Bimbo di 3 anni e separazione
Gentili medici, questa volta mi appello a voi per un problema che riguarda il mio bambino di 3 anni e mezzo. Recentemente (sono passati 4 mesi) io e mio marito ci siamo separati. La nostra è stata una separazione civile, senza troppe discussioni, di comune accordo l'uno con l'altra. In questo periodo abbiamo cercato di avere un rapporto sereno, nei limiti del possibile, proprio per evitare che i nostri figli (abbiamo anche una bambina di 21 mesi) ne risentissero. I bimbi vedono il padre 2 volte a settimana dalle 18 alle 21 e passano tutta la domenica insieme a lui. Frequentano assiduamente anche i nonni e la zia paterni, anzi in un certo senso li vedono più adesso che prima. I primi 3 mesi sono stati perfetti. I bambini erano sereni, non mostravano alcun tipo di disagio. Da un mese a questa parte, però noto un cambiamento strano nei comportamenti del "grande". Sono sorte in lui molte paure, a parte quella del buio che forse è riconducibile anche all'età, adesso ha il terrore di rimanere da solo. Con questo intendo dire che ha paura anche di andare a fare la pipì se io non sono in bagno con lui. A volte poi si isola, se lo chiami fa finta di non sentire fino a quando non si accorge che mi sto arrabbiando e fa finta di cadere dalle nuvole. Alterna momenti di euforia a momenti di tristezza assoluta che a volte sfociano in crisi di pianto incontrollabili (in alcune occasioni sono durate anche mezz'ora senza che niente o nessuno riuscissero a farlo tranquillizzare). Ci tengo a precisare che mio figlio è sempre stato un bambino molto solare e assolutamente indipendente. Ha iniziato a dormire in cameretta da solo dai 5 mesi, nel letto da "grande" senza sponde dai 18 mesi, ha tolto il pannolino a 2 anni. Anche con l'arrivo della sorellina, si passano 21 mesi, non ci sono stati problemi, anzi da subito l'ha amata e mi rimproverava se non andavo subito a prenderla quando piangeva, a volte mi portava lui il ciuccio da darle. E' un bambino molto riflessivo e con un'immaginazione molto spiccata. Affettuoso e ubbidiente, non perchè fossimo stati noi genitori a insegnarglielo ma perchè lo è sempre stato di natura. Non è mai stato necessario rimproverarlo, se qualcosa non andava bastava spiegargli il perchè e lui rispondeva con un candido "Capito mamma" e non lo faceva più. Se provo a farlo adesso , invece, capita spesso che faccia finta di fare qualcos'altro. Distoglie lo sguardo, è come se facesse finta che io non sia li vicino a lui. Mi chiedo cosa è successo al mio bambino, come posso fare ad aiutarlo a ritrovare la sua serenità. Ogni volta che fa queste cose mi si spezza il cuore perchè è palese che la sua sia una ricerca di aiuto, ma io non riesco a trovare il modo per tranquillizzarlo. Sapreste darmi qualche indicazione su come comportarmi? Cosa è cambiato in lui in questo ultimo mese? Vorrei riuscire a ridonargli un po' di pace. Vi ringrazio per l'aiuto che vorrete darmi.
[#1]
Gentile signora, in che termini vede il Suo bimbo più triste del solito?
Lei descrive le crisi di pianto, ma a parte questo comportamento (e la regione che le ha scatenate), in che cosa vede la sofferenza e la ricerca di aiuto nel suo bimbo?
Il fatto di isolarsi, secondo Lei, non può essere inteso come desiderio di indipendenza (a tre anni è sensato)?
Anche il fatto di "sfidarla" facendo finta di non sentire: il bambino si allontana un po' dalla mamma ma la vuole a disposizione...vediamo un po' che fa la mamma se io faccio determinate cose...
Se invece fosse sofferenza del suo bambino, Lei ha in mente alcune idee sulle ragioni? o sembra un fulmine a ciel sereno?
Lei descrive le crisi di pianto, ma a parte questo comportamento (e la regione che le ha scatenate), in che cosa vede la sofferenza e la ricerca di aiuto nel suo bimbo?
Il fatto di isolarsi, secondo Lei, non può essere inteso come desiderio di indipendenza (a tre anni è sensato)?
Anche il fatto di "sfidarla" facendo finta di non sentire: il bambino si allontana un po' dalla mamma ma la vuole a disposizione...vediamo un po' che fa la mamma se io faccio determinate cose...
