Rapporto madre figlio

Il mio problema è questo...sono sposata da poco tempo...sono triste perchè vivo un rapporto difficile con mio marito a causa di mia madre...Lui dice che si intromette, e che io risento della sua presenza .Inizialmente lui aveva un buon rapporto con mia madre,poi prima del matrimonio ha cominciato a vedere male ogni intrusione a suo dire(tipo consigli su come fare la casa,che non erano obblighi da seguire.)mia madre vive in un altro paese rispetto a me,mentre sua madre abita a 100 metri da noi.Il problema di fondo è che lui vuole che la mia famiglia stia lontana mentre lui telefona alla sua venti volte al giorno mettendoli al corrente di tutta la nostra vita e io anche se lo vedo morboso ho cercato di farmi una ragione a questo modo di fare, mentre lui non fa lo stesso con me.Se sono da mia madre e non rispondo al telefono è perchè non gli voglio rispondere xchè c'è mia madre,se mi telefona ci sono storie,perchè c'è qualcosa sotto.io non so che fare.penso che abbiamo bisogno di aiuto.So solo che vedo poco i miei genitori e passo più tempo con i suoi che recitano la parte della famiglia felice quando sanno che non è così.La sua felicità è stare con i suoi genitori e le mie uniche uscite devono essere solo per andare dai suoi così lui è all'apice della gioia e la mia gioia qual è .Che posso fare?
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Signora, i nuclei familiari sono un pò come le persone: quando nascono, hanno davanti tutta una serie di "compiti di sviluppo" che li accompagnano in tutto il loro arco evolutivo.

Tra questi compiti, uno dei più difficili è la definizione dei confini della neo-famiglia ed il disimpegno dei partner dalle famiglie d'origine.

In questi percorsi, a volte più lineari, altre molto contorti e tormentati, si possono intrecciare impedimenti di vario genere:

- ci sono partner che per "aprire" alla nuova famiglia decidono di "chiudere" alla famiglia d'origine;

- altri rimangono più figlie/i che mogli o mariti;

- altri vivono il rapporto coniugale come un nuovo rapporto madre-figlio o padre-figlia.

Nel vostro caso, mi pare che due problematiche facciano da filo conduttore:

- la sfiducia, cioè la tendenza ad attribuire al o alla partner intenzioni malevole, senza che questa convinzione sia suffragata da prove convincenti

- la mancata contrattazione, cioè la non-definizione di un "terreno comune" di attività ed impegni che siano fonte di benessere per entrambi, o il rispetto per gli spazi di benessere di ognuno dei partner.

Il primo passo da affrontare è quello di riconoscere il fatto di avere un problema di coppia; i passi successivi sono coerenti, ovvero la ricerca di aiuto per la soluzione di tali problemi.

Cerchi di aiutare suo marito a vedere che la vostra coppia presenta questa linea di conflittualità che, se non adeguatamente risolta, potrebbe divenire una faglia capace di incrinare anche il più saldo dei rapporti.

Una consulenza specialistica potrebbe aiutarvi a "rimettere ordine" nel vostro modo di comunicare ed aiutarvi a stabilire e rispettare delle regole più condivise e sostenibili per la vostra coppia.

Cordialmente
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Utente
Utente
La ringrazio per avermi risposto così tempestivamente..ho stampato quello che lei mi ha scritto e lo porterò a mio marito per farglielo leggere..Io sono esasperata non faccio che discutere con lui all'ordine del giorno.Non facciamo altro che rinfacciare ed accusarci.ieri se ne è uscito con una frase del tipo..mi devi ringraziare che non ho preso le ferie,perchè altrimenti tu non saresti potuta andare dai tuoi...perchè noi dobbiamo mangiare insieme se io devo andare da mia madre ci vado con te.Rispondo io..che no c'è nulla di male se io ogni tanto resto a pranzo dai miei e tu vai dai tuoi...e anche lì l'ira di Dio....mi scusi lo sfogo....ma sono stanca
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Signora, accolgo e comprendo il senso di stanchezza che si prova nell'affrontare discussioni interminabili con la sensazione di non fare un solo passo avanti.

E' un problema comune a molte coppie, anche molto giovani, che non riescono a trovare un terreno comune per affrontare e risolvere i propri problemi: in questi casi, i conflitti si radicalizzano, e l'altro, la persona con cui si è scelto di condividere la vita, di cui ci piacciono tante cose e a cui ci legano bei ricordi e progetti comuni, diviene gradualmente una sorta di "avversario" con cui ci confrontiamo quotidianamente.

