Una situazione che mi angoscia
salve dottore ho 46 anni,volevo rivolgermi a voi per una situazione che mi angoscia e mi far star male ogni giorno.A 13 anni sonostato circonciso,perdendo col tempo la sensibilità sul glande. Ancora oggi,quando ho rapporti con mia moglie, praticamente non sento niente,anche se concludo, non sento nessuna emozione.. mentre le scrivo stò malissimo,io non sò più cosa fare,ho fatto visite urologiche,andrologiche,
visitandomi hanno detto che non c'è più niente da fare.Diverse volte ho cercato di tagliarmi la cucitura,e tutt'ora,continuo a pensarci.Voglio riavere la sensibilità che avevo prima di circoncidermi,lo sò che lei e psicologo,ma cosa posso fare?
visitandomi hanno detto che non c'è più niente da fare.Diverse volte ho cercato di tagliarmi la cucitura,e tutt'ora,continuo a pensarci.Voglio riavere la sensibilità che avevo prima di circoncidermi,lo sò che lei e psicologo,ma cosa posso fare?
[#1]
Gentile utente,
lei sente che le hanno portato via una parte importante di se stesso, e che questa "deprivazione" penalizza fortemente anche il modo in cui vive i rapporti intimi con sua moglie.
I medici, dal canto loro, le hanno detto che non è in alcun modo possibile ritornare alla situazione anatomica precedente.
Cosa resta da fare, a questo punto, per riuscire a star meglio?
Tagliare la cucitura, i medici glielo confermeranno, sarebbe solo un modo per far male a se stesso.
Anche continuare a pensare ossessivamente al suo glande com'era prima, le fa solo male, e lo avrà ben costatato in tutti questi anni.
E' come se avesse subito un incidente, un brutto trauma che ha lasciato dei segni sul suo corpo. E' necessario accettare questi segni ed i cambiamenti che hanno prodotto, perché non c'è nulla che si possa fare per tornare indietro.
Ma se non è possibile rimediare alla cosa in sé, si può però cercare di rimediare alle conseguenze.
Al di là di eventuali problemi di sensibilità, come può lei provare emozione nei rapporti con sua moglie, se li vive con tale angoscia e tensione?
Il glande non è la sola zona sensibile... perché pensare ad esso come fosse indispensabile? Ce ne sono molte altre, sia sui genitali che altrove. Se si smette di focalizzare l'attenzione sul glande, e su modalità di rapporto centrate su quella zona, è possibile scoprire/riscoprire sia l'emozione che il piacere nei rapporti intimi con sua moglie.
Ciò che può fare lo psicologo/sessuologo non è riportare indietro il tempo a prima dell'operazione, ma aiutarla a vivere nel suo tempo, così com'è ora. Aiutarla a metabolizzare il trauma, accettare il cambiamento, gestire l'angoscia, e trovare modi di provare piacere e coinvolgimento nei rapporti con sua moglie diversi da quelli tentati fino ad oggi. Ma è necessario che lei accetti un cambio di prospettiva, e sia motivato a intraprendere un percorso diverso, rinunciando a soluzioni "magiche" e inutilmente deleterie come il taglio della cicatrice.
Cordialmente,
lei sente che le hanno portato via una parte importante di se stesso, e che questa "deprivazione" penalizza fortemente anche il modo in cui vive i rapporti intimi con sua moglie.
I medici, dal canto loro, le hanno detto che non è in alcun modo possibile ritornare alla situazione anatomica precedente.
Cosa resta da fare, a questo punto, per riuscire a star meglio?
Tagliare la cucitura, i medici glielo confermeranno, sarebbe solo un modo per far male a se stesso.
Anche continuare a pensare ossessivamente al suo glande com'era prima, le fa solo male, e lo avrà ben costatato in tutti questi anni.
E' come se avesse subito un incidente, un brutto trauma che ha lasciato dei segni sul suo corpo. E' necessario accettare questi segni ed i cambiamenti che hanno prodotto, perché non c'è nulla che si possa fare per tornare indietro.
