Non riesco a controllare l'alimentazione come vorrei.
Salve, sono una ragazza di 27 anni. E' da quando ne avevo 11 che faccio diete continuamente perchè sono sempre stata in sovrappeso. Alcune diete hanno avuto molto successo ma dopo sono ingrassata di nuovo. L'ultima dieta che ho fatto con successo (ho perso 18 Kg arrivando alla tanto desiderata taglia 42) mi ha però devastato psicologicamente. Ci tengo a precisare che mi sono sempre rivolta a dietologi ma ho sempre trovato gente più folle di me. la dietologa che mi ha prescritto la dieta suddetta non mi ha mai dato una dieta di mantenimento e nel momento in cui mi sono accorta che esagerava l'ho abbandonata. Mi spiego, la dieta era equilibrata ma molto rigida ed ora mi rendo conto che era autopunitiva perchè se mangiavo una pizza, il giorno successivo a pranzo non dovevo assumere carboidrati o proteine ma solo verdure. Una volta la dietologa mi disse che se mangiavo solo una mela a pranzo (come mi ero ridotta a fare spesso)sarei ingrassata perchè erano carboidrati e non potevo mangiarli, allora non ci sono andata più. Il problema è che quella dieta mi ha ridato la speranza di raggiungere la forma che ho sempre desiderato e senza un punto di riferimento come una dieta di mantenimento sono iniziati fenomeni di abbuffate alternati a diete drastiche in un circolo vizioso che mi ha fatto ingrassare di nuovo. Nel corso del tempo la situazione si è attenuata ma adesso che vivo diversi momenti di stress mi ritrovo a perdere il controllo, ed in quei momenti è impossibile fermarmi, mangio di tutto, mischio dolce e salato e poi mi sento uno schifo. Non esagero con le calorie perchè poi mi sento male, credo di non superare le 1000 calorie in un'abbuffata ma a volte non ricordo benissimo neanche quanto ho mangiato di un alimento. A volte preferirei avere un disturbo definito come l'anorressia, almeno quello ti porta a dimagrire, ma poi razionalmente non riesco. Ho anche pensato di vomitare ma poi ragiono e non ci provo neanche. So che il mio disturbo non è grave ma per me è un disagio. Cosa posso fare?
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazza, il problema della "forma fisica" attanaglia molti giovani (e non), impegnati spasmodicamente a raggiungere e mantenere con tutti i mezzi possibili un aspetto "ideale".
In genere, in molti regimi alimentari ipercontrollati e restrittivi il rischio di abbuffate sale.
Questo vuol dire che l'idea di "dieta" che dovrebbe cominciare a diffondersi dovrebbe essere quella di un regime alimentare vario, sano, con qualche "capriccio" di tanto in tanto, che assicuri l'introito calorico adeguato allo stile di vita che si conduce.
Non so se preferirebbe avere l'anoressia. Se lo preferisce, io non posso nè voglio aiutarla, dopo aver visto cosa diventa la vita di chi si ammala di questa patologia.
Se la sua era solo, come mi sembra, un'iperbole, per dire che la sua tendenza alle abbuffate la fa soffrire, allora comprendo che la sensazione di "perdita di controllo" che ne deriva non è piacevole, oltre ad essere uno stile alimentare non propriamente sano.
Credo che per lei possa essere utile rivolgersi ad uno specialista, meglio se esperto in Disturbi dell'Alimentazione, che possa aiutarla a definire mete più realistiche (ma è davvero così importante la taglia 42?) con una modalità più costruttiva di relazione con il cibo e con le sue emozioni.
Un incoraggiamento ad una giovane donna: prima si affrontano i problemi, prima si scopre che risolverli forse non era poi impossibile...
Cordiali saluti
In genere, in molti regimi alimentari ipercontrollati e restrittivi il rischio di abbuffate sale.
Questo vuol dire che l'idea di "dieta" che dovrebbe cominciare a diffondersi dovrebbe essere quella di un regime alimentare vario, sano, con qualche "capriccio" di tanto in tanto, che assicuri l'introito calorico adeguato allo stile di vita che si conduce.
Non so se preferirebbe avere l'anoressia. Se lo preferisce, io non posso nè voglio aiutarla, dopo aver visto cosa diventa la vita di chi si ammala di questa patologia.
Se la sua era solo, come mi sembra, un'iperbole, per dire che la sua tendenza alle abbuffate la fa soffrire, allora comprendo che la sensazione di "perdita di controllo" che ne deriva non è piacevole, oltre ad essere uno stile alimentare non propriamente sano.
Credo che per lei possa essere utile rivolgersi ad uno specialista, meglio se esperto in Disturbi dell'Alimentazione, che possa aiutarla a definire mete più realistiche (ma è davvero così importante la taglia 42?) con una modalità più costruttiva di relazione con il cibo e con le sue emozioni.
Un incoraggiamento ad una giovane donna: prima si affrontano i problemi, prima si scopre che risolverli forse non era poi impossibile...
Cordiali saluti
[#2]
Gentile ragazza, se ha trovato folli i dietologi, s'immagini un po' gli psicologi. Potremmo essere più folli di lei e di tutti i dietologi messi assieme.
Comunque, se stesse giocando con l'idea di diventare un'anoressica o una vomitatrice, anche lei sarebbe sulla buona strada per raggiungerci.
Il problema della sua richiesta sta tutto nel titolo: finché sarà attanagliata dal suo bisogno abnorme di controllare, continuerà a perdere il controllo.
Cordiali saluti
Comunque, se stesse giocando con l'idea di diventare un'anoressica o una vomitatrice, anche lei sarebbe sulla buona strada per raggiungerci.
