Coppia che non comunica
Sono una donna di 31 anni,e da quasi più di 2 ho una storia burrascosa con 1mio coetaneo.I problemi sono iniziati presto a causa delle reciproche insicurezze che si alimentavano:la sua instabilità psicologica e la sua dipendenza dalla coppia avuto anche in precedenza mi hanno fatto paura tanto da rendermi ossessiva e sospettosa,piena di controllo,anche perché è una persona che spesso ha tradito o è stato cmq poco chiara nelle sue storie precedenti.Lui ha avuto le stesse paure su di me,più per le mie storie passate (numerose e spesso basate sul sesso) che non per la mia lealtà.E' stato 1rapporto soffocante,fatto di offese reciproche,alzate di mani,pianti,limitazioni nella vita sociale,finché ho cominciato a sviluppare con lui vecchie manie ossessive che non avevo da anni e anni,e l'ho lasciato dopo 15 mesi in preda ad attacchi di panico, antidepressivi ripresi e calmanti.Passano 5 mesi e il reciproco pensiero non ci lascia, nessuno dei due ha altre storie,non mettiamo il naso fuori di casa,e questo porta entrambi a rivalutare l'importanza che non si credeva di avere per l'altro.C si rimette insieme,e si sta serenamente.I vecchi modi di fare nn ci sono più,la gelosia viene mostrata molto meno e in modo meno catastrofico,e si accetta(o almeno io)di non doversi far manovrare dalle paure dell'altro.Solo la situazione si sbilancia:io nn voglio più farmi vietare le amicizie come prima,e tranquillamente gli dico ciò che faccio senza dargli nessun contentino per tenerlo buono.Lui, da gelosissima che ero, non sopporta più nemmeno che,se conosce una donna,io gli chieda se gli piace o se gli interessa.Si sente giudicato anche solo per questo,le mie domande petulanti per lui diventano inquisizione,e se io cmq affronto la sua gelosia opponendomi(entro i limiti ovviamente),lui scopro che in questi 6 mesi ha preso in giro la mia:mi ha detto,dopo mie domande,che sul suo Facebook(dove non ci eravamo aggiunti apposta per non avere forme di controlloche non teneva scritto che stava con me,e quando gli ho chiesto perché ha farfugliato risposte assurde, tipo"perché si vergogna dei suoi zii".Gli ho chiesto di poter vedere la sua lista amici,e ha cominciato a sudare,dicendomi che dopo avrebbe chiuso con me perché lo stavo "violentando".Questa reazione mi ha fatta insospettire.E ho visto che,nonostante non vi fosse nulla di strano o di poco rispettoso verso me, aveva amicizie femminili di cui non mi aveva mai detto nemmeno quando gliel'avevo domandato,di cui mi ha dato risposte poco convincenti al momento della "scoperta" facendomi allarmare di più,nonché num.tel scambiati d cui nn m'aveva parlato.Nulla d grave,questo lo so.Il problema è stata la sua reazione dopo,dicendomi che mi voleva lasciare perché quelle bugie erano state la risposta delle mie domande inquisitorie,che lui mi percepisce come un limite alla sua vita sociale che già lui blocca.Mi sn sentita 1mostro.Ora lui fa capire che vuole tornare insieme,ma posso stare con 1uomo che mi teme così tanto da mentirmi?
[#1]
Gentile Utente,
ben ritrovata.
Io cambierei la Sua domanda con "Ma VOGLIO stare con un uomo che mi teme così tanto da mentirmi?"
A giudicare dai fatti la risposta sembra essere "si".
Rileggendo il Suo precedente post mi sono chiesto: che fine ha fatto il Suo psicoterapeuta? Ci va ancora? State lavorando sul Suo modo di costruire una relazione?
Se a queste domande la risposta è "no" forse sarebbe il caso di riprendere una terapia: Lei non può continuare a soffrire così tanto nelle relazioni, bisogna fare qualcosa.
ben ritrovata.
Io cambierei la Sua domanda con "Ma VOGLIO stare con un uomo che mi teme così tanto da mentirmi?"
A giudicare dai fatti la risposta sembra essere "si".
