Pensionamento
Salve,scrivo perchè cerco un consiglio pratico su cosa fare e come comportarmi riguardo una situazione a cui sono venuta a conoscenza da poco.
ono sposata e con i miei suoceri ho sempre avuto un buon rapporto,complice anche il fatto di una lontanaza strategica,non così vicino da arrivarci in ciabatte,ma nemmeno così lontano da dover preparare valige!
Pochi giorni fa,mia cognata(moglie del fratello di mio marito) mi mette al corrente di una situazione che non immaginavo neppure:mia suocera non sta affatto bene.Lei ha sempre sofferto un po' di depressione,fa la maestra delle elementari e ogni estate so che doveva prendersi qualche antidepressivo appena finiva la scuola.Negli ultimi anni però non sapevo che la cosa si fosse aggravata,e al parlare di pensionamento,mia suocera dava letteralmente di matto,tanto che il dirigente scolastico chiamava i miei cognati per andarla a riprendere poichè non era in condizioni di guidare.
Con la nascita delle nipoti(2 mie e 2 di mio cognato)ora vive letteralmente solo per loro,sono il suo unico pensiero.Ma con me è relativo,poichè grazie i 70km che ci separano la nostra vita di famiglia a 4 non è minacciata dalla sua esagerata invadenza,come invece avviene con i miei cognati che abitano nella sua stessa città.
Con la prima nipote(di mio cognato) lei ha un rapporto molto particolare,sono venuta a sapere che fa delle cose che poi nega,che si vuole far chiamare mamma,che anche se la bambina ha quasi 4 anni vuole prenderla in braccio e darle il biberon come se dovesse allattarla al seno,e comportamenti simili.
Ciò è accaduto solo con questa nipote,che è anche una bambina molto precoce per la sua età,infatti i genitori sono seguiti da uno specialista che li coniglia.
A me questa cosa mia ha molto turbata,anche perchè non ho più fiducia a lasciarle le mie figlie.
Tutto ciò è tenuto tacito da mio suocero,che pensa che basta un po' di antidepressivi per risolvere la cosa.Non vuole assolutamente se ne parli e ovviamente non vuole neppure che noi sappiamo.Anche lui è in pensione,ma lavora dalla mattina alla sera nello studio di mio cognato(libero professionista)e ora che mia suocera a settembre non rientrerà al lavoro sarà sola giornate intere.
Mio marito,oltre a rimanerci male,non vuole parlare con i genitori si vergogna e non sa neppure come muoversi...chiede a me cosa fare...e io sinceramente non lo so.
In realtà forse ho semplificato troppo la faccenda e ho tralasciati note importanti,ma sarebbe davvero lunga e non ho abbastanza spazio.
Ringrazio
ono sposata e con i miei suoceri ho sempre avuto un buon rapporto,complice anche il fatto di una lontanaza strategica,non così vicino da arrivarci in ciabatte,ma nemmeno così lontano da dover preparare valige!
Pochi giorni fa,mia cognata(moglie del fratello di mio marito) mi mette al corrente di una situazione che non immaginavo neppure:mia suocera non sta affatto bene.Lei ha sempre sofferto un po' di depressione,fa la maestra delle elementari e ogni estate so che doveva prendersi qualche antidepressivo appena finiva la scuola.Negli ultimi anni però non sapevo che la cosa si fosse aggravata,e al parlare di pensionamento,mia suocera dava letteralmente di matto,tanto che il dirigente scolastico chiamava i miei cognati per andarla a riprendere poichè non era in condizioni di guidare.
Con la nascita delle nipoti(2 mie e 2 di mio cognato)ora vive letteralmente solo per loro,sono il suo unico pensiero.Ma con me è relativo,poichè grazie i 70km che ci separano la nostra vita di famiglia a 4 non è minacciata dalla sua esagerata invadenza,come invece avviene con i miei cognati che abitano nella sua stessa città.
Con la prima nipote(di mio cognato) lei ha un rapporto molto particolare,sono venuta a sapere che fa delle cose che poi nega,che si vuole far chiamare mamma,che anche se la bambina ha quasi 4 anni vuole prenderla in braccio e darle il biberon come se dovesse allattarla al seno,e comportamenti simili.
Ciò è accaduto solo con questa nipote,che è anche una bambina molto precoce per la sua età,infatti i genitori sono seguiti da uno specialista che li coniglia.
A me questa cosa mia ha molto turbata,anche perchè non ho più fiducia a lasciarle le mie figlie.
Tutto ciò è tenuto tacito da mio suocero,che pensa che basta un po' di antidepressivi per risolvere la cosa.Non vuole assolutamente se ne parli e ovviamente non vuole neppure che noi sappiamo.Anche lui è in pensione,ma lavora dalla mattina alla sera nello studio di mio cognato(libero professionista)e ora che mia suocera a settembre non rientrerà al lavoro sarà sola giornate intere.