Ma se non è possibile rimediare alla cosa in sé, si può però cercare di rimediare alle conseguenze.
Al di là di eventuali problemi di sensibilità, come può lei provare emozione nei rapporti con sua moglie, se li vive con tale angoscia e tensione?
Il glande non è la sola zona sensibile... perché pensare ad esso come fosse indispensabile? Ce ne sono molte altre, sia sui genitali che altrove. Se si smette di focalizzare l'attenzione sul glande, e su modalità di rapporto centrate su quella zona, è possibile scoprire/riscoprire sia l'emozione che il piacere nei rapporti intimi con sua moglie.
Ciò che può fare lo psicologo/sessuologo non è riportare indietro il tempo a prima dell'operazione, ma aiutarla a vivere nel suo tempo, così com'è ora. Aiutarla a metabolizzare il trauma, accettare il cambiamento, gestire l'angoscia, e trovare modi di provare piacere e coinvolgimento nei rapporti con sua moglie diversi da quelli tentati fino ad oggi. Ma è necessario che lei accetti un cambio di prospettiva, e sia motivato a intraprendere un percorso diverso, rinunciando a soluzioni "magiche" e inutilmente deleterie come il taglio della cicatrice.
Cordialmente,
Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro
www.psicologicamente.altervista.org
[#2]
Gentile Utente,
il vissuto associato all'intervento da lei subito, necessita un setting terapeutico adeguato per una possibile eleborazione.
La sensibilità, si può in parte recuperare, con un percorso di terapia sessuologica, che dopo un'adeguata eleborazione del lutto associata al passaggio dalla precedente all'attuale condizione clinica, insegna a lei ed a sua moglie, l'investimento emozionale e l'erotizzazione di altro dal glande.
Cari auguri
il vissuto associato all'intervento da lei subito, necessita un setting terapeutico adeguato per una possibile eleborazione.
La sensibilità, si può in parte recuperare, con un percorso di terapia sessuologica, che dopo un'adeguata eleborazione del lutto associata al passaggio dalla precedente all'attuale condizione clinica, insegna a lei ed a sua moglie, l'investimento emozionale e l'erotizzazione di altro dal glande.
Cari auguri
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Ex utente
Dottoressa Elisa per me non è facile, no me la sento di andare da un sessuologo,non voglio ignorare il suo consiglio,ma non voglio neanche andare come le dicevo da un sessuologo,stò disperatamente trovando un bravo chirurgo che mi aiuti.Io purtroppo non ho tanti soldi per fare un trapianto,ma se li avessi lo farei sicuramente.E diventato solo un pezzo di carne CHE NON Dà NESSUN EMOZIONE.A volte mi vengono delle crisi solo a vederlo
una volta pensi che c'ero andato vicino nel tagliare la cucitura,solo quando ho visto il sangue mi sono fermato.
Non si immaginano neanche lontanamente quei dottori che ti circoncidono del danno che fanno a persone come me o a quelli che circoncidono.Ancora oggi stò maledicendo quel giorno.Io la ringrazio comunque per avermi risposto,e se può ancora aiutarmi,sarò lieto di sentirla.comunque ,sono sempre più determinato che mai,se non trovo un bravo chirurgo,a tagliarmi la cucitura,come le ho detto prima c'ero andato vicino.Io non sono matto... sono solo disperato.grazie.
una volta pensi che c'ero andato vicino nel tagliare la cucitura,solo quando ho visto il sangue mi sono fermato.
Non si immaginano neanche lontanamente quei dottori che ti circoncidono del danno che fanno a persone come me o a quelli che circoncidono.Ancora oggi stò maledicendo quel giorno.Io la ringrazio comunque per avermi risposto,e se può ancora aiutarmi,sarò lieto di sentirla.comunque ,sono sempre più determinato che mai,se non trovo un bravo chirurgo,a tagliarmi la cucitura,come le ho detto prima c'ero andato vicino.Io non sono matto... sono solo disperato.grazie.
