Fobia delle donne.....
Salve a tutti vi chiedo cortesemente un consulto anche in relazione al post dell'utente 166442 che quì vi ha chiesto a porposito della fobia delle donne. Diciamo che probabilmente 23 anni fà se ci fosse stato internet avrei scritto esattamente le stesse cose. Ora ne ho 41, la mia avventura con la psicoterapia è iniziata a 28 anni circa ed è terminata più o meno da qualche mese lasciandomi con la cessione di 1/5 dello stipendio ancora per parecchi anni.
Anni di tentativi inutili di rifiuti di solitudine e sofferenza che nn auguro a nessuno.
E si perchè con il passare degli anni questo problema si è pian piano impadronito di tutta la mia vita provocandomi un senso di inadeguatezza rispetto al mondo che nn può essere definito.
Ormai vivo da solo da parecchio tempo e anche se l'efexor mi da una mano confesso che svegliarsi la mattina per andare al lavoro diventa sempre più pesante e che l'idea di nn svegliarsi più diventa sempre più liberatoria.
La fobia per le donne oggi si è trasformata in disprezzo per loro...nella logica del più comune meccanismo di difesa.
Oggi qst sono diventato...una persona depressa...triste e disillusa che cerca di arrivare alla fine della giornata contando i secondi i minuti e le ore che la separano dall'andare a dormire sperando di trovare un pò di sollievo nel sonno.
Inutile dire che durante la giornata cerco di evitare nel possibile contatti con qualsiasi donna dato che anche la minima sensazione di attrazione per loro si trasformerebbe subito in un dolore che nn sarei in grado di gestire...e inutile dire che nn sono gay ma che sono ancora vergine.
La mia domanda è semplice...volevo solo sapere se esistono sistemi...tecniche o nn so cosa per risolvere problemi come qst o se la psicoterapia è come da mia esperienza solo un nalgesico......Grazie
Anni di tentativi inutili di rifiuti di solitudine e sofferenza che nn auguro a nessuno.
E si perchè con il passare degli anni questo problema si è pian piano impadronito di tutta la mia vita provocandomi un senso di inadeguatezza rispetto al mondo che nn può essere definito.
Ormai vivo da solo da parecchio tempo e anche se l'efexor mi da una mano confesso che svegliarsi la mattina per andare al lavoro diventa sempre più pesante e che l'idea di nn svegliarsi più diventa sempre più liberatoria.
La fobia per le donne oggi si è trasformata in disprezzo per loro...nella logica del più comune meccanismo di difesa.
Oggi qst sono diventato...una persona depressa...triste e disillusa che cerca di arrivare alla fine della giornata contando i secondi i minuti e le ore che la separano dall'andare a dormire sperando di trovare un pò di sollievo nel sonno.
Inutile dire che durante la giornata cerco di evitare nel possibile contatti con qualsiasi donna dato che anche la minima sensazione di attrazione per loro si trasformerebbe subito in un dolore che nn sarei in grado di gestire...e inutile dire che nn sono gay ma che sono ancora vergine.
La mia domanda è semplice...volevo solo sapere se esistono sistemi...tecniche o nn so cosa per risolvere problemi come qst o se la psicoterapia è come da mia esperienza solo un nalgesico......Grazie
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Gentile utente, è quasi imbarazzante dover rispondere alla sua domanda, dopo che è rimasto deluso da 13 anni a tanti soldi spesi in psicoterapia. Ma la risposta è sì, dalla fobia delle donne si può uscire.
Ma come in tutte le fobie, è necessario seguire un programma "attivo" di decondizionamento, messo a punto insieme al terapeuta, ovvero una serie di istruzioni pratiche a difficoltà crescente, da mettere in atto nelle situazioni che provocano ansia. Non so se questo sia stato fatto con lei.