Rileggendo il Suo precedente post mi sono chiesto: che fine ha fatto il Suo psicoterapeuta? Ci va ancora? State lavorando sul Suo modo di costruire una relazione?
Se a queste domande la risposta è "no" forse sarebbe il caso di riprendere una terapia: Lei non può continuare a soffrire così tanto nelle relazioni, bisogna fare qualcosa.
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
[#2]
Utente
Gent.mo dott. Bulla, sono felice che abbia prestato attenzione al mio post precedente. Continuo la terapia, ma il mio psicologo non fu assolutamente d'accordo quando ripresi la storia, a tratti si arrabbiò dicendo che mi stavo solo autodistruggendo ancora in cerca di uno svilimento personale. A volte ho paura di me e di quello che mi lega a quest'uomo, perché ci sono dei momenti in cui tutto sembra essere la perfezione e altri in cui divento il suo peggior mostro che gli impedisce di vivere. Voglio dire basta con la testa ma soffro come un cane senza di lui...
[#3]
Gentile Utente,
immagino quanto sia difficile portare avanti una posizione scissa tra ragione e sentimento
"Voglio dire basta con la testa ma soffro come un cane senza di lui... ".
Purtroppo per portare avanti una storia d'amore servono entrambi (ovvero ragione e sentimento) in egual misura: se capisce che un certo uomo x è la persona giusta con cui trascorrere la vita (ragione) ma per questi non si sente trasportata (sentimento) è impossibile portare avanti la relazione.
Allo stesso modo se razionalmente sa che questa storia non può andare avanti così ma emotivamente non riesce a fare a meno di lui, rimane tutto congelato, e si procede a tentoni.
Alla fine Lei, se ho capito bene, da questo sito spera forse di ottenere un messaggio di approvazione e di speranza, diverso da quello mandatole dal Suo psicologo.
A questo punto se sente il bisogno di un altro parere perchè non fissa un appuntamento con un altro psicologo (magari donna questa volta)?
Anche se, secondo me, dentro di Lei la risposta c'è già.
immagino quanto sia difficile portare avanti una posizione scissa tra ragione e sentimento
"Voglio dire basta con la testa ma soffro come un cane senza di lui... ".
Purtroppo per portare avanti una storia d'amore servono entrambi (ovvero ragione e sentimento) in egual misura: se capisce che un certo uomo x è la persona giusta con cui trascorrere la vita (ragione) ma per questi non si sente trasportata (sentimento) è impossibile portare avanti la relazione.
Allo stesso modo se razionalmente sa che questa storia non può andare avanti così ma emotivamente non riesce a fare a meno di lui, rimane tutto congelato, e si procede a tentoni.
Alla fine Lei, se ho capito bene, da questo sito spera forse di ottenere un messaggio di approvazione e di speranza, diverso da quello mandatole dal Suo psicologo.
A questo punto se sente il bisogno di un altro parere perchè non fissa un appuntamento con un altro psicologo (magari donna questa volta)?
Anche se, secondo me, dentro di Lei la risposta c'è già.
[#5]
Gentile Utente
"Vorrei solo riuscire a comunicare con un uomo che per l'80% è esattamente ciò che ho sempre cercato... "
forse Lei inconsapevolmente ha sempre cercato un uomo con cui comunicare in modo complicato.
Sembra che su questo aspetto Lei e lo Psicologo dobbiate confrontarvi ulteriormente allora: coraggio, tenga duro, mi raccomando.
"Vorrei solo riuscire a comunicare con un uomo che per l'80% è esattamente ciò che ho sempre cercato... "
forse Lei inconsapevolmente ha sempre cercato un uomo con cui comunicare in modo complicato.
Sembra che su questo aspetto Lei e lo Psicologo dobbiate confrontarvi ulteriormente allora: coraggio, tenga duro, mi raccomando.
[#6]
Utente
La ringrazio per il suo garbo Dott. Bulla... e anche per il suo incoraggiamento senza alcun giudizio...
Le faccio un'ultima domanda se posso: lei crede che in queste situazioni di dipendenza sia giusto fare anche un atto di "forza" nonostante quel famoso sentimento di cui parlavamo, o crede che sia giusto seguire ciò che ci si sente di fare e che le cose prima o poi vadano da sé?
