Timidezza?

Sono un ragazzo di 23 anni.Sono da sempre timido ma ciò non mi ha impedito di coltivare profonde amicizie,trovare una fidanzata o affermarmi a livello scolastico-universitario.Ho sempre vissuto un contrasto tra ciò che sono e ciò che vorrei essere(a livello caratteriale)sintomatico di una insicurezza di fondo:razionalmente mi ritengo un ragazzo"stimabile"..spesso riesco ad ottenere gli obiettivi che mi prefisso e gli altri mi ritengono un ragazzo simpatico ed intelligente; ma forse proprio questa ricerca della perfezione mi porta a detestare me stesso quando ultimamente in situazioni sociali normali(es.incontrare un amico che non rivedo da molto tempo,incontrare un professore del liceo)mi sento oltremodo impacciato,sento i muscoli del mio viso contrarsi,non riesco ad essere naturale non riuscendo a tenere a bada il mio forte subbuglio interiore,come se entrassi in uno stato di panico,come se la valvola della timidezza fosse saltata ed io incapace di dissimulare i segni tangibili del mio disagio..così mi sembra di apparire uno stupido che non regge il confronto neppure lontanamente con il modello ideale plasmato dalla mia mente:atarassico,imperturbabile..almeno all'apparenza.Scrivendo mi accorgo io stesso che il primo passo è distruggere questo termine di paragone irreale e imparare ad accettare le mie caratteristiche.Il mio timore è che la timidezza sfoci in qualcosa di più..il pensare alle"figuracce"recenti mi demoralizza:ora temo il sopraggiungere di queste reazioni razionalmente spropositate e per la prima volta percepisco la mia timidezza come un problema.Ringrazio chiunque sia prodigo di sapienti consigli.
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> così mi sembra di apparire uno stupido che non regge il confronto neppure lontanamente con il modello ideale plasmato dalla mia mente:atarassico,imperturbabile..almeno all'apparenza.
>>>

Gentile utente, abbandoni gli ideali di atarassia e imperturbabilità, che fanno solo sorridere chi li guarda.

Ciò di cui lei ha bisogno non è un ideale d'uomo statico e rigido, sempre uguale a se stesso, ma di acquisire flessibilità comportamentale.

Nessun comportamento o atteggiamento è sempre totalmente sbagliato. L'emozionabilità è appropriata, in certi contesti, così come una maggior stabilità emotiva lo è in altri. Per lei, come per chiunque altro, maturare ed evolversi non significa diventare l'opposto di ciò che si è attualmente. Significa apprendere a mettere in atto un REPERTORIO di comportamenti e atteggiamenti, ognuno adatto a varie situazioni. In altri termini, ha bisogno di maggior flessibilità, non di diventare rigido in modo diverso.

La maniera migliore di farlo è rivolgendosi a uno psicologo/psicoterapeuta, per una valutazione iniziale e poi per un intervento che potrà essere di consulenza, coaching o terapeutico, a seconda della necessità.

Se ha altre domande o chiarimenti, chieda pure.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com