Amare troppo
Salve dottori,
Ho appena letto parte di un libro che dice:
“Quando essere innamorate significa soffrire, stiamo amando troppo. Quando nella maggior parte delle nostre conversazioni con le amiche intime parliamo di lui, dei suoi problemi, di quello che pensa, dei suoi sentimenti, stiamo amando troppo.
Quando giustifichiamo i suoi malumori, il suo cattivo carattere, la sua indifferenza, o li consideriamo conseguenze di un’infanzia infelice e cerchiamo di diventare la sua terapista, stiamo amando troppo.
Quando non ci piacciono il suo carattere, il suo modo di pensare e il suo comportamento, ma ci adattiamo pensando che se noi saremo abbastanza attraenti e affettuosi lui vorrà cambiar per amor nostro, stiamo amando troppo.
Quando la relazione con lui mette a repentaglio il nostro benessere emotivo, e forse anche la nostra salute e la nostra sicurezza, stiamo decisamente amando troppo.”
Io sento di amare troppo il mio uomo...come posso riuscire ad amare un po d meno e pensare un po d più a me stessa?
Ho appena letto parte di un libro che dice:
“Quando essere innamorate significa soffrire, stiamo amando troppo. Quando nella maggior parte delle nostre conversazioni con le amiche intime parliamo di lui, dei suoi problemi, di quello che pensa, dei suoi sentimenti, stiamo amando troppo.
Quando giustifichiamo i suoi malumori, il suo cattivo carattere, la sua indifferenza, o li consideriamo conseguenze di un’infanzia infelice e cerchiamo di diventare la sua terapista, stiamo amando troppo.
Quando non ci piacciono il suo carattere, il suo modo di pensare e il suo comportamento, ma ci adattiamo pensando che se noi saremo abbastanza attraenti e affettuosi lui vorrà cambiar per amor nostro, stiamo amando troppo.
Quando la relazione con lui mette a repentaglio il nostro benessere emotivo, e forse anche la nostra salute e la nostra sicurezza, stiamo decisamente amando troppo.”
Io sento di amare troppo il mio uomo...come posso riuscire ad amare un po d meno e pensare un po d più a me stessa?
[#1]
Cara lettrice,
purtroppo il quesito da Lei posto è molto ampio, e richiederebbe ore di discussione!
L'amare l'altro, il modo che ciascuno di noi ha di stare all'interno della coppia e della famiglia deriva da molti fattori, propri del nostro carattere e del nostro modo di relazionarci, aspetti che in genere si "costruiscono" fin dalla prima infanzia e fin dai primi rapporti con gli adulti significativi (i genitori in primis).
In questo senso, capire come "amare meno" implica un attento esame di come ciascuno si relaziona con l'altro, di quali sono i comportamenti del partner che ci obbligano al "troppo amore", di cosa abbiamo paura quando ci buttiamo in modo così acritico nella relazione, del modo in cui vediamo noi stessi e soprattutto di quanto siamo in grado di percepirci non solo come persone che danno amore all'altro, ma come persone a nostra volta bisognose di ricevere ascolto, calore, amore, affetto.
In questo senso, se il Suo "amare troppo" la fa star male ed è fonte di disagio nella Sua vita, causandole dolore e ansia, potrebbe prendere contatto con uno psicologo, che potrebbe aiutarLa a comprendere la fonte del problema o di un comportamento che comunque per Lei sta diventando difficile da portare avanti. Spesso, soprattutto per problemi così precisi e circoscritti, possono bastare anche poche sedute, o sedute più diradate nel tempo.
Cordiali saluti
purtroppo il quesito da Lei posto è molto ampio, e richiederebbe ore di discussione!
L'amare l'altro, il modo che ciascuno di noi ha di stare all'interno della coppia e della famiglia deriva da molti fattori, propri del nostro carattere e del nostro modo di relazionarci, aspetti che in genere si "costruiscono" fin dalla prima infanzia e fin dai primi rapporti con gli adulti significativi (i genitori in primis).
In questo senso, capire come "amare meno" implica un attento esame di come ciascuno si relaziona con l'altro, di quali sono i comportamenti del partner che ci obbligano al "troppo amore", di cosa abbiamo paura quando ci buttiamo in modo così acritico nella relazione, del modo in cui vediamo noi stessi e soprattutto di quanto siamo in grado di percepirci non solo come persone che danno amore all'altro, ma come persone a nostra volta bisognose di ricevere ascolto, calore, amore, affetto.
In questo senso, se il Suo "amare troppo" la fa star male ed è fonte di disagio nella Sua vita, causandole dolore e ansia, potrebbe prendere contatto con uno psicologo, che potrebbe aiutarLa a comprendere la fonte del problema o di un comportamento che comunque per Lei sta diventando difficile da portare avanti. Spesso, soprattutto per problemi così precisi e circoscritti, possono bastare anche poche sedute, o sedute più diradate nel tempo.
Cordiali saluti
Dr.ssa Chiara Facchetti
Ordine degli Psicologi della Lombardia (n. iscriz. 03/12625)
www.milanopsicologa.it
[#2]
Utente
Grazie per la risposta...si devo rivolgermi ad uno psicologo in effetti xò volevo sentire anche il vostro parere perchè qui trovo sempre risposte e spunti d riflessione interessanti e utili. Tutto penso nasca da mie insicurezze...o cmq dal mio motto.... "nn fare agli altri quello che nn vuoi sia fatto a te" ...inteso al contrario in qsto caso ovviamente... "faccio per il mio amore tt qllo d cui io avrei bisogno a mia volta..." ...sembra che a lui faccia bene il mio modo d amare...si sente sicuro protetto sostenuto...soprattutto in qsto momento in cui sta soffrendo d depressione x via d insuccessi lavorativi (anche se nn vuole ammetterlo a se stesso...infatti sta girando un sacco d medici per capire da cosa dipendano le sue vertigini e i tuoi problemi...)..Io sto male x' lui sembra nn mi veda xo...veda solo i suoi insuccessi e nn è capace d concentrarsi su qllo che d buono la vita gli ha dato...tipo me, la sua famiglia...allora io cerco d fare sempre d + x dimostrargli io mio amore......nn so come spiegare...
[#3]
cara lettrice,
lei è stata chiarissima! L'unico "spunto di riflessione" che posso (e possiamo) darLe è proprio quello di iniziare un percorso...
L'ideale sarebbe che lo inizi il Suo compagno, e in questo senso Le consiglio di parlargliene a viso aperto, sottolineando come rivolgersi ad uno psicologo non è qualcosa di cui vergognarsi, sentendosi i "matti da legare" della situazione.
Se il Suo compagno non fosse d'accordo, potrebbe essere Lei ad iniziare un cammino di riflessione, per fare chiarezza e per iniziare ad attribuire a ciascuno il proprio ruolo e le proprie responsabilità.
In bocca al lupo
lei è stata chiarissima! L'unico "spunto di riflessione" che posso (e possiamo) darLe è proprio quello di iniziare un percorso...
L'ideale sarebbe che lo inizi il Suo compagno, e in questo senso Le consiglio di parlargliene a viso aperto, sottolineando come rivolgersi ad uno psicologo non è qualcosa di cui vergognarsi, sentendosi i "matti da legare" della situazione.
Se il Suo compagno non fosse d'accordo, potrebbe essere Lei ad iniziare un cammino di riflessione, per fare chiarezza e per iniziare ad attribuire a ciascuno il proprio ruolo e le proprie responsabilità.
In bocca al lupo
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 5.1k visite dal 23/09/2010.
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