Attacco di panico?
Gentili dottori,
sono una ragazza di 23 anni, studentessa.
credo di avere un problema.
quando avevo 17 anni ho iniziato ad accusare degli strani sintomi che inizialmente sembravano legati a un disturbo al cuore, ma dopo ecografie che non mostravano nulla di anomalo, a mia mamma è venuto in mente che cio che avvertivo sarebbe potuto essere un attacco di panico.
Detto questo, c'è stato qualche episodio di ansia, che è andato via via sparendo senza che facessi nulla di particolare: solo l'idea di essere non sola mi aiutava a fare sparire i sintomi.
L'anno scorso, periodo primaverile, è tornato un attacco di panico, ma non generante ansia o terrore, ma simulante uno svenimento. Ero a casa del mio ex ragazzo, ricordo bene la situazione. Da quel momento è stato tremendo, perche hanno iniziato a susseguirsi senza termine, quotidianamente. Il mio ragazzo, studente di psicologia, ha cercato in un qualche modo di aiutarmi, facendomi parlare, sfogare, distrarre in quei momenti. A posteriori mi rendo conto che era proprio lui una delle cause dei miei attacchi, il suo costante egoismo, la paranoia, il suo essere possessivo e scettico nei confronti della mia integrita morale.
Sono partita per un esperienza all'estero (decisa un anno prima), ho lasciato il mio ragazzo e gli attacchi sono spariti. completamente. è stato indubbiamente il periodo piu bello della mia vita.
Sono tornata in italia. mesi dopo, sotto esami ho avvertito dei formicolii o dolorini che mi portavano ansia, nulla di serio.
ora sono in australia, per un'altra esperienza di studio all'estero.
Un po per la lontananza e la solitudine, un po perche mi sento offesa (per tutte le paranoie nei confronti della mia presunta non serieta) dal matrimonio del mio ex (cosa che mi fa imbestialire, mi sento un'idiota per aver passato un anno e mezzo a farmi sovrastare caratterialmente da una persona che si è andata a sposare dopo 6 mesi che ci siamo lasciati), un po perche sto concludendo i miei studi e so che presto iniziero a lavorare, ad affrontare la realta e forse a dovermi scontrare col fatto che sono una ragazza normale, non un genio, e che dovro lottare per i miei successi, per quanto abbia cercato di avere quante piu esperienze possibili nell'ambito della mia formazione universitaria, per questi motivi ed altri ancora, ogni tanto inizio ad ascoltare troppo il mio corpo, a sentire dei dolorini nel mio petto e ad avere it terrore che mi potrebbe venire un infarto. Sono una ragazza razionale ed intelligente e so che non succederà nulla, quindi cerco di calmarmi, o, se proprio l'ansia offusca il mio cervello, esco a fare un giro cosi da sentirmi piu sicura, tranquilla e protetta.
So che trattandosi di attacchi di panico, lievi o presunti, la cura migliore sarebbe quella di parlare con uno psicologo, ma non me la sento. sono scettica, ho difficolta ad ammettere di non riuscire a risolvere i miei problemi da sola.
c'è qualcosa che potrei fare?avete qualche suggerimento o idea?
vi ringrazio anticipatamene
sono una ragazza di 23 anni, studentessa.
credo di avere un problema.
quando avevo 17 anni ho iniziato ad accusare degli strani sintomi che inizialmente sembravano legati a un disturbo al cuore, ma dopo ecografie che non mostravano nulla di anomalo, a mia mamma è venuto in mente che cio che avvertivo sarebbe potuto essere un attacco di panico.
Detto questo, c'è stato qualche episodio di ansia, che è andato via via sparendo senza che facessi nulla di particolare: solo l'idea di essere non sola mi aiutava a fare sparire i sintomi.
L'anno scorso, periodo primaverile, è tornato un attacco di panico, ma non generante ansia o terrore, ma simulante uno svenimento. Ero a casa del mio ex ragazzo, ricordo bene la situazione. Da quel momento è stato tremendo, perche hanno iniziato a susseguirsi senza termine, quotidianamente. Il mio ragazzo, studente di psicologia, ha cercato in un qualche modo di aiutarmi, facendomi parlare, sfogare, distrarre in quei momenti. A posteriori mi rendo conto che era proprio lui una delle cause dei miei attacchi, il suo costante egoismo, la paranoia, il suo essere possessivo e scettico nei confronti della mia integrita morale.