[#4]
Caro utente,
mi aggiungo alle colleghe che le hanno risposto, permettendomi di ripetere il suggerimento di andare da uno psicologo, che l'aiuti a contenere queste emozioni di disperazione che in Lei ci sono: è vero, lo psicologo non riporterà il suo pene a com'era prima dell'operazione, ma come le colleghe Le dicevano, ci sono altri modi per risolvere il problema e per vivere meglio il rapporto con se stesso e con la sua sessualità. In questo lo psicologo può aiutarla, senz'altro.
Inoltre, può aiutarla anche nell'analizzare come mai lei si sente così: lei certo saprà che sono molti gli uomini circoncisi, eppure lei ha vissuto quest'esperienza in modo profondamente doloroso, al punto da essere disperato oggi... lo psicologo potrebbe aiutarla a capire come mai per lei è così dolorosa quest'esperienza: è l'operazione ad essere andata male? è stata qualcosa che lei ha dovuto subire o è stato in qualche modo reso partecipe di tale decisione?
...insomma l'operazione non è solo un fatto fisico, e lo psicologo può aiutarla a comprendere i fattori psicologici che l'hanno così profondamente turbata.
Inoltre le ricordo che lo psicologo ha comunque e sempre il segreto professionale, e che ogni giorno vede e ascolta storie di persone spesso con problemi simili ai suoi, e pertanto non la giudicherà, nè rimarrà impressionato dal suo racconto.
In bocca al lupo
Dott.ssa Chiara Facchetti
mi aggiungo alle colleghe che le hanno risposto, permettendomi di ripetere il suggerimento di andare da uno psicologo, che l'aiuti a contenere queste emozioni di disperazione che in Lei ci sono: è vero, lo psicologo non riporterà il suo pene a com'era prima dell'operazione, ma come le colleghe Le dicevano, ci sono altri modi per risolvere il problema e per vivere meglio il rapporto con se stesso e con la sua sessualità. In questo lo psicologo può aiutarla, senz'altro.
Inoltre, può aiutarla anche nell'analizzare come mai lei si sente così: lei certo saprà che sono molti gli uomini circoncisi, eppure lei ha vissuto quest'esperienza in modo profondamente doloroso, al punto da essere disperato oggi... lo psicologo potrebbe aiutarla a capire come mai per lei è così dolorosa quest'esperienza: è l'operazione ad essere andata male? è stata qualcosa che lei ha dovuto subire o è stato in qualche modo reso partecipe di tale decisione?
...insomma l'operazione non è solo un fatto fisico, e lo psicologo può aiutarla a comprendere i fattori psicologici che l'hanno così profondamente turbata.
Inoltre le ricordo che lo psicologo ha comunque e sempre il segreto professionale, e che ogni giorno vede e ascolta storie di persone spesso con problemi simili ai suoi, e pertanto non la giudicherà, nè rimarrà impressionato dal suo racconto.
In bocca al lupo
Dott.ssa Chiara Facchetti
Dr.ssa Chiara Facchetti
Ordine degli Psicologi della Lombardia (n. iscriz. 03/12625)
www.milanopsicologa.it
[#5]
Ex utente
Salve Dott.Chiara,grazie per avermi risposto,le dico subito che l'operazione mi è stata fatta male,operandomi mi hanno reciso troppe terminazioni nervose che avevo sul prepuzio,tutta la parte del piacere che provavo prima,e svanito.Tutto questo per una fimosi stretta!!ed è anche una prova che quello che sento non è legato sul fattore psicologico SE MIPERMETTE DI DIRLO,ma per il fatto che non riesco più a provare piacere o soddisfazzione.Anche se farò questa visita non servirà a nulla.GRAZIE.
[#6]
Gentile signore,
innanzitutto vorrei chiarirle un equivoco molto diffuso: non bisogna essere "matti" per andare dallo psicologo! Lo psicologo si occupa del benessere delle persone: quando le persone non riescono a gestire da sole difficoltà e turbamenti legati alla loro vita, o tentano di farlo ma a costo di grande sofferenza, lo psicologo può aiutarli.
