Un anno nel 2008, soffro
Gentili dottori, vi scrivo poiché ormai l'ansia si è "impossessata" di me. Più precisamente, secondo la psicologa da cui sono stata in cura per circa un anno nel 2008, soffro di ansia da abbandono.
Quando ero in cura da lei la situazione pareva andare leggermente meglio perché almeno il fatto di sfogarmi con lei mi tranquillizzava poiché mi sentivo capita, ma alla fine non ho potuto proseguire con le sedute dato che non potevo più permettermelo, oltre al fatto che non riuscivo a mettere in atto ciò che mi diceva lei (la guarigione prevede un impegno lungo e importante).
La mia ansia si manifesta soprattutto nei confronti del mio fidanzato, ho costantemente paura che possa lasciarmi e analizzo qualsiasi comportamento per capire se ci sia una seria minaccia. Inoltre la preoccupazione si trasforma anche in una forte gelosia che riesco a stento a tenere a freno.
Spesso le mie sensazioni mi fanno sentire una bambina e questa cosa la detesto perché per il resto mi reputo una persona molto razionale.
Ad accentuare i miei problemi è stato anche il fatto di aver perso il lavoro, ciò mi ha reso insicura e fragile. Ora sto tentando di avviare la libera professione, ma con queste debolezze è molto difficile dato che, per essere liberi professionisti ed affrontare le vicissitudini, ci vuole carattere e pugno duro.
Sto abbastanza male e non so come uscirne, dato che non ho le possibilità di sostenere dei consulti a pagamento.
Grazie
Quando ero in cura da lei la situazione pareva andare leggermente meglio perché almeno il fatto di sfogarmi con lei mi tranquillizzava poiché mi sentivo capita, ma alla fine non ho potuto proseguire con le sedute dato che non potevo più permettermelo, oltre al fatto che non riuscivo a mettere in atto ciò che mi diceva lei (la guarigione prevede un impegno lungo e importante).
La mia ansia si manifesta soprattutto nei confronti del mio fidanzato, ho costantemente paura che possa lasciarmi e analizzo qualsiasi comportamento per capire se ci sia una seria minaccia. Inoltre la preoccupazione si trasforma anche in una forte gelosia che riesco a stento a tenere a freno.
Spesso le mie sensazioni mi fanno sentire una bambina e questa cosa la detesto perché per il resto mi reputo una persona molto razionale.
Ad accentuare i miei problemi è stato anche il fatto di aver perso il lavoro, ciò mi ha reso insicura e fragile. Ora sto tentando di avviare la libera professione, ma con queste debolezze è molto difficile dato che, per essere liberi professionisti ed affrontare le vicissitudini, ci vuole carattere e pugno duro.
Sto abbastanza male e non so come uscirne, dato che non ho le possibilità di sostenere dei consulti a pagamento.
Grazie
[#2]
Utente
Innanzitutto grazie per la tempestiva risposta.
Nel senso che mi dava dei consigli per reagire, non ricordo molto ma ricordo che ad esempio mi diceva di spegnere il cellulare durante la notte dato che, in attesa che la domenica mattina il mio fidanzato mi chiamasse per uscire e temendo che mi chiamasse mentre ancora dormivo, lo tenevo acceso. In sostanza mi diceva di evitare tutti quei comportamenti che capivo derivanti dall'ansia e che fossero volti ad "assecondarla" per stare meglio.
Nel senso che mi dava dei consigli per reagire, non ricordo molto ma ricordo che ad esempio mi diceva di spegnere il cellulare durante la notte dato che, in attesa che la domenica mattina il mio fidanzato mi chiamasse per uscire e temendo che mi chiamasse mentre ancora dormivo, lo tenevo acceso. In sostanza mi diceva di evitare tutti quei comportamenti che capivo derivanti dall'ansia e che fossero volti ad "assecondarla" per stare meglio.
[#5]
La paura dell'abbandono riguarda tutti gli esseri umani.
Noi non siamo "fatti" per le separazioni, nè per le perdite. Quando accadono realmente ne soffriamo.
Questo non vuol dire non potersi permettere di provare paura. La paura dell'abbandono, se non diviene patologica e se non rovina le relazioni, è un emozione che sperimentiamo fin da bambini.
Io credo che sarebbe opportuno per Lei lavorare sui significati di questo abbandono: da dove viene questa paura?