Mio marito,oltre a rimanerci male,non vuole parlare con i genitori si vergogna e non sa neppure come muoversi...chiede a me cosa fare...e io sinceramente non lo so.
In realtà forse ho semplificato troppo la faccenda e ho tralasciati note importanti,ma sarebbe davvero lunga e non ho abbastanza spazio.
Ringrazio
[#1]
Gentile Utente,
è difficile darle un consiglio pratico dal momento che il suo problema si basa tutto suu fatti riferiti.
Rispetto a sua suocera, i comportamenti che lei riporta non sono sani, anche e soprattutto per i nipoti, e se reali potrebbero essere indice di una situazione depressiva anche più seria che deve essere seguita in maniera più puntuale da uno specialista.
L'ideale sarebbe farla seguire farmacologicamente in accoppiamento ad una terapia psicologica di supporto o psicoterapia (questo dovrà valutarlo il professionista che la segue).
Per quanto riguarda le ripercussioni sul suo nucleo familiare, vista la lontananza ed il relativo contatto non credo che ci siano pericoli per lei ed i suoi figli, sta a voi scegliere se fare finta di non sapere o occuparsi della cosa con tutte le conseguenze. Non esiste una scelta giusta a priori: dipende dai vostri rapporti, dalle vostre emozioni, dal vostro interesse. Forse, ma anche qui bisognerebbe conoscere la storia familiare, la strada più semplice, sarebbe far rompere il ghiaccio con la madre a suo marito ma è una scelta intima e personale, che può prendere solo se se la sente.
In bocca al lupo
è difficile darle un consiglio pratico dal momento che il suo problema si basa tutto suu fatti riferiti.
Rispetto a sua suocera, i comportamenti che lei riporta non sono sani, anche e soprattutto per i nipoti, e se reali potrebbero essere indice di una situazione depressiva anche più seria che deve essere seguita in maniera più puntuale da uno specialista.
L'ideale sarebbe farla seguire farmacologicamente in accoppiamento ad una terapia psicologica di supporto o psicoterapia (questo dovrà valutarlo il professionista che la segue).
Per quanto riguarda le ripercussioni sul suo nucleo familiare, vista la lontananza ed il relativo contatto non credo che ci siano pericoli per lei ed i suoi figli, sta a voi scegliere se fare finta di non sapere o occuparsi della cosa con tutte le conseguenze. Non esiste una scelta giusta a priori: dipende dai vostri rapporti, dalle vostre emozioni, dal vostro interesse. Forse, ma anche qui bisognerebbe conoscere la storia familiare, la strada più semplice, sarebbe far rompere il ghiaccio con la madre a suo marito ma è una scelta intima e personale, che può prendere solo se se la sente.
In bocca al lupo
Dr.ssa Maddalena Mancioli
www.studiopsicologiamancioli.com
[#2]
Gentile signora, la malattia mentale è stigmatizzata, si tende a parlarne poco e malvolentieri. Nessuna sorpresa perciò che la situazione di sua suocera sia mezza ufficiale e mezza ufficiosa.
È opportuno tenere d'occhio sua suocera, da parte di chi le abita vicino, per verificare come evolve il suo comportamento. Senza allarmismi, ma nemmeno chiudendo entrambi gli occhi. Il fatto che sua suocera si sia dispiaciuta per l'ingresso nella pensione, non significa che da ora in poi la cosa evolverà certamente in peggio. Ad ogni modo se la signora è già seguita farmacologicamente, sarebbe una buona idea farla parlare anche con uno psicologo/psicoterapeuta, per farla seguire meglio.
Potrebbe essere opportuno anche chiedere un parere allo specialista che già segue la nipote, quanto meno potrà indirizzarvi.
Cordiali saluti
È opportuno tenere d'occhio sua suocera, da parte di chi le abita vicino, per verificare come evolve il suo comportamento. Senza allarmismi, ma nemmeno chiudendo entrambi gli occhi. Il fatto che sua suocera si sia dispiaciuta per l'ingresso nella pensione, non significa che da ora in poi la cosa evolverà certamente in peggio. Ad ogni modo se la signora è già seguita farmacologicamente, sarebbe una buona idea farla parlare anche con uno psicologo/psicoterapeuta, per farla seguire meglio.
Potrebbe essere opportuno anche chiedere un parere allo specialista che già segue la nipote, quanto meno potrà indirizzarvi.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Utente
Ringrazio immensamente per le risposte e la rapidità.
Gentile dott.ssa Mancioli
ho consigliato a mio marito di parlare,più che con la madre,con il padre di questa situazione.Del aftto che ne siamo a conoscenza,e che c'è tutto il supporto emotivo e anche pratico finchè possibile da parte nostra.
Ma mio marito è una persona molto particolare,chiusa oltre che un semplice introverso.
Con me per fortuna abbiamo istaurato col tempo una buona comunicazione,ma si figuri che con i miei genitori che stima molto(mi dice) che cerca e a cui da molto peso la loro opinione,nonrivolge parola quasi...mio padre scherzando spesso gli dice che in 6 anni che lo conosce non ha ancora capito se gli da del "TU" o no...