L'equivoco nasce probabilmente dalla confusione con una diversa figura, quella dello psichiatra, che tradizionalmente si occupava proprio delle condizioni psicopatologiche gravi, le psicosi (i cosidetti "matti").
Sappiamo bene che le sue difficoltà sono reali, e vorremmo aiutarla, ma non possiamo farlo se lei non ce lo consente...
A questo scopo, vorrei invitarla a riflettere su alcuni aspetti, apparentemente contraddittori, della sua richiesta. Da un lato, infatti, dice di non essere disposto a chiedere aiuto ad uno psicologo, ma dall'altro continua a scrivere in questa sezione (Psicologia).
Perché?
Cosa teme che succeda, parlando con uno psicologo in studio, anziché via web? Se il suo timore è legato all'imbarazzo, dato il tema così intimo e delicato, sia certo che lo psicologo la comprenderebbe pienamente: è il suo lavoro!
Se invece il suo timore è che iniziare un percorso psicologico la "costringerebbe" ad affrontare e ad accettare ciò che più teme in assoluto, cioè l'impossibilità di tornare indietro a prima dell'operazione, allora fa benissimo a non andare dallo psicologo, perché vuol dire che preferisce andare avanti come ha fatto fino ad ora, soffrendo, tormentandosi, prendendosela con il suo pene e con l'operazione non andata a buon fine... finché un'altra operazione non rimetterà, come dice lei, le cose a posto.
In questo caso, però, sarebbe inutile anche continuare a scrivere nella sezione Psicologia di questo sito...
Non mi fraintenda, non voglio minimizzare il suo dolore, ma non posso non notare, da quello che ci ha scritto anche nelle precedenti richieste di consulto, che finora la strategia che ha usato per affrontare il suo problema (cioè fare il giro di tutti i medici possibili, ostinandosi a cercare soluzioni che le restituiscano il suo pene com'era un tempo) non è servita a nulla.
Le chiedo quindi, per il suo bene: quanto tempo ancora è disposto a continuare in questa direzione, invece di provare una strada diversa?
Lei ripone tutta la sua fiducia in un'operazione chirurgica. Si è informato dettagliatamente sulle sue possibilità di migliorare la situazione con un intervento che rimuova la cicatrice? Glielo chiedo perché, leggendo un vecchio consulto ho notato che un medico gliel'aveva sconsigliata, ritenendo che avrebbe addirittura aggravato la situazione.
E un trapianto di pene, è davvero certo che le restituirebbe tutta la sensibilità che desidera? Su quali basi ne è convinto?
Vorrei che riflettesse su tutto questo perché lei stesso possa capire meglio in quale direzione valga la pena investire davvero i suoi sforzi futuri.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti.
Cordialmente,
innanzitutto vorrei chiarirle un equivoco molto diffuso: non bisogna essere "matti" per andare dallo psicologo! Lo psicologo si occupa del benessere delle persone: quando le persone non riescono a gestire da sole difficoltà e turbamenti legati alla loro vita, o tentano di farlo ma a costo di grande sofferenza, lo psicologo può aiutarli.
L'equivoco nasce probabilmente dalla confusione con una diversa figura, quella dello psichiatra, che tradizionalmente si occupava proprio delle condizioni psicopatologiche gravi, le psicosi (i cosidetti "matti").
Sappiamo bene che le sue difficoltà sono reali, e vorremmo aiutarla, ma non possiamo farlo se lei non ce lo consente...
A questo scopo, vorrei invitarla a riflettere su alcuni aspetti, apparentemente contraddittori, della sua richiesta. Da un lato, infatti, dice di non essere disposto a chiedere aiuto ad uno psicologo, ma dall'altro continua a scrivere in questa sezione (Psicologia).
Perché?
Cosa teme che succeda, parlando con uno psicologo in studio, anziché via web? Se il suo timore è legato all'imbarazzo, dato il tema così intimo e delicato, sia certo che lo psicologo la comprenderebbe pienamente: è il suo lavoro!
