Nervoso, paura ed incapacità relazionale
Sono sempre nervoso ed ansioso, non riesco mai a prendere le cose con calma e se non le prendo in modo nervoso, le prendo troppo alla leggera.
A volte vedo i rapporti umani come qualcosa di obbligato, non lo so, ho iniziato da qualche anno a sentirmi più come il tappa buco, e ho iniziato a sviluppare una sfiducia nelle altre persone, ma al contempo sento il desiderio di reali rapporti umani. Non riesco a guardare avanti, penso al passato di continuo, mi sento in colpa per quello che non ho fatto e questo si traduce, oltre a complessi allucinanti, in un invidia lacerante che di solito mi colpisce quando non riesco ad indentificarmi negli altri, non gli auguro male, anzi, mi sento male perché sono io.
Mi sento sempre inferiore, ma al contempo non faccio nulla per lenire questo sentimento, come se ne fossi assefuatto, e questa cosa mi rende nervoso quando inizio a prendere in mano lo studio, in quanto alla prima difficoltà scatta un profondo nervoso, come se l'incapacità di affrontare tutto e subito fosse sintomo di stupidità profonda e di incapacità. Quando affronto un problema, si affollano tante idee su come affrontarlo, e recriminazioni per quello che non ho fatto in passato. In pratica non riesco a focalizzarmi sul problema e non riesco a prenderlo aumentando di conseguenza l'agitazione e l'ansia.
Quando sono in stati ansiosi immagino di tentare il suicidio, tentare, perché dopo mi vedo, cioè, non c'è la prospettiva della morte, bensì della vita. Oppure immagino di aver un tumore e di affrontare la cura, in certo senso, per ispirare la pietà altrui.
Quando non sono in stati ansiosi, sono vulcanico e non riesco ad immaginarmi un qualcosa, ma solo immagini e capricci del mio ego, tipo vedermi in un futuro prossimo come e poi cambiare...
Il problema di per sè non è grave, eperò mi blocca in tutti livelli, appena incontro una diffocoltà e non riesco a risolverla subito mi sento male fisicamente, sento proprio un nodo allo stomaco e respiro affannoso, e compaiono pensieri al quanto brutti...
A volte vedo i rapporti umani come qualcosa di obbligato, non lo so, ho iniziato da qualche anno a sentirmi più come il tappa buco, e ho iniziato a sviluppare una sfiducia nelle altre persone, ma al contempo sento il desiderio di reali rapporti umani. Non riesco a guardare avanti, penso al passato di continuo, mi sento in colpa per quello che non ho fatto e questo si traduce, oltre a complessi allucinanti, in un invidia lacerante che di solito mi colpisce quando non riesco ad indentificarmi negli altri, non gli auguro male, anzi, mi sento male perché sono io.
Mi sento sempre inferiore, ma al contempo non faccio nulla per lenire questo sentimento, come se ne fossi assefuatto, e questa cosa mi rende nervoso quando inizio a prendere in mano lo studio, in quanto alla prima difficoltà scatta un profondo nervoso, come se l'incapacità di affrontare tutto e subito fosse sintomo di stupidità profonda e di incapacità. Quando affronto un problema, si affollano tante idee su come affrontarlo, e recriminazioni per quello che non ho fatto in passato. In pratica non riesco a focalizzarmi sul problema e non riesco a prenderlo aumentando di conseguenza l'agitazione e l'ansia.
Quando sono in stati ansiosi immagino di tentare il suicidio, tentare, perché dopo mi vedo, cioè, non c'è la prospettiva della morte, bensì della vita. Oppure immagino di aver un tumore e di affrontare la cura, in certo senso, per ispirare la pietà altrui.
Quando non sono in stati ansiosi, sono vulcanico e non riesco ad immaginarmi un qualcosa, ma solo immagini e capricci del mio ego, tipo vedermi in un futuro prossimo come e poi cambiare...
Il problema di per sè non è grave, eperò mi blocca in tutti livelli, appena incontro una diffocoltà e non riesco a risolverla subito mi sento male fisicamente, sento proprio un nodo allo stomaco e respiro affannoso, e compaiono pensieri al quanto brutti...
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>>> Il problema di per sè non è grave, eperò mi blocca in tutti livelli, appena incontro una diffocoltà e non riesco a risolverla subito mi sento male fisicamente, sento proprio un nodo allo stomaco e respiro affannoso, e compaiono pensieri al quanto brutti...
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Gentile utente, se il problema non è grave, e però la blocca a tutti i livelli, qual è il senso della sua richiesta?
Cordiali saluti
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Gentile utente, se il problema non è grave, e però la blocca a tutti i livelli, qual è il senso della sua richiesta?
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
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Da ciò che ha scritto all'inizio è difficile confermarle se il problema sia grave o meno. È necessario capire meglio le modalità che scatenano questi sintomi, quali eccezioni ci sono, frequenza, dettagli ecc.
Mi sembra però evidente che la cosa le provochi molto disagio e - parole sue - la faccia sentire bloccato a tutti i livelli.
Nella sua richiesta precedente le avevo già suggerito di rivolgersi a uno specialista per un consulto e a questo punto, anche se so che prendere questa decisione le costa fatica, ritengo sarebbe la cosa migliore da fare.
Anche perché continuare a spazzare la polvere sotto il tappeto, facendo finta che non ci sia, non è il modo migliore di farla sparire.
Cordiali saluti
Mi sembra però evidente che la cosa le provochi molto disagio e - parole sue - la faccia sentire bloccato a tutti i livelli.
Nella sua richiesta precedente le avevo già suggerito di rivolgersi a uno specialista per un consulto e a questo punto, anche se so che prendere questa decisione le costa fatica, ritengo sarebbe la cosa migliore da fare.
Anche perché continuare a spazzare la polvere sotto il tappeto, facendo finta che non ci sia, non è il modo migliore di farla sparire.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3k visite dal 23/08/2010.
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