Le faccio un'ultima domanda se posso: lei crede che in queste situazioni di dipendenza sia giusto fare anche un atto di "forza" nonostante quel famoso sentimento di cui parlavamo, o crede che sia giusto seguire ciò che ci si sente di fare e che le cose prima o poi vadano da sé?
[#7]
Gentile Utente,
gli "atti di forza" a volte funzionano, a volte no. E' difficile in questi casi applicare una "regola" fissa, poichè le variabili da valutare sono diverse.
Di certo la situazione "dipendenza" non andrebbe accettata in nessuna relazione, soprattutto se questa comporta molta sofferenza. Per cui qualcosa bisogna pur fare in questi casi.
Lo so, non le ho risposto, ma davvero non saprei come aiutarla se non incoraggiandola ulteriormente ad approfondire questa situazione.
gli "atti di forza" a volte funzionano, a volte no. E' difficile in questi casi applicare una "regola" fissa, poichè le variabili da valutare sono diverse.
Di certo la situazione "dipendenza" non andrebbe accettata in nessuna relazione, soprattutto se questa comporta molta sofferenza. Per cui qualcosa bisogna pur fare in questi casi.
Lo so, non le ho risposto, ma davvero non saprei come aiutarla se non incoraggiandola ulteriormente ad approfondire questa situazione.
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Gentile utente, a leggere la sua descrizione, la prima immagine che mi è venuta in mente è stata una di quelle scene da film, dove individui navigati da tanto tempo accettano di accordarsi, per compiere qualche misfatto comune. Ma siccome entrambi sanno come funziona il mondo, strada facendo inevitabilmente scoppiano sospetti e diffidenze, fino a portare l'accordo - e a volte gli stessi due contendenti - all'autodistruzione.
Secondo lei, è un caso che abbiate deciso di mettervi insieme?
Cordiali saluti
Secondo lei, è un caso che abbiate deciso di mettervi insieme?
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#9]
Utente
Per il Dott. Bulla: mi è stato invece d'aiuto esattamente nel modo migliore, senza giudizio, e la ringrazio davvero!
Per il Dott. Santocito: Assolutamente non è un caso... lo immagino... alla fine non lo è mai. Forse è stato un caso il metterci insieme, ma non è stato di certo un caso il rafforzarsi della situazione "nonostante tutto". Mi colpisce quando leggo che "dalla dipendenza affettiva non si guarisce ma si impara a conviverci". A volte questa frase mi fa paura, perché mi dà l'idea di una "vita a metà". E ci si domanda cosa è meglio davvero... Se un misfatto sentito o un equilibrio che fa bene...
Per il Dott. Santocito: Assolutamente non è un caso... lo immagino... alla fine non lo è mai. Forse è stato un caso il metterci insieme, ma non è stato di certo un caso il rafforzarsi della situazione "nonostante tutto". Mi colpisce quando leggo che "dalla dipendenza affettiva non si guarisce ma si impara a conviverci". A volte questa frase mi fa paura, perché mi dà l'idea di una "vita a metà". E ci si domanda cosa è meglio davvero... Se un misfatto sentito o un equilibrio che fa bene...
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>>> Forse è stato un caso il metterci insieme, ma non è stato di certo un caso il rafforzarsi della situazione "nonostante tutto".
>>>
Esattamente.
>>> Mi colpisce quando leggo che "dalla dipendenza affettiva non si guarisce ma si impara a conviverci".
>>>
Il problema non è tanto la dipendenza, ma ciò da cui si dipende. Tutti dipendiamo da qualcosa, da cibo, aria e acqua, come minimo. E da qualche altra persona, di solito.
Ma il punto è che ci sono bisogni di dipendenza sani, e bisogni di dipendenza malati.
Cordiali saluti
>>>
Esattamente.
>>> Mi colpisce quando leggo che "dalla dipendenza affettiva non si guarisce ma si impara a conviverci".
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Il problema non è tanto la dipendenza, ma ciò da cui si dipende. Tutti dipendiamo da qualcosa, da cibo, aria e acqua, come minimo. E da qualche altra persona, di solito.
Ma il punto è che ci sono bisogni di dipendenza sani, e bisogni di dipendenza malati.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 2.7k visite dal 27/08/2010.
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