Se invece il suo timore è che iniziare un percorso psicologico la "costringerebbe" ad affrontare e ad accettare ciò che più teme in assoluto, cioè l'impossibilità di tornare indietro a prima dell'operazione, allora fa benissimo a non andare dallo psicologo, perché vuol dire che preferisce andare avanti come ha fatto fino ad ora, soffrendo, tormentandosi, prendendosela con il suo pene e con l'operazione non andata a buon fine... finché un'altra operazione non rimetterà, come dice lei, le cose a posto.
In questo caso, però, sarebbe inutile anche continuare a scrivere nella sezione Psicologia di questo sito...
Non mi fraintenda, non voglio minimizzare il suo dolore, ma non posso non notare, da quello che ci ha scritto anche nelle precedenti richieste di consulto, che finora la strategia che ha usato per affrontare il suo problema (cioè fare il giro di tutti i medici possibili, ostinandosi a cercare soluzioni che le restituiscano il suo pene com'era un tempo) non è servita a nulla.
Le chiedo quindi, per il suo bene: quanto tempo ancora è disposto a continuare in questa direzione, invece di provare una strada diversa?
Lei ripone tutta la sua fiducia in un'operazione chirurgica. Si è informato dettagliatamente sulle sue possibilità di migliorare la situazione con un intervento che rimuova la cicatrice? Glielo chiedo perché, leggendo un vecchio consulto ho notato che un medico gliel'aveva sconsigliata, ritenendo che avrebbe addirittura aggravato la situazione.
E un trapianto di pene, è davvero certo che le restituirebbe tutta la sensibilità che desidera? Su quali basi ne è convinto?
Vorrei che riflettesse su tutto questo perché lei stesso possa capire meglio in quale direzione valga la pena investire davvero i suoi sforzi futuri.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti.
Cordialmente,
[#7]
Ex utente
Egregia Dottoressa,provi a passare la lingua sotto al palato,.. e quella la sensazione che provo!! cioè niente!!
deve sapere che una volta che viene effettuata la circoncisione il glande rimane perennemente esposto,e ghe per protezione sul glande si forma la cheratina rendendolo insensibile, e col tempo si perde la sensibilità completamente.Lei mi dice perchè cotinuo a criverle in questa sezione?io non lo sò!forse una parte di me si è stancata di tutto questo.
deve sapere che una volta che viene effettuata la circoncisione il glande rimane perennemente esposto,e ghe per protezione sul glande si forma la cheratina rendendolo insensibile, e col tempo si perde la sensibilità completamente.Lei mi dice perchè cotinuo a criverle in questa sezione?io non lo sò!forse una parte di me si è stancata di tutto questo.
[#8]
Gentile Signore,
se davanti a questa situazione gli specialisti le hanno detto che risulta molto difficile tornare indietro e farle riaquisire la sensibilità allora credo che il sentiero maggiormente percorribile sia quello di farsi aiutare da uno Psicoterapeuta a renderle più sopportabile la convivenza con questa condizione.
In alternativa, se ritiene di avere ancora bisogno di tentare la via medica allora le suggerisco di sentire il parere degli andrologi che rispondono su questo sito.
Cordialmente
se davanti a questa situazione gli specialisti le hanno detto che risulta molto difficile tornare indietro e farle riaquisire la sensibilità allora credo che il sentiero maggiormente percorribile sia quello di farsi aiutare da uno Psicoterapeuta a renderle più sopportabile la convivenza con questa condizione.
In alternativa, se ritiene di avere ancora bisogno di tentare la via medica allora le suggerisco di sentire il parere degli andrologi che rispondono su questo sito.
Cordialmente
Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense
[#9]
Gentile Signore,
se davanti a questa situazione gli specialisti le hanno detto che risulta molto difficile tornare indietro e farle riaquisire la sensibilità allora credo che il sentiero maggiormente percorribile sia quello di farsi aiutare da uno Psicoterapeuta a renderle più sopportabile la convivenza con questa condizione.
In alternativa, se ritiene di avere ancora bisogno di tentare la via medica allora le suggerisco di sentire il parere degli andrologi che rispondono su questo sito.
