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Gentile Utente, non le sembra un pò strano pensare che "rafforzarsi" consista nel "diventare come vogliono gli altri" (nello specifico, la ragazza di cui ci parla)?

Come vogliono gli altri e come mi voglio io, lo so che è contraddittorio. Tante volte capita che a causa del mio carattere pacato e gentile vengo nn rispettato; questo nn voglio più che accada.

Provi a fermarsi un attimo a riflettere: è sicuro che il modo migliore per essere rispettato sia quello di rispondere alle aspettative degli altri?

No sicuro però le spiego; la mia ragazza mi recrimina di avere poco carattere e polso in alcune situazioni, esempio a volte lei viene abbracciata da amici o simili e mi recrimina che io resto passivo. Che mi consigliate di fare?

Forse la sua ragazza sta cercando di valutare se lei è un uomo geloso o possessivo, ed intende il suo rimanere calmo di fronte ad un abbraccio come segno di debolezza o disinteresse.

E' possibile che, nell'idea della sua ragazza, un "uomo" debba intervenire per "delimitare il territorio", mostrando che "la donna è sua" e quindi gli altri maschi del gruppo non devono insidiarla.

Se lei vuole imparare a comunicare meglio il suo punto di vista, le sue emozioni, ad esprimere disaccordo in modo costruttivo, senza per questo rovinare il rapporto con gli altri, può rivolgersi ad uno psicotarepeuta che sia esperto nel cosiddetto "training di assertività"; solo, cerchi di valutare con la calma e la riflessività che si riconosce se questo è un suo bisogno o se vuole apparire più "Rambo" agli occhi della sua ragazza.

Intanto, mi permetto di suggerirle la lettura di un libro che tratta gli argomenti inerenti la sua richiesta:

R. Alberti, Robert E. Alberti, Michael L. Emmons, M. Emmons: "Essere assertivi. Come imparare a farsi rispettare senza prevaricare gli altri", Il Sole 24 Ore Pirola Editore

Cordiali saluti

Gentile utente, la sua ragazza certamente intende qualcosa di psicologia.

Se lei diventasse più di polso, farebbe ciò che vuole la sua ragazza. Quindi continuerebbe a fare ciò che vogliono gli altri (in questo caso la sua ragazza), non ciò che sente di fare lei.

Se non diventasse più di polso, darebbe ragione alla sua ragazza: "tu non sei di polso".

Secondo lei, come si esce da questo dilemma?

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
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