Se invece fosse sofferenza del suo bambino, Lei ha in mente alcune idee sulle ragioni? o sembra un fulmine a ciel sereno?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
Intato grazie per la velocissima risposta. Alcune cose dette da lui mi fanno pensare che il cambiamento di umore siano dovute alla separazione. Ad esempio due sere fa mi ha detto che nessuno gli voleva bene e lo ha fatto con uno sguardo che non avevo mai visto in lui. Era serio e mi è sembrato profondamente turbato.. allora l'ho preso da parte ed ho iniziato ad elencargli un'infinità di persone che gli vogliono bene. Ad ogni nome che aggiungevo vedevo cambiare il suo volto, piano piano è tornato il sorriso, alla fine lui si è messo ad aggiungere nomi di altre persone ed io rispondevo di si. Alla fine mi ha abbracciato ed è tornato a giocare. Un altro fatto che è nuovo è quando lo metto a letto. Fino a poco tempo fa mi dava la buonanotte e si metteva a dormire. Adesso mi chiede di fargli compagnia (queste sono le sue parole) perchè lui è solo. Consideri che lui dorme vicino alla sorella con cui è in simbiosi completa.
Un'altro fatto strano che mi ha preoccupata è scaturito in occasione di una delle crisi di pianto violente di cui le parlavo. Si è nascosto in camera mia, seduto per terra ai piedi del letto. Ho provato ad accarezzarlo per rassicurarlo ma non ha voluto. Poi mi ha chiesto di formare una specie di cerchio con le braccia intorno a lui, come per abbracciarlo ma senza toccarlo. Per intenderci era come se formassi una "grotta" intorno a lui che se ne stava raggomitolato per terra. Sono stata così 10 minuti in silenzio, lui piano piano ha smesso di piangere. Poi mi ha detto basta, mi ha fatto togliere le braccia da quella posizione, mi ha dato un bacio e mi ha abbracciata. Io ho come l'impressione che abbia represso in questi mesi la sofferenza per l'allontanamento del padre e che poi sia esploso. Un'altra cosa mi lascia perplessa... continua a chiedermi "mamma sono stato bravo?", lo fa in ogni occasione, una volta è capitato anche appena svegliato, come se ci avesse pensato tutta la notte. Il fatto di isolarsi secondo me è voluto. Non mi riferisco a quando gioca. Mio figlio, come le dicevo è sempre stato molto indipendente. A volte passa molto tempo a giocare da solo con la fantasia, lo senti chiacchierare con i giocattoli mentre inventa avventure. L'attegiamento a cui facevo riferimento io invece lo trovo un po' anomalo. Ad esempio a volte capita che parliamo insieme delle nostre giornate, dei giochi, del lavoro, gli chiedo se si è divertito, cose di questo tipo e lui risponde sempre sereno, raccontandomi i dettagli di quello che ha fatto, poi di punto in bianco, come se la domanda non gli piacesse, si ammutolisce, gira lo sguardo, e non risponde più neanche se lo chiamo. Cambia proprio espressione, si rabbuia e difficilmente riesco a recuperare la situazione. Cosa ne pensa? Forse sto esagerando a preoccuparmi ed è solo una fase della crescita di ogni bambino, o effettivamente secondo lei c'è qualcosa che non sono riuscita a fare per la sua serenità? grazie in anticipo.
Un'altro fatto strano che mi ha preoccupata è scaturito in occasione di una delle crisi di pianto violente di cui le parlavo. Si è nascosto in camera mia, seduto per terra ai piedi del letto. Ho provato ad accarezzarlo per rassicurarlo ma non ha voluto. Poi mi ha chiesto di formare una specie di cerchio con le braccia intorno a lui, come per abbracciarlo ma senza toccarlo. Per intenderci era come se formassi una "grotta" intorno a lui che se ne stava raggomitolato per terra. Sono stata così 10 minuti in silenzio, lui piano piano ha smesso di piangere. Poi mi ha detto basta, mi ha fatto togliere le braccia da quella posizione, mi ha dato un bacio e mi ha abbracciata. Io ho come l'impressione che abbia represso in questi mesi la sofferenza per l'allontanamento del padre e che poi sia esploso. Un'altra cosa mi lascia perplessa... continua a chiedermi "mamma sono stato bravo?", lo fa in ogni occasione, una volta è capitato anche appena svegliato, come se ci avesse pensato tutta la notte. Il fatto di isolarsi secondo me è voluto. Non mi riferisco a quando gioca. Mio figlio, come le dicevo è sempre stato molto indipendente. A volte passa molto tempo a giocare da solo con la fantasia, lo senti chiacchierare con i giocattoli mentre inventa avventure. L'attegiamento a cui facevo riferimento io invece lo trovo un po' anomalo. Ad esempio a volte capita che parliamo insieme delle nostre giornate, dei giochi, del lavoro, gli chiedo se si è divertito, cose di questo tipo e lui risponde sempre sereno, raccontandomi i dettagli di quello che ha fatto, poi di punto in bianco, come se la domanda non gli piacesse, si ammutolisce, gira lo sguardo, e non risponde più neanche se lo chiamo. Cambia proprio espressione, si rabbuia e difficilmente riesco a recuperare la situazione. Cosa ne pensa? Forse sto esagerando a preoccuparmi ed è solo una fase della crescita di ogni bambino, o effettivamente secondo lei c'è qualcosa che non sono riuscita a fare per la sua serenità? grazie in anticipo.