Cordialmente
se davanti a questa situazione gli specialisti le hanno detto che risulta molto difficile tornare indietro e farle riaquisire la sensibilità allora credo che il sentiero maggiormente percorribile sia quello di farsi aiutare da uno Psicoterapeuta a renderle più sopportabile la convivenza con questa condizione.
In alternativa, se ritiene di avere ancora bisogno di tentare la via medica allora le suggerisco di sentire il parere degli andrologi che rispondono su questo sito.
Cordialmente
[#10]
Ex utente
dottoressa elisa il fatto è che, non è che una visita psicologica mi costringerebbe ad accettare questa mia condizione,ma la cosa mi angoscia ancora di più quando rifletto e dico:perchè prima mi rovinano e poi mi mandano da un psicologo?la questione è che loro mi hanno rovinato,e loro ,cioè "quelli che ti circoncidono e ti rovinano a vita,"mi devono riparare il danno che mi hanno causato,ridandomi la sensibilità.se no farò da solo.
[#11]
Gentile signore,
purtroppo il focalizzare la sua attenzione sul desiderio di giustizia, di veder "riparato" il torto che le è stato involontariamente fatto (mi par di capire con un intervento non ben riuscito), non l'aiuta a risolvere il problema attuale. Come lei stesso sottolinea, il pensare a queste cose, il recriminare sul "danno" le provoca solo angoscia.
A questo punto, realisticamente, ci sono solo tre possibili strade da considerare:
- una consiste nell'informarsi definitivamente, da uno specialista di sua fiducia, sulla possibilità di recuperare, per via medica o chirurgica, la sensibilità che sente di aver perso. Finora mi è parso di capire che i medici si siano pronunciati negativamente su questa possibilità.
- un'altra consiste nell'iniziare un percorso di tipo psicologico, che di certo non serve ai medici che le hanno praticato l'intervento mal riuscito, ma può servire a lei per iniziare a elaborare il "lutto" di ciò che sente di aver perso. Ed è solo per se stesso che deve farlo, non per qualcun altro.
E' una strada che finora, a differenza dell'altra, non ha ancora tentato, per cui potrebbe presentare qualche vantaggio inaspettato.
- una terza strada consiste nel non far nulla di diverso da ciò che ha fatto finora, e di coltivare ancora l'illusione di poter "fare da solo" (rimuovendo la cicatrice). Questa strada, che finora ha battuto per anni, comporterà solo il persistere del suo stato di angoscia e di sofferenza. Ma scrive che ha iniziato, giustamente, a stancarsi di tutto questo...
Le auguro, quindi, di scegliere la direzione più efficace per la riduzione del suo stato di sofferenza.
purtroppo il focalizzare la sua attenzione sul desiderio di giustizia, di veder "riparato" il torto che le è stato involontariamente fatto (mi par di capire con un intervento non ben riuscito), non l'aiuta a risolvere il problema attuale. Come lei stesso sottolinea, il pensare a queste cose, il recriminare sul "danno" le provoca solo angoscia.
A questo punto, realisticamente, ci sono solo tre possibili strade da considerare:
- una consiste nell'informarsi definitivamente, da uno specialista di sua fiducia, sulla possibilità di recuperare, per via medica o chirurgica, la sensibilità che sente di aver perso. Finora mi è parso di capire che i medici si siano pronunciati negativamente su questa possibilità.
- un'altra consiste nell'iniziare un percorso di tipo psicologico, che di certo non serve ai medici che le hanno praticato l'intervento mal riuscito, ma può servire a lei per iniziare a elaborare il "lutto" di ciò che sente di aver perso. Ed è solo per se stesso che deve farlo, non per qualcun altro.
E' una strada che finora, a differenza dell'altra, non ha ancora tentato, per cui potrebbe presentare qualche vantaggio inaspettato.
