Trasferimento dal brasile in italia
Buongiorno,
mi chiamo Alessandro, ho 47 anni e vivo in provincia di Milano.
Sono divorziato e i miei due figli vivono con me.
Sono insieme ad una donna meravigliosa da 5 anni. La mia compagna e' Brasiliana ed ha una figlia (Giovanna) di 7 anni da una precedente relazione. Entrambe vivono in Brasile e ci vediamo mediamente 2 volte all'anno. Giovanna ha un padre in Brasile che vede un week-end ogni due settimane, anche se, praticamente, in quel periodo rimane principalmente con la nonna paterna.
Noi vogliamo sposarci e vorremmo vivere tutti insieme qui in Italia. Sappiamo benissimo che la cosa non sara' facile e che, sopratutto, non avverra' senza traumi. Siamo preoccupati in particolare di Giovanna, perche' sappiamo che lei non vede molto di buon occhio questo trasferimento. Giovanna vorrebbe che la nostra situazione rimanesse cosi' "a distanza". Le piace venire in Italia (e' gia' venuta una volta in vacanza e vogliamo portarla ancora). Pero' lei dice che non vule vivere in Italia. Come possiamo gestire questa situazione? Ha senso provarci? Giovanna potrebbe rimanere traumatizzata da questo cambiamento, in maniera irreversibile? COme possiamo farle capire che da questa unione nascerebbe una famiglia e che, forse, dopo una prima sofferenza potrebbero nascere comunque cose positive?
Grazie in anticipo per il Vostro supporto.
mi chiamo Alessandro, ho 47 anni e vivo in provincia di Milano.
Sono divorziato e i miei due figli vivono con me.
Sono insieme ad una donna meravigliosa da 5 anni. La mia compagna e' Brasiliana ed ha una figlia (Giovanna) di 7 anni da una precedente relazione. Entrambe vivono in Brasile e ci vediamo mediamente 2 volte all'anno. Giovanna ha un padre in Brasile che vede un week-end ogni due settimane, anche se, praticamente, in quel periodo rimane principalmente con la nonna paterna.
Noi vogliamo sposarci e vorremmo vivere tutti insieme qui in Italia. Sappiamo benissimo che la cosa non sara' facile e che, sopratutto, non avverra' senza traumi. Siamo preoccupati in particolare di Giovanna, perche' sappiamo che lei non vede molto di buon occhio questo trasferimento. Giovanna vorrebbe che la nostra situazione rimanesse cosi' "a distanza". Le piace venire in Italia (e' gia' venuta una volta in vacanza e vogliamo portarla ancora). Pero' lei dice che non vule vivere in Italia. Come possiamo gestire questa situazione? Ha senso provarci? Giovanna potrebbe rimanere traumatizzata da questo cambiamento, in maniera irreversibile? COme possiamo farle capire che da questa unione nascerebbe una famiglia e che, forse, dopo una prima sofferenza potrebbero nascere comunque cose positive?
Grazie in anticipo per il Vostro supporto.
[#1]
Gentile Utente,
è comprensibile che una bimba di 7 anni abbia a casa sua, in Brasile, tutto il suo mondo. Gli amici, i parenti, il papà, attualmente anche la mamma.
Chiaramente staccarla da tutto questo, oltre all'evidente discorso culturale, è motivo di forte stress.
Anche i bambini sono sottoposti a stress,ad es. la nascita di un fratellino, il trasloco, cambiare scuola, ecc...
Tuttavia noi abitualmente non possiamo evitare che un bimbo non faccia tali esperienze. Sarebbe come non permettergli di crescere.
"Giovanna potrebbe rimanere traumatizzata da questo cambiamento, in maniera irreversibile?"
E' questa una paura che hanno in molti. I bambini sono pieni di risorse. Tutti noi esseri umani siamo pieni di risorse; se così non fosse verremmo distrutti al minimo cambiamento.
