Voglio uccidermi
Salve dottore.
Scrivo qui perché purtroppo ho profondi problemi
relativi alla sessualità, nonostante la mia giovane età.
Ho sempre avuto grandi difficoltà nel riuscire ad avere rapporti, il
90% delle volte effetto di una tremenda ansia da prestazione che
continua a distruggermi moralmente, psicologicamente ed
affettivamente.
Autodiagnosticandomi la conclusione è stata impotenza psicogena.
Ho avuto per questa ragione poche esperienze terminate concretamente
con un rapporto sessuale, ma una volta sbloccatomi sono sempre stato
tranquillo. Difatti ho notato che una volta instaurata un minimo di
intimità con la partner e, diciamo cosi, aver superato lo scoglio
"prima volta" tutto va comunque in discesa.
Ma il mio problema risiede proprio li: nella paura di fallire in
principio, nel sapere già in anticipo di dover fallire e quindi
fallisco puntualmente.
Inoltre già nel periodo di conoscenza con la partner sono
costantemente in preda a respirazione affannosa, deglutizione continua,
talvolta tachicardia, il che comporta una avvertibile rigidità
muscolare che si riflette inevitabilmente sul pene, che diventa piccolo
e spesso freddo.
Per una mia quantomeno consapevolezza personale quindi, durante la
settimana gratuita della prevenzione, mi sono anche rivolto ad un
andrologo che non ha riscontrato nel mio caso alcunché di patologico
bensì un grave disagio, che inevitabilmente investe tutti gli ambiti
della vita quotidiana, modificando il mio carattere e rendendomi
irascibile, sospettoso, controllore , infelice, senza più voglia di
fare l'amore perché ho paura di non riuscire, con la paura che questo
mio comportamento mi porti via gli affetti, sono geloso, ho momenti di
crisi in cui mi innervosisco da solo senza che gli altri me ne diano
motivo, mi sento vuoto e mi deprimo ogni giorno che passa....è da tanto
che non rido più di gusto, ho poca voglia di lavorare di creare di fare
progetti.
Tendo a chiudermi in me stesso, ad autoisolarmi, a rifiugiarmi da qualsiasi rapporto con l'altro sesso, che possa darmi un pizzico di felicità.
Non ho piu un amico.
Sto seriamente pensando al suicidio...
Ho fatto abuso di farmaci lo scorso dicembre(Risperdal per la precisione)che mi causò un forte ictus, dalla quale purtroppo i medici riuscirono a salvarmi.
Sono in cura da una psicoterapeuta e a breve dovrei inziare una terapia sessuologica comportamentale, ma prevedo scarsi risultati.
Scrivo qui perché purtroppo ho profondi problemi
relativi alla sessualità, nonostante la mia giovane età.
Ho sempre avuto grandi difficoltà nel riuscire ad avere rapporti, il
90% delle volte effetto di una tremenda ansia da prestazione che
continua a distruggermi moralmente, psicologicamente ed
affettivamente.
Autodiagnosticandomi la conclusione è stata impotenza psicogena.
Ho avuto per questa ragione poche esperienze terminate concretamente
con un rapporto sessuale, ma una volta sbloccatomi sono sempre stato
tranquillo. Difatti ho notato che una volta instaurata un minimo di
intimità con la partner e, diciamo cosi, aver superato lo scoglio
"prima volta" tutto va comunque in discesa.
Ma il mio problema risiede proprio li: nella paura di fallire in
principio, nel sapere già in anticipo di dover fallire e quindi
fallisco puntualmente.
Inoltre già nel periodo di conoscenza con la partner sono
costantemente in preda a respirazione affannosa, deglutizione continua,
talvolta tachicardia, il che comporta una avvertibile rigidità
muscolare che si riflette inevitabilmente sul pene, che diventa piccolo
e spesso freddo.