- una terza strada consiste nel non far nulla di diverso da ciò che ha fatto finora, e di coltivare ancora l'illusione di poter "fare da solo" (rimuovendo la cicatrice). Questa strada, che finora ha battuto per anni, comporterà solo il persistere del suo stato di angoscia e di sofferenza. Ma scrive che ha iniziato, giustamente, a stancarsi di tutto questo...
Le auguro, quindi, di scegliere la direzione più efficace per la riduzione del suo stato di sofferenza.
[#12]
Ex utente
Salve dottoressa Elvira ,dopo tutto questo periodo, ho riflettuto molto su quello che mi ha consigliato.
Ho scelto la strada della chirurgia per risolvere questa mia situazione che mi angoscia da anni.Nell'attesa non le nascondo che soffro moltissimo,tanto che questa mattina,ho avuto una crisi di pianto.La visita da questo professore e a dicembre,fino da allora soffrirò ancora.Mi auguro che questo professore,sia in grado di aiutarmi,temo che farò quello che ho sempre desiderato fare.E non mi importerà nulla delle conseguenze....non c'è la faccio più.Cordiali saluti.
Ho scelto la strada della chirurgia per risolvere questa mia situazione che mi angoscia da anni.Nell'attesa non le nascondo che soffro moltissimo,tanto che questa mattina,ho avuto una crisi di pianto.La visita da questo professore e a dicembre,fino da allora soffrirò ancora.Mi auguro che questo professore,sia in grado di aiutarmi,temo che farò quello che ho sempre desiderato fare.E non mi importerà nulla delle conseguenze....non c'è la faccio più.Cordiali saluti.
[#13]
Gentile signore, ci fa piacere riavere sue notizie.
Noto che purtroppo il suo stato d'animo sembra non essere cambiato dall'ultima volta che ha scritto. E' sicuro di aver fatto la scelta migliore?
Un supporto psicologico potrebbe aiutarla, se non altro, a gestire meglio l'attesa della visita prenotata per dicembre.
Cordiali saluti,
Noto che purtroppo il suo stato d'animo sembra non essere cambiato dall'ultima volta che ha scritto. E' sicuro di aver fatto la scelta migliore?
Un supporto psicologico potrebbe aiutarla, se non altro, a gestire meglio l'attesa della visita prenotata per dicembre.
Cordiali saluti,
[#15]
Gentile utente, leggendo precedenti consulti, ho notato che già l'anno scorso, più o meno in questo periodo, era pervenuto alla stessa decisione. E' passato un anno, e da allora nulla è cambiato. Sa perché?
Perché non ha mai fatto scelte diverse da quelle che ha considerato fino ad ora.
Se noi tutti le abbiamo consigliato di rivolgersi ad uno Psicologo, l'abbiamo fatto non perché pensiamo che lei sia matto: è chiaro, infatti, che lei risente di un problema oggettivo.
Lo abbiamo fatto perché ci ha detto che tutti i medici che ha finora consultato le hanno riferito che sul piano medico non c'era nulla da fare (a proposito, la visita che era in programma a dicembre?)
Quindi, il buon senso suggerisce che quando un problema non si può risolvere, bisogna tentare di far pace col problema stesso.
Perché, per una volta nella vita, non fare una scelta diversa e provare a fare ciò che tutti le abbiamo consigliato?
E, cosa non meno importante, come pensa di poter eseguire "in proprio" e in modo artigianale un intervento che i medici stessi non hanno potuto praticarle? Ha pensato al fatto che rischia di far danni ancora più grossi di quelli di cui ha pagato il prezzo in questi anni?
Svegliarsi in ospedale non la farà star meglio... ci pensi.
Perché non ha mai fatto scelte diverse da quelle che ha considerato fino ad ora.
Se noi tutti le abbiamo consigliato di rivolgersi ad uno Psicologo, l'abbiamo fatto non perché pensiamo che lei sia matto: è chiaro, infatti, che lei risente di un problema oggettivo.
Lo abbiamo fatto perché ci ha detto che tutti i medici che ha finora consultato le hanno riferito che sul piano medico non c'era nulla da fare (a proposito, la visita che era in programma a dicembre?)