Lui vorrebbe,ma è frenato,anzi incatenato.Mi dice di chiamare io suo padre e parlargli io.Ma non voglio,non lo trovo giusto,primo perchè lui gioca molto sulla mia espansività e si appoggia troppo,e poi perchè va un po' oltre il mio "ruolo",il supporto,l'affrontare la cosa insieme si,il dover ricoprire i suoi ruoli no.
Anche secondo me un supporto non solo farmacologico sarebbe la cosa migliore...ma la cosa deve essere taciuta e quindi non se ne parla.
Purtroppo nemmeno mio cognato parla con i suoi,entrambi i figli sono cresciuti in maniera che debbano essere dipendenti sempre e comunque ai genitori,alla veneranda età di 35 e 37 anni.Mio cognato deve essere seguito passo passo da mio suocero sul lavoro,è un dentista e si figuri che i pazienti non hanno il numero suo di cellulare ma quello del padre,e mio cognato non dice niente per paura di offenderlo.
Mio marito,un po' meno,anche grazie alla lontanaza che gioca un ottimo ruolo,ma si figuri che si è preso una "sgridata" perchè ha cambiato opertore telefonico senza parlarne prima,e ora suo padre spende di più se deve chiamarlo.
Tralascio la questione della gestione economica,perchè me ne vergogno,ma non è difficile immaginare quanto vogliano e debbano tenere tutto controllato...
Purtroppo i miei suoceri(ma più mio suocero) si sentono importanti solo se sono indispensabili per i figli,hanno questo pensiero morboso che se i figli sono indipendenti loro valgono meno.
Con queste premesse non credo sia difficile comprendere che questi due figli non riusciranno mai a parlare con i genitori seduti ad un tavolo,da persone adulte...
Per quanto riguarda mia nipote,mi piange il cuore come dicevo è una bambina un po' particolare,lo specialista con cui parlano i miei cognati,ha detto che ha atteggiamenti preadolescenziali,tende soprattutto a sfidare la madre,cerca di trovare scontri con lei,e quando la nonna ha questi atteggiamenti,percepisce il malumore di mia cognata e quindi da man forte a mia suocera...dall'altra parte poi compensa con atteggiamenti molto infantili,tipici di bambini più piccoli...
ovviamente gli è stato consigliato di diminuire le visite con la nonna,ma non è semplice giustificarsi con loro senza essere diretti.
avrei un'altra domanda che mi assilla.Mia suocera si comporta così solo con la prima nipote,nemmeno con la sorellina più piccola ha mai avuto episodi simili.Io ora penso alle mie bambine,non ho bisogno del loro aiuto e non gliele ho mai lasciate,la vedono tutte le settimane,quando andiamo a fargli visita la domenica e quindi stiamo tutti insieme.Ora però capitano delle occasioni in cui mia suocera insieme a mio suocero verrano a tenermi le bambine una mattinata,secondo voi posso stare tranquilla?C'è la possibilità che mia suocera trovandosi sola con le bambine per la prima volta possa avere certi atteggiamenti anche se non li ha mai avuti prima?
Gentile dott.ssa Mancioli
ho consigliato a mio marito di parlare,più che con la madre,con il padre di questa situazione.Del aftto che ne siamo a conoscenza,e che c'è tutto il supporto emotivo e anche pratico finchè possibile da parte nostra.
Ma mio marito è una persona molto particolare,chiusa oltre che un semplice introverso.
Con me per fortuna abbiamo istaurato col tempo una buona comunicazione,ma si figuri che con i miei genitori che stima molto(mi dice) che cerca e a cui da molto peso la loro opinione,nonrivolge parola quasi...mio padre scherzando spesso gli dice che in 6 anni che lo conosce non ha ancora capito se gli da del "TU" o no...
Lui vorrebbe,ma è frenato,anzi incatenato.Mi dice di chiamare io suo padre e parlargli io.Ma non voglio,non lo trovo giusto,primo perchè lui gioca molto sulla mia espansività e si appoggia troppo,e poi perchè va un po' oltre il mio "ruolo",il supporto,l'affrontare la cosa insieme si,il dover ricoprire i suoi ruoli no.
Anche secondo me un supporto non solo farmacologico sarebbe la cosa migliore...ma la cosa deve essere taciuta e quindi non se ne parla.
Purtroppo nemmeno mio cognato parla con i suoi,entrambi i figli sono cresciuti in maniera che debbano essere dipendenti sempre e comunque ai genitori,alla veneranda età di 35 e 37 anni.Mio cognato deve essere seguito passo passo da mio suocero sul lavoro,è un dentista e si figuri che i pazienti non hanno il numero suo di cellulare ma quello del padre,e mio cognato non dice niente per paura di offenderlo.
Mio marito,un po' meno,anche grazie alla lontanaza che gioca un ottimo ruolo,ma si figuri che si è preso una "sgridata" perchè ha cambiato opertore telefonico senza parlarne prima,e ora suo padre spende di più se deve chiamarlo.
