Fantasie?
Buongiorno a tutti e ringrazio in anticipo per il tempo che mi dedicherete. Sono una ragazza di 23 anni e sono studentessa universitaria. Io ho delle specie di fantasie, se cosi possono essere chiamate, ovvero io immagino di avere conversazioni e stare in compagnia di persone che in effetti non sono li; chiarisco che sono cosciente della cosa e che non va per nulla bene, ma sono sempre sola e questo sta diventando l'unico modo per non esserlo. Tendo a passare molto tempo sui socialnetworks in cerca sempre di qualcuno con cui passare del tempo e so che nemmeno questo va bene, ma non riesco proprio a saltarci fuori da sola. Sto cominciando a parlare da sola e questo credo proprio non sia un buon segno. Tendo anche ad affezionarmi troppo facilmente a persone che mi mostrano un minimo di interesse, e ovviamente poi mi ritrovo da sola, cosa che mi porta ad un grande sconforto. Proprio non so piu che fare.
Grazie
Grazie
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Gentile ragazza, questo modo di stare nella vita potrebbe in realtà celare una forma depressiva, caratterizzato dalla difficoltà di stringere relazioni per paura (del giudizio, del rifiuto?) e dalla ricerca dell'altro (affezionarsi a molti con facilità) per essere accettata.
Più che fare qualcosa, dovrebbe cominciare a pensare di mettere un po' d'ordine. Uno psicoterapeuta potrà certamente aiutarla a capire quali sono le sue modalità e come cambiarle.
Più che fare qualcosa, dovrebbe cominciare a pensare di mettere un po' d'ordine. Uno psicoterapeuta potrà certamente aiutarla a capire quali sono le sue modalità e come cambiarle.
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
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Gentile Ragazza,
la vita e le relazioni online, sono ceratamente più semplici di quelle de visu, si svolgono senza corpo, umori, odori e sapori dell'altro, dietro un monitor che spesso diventa difensivo di paure relazionali.
Queste relazioni, che sembrano intime, in realtà proteggono dalla paura dell'intimità.
La condivisione dell'intimità, dal punto di vista psicologico, necessita il superamento di alcune paure ataviche, come la paura della fusione con il mondo dell'altro, la paura di svelarsi troppo, di divenire troppo vulnerabili e di non sentirsi adeguati.
La rete, però rappresenta, un grande contenitore di emozioni, sofferenze, gioie e paure condivise, che a volte nella vita reale, non si riescono ad esprimere.
Il linguaggio dei blog, delle chat, di face- book, va oltre il linguaggio corporeo e quello verbale, sembra essere una nuova “ terza forma di comunicazione”, che se adoperata, con modalità non sostitutive e difensive rispetto alle altre , può rappresentare un esercizio di creatività, di auto- analisi, di crescita personologica.
Auguri affettuosi
la vita e le relazioni online, sono ceratamente più semplici di quelle de visu, si svolgono senza corpo, umori, odori e sapori dell'altro, dietro un monitor che spesso diventa difensivo di paure relazionali.
Queste relazioni, che sembrano intime, in realtà proteggono dalla paura dell'intimità.
La condivisione dell'intimità, dal punto di vista psicologico, necessita il superamento di alcune paure ataviche, come la paura della fusione con il mondo dell'altro, la paura di svelarsi troppo, di divenire troppo vulnerabili e di non sentirsi adeguati.
La rete, però rappresenta, un grande contenitore di emozioni, sofferenze, gioie e paure condivise, che a volte nella vita reale, non si riescono ad esprimere.
Il linguaggio dei blog, delle chat, di face- book, va oltre il linguaggio corporeo e quello verbale, sembra essere una nuova “ terza forma di comunicazione”, che se adoperata, con modalità non sostitutive e difensive rispetto alle altre , può rappresentare un esercizio di creatività, di auto- analisi, di crescita personologica.