Sono partita per un esperienza all'estero (decisa un anno prima), ho lasciato il mio ragazzo e gli attacchi sono spariti. completamente. è stato indubbiamente il periodo piu bello della mia vita.
Sono tornata in italia. mesi dopo, sotto esami ho avvertito dei formicolii o dolorini che mi portavano ansia, nulla di serio.
ora sono in australia, per un'altra esperienza di studio all'estero.
Un po per la lontananza e la solitudine, un po perche mi sento offesa (per tutte le paranoie nei confronti della mia presunta non serieta) dal matrimonio del mio ex (cosa che mi fa imbestialire, mi sento un'idiota per aver passato un anno e mezzo a farmi sovrastare caratterialmente da una persona che si è andata a sposare dopo 6 mesi che ci siamo lasciati), un po perche sto concludendo i miei studi e so che presto iniziero a lavorare, ad affrontare la realta e forse a dovermi scontrare col fatto che sono una ragazza normale, non un genio, e che dovro lottare per i miei successi, per quanto abbia cercato di avere quante piu esperienze possibili nell'ambito della mia formazione universitaria, per questi motivi ed altri ancora, ogni tanto inizio ad ascoltare troppo il mio corpo, a sentire dei dolorini nel mio petto e ad avere it terrore che mi potrebbe venire un infarto. Sono una ragazza razionale ed intelligente e so che non succederà nulla, quindi cerco di calmarmi, o, se proprio l'ansia offusca il mio cervello, esco a fare un giro cosi da sentirmi piu sicura, tranquilla e protetta.
So che trattandosi di attacchi di panico, lievi o presunti, la cura migliore sarebbe quella di parlare con uno psicologo, ma non me la sento. sono scettica, ho difficolta ad ammettere di non riuscire a risolvere i miei problemi da sola.
c'è qualcosa che potrei fare?avete qualche suggerimento o idea?
vi ringrazio anticipatamene
[#1]
"So che trattandosi di attacchi di panico, lievi o presunti, la cura migliore sarebbe quella di parlare con uno psicologo, ma non me la sento. sono scettica, ho difficolta ad ammettere di non riuscire a risolvere i miei problemi da sola.
c'è qualcosa che potrei fare?avete qualche suggerimento o idea?"
Gentile ragazza, trovi nelle tue stesse parole la risposta e la contraddizione. Questi disturbi devono essere diagnosticati dallo specialista e di conseguenza trattati. Senza un aiuto specialistico non si guarisce.
La cura per eccellenza, qualora fossero attacchi di panico, è la farmacoterapia prescritta da un medico psichiatra e la psicoterapia.
Saluti,
c'è qualcosa che potrei fare?avete qualche suggerimento o idea?"
Gentile ragazza, trovi nelle tue stesse parole la risposta e la contraddizione. Questi disturbi devono essere diagnosticati dallo specialista e di conseguenza trattati. Senza un aiuto specialistico non si guarisce.
La cura per eccellenza, qualora fossero attacchi di panico, è la farmacoterapia prescritta da un medico psichiatra e la psicoterapia.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
(..) la cura migliore sarebbe quella di parlare con uno psicologo, ma non me la sento. sono scettica (..)
gentile ragazza è scettica sulla possibilità di una cura parlando con gli psicologi e chiede consigli agli psicologi. NONostate il suo contraddittorio scetticismo come psicologi le confermiamo che la cura migliore è quella psicologica.
saluti
gentile ragazza è scettica sulla possibilità di una cura parlando con gli psicologi e chiede consigli agli psicologi. NONostate il suo contraddittorio scetticismo come psicologi le confermiamo che la cura migliore è quella psicologica.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#3]
"ho difficolta ad ammettere di non riuscire a risolvere i miei problemi da sola. c'è qualcosa che potrei fare?"
Si, chiedersi quando ha imparato che bisogna farcela sempre da soli, cioè che lei non ha il diritto di chiedere aiuto.
Cordialmente
Si, chiedersi quando ha imparato che bisogna farcela sempre da soli, cioè che lei non ha il diritto di chiedere aiuto.
