragazza,
lei ha subito la perdita di sua nonna, una persona molto importante che ha rivestito un ruolo di primo piano nella sua vita e alla quale era legata da un rapporto speciale.
Ciò rende ragione sia della sua reazione immediatamente successiva alla perdita, sia della reazione attuale.
Al lutto, segue una fase di elaborazione che dura un certo lasso di tempo (due mesi ne rappresentano solo l'inizio). Il come questo lutto viene elaborato - in termini di tempi e qualità- dipende da molti fattori, tra cui la storia di vita personale e famigliare, le risorse personali e quelle ambientali.
Lei ha riferito elementi della sua vita famigliare che molto probabilmente hanno inciso sul suo modo di difendersi dal dolore.
In questo momento lei si difende dalla forte sofferenza che il lutto recente le provoca, cercando di estraniarla da sé, ma è ben consapevole che esiste comunque e teme di non farcela.
Da quanto ho capito vorrebbe sapere come affrontare le situazioni dolorose in modo differente da quello finora messo in atto nella sua vita, in particolare adesso in merito alla perdita della nonna.
Nella sua fase attuale, le sarebbe utile un percorso di sostegno psicologico che, attraverso l'espressione dei vissuti dolorosi e delle emozioni correlate al lutto, è volto a diminuire il carico emotivo e a sostenere le risorse personali.
Ad un altro tipo di percorso quale quello psicoterapeutico, più impegnativo, penserei semmai in una fase successiva.
I miei migliori auguri di serenità
lei ha subito la perdita di sua nonna, una persona molto importante che ha rivestito un ruolo di primo piano nella sua vita e alla quale era legata da un rapporto speciale.
Ciò rende ragione sia della sua reazione immediatamente successiva alla perdita, sia della reazione attuale.
Al lutto, segue una fase di elaborazione che dura un certo lasso di tempo (due mesi ne rappresentano solo l'inizio). Il come questo lutto viene elaborato - in termini di tempi e qualità- dipende da molti fattori, tra cui la storia di vita personale e famigliare, le risorse personali e quelle ambientali.
Lei ha riferito elementi della sua vita famigliare che molto probabilmente hanno inciso sul suo modo di difendersi dal dolore.
In questo momento lei si difende dalla forte sofferenza che il lutto recente le provoca, cercando di estraniarla da sé, ma è ben consapevole che esiste comunque e teme di non farcela.
Da quanto ho capito vorrebbe sapere come affrontare le situazioni dolorose in modo differente da quello finora messo in atto nella sua vita, in particolare adesso in merito alla perdita della nonna.
Nella sua fase attuale, le sarebbe utile un percorso di sostegno psicologico che, attraverso l'espressione dei vissuti dolorosi e delle emozioni correlate al lutto, è volto a diminuire il carico emotivo e a sostenere le risorse personali.
Ad un altro tipo di percorso quale quello psicoterapeutico, più impegnativo, penserei semmai in una fase successiva.
I miei migliori auguri di serenità
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.5k visite dal 02/10/2010.
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