Tralascio la questione della gestione economica,perchè me ne vergogno,ma non è difficile immaginare quanto vogliano e debbano tenere tutto controllato...
Purtroppo i miei suoceri(ma più mio suocero) si sentono importanti solo se sono indispensabili per i figli,hanno questo pensiero morboso che se i figli sono indipendenti loro valgono meno.
Con queste premesse non credo sia difficile comprendere che questi due figli non riusciranno mai a parlare con i genitori seduti ad un tavolo,da persone adulte...
Per quanto riguarda mia nipote,mi piange il cuore come dicevo è una bambina un po' particolare,lo specialista con cui parlano i miei cognati,ha detto che ha atteggiamenti preadolescenziali,tende soprattutto a sfidare la madre,cerca di trovare scontri con lei,e quando la nonna ha questi atteggiamenti,percepisce il malumore di mia cognata e quindi da man forte a mia suocera...dall'altra parte poi compensa con atteggiamenti molto infantili,tipici di bambini più piccoli...
ovviamente gli è stato consigliato di diminuire le visite con la nonna,ma non è semplice giustificarsi con loro senza essere diretti.
avrei un'altra domanda che mi assilla.Mia suocera si comporta così solo con la prima nipote,nemmeno con la sorellina più piccola ha mai avuto episodi simili.Io ora penso alle mie bambine,non ho bisogno del loro aiuto e non gliele ho mai lasciate,la vedono tutte le settimane,quando andiamo a fargli visita la domenica e quindi stiamo tutti insieme.Ora però capitano delle occasioni in cui mia suocera insieme a mio suocero verrano a tenermi le bambine una mattinata,secondo voi posso stare tranquilla?C'è la possibilità che mia suocera trovandosi sola con le bambine per la prima volta possa avere certi atteggiamenti anche se non li ha mai avuti prima?
[#4]
Gentile Signora,
quello che riferisce evidenzia dinamiche familiari molto intense e particolari. Dal momento che non si tratta di solo di un problema legato ad una specifica persona, ma di rapporti familiari intricati e caratterizzati dalla tendenza ad una comunicazione poco chiara, forse sarebbe il caso di interpellare uno specialista familiare o sistemico. Naturalmente, questo presuppone che anche se non tutti, almeno alcuni membri della famiglia siano disposti a collaborare.
Per quanto riguarda il parlare lei con suo suocero, concordo con la sua opinione: non credo sia un suo "compito" visto che in fondo si tratta della famiglia di origine di suo marito: la buona fede del suo intervento potrebbe essere frainteso e percepito come un'intrusione. A lei invece spetta il dovere di supportare e sostenere suo marito, anche nel superamento delle sue difficoltà relazionali con i genitori.
Rispetto alle paure per le sue figlie, credo che, se lei ha creato con le sue bambine un attaccamento sicuro basato sulla reciproca comunicazione e comprensione, gli incontri con sua suocera non potranno essere un pericolo. Educhi le bambine a parlare e confidarsi apertamente con lei e suo marito, senza il timore di rimproveri, ripercussioni o giudizi e vedrà che questo sarà un efficace fattore di protezione.
quello che riferisce evidenzia dinamiche familiari molto intense e particolari. Dal momento che non si tratta di solo di un problema legato ad una specifica persona, ma di rapporti familiari intricati e caratterizzati dalla tendenza ad una comunicazione poco chiara, forse sarebbe il caso di interpellare uno specialista familiare o sistemico. Naturalmente, questo presuppone che anche se non tutti, almeno alcuni membri della famiglia siano disposti a collaborare.
Per quanto riguarda il parlare lei con suo suocero, concordo con la sua opinione: non credo sia un suo "compito" visto che in fondo si tratta della famiglia di origine di suo marito: la buona fede del suo intervento potrebbe essere frainteso e percepito come un'intrusione. A lei invece spetta il dovere di supportare e sostenere suo marito, anche nel superamento delle sue difficoltà relazionali con i genitori.
Rispetto alle paure per le sue figlie, credo che, se lei ha creato con le sue bambine un attaccamento sicuro basato sulla reciproca comunicazione e comprensione, gli incontri con sua suocera non potranno essere un pericolo. Educhi le bambine a parlare e confidarsi apertamente con lei e suo marito, senza il timore di rimproveri, ripercussioni o giudizi e vedrà che questo sarà un efficace fattore di protezione.
[#5]
Utente
Ringrazio infinitamente ancora...Dr.ssa Mancioli,terrò conto dei suoi consigli...e almeno riuscirò meglio a capire in che direzione remare...
sono contenta che anche lei crede non sia giusto che parli io con mio suocero,con qualche instenza di mio marito avrei forse ceduto...ora meno.
saluti
sono contenta che anche lei crede non sia giusto che parli io con mio suocero,con qualche instenza di mio marito avrei forse ceduto...ora meno.
saluti
[#6]
Utente
Rispolvero questo nemmeno troppo vecchio post perchè mi sono resa conto di non farcela.