Sembrerebbe, il Suo, il modo di stare in una relazione di una persona un po' depressa, non nel senso che sta a letto e piange tutto il giorno, ma che riesce a vedere solo il negativo delle cose.
Quante energie investe nella paura dell'abbandono?
E quante nel godersi la relazione col suo ragazzo?
Ma poi c'è anche una convinzione su di sè, cioè "mi reputo una persona molto razionale".
Va bene essere razionali, ma se l'abbandono fa paura, l'unica soluzione è attraversare questa paura.
Inoltre, dagli esempi che riporta, sembra quasi ci sia il desiderio di controllare il Suo fidanzato...mi sbaglio?
Se non può permettersi uno psicologo nel privato, ci sono anche i servizi di psicologia clinica presso gli ospedali pubblici.
Saluti,
Noi non siamo "fatti" per le separazioni, nè per le perdite. Quando accadono realmente ne soffriamo.
Questo non vuol dire non potersi permettere di provare paura. La paura dell'abbandono, se non diviene patologica e se non rovina le relazioni, è un emozione che sperimentiamo fin da bambini.
Io credo che sarebbe opportuno per Lei lavorare sui significati di questo abbandono: da dove viene questa paura?
Sembrerebbe, il Suo, il modo di stare in una relazione di una persona un po' depressa, non nel senso che sta a letto e piange tutto il giorno, ma che riesce a vedere solo il negativo delle cose.
Quante energie investe nella paura dell'abbandono?
E quante nel godersi la relazione col suo ragazzo?
Ma poi c'è anche una convinzione su di sè, cioè "mi reputo una persona molto razionale".
Va bene essere razionali, ma se l'abbandono fa paura, l'unica soluzione è attraversare questa paura.
Inoltre, dagli esempi che riporta, sembra quasi ci sia il desiderio di controllare il Suo fidanzato...mi sbaglio?
Se non può permettersi uno psicologo nel privato, ci sono anche i servizi di psicologia clinica presso gli ospedali pubblici.
Saluti,
[#6]
Utente
Date le sensazioni che provo, sono abbastanza sicura che la cosa è patologica, che vada oltre la normale paura dell'abbandono. Non so cosa abbia originato queste paure, ci penso spesso ma non so darmi una spiegazione. So solo che sono venute fuori con la mia prima storia seria, una storia iniziata a distanza ma proseguita quasi come una storia normale, nel senso che poi lui si trasferì a studiare nella mia città e stavamo a distanza solo nei periodi solitamente brevi (solo in estate non ci vedevamo per un mesetto) che lui trascorreva a casa sua. E in quei periodi di lontananza stavo male. La storia è po ipeggiorata per via del suo carattere e del suo trattarmi non proprio benissimo fino a che poi l'ho lasciato anche grazie ad un altro ragazzo di cui mi ero invaghita ma che alla fine si è solo preso gioco di me... però almeno mi ha aiutata a lasciarmi alle spalle quella storia.
Ora sto con un altro ragazzo con cui sto decisamente bene.
Per quanto riguarda le energie che investo nella paura dell'abbandono posso dire tante, troppe. Quelle che investo nel godere di quello che vivo posso dire un pò poche. L'ansia è sempre in agguato e sto sempre con quella tensione che mi consuma.
Io vorrei davvero risolvere questo problema, mi fa vivere male e mi toglie troppe energie, oltre a darmi problemi di alimentazione (mangio poco). Inoltre faccio preoccupare i miei che mi vedono sempre tesa e preoccupata.
Ho parlato con il mio medico di famiglia ma mi ha sconsigliato gli psicologi che operano nell'ospedale della mia piccola città poiché non li ritiene in gamba.
Ora sto con un altro ragazzo con cui sto decisamente bene.
Per quanto riguarda le energie che investo nella paura dell'abbandono posso dire tante, troppe. Quelle che investo nel godere di quello che vivo posso dire un pò poche. L'ansia è sempre in agguato e sto sempre con quella tensione che mi consuma.
Io vorrei davvero risolvere questo problema, mi fa vivere male e mi toglie troppe energie, oltre a darmi problemi di alimentazione (mangio poco). Inoltre faccio preoccupare i miei che mi vedono sempre tesa e preoccupata.
Ho parlato con il mio medico di famiglia ma mi ha sconsigliato gli psicologi che operano nell'ospedale della mia piccola città poiché non li ritiene in gamba.
