Dipendenza da droga

Gentile Utente,

Non sarebbe giusto intromettersi, ma considerato che ne va della saute fisica e mentale di un suo amico, quello che sta facendo ritengo sia giustificato.
Ha presente Muccioli, il vecchio? aveva dei mezzi sbrigativi, si faceva firmare una liberatoria e poi incatenava i suoi pazienti ed ospiti e li faceva piangere lacrime di sangue. Ma avveniva la disintossicazione fisica ed organica.
Poi si passava alla rieducazione del soggetto e ad un appoggio di carattere psicologico.
Senza la disintossicazione organica, la psicoterapia è una specie di acqua calda, o di brodino ristretto per uno che sta con un piede in una fossa.
I sert di solito sortiscono degli effetti, che io sappia.
Perché non cercate , con la famiglia , una comunità terapeutica in cui immettere il suo amico? queste cose non vengono bene se fatte soltanto come cure esterne.

Provate, unpaio di mesi e poi vedrete se le cose vanno per il meglio o no. Ma dev'essere una struttura seria e sperimentata da altri, non una qualsiasi. Mi sembra che San Partrignano ancora funzioni.

Faccio tanti auguri al suo amico e alla sua famiglia.
Buon lavoro a lei.

Cordialmente.

GentiLe Utente,

la motivazione al cambiamento, ad intraprendere un percorso terapeutico perchè possa essere valida, deve avvenire dalla persona interessata.
Il primo passo, in questa direzione,è la presa di coscenza d'avere un problema. Questo, in
particolar modo quando si tratta di dipendenze, in quanto il percorso è molto impegnativo;
solitamente prevede tre
livelli: pronta accoglienza, comunità
residenziale e reinserimento.
Lei, in qualità d'amico ha la possibilità di dare a questa persona un suo punto di vista, e la Sua vicinanza affettiva.

Cordialità.

Dott.ssa SARA ROSA
Psicologo Psicoterapeuta