Credevo di riuscire ad essere più distaccata e vivere la cosa più da "lontano"...
Mio marito è tornato come prima,nel senso che non ci pensa e per lui è tutto tornato come prima...per me no.
Mi cominciano a pesare davvero tutti gli atteggiamenti dei miei suoceri...così a cui non facevo caso e lasciavo scivolare via "perchè tanto chi se ne frega tra 2 ore non li vedo più"...ora non riesco...
mai successo prima ma ora il sabato sera comincio a penasre che il giorno dopo mi TOCCA andare dai miei suoceri...non che prima facessi i salti di gioia,ma vivevo la cosa in maniera meno pesante...ora invece mi pesa...tanto troppo.
Ora che le scuole sono ricominciate e mia suocera è a casa freme per venire da noi...ogni scusa è buona e io ho il terrore che questa cosa si verifichi...
Sono una studentessa universitaria e faccio una facoltà con obbligo di frequenza,perciò per mia figlia minore di appena 9 mesi ho preso una baby sitter che me la tenga...mia suocera non capisce il motivo...il motivo di una spesa così inutile...per quei 2-3 mesi in cui devo frequentare si trasferisce lei da noi...(ovviamente a restare anche a dormire visto che ci dividono 80km)...mi si è congelatoil sangue nelle vene solo al pensiero!Ho ringraziato ma rifiutato,lei ha insistito(e lo farà ancora) ma sono rimasta fermissima,giustificando che non è giusto e che non chiederei mai a nessuno nemmeno mia mamma di andarsene da casa propria e stare 3 mesi con me per farmi da baby sitter(sarà che poi io sono contraria di mio a questi nonni rimpiazzatori dei genitori)...
Non sopporto più nulla,nessuna critica,nessun consiglio...
credevo che essere messa a conoscenza di questi fatti non mi potesse condizionare e invece si...
Con mio marito non ne parlo...non riesco proprio a meetrlo al corrente della mia insofferenza su tutto verso i suoi...anche se comunque mi conosce,un po' lo percepisce,e così cerca di smussare alcuni angoli...anchelui come me forse teme un mio eventuale "scoppio"...
Non so cosa fare nè come comportarmi...finchè è giusto fingere o svuotare il sacco...
sicuramente non riesco a tenermi tutto dentro devo sfogarmi con qualcuno...
Credevo di riuscire ad essere più distaccata e vivere la cosa più da "lontano"...
Mio marito è tornato come prima,nel senso che non ci pensa e per lui è tutto tornato come prima...per me no.
Mi cominciano a pesare davvero tutti gli atteggiamenti dei miei suoceri...così a cui non facevo caso e lasciavo scivolare via "perchè tanto chi se ne frega tra 2 ore non li vedo più"...ora non riesco...
mai successo prima ma ora il sabato sera comincio a penasre che il giorno dopo mi TOCCA andare dai miei suoceri...non che prima facessi i salti di gioia,ma vivevo la cosa in maniera meno pesante...ora invece mi pesa...tanto troppo.
Ora che le scuole sono ricominciate e mia suocera è a casa freme per venire da noi...ogni scusa è buona e io ho il terrore che questa cosa si verifichi...
Sono una studentessa universitaria e faccio una facoltà con obbligo di frequenza,perciò per mia figlia minore di appena 9 mesi ho preso una baby sitter che me la tenga...mia suocera non capisce il motivo...il motivo di una spesa così inutile...per quei 2-3 mesi in cui devo frequentare si trasferisce lei da noi...(ovviamente a restare anche a dormire visto che ci dividono 80km)...mi si è congelatoil sangue nelle vene solo al pensiero!Ho ringraziato ma rifiutato,lei ha insistito(e lo farà ancora) ma sono rimasta fermissima,giustificando che non è giusto e che non chiederei mai a nessuno nemmeno mia mamma di andarsene da casa propria e stare 3 mesi con me per farmi da baby sitter(sarà che poi io sono contraria di mio a questi nonni rimpiazzatori dei genitori)...
Non sopporto più nulla,nessuna critica,nessun consiglio...
credevo che essere messa a conoscenza di questi fatti non mi potesse condizionare e invece si...
Con mio marito non ne parlo...non riesco proprio a meetrlo al corrente della mia insofferenza su tutto verso i suoi...anche se comunque mi conosce,un po' lo percepisce,e così cerca di smussare alcuni angoli...anchelui come me forse teme un mio eventuale "scoppio"...
Non so cosa fare nè come comportarmi...finchè è giusto fingere o svuotare il sacco...
sicuramente non riesco a tenermi tutto dentro devo sfogarmi con qualcuno...