[#7]
Gentile utente, se da sola non riesce a superare il suo problema, deve farsi aiutare. Se nel servizio pubblico non riesce a reperire professionisti che siano in grado di soddisfare le sue richieste, allora deve mettere in conto di rivolgersi a uno psicologo/psicoterapeuta privato, come forma d'investimento per il suo futuro benessere.
Nessuno può farle i conti in tasca, certo, ma lei stessa può decidere cosa valga di più la pena, per lei stessa, e che priorità devono avere le sue spese. Esistono forme di terapia brevi ed efficaci, nelle quali si vede lo specialista un paio di volte al mese inizialmente, e poi anche meno.
Ciò che non deve sperare, perché purtroppo sarebbe impossibile, per diversi motivi, è di risolvere il suo problema qui con noi, a distanza.
Cordiali saluti
Nessuno può farle i conti in tasca, certo, ma lei stessa può decidere cosa valga di più la pena, per lei stessa, e che priorità devono avere le sue spese. Esistono forme di terapia brevi ed efficaci, nelle quali si vede lo specialista un paio di volte al mese inizialmente, e poi anche meno.
Ciò che non deve sperare, perché purtroppo sarebbe impossibile, per diversi motivi, è di risolvere il suo problema qui con noi, a distanza.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#8]
Utente
Grazie anche a lei per le risposte.
Sicuramente so bene di non poter risolvere il problema con consulti on line, ma volevo almeno sfogarmi in questi giorni in cui mi sento più instabile del solito.
Sicuramente dato un pò di spese che devo affrontare, mi risulta per ora difficile fronteggiarne delle altre.
Quello che vorrei però capire bene è come fare per trovare un medico bravo, che sappia aiutarmi per davvero senza che io butti i miei soldi.
Sicuramente so bene di non poter risolvere il problema con consulti on line, ma volevo almeno sfogarmi in questi giorni in cui mi sento più instabile del solito.
Sicuramente dato un pò di spese che devo affrontare, mi risulta per ora difficile fronteggiarne delle altre.
Quello che vorrei però capire bene è come fare per trovare un medico bravo, che sappia aiutarmi per davvero senza che io butti i miei soldi.
[#9]
Per trovare uno psicologo/psicoterapeuta (che in generale non è un medico) adatto al suo caso, può iniziare leggendo alcuni articoli pubblicati nella nostra sezione Minforma, come ad esempio questo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Se cerca ne troverà comunque diversi altri.
Poi, può raccogliere qualche nominativo attraverso liste pubblicamente disponibili in internet, come quella degli iscritti a questo sito, le Pagine Gialle, oppure chiedendo all'Ordine degli Psicologi della sua regione.
A questo punto può fare delle telefonate, e fare qualche domanda. Esponga sinteticamente il suo problema al collega, chieda direttamente se e in che termini è in grado d'aiutarla. Chieda quanto è la durata tipica di un trattamento per il suo problema, il costo delle sedute, e la loro frequenza.
Già da un breve colloquio potrà farsi un'idea di chi ha di fronte, e poi prenoti un appuntamento con quello che avrà trovato più convincente.
E tenga a mente che, se dopo i primissimi colloqui non si sarà trovata bene, non è obbligata a continuare.
Una volta iniziato, se ha dei dubbi, può sempre tornare da noi per chiederci chiarimenti.
Cordiali saluti
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Se cerca ne troverà comunque diversi altri.
Poi, può raccogliere qualche nominativo attraverso liste pubblicamente disponibili in internet, come quella degli iscritti a questo sito, le Pagine Gialle, oppure chiedendo all'Ordine degli Psicologi della sua regione.
A questo punto può fare delle telefonate, e fare qualche domanda. Esponga sinteticamente il suo problema al collega, chieda direttamente se e in che termini è in grado d'aiutarla. Chieda quanto è la durata tipica di un trattamento per il suo problema, il costo delle sedute, e la loro frequenza.
Già da un breve colloquio potrà farsi un'idea di chi ha di fronte, e poi prenoti un appuntamento con quello che avrà trovato più convincente.
E tenga a mente che, se dopo i primissimi colloqui non si sarà trovata bene, non è obbligata a continuare.
Una volta iniziato, se ha dei dubbi, può sempre tornare da noi per chiederci chiarimenti.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 3k visite dal 30/08/2010.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.