Auguri affettuosi
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#4]
Ex utente
Cercherò di essere piu precisa riguardo la mia vita quotidiana, magari è piu semplice. C'è da premettere che vivo in una famiglia molto all'antica!! Decisamente molto tradizionale : niente ragazzi, niente uscite serali (ho il coprifuoco alle 8 di sera quindi praticamente la mia vita sociale inizia e finisce all'università; oramai i miei compagni di corso non me lo chiedono piu di uscire tanto sanno che non potrei, e questa è una cosa che risale fin dal liceo, gli altri ragazzi si divertivano ed io rimanevo da sola a casa, dalle cene di classe alle quali non sono mai andata, alle riunioni tra amici etc..; per questo ho sempre voluto andarmene via di casa ma l'unica cosa che mi ha fatto tenere duro è stata ed è l'università, volevo raggiungere il mio obiettivo ed è stata la cosa a cui mi sono ancorata.) Quindi per rispondere alla dottoressa Pileci non è che abbia paura di fare relazioni, piu che altro materialmente non ci riesco; per rispondere al dottor Calì è mia preoccupazione è proprio quella di degenerare da pure fantasie a parlare da sola ( credo di non aver mai imparato a gestire relazioni interpersonali non avendone quasi mai avute ). Io cercato di analizzarmi da sola e credo che sia per questa situazione che mi ha portata a queste "fantasie" , solo che vorrei uscirne ma mi sembra impossibile.
Grazie davvero a tutti per il tempo dedicatomi
Grazie davvero a tutti per il tempo dedicatomi
[#5]
Gentile ragazza, l'orario di rientro a casa, per dirne una, è un pretesto per imparare l'abilità della negoziazione.
Va bene la famiglia all'antica, ma... Lei? cosa fa per conquistare la sua libertà e strappare, negoziandolo con i Suoi genitori, di rientrare a casa dopo le 20?
In tal senso la protegge di più essere arrendevole con i Suoi e crearsi fantasie parallele...ma le bastano?
Va bene la famiglia all'antica, ma... Lei? cosa fa per conquistare la sua libertà e strappare, negoziandolo con i Suoi genitori, di rientrare a casa dopo le 20?
In tal senso la protegge di più essere arrendevole con i Suoi e crearsi fantasie parallele...ma le bastano?
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Ex utente
Eh... lei non sa quanto io abbia litigato con i miei per questo motivo; ho cercato in tutti i modi..l'unica volta che sono stata fuori un po piu tardi è stata l'ultima cena di classe ( mi diedero il permesso giusto perche era l'ultima ) e tra l'altro nemmeno il tempo di arrivare a casa e cominciare la cena che gia mia madre mi chiama per chiedermi quando sarei rientrata a casa: cosi appena finito di mangiare la prima portata gli altri andavano a fare altro e la mamma della mia amica mi riaccompagnava a casa con relativa brutta figura davanti a professori e compagni che mi guardavano con pena...mi sentii davvero male.. di episodi del genere ce ne sono altri, questo non è l'unico. Io non sono una ragazza difficile,ovvero ho sempre seguito le regole e non ho mai dato problemi ai miei genitori e ho cercato di farglielo capire, ma non è servito a granche...ormai sono stanca di parlare con loro.
[#7]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazza, secondo lei chi può renderla libera?
Parlare da soli, di per sè, non è preoccupante, molte persone parlano tra sè e sè, è un modo di ragionare a voce alta.
Il problema è che mi sembra che lei parli tra sè e sè non per scelta, ma perchè, cedendo alle pressioni familiari, in questi anni non ha lottato, come tutti gli adolescenti fanno, per conquistarsi via via la sua libertà.
Mi associo alle considerazioni della Dr.ssa Pileci circa l'importanza della negoziazione: se non contratta lei, nessuno lo farà al posto suo.
Un'ultima considerazione: sta cercando di analizzarsi da sola? Si rende conto che così perpetua la sua modalità di isolamento?
Provi a rompere il guscio, gentile ragazza: forse si accorgerà che lei non è poi tanto terribile, e che fuori, nel mondo, ci possono essere persone che possono aiutarla, ed altre che possono trovarla interessante.
Ricordi che "ogni Santo ha i suoi devoti"...
Cordialmente
Parlare da soli, di per sè, non è preoccupante, molte persone parlano tra sè e sè, è un modo di ragionare a voce alta.
