Solitudine, inadeguatezza con l'altro sesso e scelta psicoterapeuta

Salve gent dott. sono un ragazzo che da piu di 7 anni soffre di solitudine i problemi fisici che mi hanno costretto e mi stanno ancora costringendo a questo schifo li potete vedere nel mio profilo. Vi scrivo perchè ho realizzato che il non aver mai avuto alcuna esperienza di vita mi ha completamente annientato il mio essere UOMO e non so come andare avanti.. tempo fa ho deciso per un colloquio con uno psichiatra perchè non faccio altro che stare male, prima sto così così, poi ho ricadute depressive e scazzi vari.. e non riesco a lavorare dato che mi viene la nausea e mi si abbassa la pressione.. la mia "vita" è un incubo non riesco piu a rasserenarmi in nessuna cosa.. non vedo obiettivi, sono apatico ma specialmente non ho la minima idea di come possa piacere a una ragazza uno schifoso come me che da 8 anni sta come un cane, perchè tanto tutti pensano che me ne vado a t....e e mi faccio di cocaina. questo pensa la gente. mi vergogno troppo anche ad uscire, perchè diciamocelo, la gente nega ma alla fine sa che siamo qui per fare sesso e divertirci figuriamoci uno come me cosa puo' suscitare.. ribrezzo e schifo. "ecco che arriva il fallito ahhahahah" ecc ecc.. ecco qui mi trovo incasinato perso.. non so come sedurre non ho amici sono uno schifo e non so per quale ragione dovrei ancora continuare a portare avanti questa buffonata che è diventata la mia esistenza.. <tanto che ho deciso di firmare un modulo per la cremazione.
no ditemi voi.. cosa posso fare??? come faccio? sono troppi anni e mi sento inadeguato ai miei coetanei. non ho nemmeno una valida cultura di base. mi sento troppo sputtanato. non so nemmeno quale piscoterapeuta scegliere.. di che tipo.. so che ce ne sono diversi... danno dritte su come sedurre tutte le ragazze che uno vuole? mi potete aiutare?

...MA REALMENTE MI GIOVEREBBE? tanto tutti pensano che mi masturbo dalla mattina alla sera o che sono gay e che mi drogo e vado a put...perchè tanto questo è quello che pensa la gente di me. è una cosa che non posso piu cancellare dato che questo è quello che pensano tutti e anche se mi recupero non credo che possa cambiare qualche cosa. oltetutto pretendo che pure lei sia come me perchè mi disturba troppo che abbia avuto altri partner e che magari abbia fatto pure sesso orale. NON LO TOLLERO NON E' GIUSTO. bello che se non avessi mai avuto di questi problemi probabilmente avrei concluso la prima volta con una vergine come me e adesso andrei a destra e a manca come il classico italianotto bullo che fa il figo con gli amici in giro.. non so.. spero di essermi fatto capire lascio a voi la parola.. non so cosa aggiungere. posso solo vergognarmi di me stesso.

grazie a tutti del servizio che state facendo gratis. saluti.
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazzo, tra le righe del suo consulto leggo emozioni molto intense: rabbia, disgusto, tristezza.

L'ipotesi che lei propone è che alcuni disturbi organici di cui soffre l'abbiano reso "diverso" dagli altri. Guardando al passato, alla sua storia, lei valuta molto negativamente sè stesso, poichè non ha avuto delle esperienze relazionali (soprattutto sessuali), dalle quali fa dipendere la sua idea di "essere uomo".

E' possibile che, dal suo punto di vista, tutto questo sia immodificabile e destinato a finire così come è iniziato. Se lei pensasse questo, allora la sua richiesta sarebbe solo uno sfogo, ed io le risponderei che mi dispiace, che l'ascolto, che la comprendo.

Ma se non ci ha scritto solo per condividere il peso che porta dentro di sè, il discorso cambia.

Ad esempio, potremmo discutere di un piccolo cambiamento di prospettiva: come scegliere il professionista cui affiancarsi per fronteggiare le sue difficoltà, le sue paure, le sue ansia.

Ma la scelta è solo sua.

Cordialmente
[#2]
Utente
Utente
ah proviamo.. solo che non so chi scegliere.. sotto quali criteri va scelto uno psicoterapeuta?? so che ci sono diverse scuole.. ora ne ho trovato uno che fa terapie dagli inizi degli anni 80 quindi credo sia molto buono.. ma questo non credo possa cancellare le figure da disgraziato che sono inesorabilmente destinato a sopportare.. credo. poi non so..


grazie cordialità
[#3]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Lieto che abbia accettato di "giocare" (in modo molto serio, con il disagio e la sofferenza non si scherza). E' comprensibile che non sappia chi scegliere, perchè, come ha ben colto, non le sono chiari i criteri di scelta.

Se vuole, può cominciare da questa lettura:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

E' una "mini-guida" in cui abbiamo cercato di condensare alcuni tra i maggiori orientamenti terapeutici. Nulla le vieta comunque di informarsi, chiedendo a diversi professionisti finchè non ne troverà uno che faccia al caso suo.

Passiamo poi alla sua seconda richiesta.

Una delle "grandezze" dell'essere umano è la sua incredibile propensione alla soluzione dei problemi. Tutti noi funzioniamo, fin dalla nascita, per decodificare, interpretare, affrontare e (cercare di) risolvere le innumerevoli difficoltà cui andiamo quotidianamente incontro.

A volte questo processo è più immediato ("Cosa mangio a pranzo?"), altre volte è più articolato e complesso ("Come posso imparare a sostenermi nell'affrontare le mie figuracce?"), ma la sostanza non cambia.

Per affrontare un problema che non riusciamo a risolvere, di solito, i passi sono pochi e ben codificati:

1. definire il problema
2. ridefinirlo in termini operativi e realistici
3. "spezzettare" il problema in passi più semplici
4. provare
5. verificare

Se ci pensa, "cancellare le figure da disgraziato che sono inesorabilmente destinato a sopportare" non è una formulazione del problema che lo renda "affrontabile".
Provi a ridefinirlo: comporta uno sforzo non indifferente, ma le emozioni con cui ci ha scritto possono essere una buona "molla" per spingersi a provare.

Come ristrutturerebbe il problema? Da quali altri punti di vista lo potrebbe vedere? Come lo possiamo ridefinire per mettere lei stesso nel ruolo di "protagonista" della sua vita, e non di "comparsa"?

"Essere o non essere, questo è il problema: se sia più nobile all'animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell'ingiusta sorte, o prender l'armi contro un mare di affanni e, combattendo, disperderli"
(W. Shakespeare, "Amleto", Atto Terzo, Scena Prima.)

Cordialmente
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