[#3]
Gentile Signora,
difficile da qui, senza maggiori elementi che sarebbero rilevabili in presenza, darle una risposta precisa.
Da come lei ha descritto il suo bimbo, sembrerebbe esserci stato uno sviluppo affettivo sereno e senza complicazioni.
Anche i comportamenti che lei descrive potrebbero (e lo sottolineo) far parte dell'età, ma un fatto è certo, ed è quello della separazione dei genitori che per i bimbi, comunque vada, è un avvenimento traumatico che richiede accortezze particolari prima, durante e dopo.
Rivolgersi in presenza ad uno psicologo/psicoterapeuta (meglio se sistemico-relazionale)le sarebbe di aiuto per trovare risposte precise.
Cordialmente
difficile da qui, senza maggiori elementi che sarebbero rilevabili in presenza, darle una risposta precisa.
Da come lei ha descritto il suo bimbo, sembrerebbe esserci stato uno sviluppo affettivo sereno e senza complicazioni.
Anche i comportamenti che lei descrive potrebbero (e lo sottolineo) far parte dell'età, ma un fatto è certo, ed è quello della separazione dei genitori che per i bimbi, comunque vada, è un avvenimento traumatico che richiede accortezze particolari prima, durante e dopo.
Rivolgersi in presenza ad uno psicologo/psicoterapeuta (meglio se sistemico-relazionale)le sarebbe di aiuto per trovare risposte precise.
Cordialmente
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#4]
Utente
Grazie anche a lei Dr.Rinella. Mi rivolgerò sicuramente ad uno psicologo/psicoterapeuta. Secondo lei è più opportuno che lo faccia individualmente o può essere utile la presenza anche del bambino seppur molto piccolo?
Ed un'ultima domanda, prettamente pratica. Io avrei il nominativo di una persona molto valida a cui si era rivolto mio marito tempo fa, ci sono problemi da un punto di vista deontologico se io mi facessi aiutare dallo stesso specialista?
Ed un'ultima domanda, prettamente pratica. Io avrei il nominativo di una persona molto valida a cui si era rivolto mio marito tempo fa, ci sono problemi da un punto di vista deontologico se io mi facessi aiutare dallo stesso specialista?
[#5]
Gentile Signora,
avevo risposto alla sua prima mail, ma non alla sua replica, evidentemente stavamo scrivendo più o meno contemporaneamente.
In merito a quanto lei descrive è il caso che lei si rivolga ad un esperto.
A mio parere sarebbe opportuno consultare un terapeuta sistemico-relazionale indicato propriamente per il tipo di situazione complessiva che lei ha riferito e per valutare in un'ottica famigliare i comportamenti del bimbo, ma nulla vieta di compiere una scelta differente.
Le modalità di intervento in questo caso prevedono - in linea generale -che sia visto il bimbo insieme ai genitori, con qualche eccezione secondo i casi specifici, ma il bimbo non dovrebbe essere escluso dal consulto.
In ogni caso quando fisserà l'appuntamento, le verrà esplicitato chi dovrà essere presente.
A voi genitori, ovviamente, decidere a chi rivolgervi considerando tutti gli elementi che avete a disposizione.
Cordialmente
avevo risposto alla sua prima mail, ma non alla sua replica, evidentemente stavamo scrivendo più o meno contemporaneamente.
In merito a quanto lei descrive è il caso che lei si rivolga ad un esperto.
A mio parere sarebbe opportuno consultare un terapeuta sistemico-relazionale indicato propriamente per il tipo di situazione complessiva che lei ha riferito e per valutare in un'ottica famigliare i comportamenti del bimbo, ma nulla vieta di compiere una scelta differente.
Le modalità di intervento in questo caso prevedono - in linea generale -che sia visto il bimbo insieme ai genitori, con qualche eccezione secondo i casi specifici, ma il bimbo non dovrebbe essere escluso dal consulto.
