Storia impossibile che porta alla pazzia
salve, avrei urgente bisogno di un parere. sono 3 anni che ho una storia, è iniziata mentre ero impegnata con un altro ragazzo, quest'ultimo era diventato il mio punto di riferimento per tutto, non avrei mai pensato di lasciarlo (anche se era troppo autoritario). poi ho conosciuto il secondo ragazzo e dopo più di un anno ho lasciato il primo. ci ho messo così tanto perchè avevo paura, dal secondo non avevo nessuna garanzia, il primo mi dava un senso di stabilità e protezione. comunque, dopo aver chiuso la storia con il primo, ho iniziato una sorta di lotta al massacro con il secondo. le cose non sono mai andate bene, non siamo mai stati in grado di vivere questa cosa in maniera tranquilla.lui è troppo diverso da quello di cui ho bisogno, eppure non riesco a chiudere definitivamente. di rotture ce ne sono state tantissime, ci siamo anche fatti molto male. il punto è che tutti e 2 continuiamo a farlo, cercandoci, insultandoci. non so veramente come uscire da questa cosa, ora sto anche prendendo degli psicofarmaci, mi erano stati prescritti da uno psichiatra un anno fa ma non li avevo presi. io mi sento come se non avessi via di uscita, come se la mia vita fosse bloccata. se analizzo tutto razionalmente, so perchè non posso stare insieme a lui. ma poi mi prendono momenti di tristezza assoluta, provo a non cercarlo e lo fa lui, se non è lui lo faccio io. aiutatemi, mi sembra di vivere un incubo. una volta ho fatto una lista dei pro e dei contro di questa storia, i pro avevano riempito mezza pagina, i contro più di 5, nonostante riesca a sapere esattamente perche non va bene per me, non mi libero da questo legame assurdo. sono masochista?credo di aver bisogno di una persona che mi stia vicina, che sappia darmi certezze e che sappia farmi sentire parte importante della sua vita. lui non è così, è una persona fredda, devo interpretare ogni cosa, non ce la faccio a non sentirmi amata. lui dice che il mio è un problema che dipende dalla mancanza di affetto da parte dei miei genitori, è quindi un mio problema irisolto e che non posso stressarlo.all'inizio della storia non mi davo pace, cercavo di farla andare a tutti i costi e stavo malissimo, vedevo questa come una doppia sconfitta: avevo lasciato il ragazzo quasi meraviglioso per questo così diverso dall'uomo di cui avevo bisogno. ho paura di impazzire se non riesco a chiudere definitivamente questa cosa perversa, ma non so proprio come fare. penso spesso di andare via per qualche tempo in modo da non poterlo vedere, sapere cose che lo riguardano o correre il rischio di esser cercata o cercarlo. penso anche spesso al suicidio, lo so che è orribile, ma mi capita. ecco perchè ho deciso di prendere gli sicofarmaci, avevo paura di fare qualcosa di brutto. avrei lasciato mia sorella sola, con tutti i problemi e questa cosa mi faceva stare malissimo.
potete darmi un parere?
scusate la confusione ma la mia mente non è molto lucida ultimamente!
grazie mille per ogni parere.
potete darmi un parere?
scusate la confusione ma la mia mente non è molto lucida ultimamente!
grazie mille per ogni parere.
[#1]
Gentile ragazza, certi rapporti, ormai logorati dalla mancanza di quel piacere reciproco che dovrebbe essere elemento fondamentale di ogni coppia, continuano ad andare avanti solo sulla base di timori e comportamenti irrazionali che creano delle vere e proprie trappole.
La paura di rimaner soli, l'angoscia di vivere uno stato di abbandono spinge a chiedere aiuto e a rifugiarsi proprio nella persona che ci fa star male. Alla fine la ricerca di questa diventa più un'ossessione che un vero bisogno di affetto. Spezzare il circolo vizioso di questa trappola è l'obiettivo che dovrebbe porsi, ma se non c'è riuscita da sola, forse, la presenza di un terapeuta potrebbe aiutarla. Nel consulto precedente afferma che le hanno consigliato una psicoterapia,.NON scarti questa possibilità.