Cordialmente
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#4]
Utente
Gentili dottori,
grazie per le tempestive risposte.
so che, qualora questi attacchi non fossero legati a stress o situazioni temporanee, dovrei affrontare la cosa con uno specialista. Questo è al momento, il mio modo di affrontare la cosa, di accettare il fatto che c'è un problema e di chiedere consiglio a chi ne sa piu di me. Avere scritto qua del mio problema, aver indirizzato la lettera alla sezione di psicologia, è per me gia un grosso passo avanti.
Credo che prima o poi affronterò questo problema, magari una volta che sarò nuovamente in italia o che deciderò di fermarmi in un qualche posto (dato che le terapie solitamente sono un percorso di una certa durata).
Secondo voi è possibile per il momento, cercare di avvicinarmi io stessa al problema che mi crea questi episodi o quanto meno capire lontanamente a cosa è legato, di modo da poter temporaneamente convivervi?
C'è un qualche modo per riuscire ad "arginare" gli attacchi qualora ai presentassero in momenti in cui non posso chiedere aiuto a nessuno, a parte cercare di mantenere la calma? la paura è irrazionale, e molte volte anche se il nostro cervello "funziona" normalmente, non riusciamo a ascoltarlo...
grazie
grazie per le tempestive risposte.
so che, qualora questi attacchi non fossero legati a stress o situazioni temporanee, dovrei affrontare la cosa con uno specialista. Questo è al momento, il mio modo di affrontare la cosa, di accettare il fatto che c'è un problema e di chiedere consiglio a chi ne sa piu di me. Avere scritto qua del mio problema, aver indirizzato la lettera alla sezione di psicologia, è per me gia un grosso passo avanti.
Credo che prima o poi affronterò questo problema, magari una volta che sarò nuovamente in italia o che deciderò di fermarmi in un qualche posto (dato che le terapie solitamente sono un percorso di una certa durata).
Secondo voi è possibile per il momento, cercare di avvicinarmi io stessa al problema che mi crea questi episodi o quanto meno capire lontanamente a cosa è legato, di modo da poter temporaneamente convivervi?
C'è un qualche modo per riuscire ad "arginare" gli attacchi qualora ai presentassero in momenti in cui non posso chiedere aiuto a nessuno, a parte cercare di mantenere la calma? la paura è irrazionale, e molte volte anche se il nostro cervello "funziona" normalmente, non riusciamo a ascoltarlo...
grazie
[#5]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazza, non tutti i percorsi psicoterapeutici durano anni. Questo è uno dei tanti "miti" legati al mondo della psicoterapia.
Chiedere a degli psicologi come fare ad arginare da sola le sue crisi di panico equivale ad andare al pronto soccorso e chiedere come medicarsi da soli.
Non esistono "trucchi" o stratagemmi che, indicati online, le risolvano il problema.
Attualmente, il suo problema non è tanto "ho attacchi di panico", ma "non riesco a chiedere aiuto per i miei attacchi di panico".
Cordialmente
Chiedere a degli psicologi come fare ad arginare da sola le sue crisi di panico equivale ad andare al pronto soccorso e chiedere come medicarsi da soli.
Non esistono "trucchi" o stratagemmi che, indicati online, le risolvano il problema.
Attualmente, il suo problema non è tanto "ho attacchi di panico", ma "non riesco a chiedere aiuto per i miei attacchi di panico".
Cordialmente
[#6]
Utente
Gentili dottori,
ieri ero in università da un mio amico a preparare una presentazione. giornata splendida, a leggere un libro sotto un sole estivo.
panico.
alle mie spalle il centro medico.
al terzo tentativo sono entrata ed andata allo sportello del consultorio. era tardi, stavano chiudendo. mi hanno concesso 10 minuti con una psicologa. sono scoppiata a piangere, ho parlato con lei per poco. mi ha consigliato di andare allo sportello analogo della mia università, per parlare con qualcuno.
mi sono sentita meglio. ho chiesto aiuto.
inizialmente ho preso male le vostre risposte, fredde e apparentemente supponenti, ma proprio questa vostro modo di rispondere mi ha portato a capire che effettivamente non sarei stata in grado di gestire la cosa da sola (fino a 2 settimane fa pensavo di poterlo fare).
non so come questa cosa andrà, affrontare i miei problemi parlando in una lingua che non è la mia (magari sto scappando anche in questo), ma comunque vi ringrazio per avermi dato questa grossa spinta.
ieri ero in università da un mio amico a preparare una presentazione. giornata splendida, a leggere un libro sotto un sole estivo.