[#7]
Gentile Signora,
innanzitutto, anche se capisco le sue preoccupazioni di madre, la inviterei un attimo a mantenere la calma e a riflettere. Sicuramente l'intrusione dei suoceri (o dei genitori) nella gestione della propria famiglia è un fatto che può destabilizzare e spaventare, ma sono sicura che lei stia solo passando un momento di difficoltà e possa continuare a districarsi tra queste complicate relazioni come ha fatto fino ad ora. Adesso probabilmente è solo spaventata, forse anche dal fatto che ha paura di perdere l'"alleanza" che fino ad adesso ha avuto con suo marito.
Il consiglio che mi sento di darle quindi, è di provare a parlare con lui di quello che lei prova: lo metta al corrente dei suoi timori, delle sue paure ed emozioni,così da metterlo nella condizione di riuscire a capire quello che le sta succendendo. Affrontare questa situazione delicata in due, sarà molto meno gravoso per lei e soprattutto le può consentire di uscire da questo vicolo cieco che al momento vede.
In bocca al lupo
innanzitutto, anche se capisco le sue preoccupazioni di madre, la inviterei un attimo a mantenere la calma e a riflettere. Sicuramente l'intrusione dei suoceri (o dei genitori) nella gestione della propria famiglia è un fatto che può destabilizzare e spaventare, ma sono sicura che lei stia solo passando un momento di difficoltà e possa continuare a districarsi tra queste complicate relazioni come ha fatto fino ad ora. Adesso probabilmente è solo spaventata, forse anche dal fatto che ha paura di perdere l'"alleanza" che fino ad adesso ha avuto con suo marito.
Il consiglio che mi sento di darle quindi, è di provare a parlare con lui di quello che lei prova: lo metta al corrente dei suoi timori, delle sue paure ed emozioni,così da metterlo nella condizione di riuscire a capire quello che le sta succendendo. Affrontare questa situazione delicata in due, sarà molto meno gravoso per lei e soprattutto le può consentire di uscire da questo vicolo cieco che al momento vede.
In bocca al lupo
[#8]
Gentile Signora,
a quanto lei riferisce nelle le sue precedenti mail, nella famiglia di suo marito vi sono relazioni disfunzionali che si ripercuotono in qualche modo anche nella sua vita famigliare.
Lei sente la legittima necessità di salvaguardare il suo nucleo famigliare da spiacevoli intromissioni (come succede già a suo cognato?)ma è in dubbio sul dirlo (anzi forse più sul come dirlo) a suo marito che fatica a "parlare" con i propri genitori (forse si chiede anche se suo marito interverrebbe).
Allora cosa fare?
Tenersi tutto per sé o svuotare il sacco?
La seconda ipotesi è senz'altro preferibile, ma è questione delicata perché nel farlo dovrebbe tenere conto che suo marito si trova tra due fuochi: l'alleanza con lei e quella con i suoi genitori.
Potrebbe provare a risolvere il problema affrontando la questione con suo marito, ma se si sente in difficoltà, prenda in considerazione l'opportunità di
rivolgersi ad un terapeuta famigliare (sistemico-relazionale).
Vi sarebbe di aiuto per riuscire a confrontarvi su argomenti spinosi in un contesto idoneo e protetto.
Cordialmente
a quanto lei riferisce nelle le sue precedenti mail, nella famiglia di suo marito vi sono relazioni disfunzionali che si ripercuotono in qualche modo anche nella sua vita famigliare.
Lei sente la legittima necessità di salvaguardare il suo nucleo famigliare da spiacevoli intromissioni (come succede già a suo cognato?)ma è in dubbio sul dirlo (anzi forse più sul come dirlo) a suo marito che fatica a "parlare" con i propri genitori (forse si chiede anche se suo marito interverrebbe).
Allora cosa fare?
Tenersi tutto per sé o svuotare il sacco?
La seconda ipotesi è senz'altro preferibile, ma è questione delicata perché nel farlo dovrebbe tenere conto che suo marito si trova tra due fuochi: l'alleanza con lei e quella con i suoi genitori.
Potrebbe provare a risolvere il problema affrontando la questione con suo marito, ma se si sente in difficoltà, prenda in considerazione l'opportunità di
rivolgersi ad un terapeuta famigliare (sistemico-relazionale).
Vi sarebbe di aiuto per riuscire a confrontarvi su argomenti spinosi in un contesto idoneo e protetto.
Cordialmente
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#9]
Utente
inanzitutto ringrazio per le risposte e la disponibilità.
Dr.Rinella...mi sono proprio sentita colpita e affondata leggendola.Decisamente non posso tenermi tutto dentro,non lo trovo giusto e di carattere non riesco a somatizzare ma devo sempre esternare...
Ora per non "scoppiare" lo sto facendo con la mia amica di infanzia a cui sono legata,mi serve come sfogo fine a se stesso,oltre la comprensione non posso ottenere di più.
Devo trovare le parole giuste per affrontare la questione con mio marito...non siamo mai stati una coppia con difficoltà comunicative,ci siamo sempre parlati chiaramente,ma stavolta l'argomento è delicato...e ho paura di ferirlo...