Pertanto, se non ci sono altri dati oltre a quelli che ha scritto, non dovrebbero esserci problemi, ad eccezione dell'"inserimento" della piccola in un contesto culturale profondamente diverso.
In bocca al lupo!
è comprensibile che una bimba di 7 anni abbia a casa sua, in Brasile, tutto il suo mondo. Gli amici, i parenti, il papà, attualmente anche la mamma.
Chiaramente staccarla da tutto questo, oltre all'evidente discorso culturale, è motivo di forte stress.
Anche i bambini sono sottoposti a stress,ad es. la nascita di un fratellino, il trasloco, cambiare scuola, ecc...
Tuttavia noi abitualmente non possiamo evitare che un bimbo non faccia tali esperienze. Sarebbe come non permettergli di crescere.
"Giovanna potrebbe rimanere traumatizzata da questo cambiamento, in maniera irreversibile?"
E' questa una paura che hanno in molti. I bambini sono pieni di risorse. Tutti noi esseri umani siamo pieni di risorse; se così non fosse verremmo distrutti al minimo cambiamento.
Pertanto, se non ci sono altri dati oltre a quelli che ha scritto, non dovrebbero esserci problemi, ad eccezione dell'"inserimento" della piccola in un contesto culturale profondamente diverso.
In bocca al lupo!
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Ex utente
Grazie mille per la risposta dott.ssa Pileci.
Tenga presente che la bambina preferisce rimanere con la mamma (che comunque ha l'affido esclusivo, essendo stato negato al padre dal tribunale l'affido congiunto).
Secondo lei ha senso (e come) tentare di convincere Giovanna che il cambiamento e' necessario (e magari anche positivo) o forse bisogna farla trovare davanti al fatto compiuto per non provocarle ansia?
In che modo ci dobbiamo porre nei suoi confronti quando cominceremo le pratiche per il trasferimento (che comincerem all'inizio del prossimo anno)? Tenga presente che, ovviamente, il padre non e' daccordo. Quindi saremo costretti ad affrontare la questione in tribunale. Ed in tribunale la bambina verra' con molta probabilita' ascoltata.
Grazie di nuovo
Tenga presente che la bambina preferisce rimanere con la mamma (che comunque ha l'affido esclusivo, essendo stato negato al padre dal tribunale l'affido congiunto).
Secondo lei ha senso (e come) tentare di convincere Giovanna che il cambiamento e' necessario (e magari anche positivo) o forse bisogna farla trovare davanti al fatto compiuto per non provocarle ansia?
In che modo ci dobbiamo porre nei suoi confronti quando cominceremo le pratiche per il trasferimento (che comincerem all'inizio del prossimo anno)? Tenga presente che, ovviamente, il padre non e' daccordo. Quindi saremo costretti ad affrontare la questione in tribunale. Ed in tribunale la bambina verra' con molta probabilita' ascoltata.
Grazie di nuovo
[#3]
Gentile Utente,
credo che la parte più difficile e stressante per Giovanna sarà il tribunale!
Per il resto, parlando con lei e tollerando anche il suo malumore, la sua opposizione (chiaramente dichiarata come sa fare una bimba di 7 anni), sarete in grado di continuare ad avere un buon rapporto con la piccola. Metterla davanti al fatto compiuto non è leale. Giovanna ha il diritto di sapere che dovrà abbandonare i suoi amici, la sua casa, ecc...
Saluti,
credo che la parte più difficile e stressante per Giovanna sarà il tribunale!
Per il resto, parlando con lei e tollerando anche il suo malumore, la sua opposizione (chiaramente dichiarata come sa fare una bimba di 7 anni), sarete in grado di continuare ad avere un buon rapporto con la piccola. Metterla davanti al fatto compiuto non è leale. Giovanna ha il diritto di sapere che dovrà abbandonare i suoi amici, la sua casa, ecc...
Saluti,
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.5k visite dal 27/08/2010.
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