Una certa insicurezza, dovuta magari anche
Buonasera, sono una ragazza di 25 anni e da ormai quasi tre vivo una relazione solida con un ragazzo di 32;ora che, finalmente, ho terminato gli studi, sto cercando di avvicinarmi quanto più possibile a lui per poter colmare quella distanza geografica che sin dall'inizio ha caratterizzato la nostra relazione.
Pochi giorni fa ci siamo scontrati proprio in merito a questa cosa: io gli ho chiesto quali "progetti di vita" immaginasse per noi e lui si è molto indispettito, rispondendomi che è inutile ripetere sempre le stesse cose se entrambi sappiamo di voler stare insieme, ma al momento, cioè finché la mia situazione lavorativa non si stabilizza, non possiamo decidere molto.
Forse questa mia richiesta di conferme denota una certa insicurezza, dovuta magari anche a queste incertezze lavorative che fanno crescere in me l'ansia di non poter raggiungere ciò che vorrei; ma non capisco il suo atteggiamento che mi confonde ed avvilisce molto.
Per un verso, infatti,dimostra di dare tutto per scontato; così, se mi vede con un vestito nuovo non mi fa un complimento e se glielo faccio notare mi risponde che era normale che stessi bene; così pure quando mi lascio andare a qualche riflessione profonda sul nostro rapporto: lui o non risponde o, se lo fa, si limita ad un "pure io".
Non capisco davvero perché nei gesti concreti,dal bacio più spontaneo al continuo desiderio di stuzzicarmi,punzecchiarmi, dimostri considerazione e attenzione per me, al punto che viviamo una relazione molto serena, fatta di grande sintonia, che traspare anche dall'esterno; e poi non riesca a mostrarmi questo lato più intimo di sé.
Non riesco a capire se sia io a sbagliare, aspettandomi che lui si comporti diversamente da come è in realtà e, quindi, a non aver ancora compreso in quale modo personalissimo lui esprima ciò che mi manca sentirmi dire; in fondo si tratterebbe soltanto di parole...
Per altro verso, però, lui tende sempre a rendermi ben chiaro di non essere dipendente da me, che, come si suol dire, "morto un papa se ne è sempre fatto un altro". Questa sua ostentazione di tanta distanza mi confonde e ferisce allo stesso tempo: che motivo c'è di farlo sempre presente? Lui si giustifica dicendo che, qualora tra noi dovesse andare male, la mia vita non si deve certo fermare. Ma perché pensare al peggio se, appunto, viviamo una relazione che ci dà soddisfazioni? In quel caso, certo che reagirei, l'ho già fatto con il mio primo ragazzo, l'unico prima di lui,so cosa significa superare una perdita. Questo suo modo di fare attiva una mia incontrollabile reazione: quella ciò di pensare che, in realtà, non gliene importi poi tanto di me e che, quindi, il fatto che non risponda a quelle mie richieste, derivi solo dal fatto che si stia semplicemente cominciando a disaffezionare a me.
Magari la risposta è soltanto quella che, come comunemente si dice,"io penso troppo", ma mi sento davvero molto confusa.
Grazie per l'attenzione che vorrete prestarmi
cordiali saluti
Pochi giorni fa ci siamo scontrati proprio in merito a questa cosa: io gli ho chiesto quali "progetti di vita" immaginasse per noi e lui si è molto indispettito, rispondendomi che è inutile ripetere sempre le stesse cose se entrambi sappiamo di voler stare insieme, ma al momento, cioè finché la mia situazione lavorativa non si stabilizza, non possiamo decidere molto.
Forse questa mia richiesta di conferme denota una certa insicurezza, dovuta magari anche a queste incertezze lavorative che fanno crescere in me l'ansia di non poter raggiungere ciò che vorrei; ma non capisco il suo atteggiamento che mi confonde ed avvilisce molto.
Per un verso, infatti,dimostra di dare tutto per scontato; così, se mi vede con un vestito nuovo non mi fa un complimento e se glielo faccio notare mi risponde che era normale che stessi bene; così pure quando mi lascio andare a qualche riflessione profonda sul nostro rapporto: lui o non risponde o, se lo fa, si limita ad un "pure io".
Non capisco davvero perché nei gesti concreti,dal bacio più spontaneo al continuo desiderio di stuzzicarmi,punzecchiarmi, dimostri considerazione e attenzione per me, al punto che viviamo una relazione molto serena, fatta di grande sintonia, che traspare anche dall'esterno; e poi non riesca a mostrarmi questo lato più intimo di sé.