saluti
La paura di rimaner soli, l'angoscia di vivere uno stato di abbandono spinge a chiedere aiuto e a rifugiarsi proprio nella persona che ci fa star male. Alla fine la ricerca di questa diventa più un'ossessione che un vero bisogno di affetto. Spezzare il circolo vizioso di questa trappola è l'obiettivo che dovrebbe porsi, ma se non c'è riuscita da sola, forse, la presenza di un terapeuta potrebbe aiutarla. Nel consulto precedente afferma che le hanno consigliato una psicoterapia,.NON scarti questa possibilità.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Ex utente
si, è vero, avevo anche fatto qualche mese di terapia cognitiva. il punto è che non volevo parlare di cose che mi facevano star male. probabilmente anche questa storia è un modo per non affrontare problemi ben più gravi. mi soffermo su lui e sul dolore che mi provoca per non affrontare altro dicendo a me stessa che già sto male così!
la cosa buffa è che quando lui torna io sto peggio di quando non c'è!
comunque la ringrazio tantissimo per il consulto.
la cosa buffa è che quando lui torna io sto peggio di quando non c'è!
comunque la ringrazio tantissimo per il consulto.
[#3]
>>> credo di aver bisogno di una persona che mi stia vicina, che sappia darmi certezze e che sappia farmi sentire parte importante della sua vita. lui non è così, è una persona fredda, devo interpretare ogni cosa, non ce la faccio a non sentirmi amata.
>>>
Gentile ragazza, lei qui sta esprimendo due bisogni di tipo diverso: il primo più ovvio, ovvero bisogno di sicurezza e protezione, il secondo meno ovvio, forse più morboso, ma in questo momento probabilmente più importante. Del resto, se non fosse così, non avrebbe mai lasciato il primo ragazzo per il secondo.
Cordiali saluti
>>>
Gentile ragazza, lei qui sta esprimendo due bisogni di tipo diverso: il primo più ovvio, ovvero bisogno di sicurezza e protezione, il secondo meno ovvio, forse più morboso, ma in questo momento probabilmente più importante. Del resto, se non fosse così, non avrebbe mai lasciato il primo ragazzo per il secondo.
Cordiali saluti
[#4]
Ex utente
non ho ben capito... il secondo sarebbe quello in cui dico che non ce la faccio a non sentirmi amata? ma io con il primo ragazzo mi sentivo amata ma non lo so perchè poi ho voluto fare questa cosa, lasciare il vecchio per il nuovo. non mi sono subito resa conto che il secondo fosse così, pensavo fosse colpa della mia storia con il fidanzato. cioè lo vedevo freddo ma credevo fosse perchè ero occupata.
ma secondo lei è ovvio anche il primo di bisogno? quando mi lamento perchè non ho sicurezza e protezione mi risponde che io cerco un badante e non un ragazzo. sono confusa, penso che il problema è che sono fatta male.
ma secondo lei è ovvio anche il primo di bisogno? quando mi lamento perchè non ho sicurezza e protezione mi risponde che io cerco un badante e non un ragazzo. sono confusa, penso che il problema è che sono fatta male.
[#5]
Il secondo bisogno è proprio quello che andrebbe approfondito meglio, perché è quello che l'ha fatta soffrire.
Potrebbe trattarsi del bisogno di avere accanto qualcuno magari un po' meno attento e rassicurante, ma più spregiudicato, difficile da avere, e da interpretare. Lei sembra attribuire molta importanza all'interpretazione e all'avere il controllo sulle cose, e in questo senso il secondo ragazzo potrebbe aver costituito una sfida irresistibile, per lei.
Oppure potrebbe averlo percepito come problematico, complicato, e aver sentito scattare in sé una molla che la spingeva a prendersi cura di lui, per cambiarlo, per "aggiustarlo".
Oppure ancora, questo ragazzo potrebbe essere ancora più autoritario del primo, e quindi ai suoi occhi più attraente proprio per questo.
In ogni caso questa relazione ha evidentemente toccato un punto delicato, in lei, e se la sta facendo ancora soffrire significa che probabilmente si tratta di qualcosa degno d'attenzione.
Cordiali saluti
Potrebbe trattarsi del bisogno di avere accanto qualcuno magari un po' meno attento e rassicurante, ma più spregiudicato, difficile da avere, e da interpretare. Lei sembra attribuire molta importanza all'interpretazione e all'avere il controllo sulle cose, e in questo senso il secondo ragazzo potrebbe aver costituito una sfida irresistibile, per lei.
Oppure potrebbe averlo percepito come problematico, complicato, e aver sentito scattare in sé una molla che la spingeva a prendersi cura di lui, per cambiarlo, per "aggiustarlo".
Oppure ancora, questo ragazzo potrebbe essere ancora più autoritario del primo, e quindi ai suoi occhi più attraente proprio per questo.