Non ho paura (forse sbaglio) di perdere il mio "alleato",so quanto è legato alla sua famiglia di orgine,molto più di tanti altri uomini,ma vedo che comunque la sua famiglia formata da me e le sue bambine viene sempre prima di tutto...
La mia paura sta solo nel ferirlo...se dovessi mettermi nei suoi panni non mi piacerebbe sentrmi dire da lui che non si fida dei miei genitori,che non lascierebbe mai la bambine sole con loro,che anche se in buona fede li ritiene sempre e comunque persone che controllano tutto quello che facciamo,quanti soldi spendiamo e dove li spendiamo,o di come puntualizzano la nostra organizzazione settimanale,il fatto che non ci è concessa una domenica di puro ozio a casa nostra,perchè se non si ha nulla da fare DOBBIAMO andare noi da loro o loro da noi..
Non mi piacerebbe affatto sentirmelo dire,ma infondo è quello che i miei suoceri fanno con noi.
Mi sento privata della mia libertà.
Percepisco che anche a mio marito non apprezza tutti questi comportamenti,ma da un lato è cresciuto in questo modo e con i suoi che si sono sempre comportati così,da un'altro gli fa comodo poichè delega al padre qualsiasi commissione...
Non sarei contraria a confrontarmi con un terapeuta...ma per quanto riguarda mio marito ho più dubbi su una sua positiva partecipazione....
Dr.Rinella...mi sono proprio sentita colpita e affondata leggendola.Decisamente non posso tenermi tutto dentro,non lo trovo giusto e di carattere non riesco a somatizzare ma devo sempre esternare...
Ora per non "scoppiare" lo sto facendo con la mia amica di infanzia a cui sono legata,mi serve come sfogo fine a se stesso,oltre la comprensione non posso ottenere di più.
Devo trovare le parole giuste per affrontare la questione con mio marito...non siamo mai stati una coppia con difficoltà comunicative,ci siamo sempre parlati chiaramente,ma stavolta l'argomento è delicato...e ho paura di ferirlo...
Non ho paura (forse sbaglio) di perdere il mio "alleato",so quanto è legato alla sua famiglia di orgine,molto più di tanti altri uomini,ma vedo che comunque la sua famiglia formata da me e le sue bambine viene sempre prima di tutto...
La mia paura sta solo nel ferirlo...se dovessi mettermi nei suoi panni non mi piacerebbe sentrmi dire da lui che non si fida dei miei genitori,che non lascierebbe mai la bambine sole con loro,che anche se in buona fede li ritiene sempre e comunque persone che controllano tutto quello che facciamo,quanti soldi spendiamo e dove li spendiamo,o di come puntualizzano la nostra organizzazione settimanale,il fatto che non ci è concessa una domenica di puro ozio a casa nostra,perchè se non si ha nulla da fare DOBBIAMO andare noi da loro o loro da noi..
Non mi piacerebbe affatto sentirmelo dire,ma infondo è quello che i miei suoceri fanno con noi.
Mi sento privata della mia libertà.
Percepisco che anche a mio marito non apprezza tutti questi comportamenti,ma da un lato è cresciuto in questo modo e con i suoi che si sono sempre comportati così,da un'altro gli fa comodo poichè delega al padre qualsiasi commissione...
Non sarei contraria a confrontarmi con un terapeuta...ma per quanto riguarda mio marito ho più dubbi su una sua positiva partecipazione....
[#10]
Gentile Signora,
appunto, il problema è come dirglielo, il suo timore di ferirlo comunque,lei sa bene che suo marito è in difficoltà poiché c'è comunque un "copione famigliare" al quale è difficile per lui mettere mano.
Dall'altra parte c'è l'amore per lei e per le bimbe che non è certo da mettere in discussione e suo marito cerca come può di smussare gli spigoli.
A parer mio la questione di fondo sarebbe quella del difficile svincolo di suo marito dalla propria famiglia d'origine (da cui le conseguenze sul vostro nucleo e la sua sofferenza attuale). In questo dovrebbe essere aiutato.
Per questo le ho indicato di interpellare di persona un terapeuta famigliare che potrà anche suggerirle come comunicare a suo marito il suo desiderio di ricevere insieme l'aiuto che vi occorre.
Cordialmente
appunto, il problema è come dirglielo, il suo timore di ferirlo comunque,lei sa bene che suo marito è in difficoltà poiché c'è comunque un "copione famigliare" al quale è difficile per lui mettere mano.
Dall'altra parte c'è l'amore per lei e per le bimbe che non è certo da mettere in discussione e suo marito cerca come può di smussare gli spigoli.
A parer mio la questione di fondo sarebbe quella del difficile svincolo di suo marito dalla propria famiglia d'origine (da cui le conseguenze sul vostro nucleo e la sua sofferenza attuale). In questo dovrebbe essere aiutato.
Per questo le ho indicato di interpellare di persona un terapeuta famigliare che potrà anche suggerirle come comunicare a suo marito il suo desiderio di ricevere insieme l'aiuto che vi occorre.