panico.
alle mie spalle il centro medico.
al terzo tentativo sono entrata ed andata allo sportello del consultorio. era tardi, stavano chiudendo. mi hanno concesso 10 minuti con una psicologa. sono scoppiata a piangere, ho parlato con lei per poco. mi ha consigliato di andare allo sportello analogo della mia università, per parlare con qualcuno.
mi sono sentita meglio. ho chiesto aiuto.
inizialmente ho preso male le vostre risposte, fredde e apparentemente supponenti, ma proprio questa vostro modo di rispondere mi ha portato a capire che effettivamente non sarei stata in grado di gestire la cosa da sola (fino a 2 settimane fa pensavo di poterlo fare).
non so come questa cosa andrà, affrontare i miei problemi parlando in una lingua che non è la mia (magari sto scappando anche in questo), ma comunque vi ringrazio per avermi dato questa grossa spinta.
[#8]
Gentile Utente,
arrivo purtroppo in ritardo rispetto ai consigli dei miei Colleghi, che a quanto sembra hanno già avuto ottimi effetti.
Vorrei solo aggiungere che il fatto di sentirsi meglio dopo lo sfogo è di certo un ottimo segnale (= della necessità di chiedere aiuto) ma la costanza deve esserne la diretta conseguenza.
Costanza in che cosa?
Se Lei stessa rilegge attentamente le Sue mail, noterà che le descrizioni oscillano spesso tra aspetti emotivi e razionalizzazioni.
Emotivamente teme di non riuscire a recuperare un equilibrio emotivo (ideale) ma razionalmente vorrebbe farcela da sola.
Entrambe queste posizioni sono legittime ed auspicabili, ma il problema nasce nel momento in cui si "oscilla" continuamente da una all'altra.
Decida di "lasciarsi andare" completamente alle emozioni, oppure decida di razionalizzare completamente il Suo percorso mentale verso l'equilibrio. Una volta deciso però cerchi di essere "costante".
1- Altrimenti non potrà affrontare una psicoterapia (perchè ogni 5 minuti si chiederebbe se funziona oppure no).
2- Altrimenti non potrà farcela da sola razionalizzando la realtà (perchè ogni 5 minuti avrebbe il timore di poter perdere il controllo). Ad es Lei sa (razionalmente) che non deve auto-controllare i rumori del Suo corpo ma (emotivamente) non riesce a farne a meno.
Ecco perchè si legge tanta confusione nella Sua mail: perchè non ha ancora deciso da che parte "pendere".
Infine, le allego questo articolo sull'ansia, anche se non so se lo leggerà più razionalmente o emotivamente
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
arrivo purtroppo in ritardo rispetto ai consigli dei miei Colleghi, che a quanto sembra hanno già avuto ottimi effetti.
Vorrei solo aggiungere che il fatto di sentirsi meglio dopo lo sfogo è di certo un ottimo segnale (= della necessità di chiedere aiuto) ma la costanza deve esserne la diretta conseguenza.
Costanza in che cosa?
Se Lei stessa rilegge attentamente le Sue mail, noterà che le descrizioni oscillano spesso tra aspetti emotivi e razionalizzazioni.
Emotivamente teme di non riuscire a recuperare un equilibrio emotivo (ideale) ma razionalmente vorrebbe farcela da sola.
Entrambe queste posizioni sono legittime ed auspicabili, ma il problema nasce nel momento in cui si "oscilla" continuamente da una all'altra.
Decida di "lasciarsi andare" completamente alle emozioni, oppure decida di razionalizzare completamente il Suo percorso mentale verso l'equilibrio. Una volta deciso però cerchi di essere "costante".
1- Altrimenti non potrà affrontare una psicoterapia (perchè ogni 5 minuti si chiederebbe se funziona oppure no).
2- Altrimenti non potrà farcela da sola razionalizzando la realtà (perchè ogni 5 minuti avrebbe il timore di poter perdere il controllo). Ad es Lei sa (razionalmente) che non deve auto-controllare i rumori del Suo corpo ma (emotivamente) non riesce a farne a meno.
Ecco perchè si legge tanta confusione nella Sua mail: perchè non ha ancora deciso da che parte "pendere".
Infine, le allego questo articolo sull'ansia, anche se non so se lo leggerà più razionalmente o emotivamente
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 2.5k visite dal 01/09/2010.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.