Per una mia quantomeno consapevolezza personale quindi, durante la
settimana gratuita della prevenzione, mi sono anche rivolto ad un
andrologo che non ha riscontrato nel mio caso alcunché di patologico
bensì un grave disagio, che inevitabilmente investe tutti gli ambiti
della vita quotidiana, modificando il mio carattere e rendendomi
irascibile, sospettoso, controllore , infelice, senza più voglia di
fare l'amore perché ho paura di non riuscire, con la paura che questo
mio comportamento mi porti via gli affetti, sono geloso, ho momenti di
crisi in cui mi innervosisco da solo senza che gli altri me ne diano
motivo, mi sento vuoto e mi deprimo ogni giorno che passa....è da tanto
che non rido più di gusto, ho poca voglia di lavorare di creare di fare
progetti.
Tendo a chiudermi in me stesso, ad autoisolarmi, a rifiugiarmi da qualsiasi rapporto con l'altro sesso, che possa darmi un pizzico di felicità.
Non ho piu un amico.
Sto seriamente pensando al suicidio...
Ho fatto abuso di farmaci lo scorso dicembre(Risperdal per la precisione)che mi causò un forte ictus, dalla quale purtroppo i medici riuscirono a salvarmi.
Sono in cura da una psicoterapeuta e a breve dovrei inziare una terapia sessuologica comportamentale, ma prevedo scarsi risultati.
[#1]
Gent.le ragazzo,
ho letto i suoi post precedenti nei quali afferma che la psicoterapia non le è servita a nulla, ora invece sta seguendo parallelamente due percorsi psicoterapeutici,
" ma prevedo scarsi risultati." sembra che lei si aspetti
che la psicoterapia agisca "su di lei" come se fosse un processo automatico, ma non è così, per essere efficace richiede il suo coinvolgimento attivo, nessun processo di cambiamento può essere indotto dall'esterno senza la sua attiva partecipazione.
Psicofarmaci e psicoterapia possono funzionare insieme solo se lei è disposto ad assumersi la responsabilità del suo processo di cambiamento facilitato dall'alleanza terapeutica con gli specialisti.
Cordialmente
ho letto i suoi post precedenti nei quali afferma che la psicoterapia non le è servita a nulla, ora invece sta seguendo parallelamente due percorsi psicoterapeutici,
" ma prevedo scarsi risultati." sembra che lei si aspetti
che la psicoterapia agisca "su di lei" come se fosse un processo automatico, ma non è così, per essere efficace richiede il suo coinvolgimento attivo, nessun processo di cambiamento può essere indotto dall'esterno senza la sua attiva partecipazione.
Psicofarmaci e psicoterapia possono funzionare insieme solo se lei è disposto ad assumersi la responsabilità del suo processo di cambiamento facilitato dall'alleanza terapeutica con gli specialisti.
Cordialmente
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#2]
Gentile Ragazzo,
mi accodo alla Dottoressa Camplone nel ribadire l'importanza del livello di motivazione in quello che si fa.
Il deficit erettivo, se non ha cause organiche, è facilmente risolvibile, anche se associato ad un disagio profondo come il suo.
La prima tappa dovrebbe essere una visita andrologica, che possa inquadrare la sua disfunzione dal punto di vista diagnostico, anche se trattasi di una disfunzione che sembra rientrare durante i successivi momenti di intimità ; poi procedere con quello che sta già facendo.
Dovrebbe chiedersi, invece, se lei trae dei" vantaggi secondari" dalla sua sintomatologia,sembra che tutto quello che scrive e che fa, rinforzi la sua infelicità ed il suo isolamento.
Auguri
mi accodo alla Dottoressa Camplone nel ribadire l'importanza del livello di motivazione in quello che si fa.
Il deficit erettivo, se non ha cause organiche, è facilmente risolvibile, anche se associato ad un disagio profondo come il suo.
La prima tappa dovrebbe essere una visita andrologica, che possa inquadrare la sua disfunzione dal punto di vista diagnostico, anche se trattasi di una disfunzione che sembra rientrare durante i successivi momenti di intimità ; poi procedere con quello che sta già facendo.
Dovrebbe chiedersi, invece, se lei trae dei" vantaggi secondari" dalla sua sintomatologia,sembra che tutto quello che scrive e che fa, rinforzi la sua infelicità ed il suo isolamento.
Auguri
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 4k visite dal 12/09/2010.
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