In ogni caso questa relazione ha evidentemente toccato un punto delicato, in lei, e se la sta facendo ancora soffrire significa che probabilmente si tratta di qualcosa degno d'attenzione.
Cordiali saluti
[#6]
Ex utente
non credo che sia così, del secondo io mi sono innamorata, non mi era mai successo prima. non sono una che ha la sindrome della crocerossina, non ho voglia di cambiare una persona. so per certo che lui non potrai mai essere diverso da quello che è, è proprio questo che mi fa soffrire. credo che sia assurdo che 2 persone che si amano non riescono a stare insieme. non mi do pace per questo motivo. per me serve uno con polso, lui mi esaspera con la sua indecisione, con i suoi "ok" quando si discute.
[#7]
Bene, può sempre darsi che mi stia sbagliando, stiamo solo facendo qualche ipotesi. È chiaro che da qui non potremo risolverle il problema, per questo dovrà eventualmente consultare un professionista di persona.
D'altra parte, io non ho parlato esplicitamente di "sindrome della crocerossina", ne ha parlato per prima lei. Quindi, forse la domanda se l'era già posta da sola, qualche volta. Inoltre questa frase è contraddittoria:
>>> so per certo che lui non potrai mai essere diverso da quello che è, è proprio questo che mi fa soffrire.
>>>
Se davvero non vuole cambiare questa persona, come mai soffre sapendo che non cambierà mai?
Cordiali saluti
D'altra parte, io non ho parlato esplicitamente di "sindrome della crocerossina", ne ha parlato per prima lei. Quindi, forse la domanda se l'era già posta da sola, qualche volta. Inoltre questa frase è contraddittoria:
>>> so per certo che lui non potrai mai essere diverso da quello che è, è proprio questo che mi fa soffrire.
>>>
Se davvero non vuole cambiare questa persona, come mai soffre sapendo che non cambierà mai?
Cordiali saluti
[#8]
Perchè non si prende una vacanza ? Non mi fraintenda, ma quando si é prossimi al capolinea può contribuire non poco a chiarirsi le idee e le emozioni.
Questo stato di cose, ragionando ad un livello più profondo, può essere vissuto come "ingorgo degli istinti". Cerco di spiegarmi. Non raramente le vicissitudini personali e relazionali sono confezionate non solo per ciò che succede in superficie sotto il principio della realtà. Molto spesso erroneamente si attribuiscono responsabilità concrete che invece sono dettate da accadimenti sotto il profilo della rappresentazione simbolica.
In pratica, questo vuol dire che la apparente incapacità a capirsi all'interno di una relazione, poniamo, sentimentale, non derivi tanto da circostanze " hic et nunc" (qui ed ora), erronemente ritenute responsabili per ciò che ci divide, ma, molto più spesso, perchè la componente simbolica prende il sopravvento.
A solo titolo di esempio, se Lei in passato ha fissato una esperienza non edificante, o francamente traumatica con la figura paterna, anni più tardi, e siamo ai nostri giorni, tenterà, inconsciamente, di "sistemare" quella questione con la figura maschile che più in quel momento la rappresenta. Il suo partner. Provi a pensare quale escalation di incomprensioni potreste andare incontro se parallelamente Lei, gentile ragazza, rappresentasse per il suo ragazzo una figura materna fallimentare.
Insomma, il rischio di una guerra senza confini sarebbe tutt'altro che improbabile. Non solo, ma la convinzione di risolvere la questione con coordinate coscienti ed usuali, ben presto si rivelerebbe poco adatta.
Solo uno Psicologo o Psicoterapeuta ad orientamento dinamico (tipo psicoanalitico) sarebbe in grado di cimentarsi efficacemente con questa situazione.
In questa circostanza, secondo il mio parere, modalità terapeutiche di tipo neo comportamentista o cognitivista, seppur efficaci in altre occasioni, le ritengo, in questo caso, assolutamente inadatte.
Cordialità.
Dr. Willy Murgolo
Psicologo-Psicoterapeuta
Ipnosi Clinica-Sessuologia
[#9]
Ex utente
Per il dottor Santonocito:
le ho scritto io della sindrome della crocerossina perchè è la prima cosa che mi dicono le persone quando sentono questa storia. non sono così, ne tantomeno la tipa che vuole lo st... che la fa soffrire.
mi fa soffrire il fatto che mi sono innamorata di una persona troppo diversa da quello di cui ho bisogno. dico che so che non cambierà mai perchè è così, è il suo carattere, ma è proprio il suo modo di essere a farmi soffrire.
le ho scritto io della sindrome della crocerossina perchè è la prima cosa che mi dicono le persone quando sentono questa storia. non sono così, ne tantomeno la tipa che vuole lo st... che la fa soffrire.
mi fa soffrire il fatto che mi sono innamorata di una persona troppo diversa da quello di cui ho bisogno. dico che so che non cambierà mai perchè è così, è il suo carattere, ma è proprio il suo modo di essere a farmi soffrire.
