Sono terrorizzata dall'idea di uscire di casa per paura che lui beva un bicchiere di troppo, come
Ho 34 anni e da 1 anno convivo con 1 ragazzo di 31.
Lui ha un passato di tossicodipendenza che ha superato con la comunità e con gli psicofarmaci.Ora pero' non riesce più a farne a meno e spesso ne abusa per ansia e depressione. Il problema è che ora le crisi d'ansia le ho anch'io,forti al punto da avere disturbi fisici:forti crampi intensi al punto a volte da farmi vomitare, dolori al petto e un devastante senso di vuoto. In passato, in concomitanza con la malattia di mio padre, ho sofferto di crisi di panico, che sono riuscita a superare da sola, ora invece non so venirne a capo. Sono terrorizzata dall'idea di uscire di casa per paura che lui beva un bicchiere di troppo, come spesso succede e che poi prendendo le medicine stia male. Non riesco a dormire perchè quando abusa degli psicofarmaci mentre dorme va in apnea e non si riprende se non lo smuovo.
Non posso star male se voglio aiutare lui, ma non so che fare. Non prendo ne prendero' medicinali, vorrei solo una linea guida da seguire per poter gestire l'ansia.
Vi prego di rispondermi.
Grazie.
Lui ha un passato di tossicodipendenza che ha superato con la comunità e con gli psicofarmaci.Ora pero' non riesce più a farne a meno e spesso ne abusa per ansia e depressione. Il problema è che ora le crisi d'ansia le ho anch'io,forti al punto da avere disturbi fisici:forti crampi intensi al punto a volte da farmi vomitare, dolori al petto e un devastante senso di vuoto. In passato, in concomitanza con la malattia di mio padre, ho sofferto di crisi di panico, che sono riuscita a superare da sola, ora invece non so venirne a capo. Sono terrorizzata dall'idea di uscire di casa per paura che lui beva un bicchiere di troppo, come spesso succede e che poi prendendo le medicine stia male. Non riesco a dormire perchè quando abusa degli psicofarmaci mentre dorme va in apnea e non si riprende se non lo smuovo.
Non posso star male se voglio aiutare lui, ma non so che fare. Non prendo ne prendero' medicinali, vorrei solo una linea guida da seguire per poter gestire l'ansia.
Vi prego di rispondermi.
Grazie.
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Gent.le sig.na,
mi spiace ma devo rimandarle la realtà, ovvero che il suo ragazzo non ha superato la tossicodipendenza e sta assumendo comportamenti a rischio che stanno trasformando la sua quotidianità in un "inferno".
"Non posso star male se voglio aiutare lui"
questa frase è estremamente rischiosa, perché sancisce le priorità: non c'è posto per i suoi sentimenti e i suoi bisogni, fino a quando lui non risolve i suoi problemi.
In questo modo lei assume il ruolo del partner co-dipendente per il quale aiutare il partner diventa l'unica ragione di vita.
Lei chiede una linea guida per l'ansia, io credo che la cosa migliore sia rivolgersi ad uno psicologo-psicoterapeuta e mettersi in discussione per capire come mai lei si è assunta la responsabilità di salvare il suo fidanzato.
Cordialmente
mi spiace ma devo rimandarle la realtà, ovvero che il suo ragazzo non ha superato la tossicodipendenza e sta assumendo comportamenti a rischio che stanno trasformando la sua quotidianità in un "inferno".
"Non posso star male se voglio aiutare lui"
questa frase è estremamente rischiosa, perché sancisce le priorità: non c'è posto per i suoi sentimenti e i suoi bisogni, fino a quando lui non risolve i suoi problemi.
In questo modo lei assume il ruolo del partner co-dipendente per il quale aiutare il partner diventa l'unica ragione di vita.
Lei chiede una linea guida per l'ansia, io credo che la cosa migliore sia rivolgersi ad uno psicologo-psicoterapeuta e mettersi in discussione per capire come mai lei si è assunta la responsabilità di salvare il suo fidanzato.
Cordialmente
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.9k visite dal 08/09/2010.
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