Cordialmente
[#11]
Utente
Dopo i sinceri e non così scontati ringraziamenti per le risposte...ieri a domanda diretta di mio marito,sono riuscita a svuotarmi del magone.
Ovviamente non è stato facile e ho dovuto "calibrare" bene le parole ed essere molto diplomatica,però sono riuscita a non tralasciare nulla:dalle mie preoccupazioni a lasciare le bambine con sua mamma,a come mi manca stare solo noi 4,a come le nostre faccende è giusto che si svolgano all'interno delle nostre 4 mura,alle questioni economiche....TUTTO insomma...
la cosa che mi ha stupita -e ora a cose fatte ora mi domando come potessi pensare che la pensasse diversamente- è che è daccordo con me,che mi capisce e che mi ha dato ragione.
Certo lo "scoglio" sua mamma è il più spinoso,lui da una parte e comprensibilmente vuole sminuire la situazione.Ha riprovato a richiedermi di parlare io a suo padre,e io mi sono di nuovo rifiutata.Gli ho risposto che se vuole affrontare la questione e avere il mio appoggio,lo avrà certamente,ma che io non mi metto in mezzo,che non è mio "compito" che ciò potrebbe davvero poi creare screzi con i suoi genitori.Inoltre ho aggiunto che non per forza dobbiamo fare qualcosa,se lui non riesce e non se la sente,una volte prese le "nostre precauzioni" le cose possono restare come sono...insomma dopotutto non muore mica nessuno.
Spero che alle parole seguano i fatti...ma sono una persona ottimista.
grazie per le risposte e il tempo dedicatomi
Ovviamente non è stato facile e ho dovuto "calibrare" bene le parole ed essere molto diplomatica,però sono riuscita a non tralasciare nulla:dalle mie preoccupazioni a lasciare le bambine con sua mamma,a come mi manca stare solo noi 4,a come le nostre faccende è giusto che si svolgano all'interno delle nostre 4 mura,alle questioni economiche....TUTTO insomma...
la cosa che mi ha stupita -e ora a cose fatte ora mi domando come potessi pensare che la pensasse diversamente- è che è daccordo con me,che mi capisce e che mi ha dato ragione.
Certo lo "scoglio" sua mamma è il più spinoso,lui da una parte e comprensibilmente vuole sminuire la situazione.Ha riprovato a richiedermi di parlare io a suo padre,e io mi sono di nuovo rifiutata.Gli ho risposto che se vuole affrontare la questione e avere il mio appoggio,lo avrà certamente,ma che io non mi metto in mezzo,che non è mio "compito" che ciò potrebbe davvero poi creare screzi con i suoi genitori.Inoltre ho aggiunto che non per forza dobbiamo fare qualcosa,se lui non riesce e non se la sente,una volte prese le "nostre precauzioni" le cose possono restare come sono...insomma dopotutto non muore mica nessuno.
Spero che alle parole seguano i fatti...ma sono una persona ottimista.
grazie per le risposte e il tempo dedicatomi
[#12]
Gentile Signora,
avere svuotato il sacco e trovato la comprensione di suo marito è già un bel passo avanti.
Come dice lei, adesso dovrebbero seguire i fatti oppure solo le "precauzioni" per vivere la vostra vita famigliare in modo autonomo.
Suo marito, tuttavia, ancora chiede il suo intervento per parlare con il padre e minimizza (ma è comprensibile alla luce di quello che abbiamo espresso precedentemente)ciò che riguarda la madre.
Lo sostenga, ma mantenga la sua risolutezza nel non volersi mettersi "in mezzo".
Stare "alla finestra" in questi casi per lei può essere una buona soluzione, anche se le difficoltà di suo marito a definire chiaramente i confini corretti con la propria famiglia rimangono, tanto è vero che chiede il suo aiuto.
Grazie anche a lei per il riscontro datoci.
Se ne sentirà ancora il bisogno, la ascolteremo volentieri.
I miei migliori auguri di serenità
avere svuotato il sacco e trovato la comprensione di suo marito è già un bel passo avanti.
Come dice lei, adesso dovrebbero seguire i fatti oppure solo le "precauzioni" per vivere la vostra vita famigliare in modo autonomo.
Suo marito, tuttavia, ancora chiede il suo intervento per parlare con il padre e minimizza (ma è comprensibile alla luce di quello che abbiamo espresso precedentemente)ciò che riguarda la madre.
Lo sostenga, ma mantenga la sua risolutezza nel non volersi mettersi "in mezzo".
Stare "alla finestra" in questi casi per lei può essere una buona soluzione, anche se le difficoltà di suo marito a definire chiaramente i confini corretti con la propria famiglia rimangono, tanto è vero che chiede il suo aiuto.
Grazie anche a lei per il riscontro datoci.
Se ne sentirà ancora il bisogno, la ascolteremo volentieri.
I miei migliori auguri di serenità
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 2.4k visite dal 02/09/2010.
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