[#10]
Ex utente
Per il dottor Murgolo:
in effetti quando ero più piccola sono stata in psicoanalisi per 1 anno. si, è vero tutto quello che ha detto riguardo al dolore per la figura paterna. mio padre è andato via quando ero piccolissima, ma anche mia madre non mi ha più voluta, dovrei quindi anche avere problemi con la figura femminile?
l'analisi di cui parla è lunga e dolorosa, io ora cosa faccio? voglio cercare di risolvere un problema alla volta e non partire dalla storia della mia famiglia ( che è anche importante), ora la mia massima necessità è questa, uscire da questa storia. mi sto facendo troppo male.
in effetti quando ero più piccola sono stata in psicoanalisi per 1 anno. si, è vero tutto quello che ha detto riguardo al dolore per la figura paterna. mio padre è andato via quando ero piccolissima, ma anche mia madre non mi ha più voluta, dovrei quindi anche avere problemi con la figura femminile?
l'analisi di cui parla è lunga e dolorosa, io ora cosa faccio? voglio cercare di risolvere un problema alla volta e non partire dalla storia della mia famiglia ( che è anche importante), ora la mia massima necessità è questa, uscire da questa storia. mi sto facendo troppo male.
[#11]
>>> mi fa soffrire il fatto che mi sono innamorata di una persona troppo diversa da quello di cui ho bisogno. dico che so che non cambierà mai perchè è così, è il suo carattere, ma è proprio il suo modo di essere a farmi soffrire.
>>>
Benissimo, ma allora ciò non spiega come mai si sia innamorata proprio di lui, e non di un altro.
Quello che voglio dirle, e che probabilmente lei sa già, è che non ci s'innamora per caso. Se lei si è innamorata proprio di questo ragazzo, dev'esserci stato qualcosa in lui che l'attratta al punto di farla innamorare. Ma se quest'amore la fa soffrire, è probabile che quel qualcosa riguardi una questione che per lei è ancora da risolvere.
Poi, che cosa sia esattamente quel qualcosa, può non essere semplice capirlo da qui, e non sarebbe nemmeno la sede adatta.
Se non sono stato abbastanza chiaro, chieda pure.
Cordiali saluti
>>>
Benissimo, ma allora ciò non spiega come mai si sia innamorata proprio di lui, e non di un altro.
Quello che voglio dirle, e che probabilmente lei sa già, è che non ci s'innamora per caso. Se lei si è innamorata proprio di questo ragazzo, dev'esserci stato qualcosa in lui che l'attratta al punto di farla innamorare. Ma se quest'amore la fa soffrire, è probabile che quel qualcosa riguardi una questione che per lei è ancora da risolvere.
Poi, che cosa sia esattamente quel qualcosa, può non essere semplice capirlo da qui, e non sarebbe nemmeno la sede adatta.
Se non sono stato abbastanza chiaro, chieda pure.
Cordiali saluti
[#12]
Ex utente
mi sono innamorata di lui perchè non aveto capito che era così, lui diceva di essere freddo perchè io non ero libera. mi ha preso molto mentalmente ma ho preso un abbaglio. inoltre mi sentivo in colpa verso tutti e due: verso il mio ragazzo perchè lo stavo tradendo e verso lui perchè l'avevo illuso. e poi ho iniziato a pensare che fosse giusto così, cioè avevo fatto soffrire 2 persone e quindi dovevo soffrire io. ora però sono troppi anni e non ho più le forze
[#13]
Vediamo di chiarire le cose.
Lei dice "ma anche mia madre non mi ha più voluta, dovrei quindi avere problemi con la figura femminile ?" Non potendo entrare nel merito di questa vicenda per intuibili ragioni, mi limiterò a segnalarle come si stiano riproponendo le stesse condizioni di quando era piccola. In pratica, é come se ai giorni nostri qualcosa cerchi di emergere per tentare di "sistemare" quella brutta cosa di ieri. Sono processi al di là della coscienza che vanno interpretati come un tentativo di autocura per suturare ferite mai rimarginate. I protagonisti di questa fiction sono nella realtà i partner maschili che conosciamo e la figura femminile. Lei. I primi rappresentano la figura paterna, mentre la figura materna é Lei stessa, profondamente identificata con la madre.