Quindi, il buon senso suggerisce che quando un problema non si può risolvere, bisogna tentare di far pace col problema stesso.
Perché, per una volta nella vita, non fare una scelta diversa e provare a fare ciò che tutti le abbiamo consigliato?
E, cosa non meno importante, come pensa di poter eseguire "in proprio" e in modo artigianale un intervento che i medici stessi non hanno potuto praticarle? Ha pensato al fatto che rischia di far danni ancora più grossi di quelli di cui ha pagato il prezzo in questi anni?
Svegliarsi in ospedale non la farà star meglio... ci pensi.
[#16]
Ex utente
no dottoressa Elisa in quel periodo ho fatto diverse di quelle visite che le avevo menzionato,e stato questo motivo se mi sono fermato ed è passato del tempo.L'anno scorso sono riuscito ad anestetizzarlo artigianalmente.Non sentivo più niente.
Sò delle conseguenze e cosa fare.Non sà Dott.quante di quelle volte maledico quel giorno che mi hanno circonciso.Questa condizione mi fa stare tanto male Dott.,sapendo di aver perso tutta la sensibilità!!
Sò delle conseguenze e cosa fare.Non sà Dott.quante di quelle volte maledico quel giorno che mi hanno circonciso.Questa condizione mi fa stare tanto male Dott.,sapendo di aver perso tutta la sensibilità!!
[#17]
Purtroppo da qui, più che accogliere la sua sofferenza ed il suo bisogno di sfogarsi, non possiamo fare...
Se anche quest'anno dovesse passare senza che cambi nulla, riuscirebbe a considerare l'idea di tentare l'unica strada che fino ad ora non ha mai imboccato, e che noi tutti le abbiamo consigliato?
Se anche quest'anno dovesse passare senza che cambi nulla, riuscirebbe a considerare l'idea di tentare l'unica strada che fino ad ora non ha mai imboccato, e che noi tutti le abbiamo consigliato?
[#18]
Ex utente
Lo sò dott.che da lì non potete fare nulla,questo le ha dimostrato che lei nonostante mi ha dato dei consigli,ed essendo una brava psicolaga, in me non ha avuto nessun risvolto. ecco perchè, come le dicevo, una visita fatta da un psicologo non mi servirà a nulla.Anche perchè
ho fatto quello che dovevo fare,e non andrò certo all'ospedale per farmelo ricucire di nuovo.mi fa tanto male ma non me ne importa passerà.
ho fatto quello che dovevo fare,e non andrò certo all'ospedale per farmelo ricucire di nuovo.mi fa tanto male ma non me ne importa passerà.
[#19]
Non confonda i contesti e gli interventi... sembra quasi che voglia convincersi che per lei non c'è niente da fare!
Da questo sito indubbiamente non possiamo fare altro che offrirle ascolto e darle indicazioni generiche sulla situazione, ma non possiamo approfondirne la conoscenza.
Né possiamo intervenire su di essa.
L'intervento psicologico non è una semplice "visita" in studio. I primi incontri servono ad inquadrare la situazione, e ad approfondirne la conoscenza, ma poi si tratterebbe di iniziare un percorso impegnativo, di cambiamento. Capirà che la cosa è ben diversa...
Spero di averle chiarito questo punto. E le auguro anche che il suo intervento "artigianale" possa avere i risultati che spera.
Cordialmente,
Da questo sito indubbiamente non possiamo fare altro che offrirle ascolto e darle indicazioni generiche sulla situazione, ma non possiamo approfondirne la conoscenza.
Né possiamo intervenire su di essa.
L'intervento psicologico non è una semplice "visita" in studio. I primi incontri servono ad inquadrare la situazione, e ad approfondirne la conoscenza, ma poi si tratterebbe di iniziare un percorso impegnativo, di cambiamento. Capirà che la cosa è ben diversa...
Spero di averle chiarito questo punto. E le auguro anche che il suo intervento "artigianale" possa avere i risultati che spera.
Cordialmente,
Questo consulto ha ricevuto 19 risposte e 3k visite dal 11/08/2010.
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