Mi permetto una sola raccomandazione. Se ha deciso di affrontare la questione con suo marito, prima di parlargli, parli un pò con sè stessa.

Si chieda se, nell'affrontare tali questioni, sta "maneggiando" il vostro rapporto con la delicatezza che riserverebbe ad un bambino nato da poco o se lo sta strattonando come farebbe ad un adulto.

Si domandi se sta chiedendo a suo marito aiuto per mettervi accanto e fronteggiare questo periodo non facile (come non lo è per molte neo-coppie) o se qualcuno dei due pretende che l'altro cambi.

Le difficoltà si fronteggiano in due. Per fare ciò, entrambi i coniugi devono prendersi la responsabilità di curare il loro rapporto, ma devono anche mettere l'altro nella posizione di alleato, non di nemico.

Con l'augurio che possiate fare chiarezza nel vostro rapporto
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Utente
Utente
Carissimo dottore,le sue parole chiariscono quello che ho dentro e che non riesco ad esprimere....ho parlato con mio marito...meglio abbiamo litigato come due nemici,voleva che io andassi via di casa,poi con l'aiuto di un amico siamo rimasti insieme,ma ora è più freddo che mai,mi tratta con distacco,ed io non so se dirglielo oppure no.io cerco di avvicinarmi a lui,ma non trovo lo stesso atteggiamento dall'altra parte.Che devo fare?So che la sto disturbando tanto ma le sue parole mi aiutano a capire qualcosa in più di questa situazione così ingarbugliata.Grazie
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Signora, scrive di aver parlato con suo marito, ma anche che non sa se dirglielo o no.

Quindi, avete parlato, ma non so di cosa.

A volte, quando un rapporto è in tensione, servono non solo le parole giuste, ma anche i "momenti" giusti; e quando si parla non come coniugi, ma come "nemici", il copione di solito prevede una serie di accuse reciproche ed insulti che raramente fanno progredire la coppia.

E' questa la vostra situazione?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile signora, a leggere la sua prima descrizione sembra che suo marito si starebbe comportando, come dicono a Firenze, come cencio che dice male di straccio.
Anche lei, tuttavia, sembra molto coinvolta nel legame sia con suo marito, sia con quello con la sua famiglia d'origine.
Credo che la cosa migliore sarebbe cercare entrambi una consultazione di coppia. Se tuttavia suo marito si rifiutasse, può sempre cercare una consulenza lei, per farsi aiutare a fare chiarezza dentro se stessa e per ricevere suggerimenti su come comportarsi.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
Caro dottor Calì,è proprio così il nostro parlare e un rinfacciare ed accusarci...ho parlato con mio marito della nostra situazione ed io ho capito che il suo problema è che vive male il fatto che io passi del tempo con i miei perchè è convinto che io mi lasciinfluenzare da mia madre,che la lasci parlare male di lui e che io sia daccordo con lei....ma non è così,il non so se dirglielo riguarda la sua distanza nei miei confronti.Non so se fargli notare che viviamo da estranei nella stessa casa,evita qualsiasi contatto con me,non mi chiama al telefono, non mi saluta quando va via.Devo dirglielo o lascio stare non so che fare...
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Signora, in questo momento la situazione sembra abbastanza tesa.

Quando una coppia non parla di solito se ne ricavano solo danni. E' pur vero che non esiste modo di convincere suo marito che lei non parli male di lui con sua madre.

Può sembrarle strano, ma se ci pensa un attimo non esiste una "prova certa" che suo marito può ottenere a riguardo.

Il problema, ora, non è "dire o non dire", "quali parole usare" o simili. Il problema è imparare a comunicare e rinforzare un legame in cui mi sembra che i confini di coppia (e quelli con le vostre rispettive famiglie d'origine) non siano per niente definiti.

Rassicurare suo marito può essere un rimedio "sintomatico", come prendere una pastiglia per il mal di gola, ma credo che, fin quando non affronterete le questioni di base del vostro rapporto, come il problema della fiducia ed il distacco dalle rispettive famiglie, non ne caverete un ragno dal buco.

Cordialmente
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Utente
Utente
Volevo solo ringraziarla del tempo che mi sta dedicando....volevo dirle solo questo.GRAZIE