Non posso dirle di più. Quello che invece dovrebbe poterla aiutare a guardare con più fiducia e serenità al suo futuro si riferisce al fatto, secondo la mia opinione, che per guarire da ciò che la affligge é necessario affrontare le cose dall'inizio, anche per evitare ricadute. Ma la cosa non la deve spaventare perchè non é necessario intraprendere un percorso psicoanalitico classico a volte lungo e interminabile. Oggigiorno ci sono psicoterapie psicodinamiche, che pur ispirandosi alla psicoanalisi, a volte sono di una brevità sorprendente. Ciò, comunque, che veramente importa é fare un lavoro fatto bene per rispedire i fantasmi del passato nell'archivio dell'inconscio con un biglietto di sola andata.
Perchè questo possa realizzarsi é necessario che lei si affidi ad uno Psicologo Psicoterapeuta con formazione tassativamente psicodinamica.
Cordialità
[#16]
Se cerca attentamente, rivolgendosi anche all'ordine degli Psicologi della sua regione, riuscirà ad individuare le scuole ad orientamento psicodinamico. Non credo che le forniranno un nominativo, ma una serie di nominativi é possibile. Una volta avuti questi nomi però dovrà essere lei ad incontrarli di persona una volta (alcuni la prima seduta non si fanno pagare)chiedendo un appuntamento.
Mi raccomando, una volta in presenza dello specialista, non abbia timore di chiedere tutto ciò che possa aiutarla a ritenere che siamo sulla strada giusta. Lo specialista ha il dovere di informarla correttamente soprattutto per quanto riguarda la sua formazione.
Non si fermi a questo però, porga la massima attenzione su cosa lo specialista dice, come lo dice, e che impressione le suscita. Si fidi delle sue intuizioni. In questo modo riuscirà sicuramente ad individuare la persona giusta per lei. Se crede, sono a sua completa disposizione in questa ricerca, magari aiutandola, per quel che posso, ad imboccare la strada giusta. Se dovesse decidere in tal senso, non mi comunichi i nominativi di chi incontra, per ovvie ragioni, ma... tutto il resto.
Cordialità
Mi raccomando, una volta in presenza dello specialista, non abbia timore di chiedere tutto ciò che possa aiutarla a ritenere che siamo sulla strada giusta. Lo specialista ha il dovere di informarla correttamente soprattutto per quanto riguarda la sua formazione.
Non si fermi a questo però, porga la massima attenzione su cosa lo specialista dice, come lo dice, e che impressione le suscita. Si fidi delle sue intuizioni. In questo modo riuscirà sicuramente ad individuare la persona giusta per lei. Se crede, sono a sua completa disposizione in questa ricerca, magari aiutandola, per quel che posso, ad imboccare la strada giusta. Se dovesse decidere in tal senso, non mi comunichi i nominativi di chi incontra, per ovvie ragioni, ma... tutto il resto.
Cordialità
[#18]
Gentile ragazza, vista la sua confusione, qui può farsi un'idea dei diversi orientamenti che le sono stati consigliati
terapia strategica
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/376-che-cos-e-la-psicoterapia-breve-strategica.html
terapia psicoanalitica
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/170-la-psicoanalisi-elementi-clinici.html
differenze ed elementi comuni delle psicoterapie
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/42-la-psicoterapia-e-le-sue-tattiche-comuni.html
terapia strategica
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/376-che-cos-e-la-psicoterapia-breve-strategica.html
terapia psicoanalitica
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/170-la-psicoanalisi-elementi-clinici.html
differenze ed elementi comuni delle psicoterapie
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/42-la-psicoterapia-e-le-sue-tattiche-comuni.html
[#19]
E inoltre questo, che parla della psicoterapia in generale:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Cordiali saluti
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Cordiali saluti
[#20]
Gentile in confusione,
Aggiungerei che in attesa che la ricerca scientifica possa garantire l'assoluta efficacia ed efficienza di questo o quest'altro orientamento, ritengo che la cosa più importante sia la serietà e la preparazione dello Psicoterapeuta. Ci vuole un po' di tempo per trovarlo ma alla fine verrà ricompensata con il raggiungimento di ciò che desidera.
cordialmente
[#21]
Gentile Utente,
E' già stata in analisi, ma un anno non è poi un tempo infinito. Con quale scansione settimanale?