Il problema è che mi sembra che lei parli tra sè e sè non per scelta, ma perchè, cedendo alle pressioni familiari, in questi anni non ha lottato, come tutti gli adolescenti fanno, per conquistarsi via via la sua libertà.
Mi associo alle considerazioni della Dr.ssa Pileci circa l'importanza della negoziazione: se non contratta lei, nessuno lo farà al posto suo.
Un'ultima considerazione: sta cercando di analizzarsi da sola? Si rende conto che così perpetua la sua modalità di isolamento?
Provi a rompere il guscio, gentile ragazza: forse si accorgerà che lei non è poi tanto terribile, e che fuori, nel mondo, ci possono essere persone che possono aiutarla, ed altre che possono trovarla interessante.
Ricordi che "ogni Santo ha i suoi devoti"...
Cordialmente
[#8]
"ho sempre seguito le regole e non ho mai dato problemi ai miei genitori e ho cercato di farglielo capire, ma non è servito a granche...ormai sono stanca di parlare con loro"
il punto è ben descritto qui!
La dinamica tra Lei e i Suoi genitori è sbilanciata a favore del benessere dei Suoi genitori, che in questo modo non cresceranno insieme a Lei nel compito di genitori e, a Suo discapito, la tratteranno sempre come una bambina!
Ha provato a rivolgersi ad uno psicoterapeuta?
Con buona probabilità i Suoi genitori non cambieranno, ma Lei potrà vedere delle vie di cambiamento.
Saluti,
il punto è ben descritto qui!
La dinamica tra Lei e i Suoi genitori è sbilanciata a favore del benessere dei Suoi genitori, che in questo modo non cresceranno insieme a Lei nel compito di genitori e, a Suo discapito, la tratteranno sempre come una bambina!
Ha provato a rivolgersi ad uno psicoterapeuta?
Con buona probabilità i Suoi genitori non cambieranno, ma Lei potrà vedere delle vie di cambiamento.
Saluti,
[#9]
Gentile ragazza,
in lei sembra celarsi un sano desiderio di incontrare l'altro e di vivere nel mondo. I socialnetworks e le sue fantasie potrebbero connotarsi, oltre alle ipotesi fatte dai colleghi, come palliativi o strumenti di autoterapia che in parte le permettono di soddisfare il suo desiderio, ma al contempo le hanno fatto prendere maggiore coscienza della sua "solitudine" e dei suoi bisogni frustrati.
Sembrerebbe che la frustrazione dei suoi bisogni nasca da una difficoltà comunicativa, probabilmente presente in lei da molto tempo, nella loro espressione in ambito familiare e non, e in una incapacità nella loro realizzazione concreta e non palliativa.
Apprendere ad esprimere i propri bisogni e a soddisfarli traendone una soddisfazione personale e senza ferire o danneggiare gli altri è possibile. Molte persone riescono a farlo senza alcun aiuto mentre per altre un aiuto specialistico potrebbe risultare utile.
Cordialmente
in lei sembra celarsi un sano desiderio di incontrare l'altro e di vivere nel mondo. I socialnetworks e le sue fantasie potrebbero connotarsi, oltre alle ipotesi fatte dai colleghi, come palliativi o strumenti di autoterapia che in parte le permettono di soddisfare il suo desiderio, ma al contempo le hanno fatto prendere maggiore coscienza della sua "solitudine" e dei suoi bisogni frustrati.
Sembrerebbe che la frustrazione dei suoi bisogni nasca da una difficoltà comunicativa, probabilmente presente in lei da molto tempo, nella loro espressione in ambito familiare e non, e in una incapacità nella loro realizzazione concreta e non palliativa.
Apprendere ad esprimere i propri bisogni e a soddisfarli traendone una soddisfazione personale e senza ferire o danneggiare gli altri è possibile. Molte persone riescono a farlo senza alcun aiuto mentre per altre un aiuto specialistico potrebbe risultare utile.
Cordialmente
Dr. Massimo DAlessandro
Psicologo-Psicoterapeuta
www.massimo-dalessandro.com
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 2.8k visite dal 19/08/2010.
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