Cordiali saluti
Ma come in tutte le fobie, è necessario seguire un programma "attivo" di decondizionamento, messo a punto insieme al terapeuta, ovvero una serie di istruzioni pratiche a difficoltà crescente, da mettere in atto nelle situazioni che provocano ansia. Non so se questo sia stato fatto con lei.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Gentile Utente,
Se una psicoterapia non sortisce alcun effetto entro un ragionavole lasso di tempo (uno o due anni al max.), occorre cambiare tipo di psicoterapia e terapeuta.
La psicoterapia analgesica non è vera psicoterapia, mantiene lo staus quo, e basta. Non rasserena l'animo e soprattutto non aggredisce e non elimina lo stato patologico.
Mi sembra tuttavia che lei abbia associato alla psicoterapia uno psicofarmaco, quindi c'è stata una psicoterapia della parola (c'è stata?) e in più una psicoterapia farmacologica.
Se così è stato non si sapranno mai le interferenze tra le due psicoterapie e i guasti provocati dall' una o dall'altra.
Il suo rimarcare lo stato di verginità fa pensare che però lei ci terrebbe a risolvere il suo problema magari da un punto di vista sessuale, per non sentirsi diverso e per poter dire che poi questa vita, per quanto difficile, vale la pena viverla e pienamente.
Ma in psicoterapia avete mai affrontato tematiche relative alla sua famiglia, a sua madre e alle altre figure femminili? Come mai c'è rimasto per così tanti anni in psicoterapia, senza chiedersi se faceva al caso suo o no? ha mai cambiato psicoterapeuta?.
Cordialità.
Se una psicoterapia non sortisce alcun effetto entro un ragionavole lasso di tempo (uno o due anni al max.), occorre cambiare tipo di psicoterapia e terapeuta.
La psicoterapia analgesica non è vera psicoterapia, mantiene lo staus quo, e basta. Non rasserena l'animo e soprattutto non aggredisce e non elimina lo stato patologico.
Mi sembra tuttavia che lei abbia associato alla psicoterapia uno psicofarmaco, quindi c'è stata una psicoterapia della parola (c'è stata?) e in più una psicoterapia farmacologica.
Se così è stato non si sapranno mai le interferenze tra le due psicoterapie e i guasti provocati dall' una o dall'altra.
Il suo rimarcare lo stato di verginità fa pensare che però lei ci terrebbe a risolvere il suo problema magari da un punto di vista sessuale, per non sentirsi diverso e per poter dire che poi questa vita, per quanto difficile, vale la pena viverla e pienamente.
Ma in psicoterapia avete mai affrontato tematiche relative alla sua famiglia, a sua madre e alle altre figure femminili? Come mai c'è rimasto per così tanti anni in psicoterapia, senza chiedersi se faceva al caso suo o no? ha mai cambiato psicoterapeuta?.
Cordialità.
[#3]
Gentile Utente,
mi spiace che abbia dovuto fare un investimento di questa portata per poi dover constatare di non aver raggiunto l'obiettivo per il quale il percorso era stato avviato;
tuttavia devo dirle che la sua difficoltà è assolutamente riducibile mediante l'applicazione di una terapia adeguata che, evidentemente, si discosta da quella che ha affrontato.
Per quanto possa rivelarsi difficile il mio consiglio è di contattare un terapeuta Cognitivo-Comportamentale con il quale intraprendere un nuovo percorso.
Le faccio un in bocca al lupo,
cordialmente.
mi spiace che abbia dovuto fare un investimento di questa portata per poi dover constatare di non aver raggiunto l'obiettivo per il quale il percorso era stato avviato;
tuttavia devo dirle che la sua difficoltà è assolutamente riducibile mediante l'applicazione di una terapia adeguata che, evidentemente, si discosta da quella che ha affrontato.
Per quanto possa rivelarsi difficile il mio consiglio è di contattare un terapeuta Cognitivo-Comportamentale con il quale intraprendere un nuovo percorso.
Le faccio un in bocca al lupo,
cordialmente.
Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.2k visite dal 22/08/2010.
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