Interpretare un sogno
Premetto,che soffro di attacchi di panico,ho effettuato due anni di analisijunghiana, fermo per un anno ho ripreso ha fare analisi sophianalitica per sei anni fermo due anni giorno28 cm hofatto una mia prima seduta di cognitivo comportamentale in quanto ho come pensiero ossessivo di poter avere un'infarto,mio padre è morto all'età di 65 anni per infarto,mio cugino all'età di 46.La notte dopo la seduta sogno che mi faccio un'elettrocardiogramma al momento dell'esito entrano dei miei parenti l'ecg inizia a stampare ma si ferma solo dopo aver esaurito il rotolo di carta con la dicitura infarto,infarto.......................... sono preoccupato anche nel sogno ho questa ossessione,uno dei miei parenti è un medico il quale mi dice smettila sei sano come un pesce.......... al momento la mia analista la vedrò la settimana prossima nel frattempo mi potete aiutare.grazie e ogni bene.ps ultimamente ho effettuato molte visite cardiologiche tutto ok.
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Gentile utente, se ha già iniziato una terapia cognitivo-comportamentale, adatta per i disturbi ossessivi, deve solo avere pazienza. Una seduta è troppo poco per vedere risultati.
Nel suo sogno mi pare ci sia poco da interpretare: è semplicemente una rappresentazione in chiaro della sua ansia. Nella nuova terapia che ha appena iniziato dovrebbe ricevere indicazioni comportamentali precise su come liberarsene.
Cordiali saluti
Nel suo sogno mi pare ci sia poco da interpretare: è semplicemente una rappresentazione in chiaro della sua ansia. Nella nuova terapia che ha appena iniziato dovrebbe ricevere indicazioni comportamentali precise su come liberarsene.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Le ho già risposto. Evidentemente il ripetere la domanda è solo una manifestazione della sua ansia. In altre parole, lei cerca rassicurazioni, ma è proprio questo il problema: che ha bisogno di rassicurazioni.
La soluzione non consisterà nel rispondere alle sue domande, ma nel far sì che non abbia più bisogno di porle. Questo dovrà essere l'oggetto della sua terapia, e lo specialista TCC dovrebbe averglielo già spiegato.
Se ha bisogno di altri chiarimenti, chieda pure.
Cordiali saluti
La soluzione non consisterà nel rispondere alle sue domande, ma nel far sì che non abbia più bisogno di porle. Questo dovrà essere l'oggetto della sua terapia, e lo specialista TCC dovrebbe averglielo già spiegato.
Se ha bisogno di altri chiarimenti, chieda pure.
Cordiali saluti
[#5]
Sì, capisco che la mia risposta non l'ha soddisfatta, e perciò proverò a riformularla in maniera diversa.
Quando si soffre d'ansia, una delle tendenze più comuni è quella a cercare rassicurazioni. Si crede - erroneamente - che più rassicurazioni si riceveranno, meglio si starà. Se se ne riceverà un numero sufficiente, alla fine l'ansia se ne andrà.
Ma questo è un equivoco pericoloso, perché ricevere rassicurazioni non fa altro che alimentare il problema, e aumentare l'ansia. Sul momento si sente meglio, ma dopo, alla prima occasione, la tentazione sarà di cercare altre risposte. Perché? Perché più si ricevono rassicurazioni, e più si conferma a se stessi l'incapacità di farne a meno. È un circolo vizioso, che si mantiene in vita "grazie" alle rassicurazioni che si ricevono, e che occorre spezzare.
La cura, infatti, deve far sì che la persona non abbia più bisogno di avere risposte ai suoi dubbi, ossia di far cessare le domande. In questo senso la terapia cognitivo-comportamentale è adatta, e quindi deve seguire le istruzioni che lo specialista le darà.
Spero di essere stato un po' più chiaro.
Cordiali saluti
Quando si soffre d'ansia, una delle tendenze più comuni è quella a cercare rassicurazioni. Si crede - erroneamente - che più rassicurazioni si riceveranno, meglio si starà. Se se ne riceverà un numero sufficiente, alla fine l'ansia se ne andrà.
Ma questo è un equivoco pericoloso, perché ricevere rassicurazioni non fa altro che alimentare il problema, e aumentare l'ansia. Sul momento si sente meglio, ma dopo, alla prima occasione, la tentazione sarà di cercare altre risposte. Perché? Perché più si ricevono rassicurazioni, e più si conferma a se stessi l'incapacità di farne a meno. È un circolo vizioso, che si mantiene in vita "grazie" alle rassicurazioni che si ricevono, e che occorre spezzare.
La cura, infatti, deve far sì che la persona non abbia più bisogno di avere risposte ai suoi dubbi, ossia di far cessare le domande. In questo senso la terapia cognitivo-comportamentale è adatta, e quindi deve seguire le istruzioni che lo specialista le darà.
Spero di essere stato un po' più chiaro.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 3.3k visite dal 30/09/2010.
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