In ogni caso quando fisserà l'appuntamento, le verrà esplicitato chi dovrà essere presente.
A voi genitori, ovviamente, decidere a chi rivolgervi considerando tutti gli elementi che avete a disposizione.
Cordialmente
[#6]
Utente
Gentile Dottoressa Rinella, grazie dei suoi consigli. Fisserò quanto prima un appuntamento con uno specialista. Ne ho parlato con mio marito e probabilemente fisseremo un primo colloquio io e lui insieme per poter anticipare le problematiche e valutare con lo psicologo come affrontare la situazione e gli eventuali incontri con il bambino. Spero si risolva tutto il prima possibile. Cordialmente.
[#7]
Attraverso le continue conferme, di affetto o di essere stato bravo, probabilmente il Suo bimbo sta cercando di trasmetterLe qualcosa.
I bambini così piccoli spesso fanno fatica a "sistemare" e dare un senso ad eventi quali il divorzio dei genitori e i piccoli tendono a pensare di essere in qualche modo colpevoli se il papà è andato via ("non sono stato bravo abbastanza e il papà è andato via..."). La relatività per i bimbi così piccoli non esiste, il loro pensiero è certo e assoluto.
"Io avrei il nominativo di una persona molto valida a cui si era rivolto mio marito tempo fa, ci sono problemi da un punto di vista deontologico se io mi facessi aiutare dallo stesso specialista?"
Può domandare a questa persona di fiducia il nominativo di un Collega valido.
Saluti,
I bambini così piccoli spesso fanno fatica a "sistemare" e dare un senso ad eventi quali il divorzio dei genitori e i piccoli tendono a pensare di essere in qualche modo colpevoli se il papà è andato via ("non sono stato bravo abbastanza e il papà è andato via..."). La relatività per i bimbi così piccoli non esiste, il loro pensiero è certo e assoluto.
"Io avrei il nominativo di una persona molto valida a cui si era rivolto mio marito tempo fa, ci sono problemi da un punto di vista deontologico se io mi facessi aiutare dallo stesso specialista?"
Può domandare a questa persona di fiducia il nominativo di un Collega valido.
Saluti,
[#9]
Gentile Signora,
lei dice:
<< Io ho come l'impressione che abbia represso in questi mesi la sofferenza per l'allontanamento del padre e che poi sia esploso.>>..
diciamo che accade molto spesso che i bambini facciano finta di non capire e cerchino di adottare un comportamento normale nella speranza che tutto possa tornare all'ordine preesistente.
Durante questa fase spesso loro possono credere di avere una qualche responsabilità e dunque cercano di fare i bravi proprio per non creare nuovi motivi di attrito fra i gentori; questa ipotesi sembrerebbe trovare conferma nel fatto che suo sia alla continua ricerca di conferme della propria bravura.
In una fase successiva possono accorgersi che i loro sforzi non sono stati ripagati allora reagiscono male.
Questo farebbe parte di un "normale" processo di elaborazione; d'altronde non possiamo aspettarci ragionevolmente che guardino in modo indifferente ai cambiamenti che vi hanno coinvolto.
Detto ciò se lei ritiene che gli atteggiamenti di suo figlio siano troppo lontani dalla normale espressività di un fisiologico dolore allora segua il consiglio delle colleghe che mi hanno preceduto e si rivolga ad un terapeuta dell'età evolutiva.
Cordialmente
lei dice:
<< Io ho come l'impressione che abbia represso in questi mesi la sofferenza per l'allontanamento del padre e che poi sia esploso.>>..
diciamo che accade molto spesso che i bambini facciano finta di non capire e cerchino di adottare un comportamento normale nella speranza che tutto possa tornare all'ordine preesistente.
Durante questa fase spesso loro possono credere di avere una qualche responsabilità e dunque cercano di fare i bravi proprio per non creare nuovi motivi di attrito fra i gentori; questa ipotesi sembrerebbe trovare conferma nel fatto che suo sia alla continua ricerca di conferme della propria bravura.
In una fase successiva possono accorgersi che i loro sforzi non sono stati ripagati allora reagiscono male.
Questo farebbe parte di un "normale" processo di elaborazione; d'altronde non possiamo aspettarci ragionevolmente che guardino in modo indifferente ai cambiamenti che vi hanno coinvolto.
Detto ciò se lei ritiene che gli atteggiamenti di suo figlio siano troppo lontani dalla normale espressività di un fisiologico dolore allora segua il consiglio delle colleghe che mi hanno preceduto e si rivolga ad un terapeuta dell'età evolutiva.
Cordialmente
Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 37.4k visite dal 07/09/2010.
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