Non riesco a capire se sia io a sbagliare, aspettandomi che lui si comporti diversamente da come è in realtà e, quindi, a non aver ancora compreso in quale modo personalissimo lui esprima ciò che mi manca sentirmi dire; in fondo si tratterebbe soltanto di parole...
Per altro verso, però, lui tende sempre a rendermi ben chiaro di non essere dipendente da me, che, come si suol dire, "morto un papa se ne è sempre fatto un altro". Questa sua ostentazione di tanta distanza mi confonde e ferisce allo stesso tempo: che motivo c'è di farlo sempre presente? Lui si giustifica dicendo che, qualora tra noi dovesse andare male, la mia vita non si deve certo fermare. Ma perché pensare al peggio se, appunto, viviamo una relazione che ci dà soddisfazioni? In quel caso, certo che reagirei, l'ho già fatto con il mio primo ragazzo, l'unico prima di lui,so cosa significa superare una perdita. Questo suo modo di fare attiva una mia incontrollabile reazione: quella ciò di pensare che, in realtà, non gliene importi poi tanto di me e che, quindi, il fatto che non risponda a quelle mie richieste, derivi solo dal fatto che si stia semplicemente cominciando a disaffezionare a me.
Magari la risposta è soltanto quella che, come comunemente si dice,"io penso troppo", ma mi sento davvero molto confusa.
Grazie per l'attenzione che vorrete prestarmi
cordiali saluti
[#1]
Gentile Ragazza,
i rapporti a due, in special modo a distanza non sono affatto semplici, vivere la distanza è però un esecizio emozionale e mentale di grande importanza.
La precarietà economica, non aiuta le relazioni, nè dal punto di vista della stabilità, nè nell'immaginare un futuro solido da affrontare.
Le suggerisco, se le riesce ,di non creare pressioni al rapporto, per non appesantirlo, se la relazione è stabile, decollerà verso un futuro consolidato.
Dovesse sentirsi in difficoltà, consulti uno psicologo o psicoterapeuta, che possa farsi carico delle sue angoscie, in modo da condividerle , lenirle e restituirgliele più elaborate.
Auguri affettuosi
i rapporti a due, in special modo a distanza non sono affatto semplici, vivere la distanza è però un esecizio emozionale e mentale di grande importanza.
La precarietà economica, non aiuta le relazioni, nè dal punto di vista della stabilità, nè nell'immaginare un futuro solido da affrontare.
Le suggerisco, se le riesce ,di non creare pressioni al rapporto, per non appesantirlo, se la relazione è stabile, decollerà verso un futuro consolidato.
Dovesse sentirsi in difficoltà, consulti uno psicologo o psicoterapeuta, che possa farsi carico delle sue angoscie, in modo da condividerle , lenirle e restituirgliele più elaborate.
Auguri affettuosi
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Ex utente
La ringrazio vivamente per la pronta risposta!
Mi sembra di capire, pertanto, e la prego di correggermi se sbaglio, che i miei dubbi e perplessità circa i suoi comportamenti siano, in un certo qual modo, non solo dovuti ma anche amplificati dalla distanza che ci separa...siano, per così dire, un effetto collaterale della stessa e non il sintomo di qualcosa che non va tra noi...ecco perché lei mi consiglia di non fossilizzarmi troppo su questi pensieri per non ingabbiare un rapporto che già richiede molto impegno, emotivo e mentale.
Mi scusi se le sembrerò banale, ma ciò che mi ha spinto a richiedere un vostro supporto, ovverosia la mia peggiore paura, era la possibilità che queste mie sensazioni testimoniassero, in realtà, un suo allontanamento da me.
Seguirò, quindi, i suoi consigli.
Graze ancora per il suo aiuto e buon lavoro!
Mi sembra di capire, pertanto, e la prego di correggermi se sbaglio, che i miei dubbi e perplessità circa i suoi comportamenti siano, in un certo qual modo, non solo dovuti ma anche amplificati dalla distanza che ci separa...siano, per così dire, un effetto collaterale della stessa e non il sintomo di qualcosa che non va tra noi...ecco perché lei mi consiglia di non fossilizzarmi troppo su questi pensieri per non ingabbiare un rapporto che già richiede molto impegno, emotivo e mentale.
Mi scusi se le sembrerò banale, ma ciò che mi ha spinto a richiedere un vostro supporto, ovverosia la mia peggiore paura, era la possibilità che queste mie sensazioni testimoniassero, in realtà, un suo allontanamento da me.
Seguirò, quindi, i suoi consigli.
Graze ancora per il suo aiuto e buon lavoro!
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.5k visite dal 21/08/2010.
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