Il problema della sua richiesta sta tutto nel titolo: finché sarà attanagliata dal suo bisogno abnorme di controllare, continuerà a perdere il controllo.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Gentile ragazza, anch'io come i colleghi sono rimasta colpita da tante cose che Lei ha scritto, una in particolare: la taglia 42.
Che cosa significa per Lei la 42? Cosa succede se non entra più nella 42? Cosa succede al Suo valore personale?
Inoltre perdere 18 kg...ma in quanto tempo?
Capisco che una dieta possa devastarla psicologicamente: quando il fisico è in regime di dieta, è stato riscontrato che si è sempre in uno stato di depressione.
"vivo diversi momenti di stress mi ritrovo a perdere il controllo, ed in quei momenti è impossibile fermarmi, mangio di tutto, mischio dolce e salato e poi mi sento uno schifo"
Ma che cosa Le succede quando dice che perde il controllo? è qui che dovrebbe fermarsi e lavorare su questo tema centrale, con l'aiuto di un bravo psicoterapeuta.
In questi casi possono essere utili i diari alimentari, ovvero scrivere ciò che mangia, ma soprattutto come SI SENTIVA / COSA PROVAVA prima di mangiare, con chi era (a volte mangiamo di più da sole o a volte se siamo in compagnia...o in vacanza!).
Lo psicoterapeuta potrà insegnarLe a compilare correttamente i diari, ma soprattutto a vedere, comprendere e a fermare questo meccanismo che tanto la fa soffrire.
Saluti,
Che cosa significa per Lei la 42? Cosa succede se non entra più nella 42? Cosa succede al Suo valore personale?
Inoltre perdere 18 kg...ma in quanto tempo?
Capisco che una dieta possa devastarla psicologicamente: quando il fisico è in regime di dieta, è stato riscontrato che si è sempre in uno stato di depressione.
"vivo diversi momenti di stress mi ritrovo a perdere il controllo, ed in quei momenti è impossibile fermarmi, mangio di tutto, mischio dolce e salato e poi mi sento uno schifo"
Ma che cosa Le succede quando dice che perde il controllo? è qui che dovrebbe fermarsi e lavorare su questo tema centrale, con l'aiuto di un bravo psicoterapeuta.
In questi casi possono essere utili i diari alimentari, ovvero scrivere ciò che mangia, ma soprattutto come SI SENTIVA / COSA PROVAVA prima di mangiare, con chi era (a volte mangiamo di più da sole o a volte se siamo in compagnia...o in vacanza!).
Lo psicoterapeuta potrà insegnarLe a compilare correttamente i diari, ma soprattutto a vedere, comprendere e a fermare questo meccanismo che tanto la fa soffrire.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#4]
Utente
Salve, vorrei ringraziarvi tutti per le vostre risposte. Non vorrei mai essere anorressica, il fatto è che vorrei non avere questo rapporto con il cibo, vorrei vivere senza il pensiero costante di dover stare a dieta o la fame costante che ho, anche quando ho lo stomaco pieno. Ormai sono anni che inseguo la forma ideale ma a parte questo periodo, lotto da tempo per cambiare stile di vita e condurre un'alimentazione sana e corretta. Mi sono rivolta a voi psicologi perchè so che il mio è un problema che va ben al di là di quello che appare. Da piccola ho subito degli abusi da parte di un familiare, ho tenuto tutto nascosto sino a pochi anni fa, quando ho rivelato tutto alla mia famiglia. Questo segreto mi ha logorato dentro per tutta la vita e ancora non ho trovato il coraggio di rivolgermi ad uno specialista perchè è troppo doloroso per me scavare ancora nei ricordi. No so se il fatto di dimagrire è legato a questo ma allora ero una bambina cicciottella e diventare un'altra dimagendo mi aiuterebbe a non sentirmi più una vittima. Inoltre a volte ho l'impressione che il mio viso, quando ingrasso, somiglia a quello del mio "aggressore" (siamo parenti ed una piccola somiglianza c'è). Non so se tutto ciò è legato ma a volte vorrei solo liberarmi di tutto questo peso...
[#6]
Gentile Utente, la Sua è una storia che merita di essere trattata in sede adeguata e in modo delicato.
Per questa ragione credo sia importante per Lei contattare uno psicoterapeuta.
Capisco come si sente per gli abusi subiti; purtroppo gli abusi sono sempre di difficile lettura per chi li subisce, ovvero c'è confusione tra paura, vergogna, senso di colpa, ecc... e per questa ragione si tende a non parlarne con nessuno, anche per paura di non essere creduti.
Questo è il focus su cui Lei deve lavorare in psicoterapia. Comprendo il dolore che tutto questo Le provoca ancora oggi, però in terapia non è sempre necessario "scavare" e "indagare" tutto. Siamo esseri umani e c'è un limite da non superare mai.
Soltanto, dovrebbe cercare di prendere il coraggio a due mani e cominciare una psicoterapia.
Saluti,
Per questa ragione credo sia importante per Lei contattare uno psicoterapeuta.
Capisco come si sente per gli abusi subiti; purtroppo gli abusi sono sempre di difficile lettura per chi li subisce, ovvero c'è confusione tra paura, vergogna, senso di colpa, ecc... e per questa ragione si tende a non parlarne con nessuno, anche per paura di non essere creduti.
Questo è il focus su cui Lei deve lavorare in psicoterapia. Comprendo il dolore che tutto questo Le provoca ancora oggi, però in terapia non è sempre necessario "scavare" e "indagare" tutto. Siamo esseri umani e c'è un limite da non superare mai.
Soltanto, dovrebbe cercare di prendere il coraggio a due mani e cominciare una psicoterapia.
Saluti,
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 4.8k visite dal 24/08/2010.
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