Ha capito che indirizzo analitico il suo terapeuta seguiva? Le è stato detto?
Perché ha smesso l'analisi? Non sortiva effetti?
Le ha aperto delle voragini nella sua persona, nel suo animo, che l'hanno fatta retrocedere e l'hanno portata all'abbandono della terapia?
A volte non basta sapere il tipo di terapia seguita. Spesso è la persona del terapeuta che gioca un ruolo importante, sia che segua un'impostazione freudiana, lacaniana, junghiana, adleriana etc. Non può fare tutta la storia della psicoterapia prima di decidere a chi affidarsi. Peraltro, oggi, a distanza di anni, le psicoterapie a carattere analitico non hanno più messo i paletti di una volta. I terapeuti analisti di solito non sono bkloccati nei principi della loro formazione di base. Alcuni spaziano, necessariamente, a seconda dei casi che affrontano.
L'analisi è dolorosa, a volte, e non sortisce apparentemenrte risultati apprezzabili in poco tempo. La cosa che importa di più e quella di addentrarsi nei problemi, di far chiarezza degli stessi, di esaminarli, di discuterli con l'analista e con se stessa, di affrontare anche i più scabrosi. E di resistere in questo esame di sé e della propria vita, e del proprio sentire (sentuire se stessa, i propri stati d'animo, le proprie angosce).
Attenta a non cadere in una confusione che le provocherebbe complicazioni, caos e disorientamento per l'aggrovigliarsi delle sue problematiche. L'analisi deve tendere anche ad approfondire i problemi, ma per semplificarli, per comprenderli e per risolverli.
Non le serve molto sapere la differenza delle scuole terapeutiche una volta che abbia scelto la strada di analizzare i suoi problemi.
Le pare?
Cordialissimi saluti e molti auguri.
E' già stata in analisi, ma un anno non è poi un tempo infinito. Con quale scansione settimanale?
Ha capito che indirizzo analitico il suo terapeuta seguiva? Le è stato detto?
Perché ha smesso l'analisi? Non sortiva effetti?
Le ha aperto delle voragini nella sua persona, nel suo animo, che l'hanno fatta retrocedere e l'hanno portata all'abbandono della terapia?
A volte non basta sapere il tipo di terapia seguita. Spesso è la persona del terapeuta che gioca un ruolo importante, sia che segua un'impostazione freudiana, lacaniana, junghiana, adleriana etc. Non può fare tutta la storia della psicoterapia prima di decidere a chi affidarsi. Peraltro, oggi, a distanza di anni, le psicoterapie a carattere analitico non hanno più messo i paletti di una volta. I terapeuti analisti di solito non sono bkloccati nei principi della loro formazione di base. Alcuni spaziano, necessariamente, a seconda dei casi che affrontano.
L'analisi è dolorosa, a volte, e non sortisce apparentemenrte risultati apprezzabili in poco tempo. La cosa che importa di più e quella di addentrarsi nei problemi, di far chiarezza degli stessi, di esaminarli, di discuterli con l'analista e con se stessa, di affrontare anche i più scabrosi. E di resistere in questo esame di sé e della propria vita, e del proprio sentire (sentuire se stessa, i propri stati d'animo, le proprie angosce).
Attenta a non cadere in una confusione che le provocherebbe complicazioni, caos e disorientamento per l'aggrovigliarsi delle sue problematiche. L'analisi deve tendere anche ad approfondire i problemi, ma per semplificarli, per comprenderli e per risolverli.
Non le serve molto sapere la differenza delle scuole terapeutiche una volta che abbia scelto la strada di analizzare i suoi problemi.
Le pare?
Cordialissimi saluti e molti auguri.
[#22]
Ex utente
Vi ringrazio tutti per avermi risposto e indirizzata. A settembre inizierò la ricerca, speriamo bene!.
per il dottor Vita:
sono stata in analisi quando avevo 14 anni, è durata all'incirca un anno. mi ricordo che io ero sul lettino e l'analista alle mie spalle, non sò se può esserle d'aiuto per capire di cosa si trattasse.
ho smesso perchè mi faceva troppo male, uscivo dalle sedute rancorosa, tra l'altro gli ultimi periodi non sapevo più cosa dire e le sedute non passavano mai. poi ho fatto qualche mese di analisi cognitiva e anche in questo caso gli stessi effetti, sembravano benefici all'inizio ma poi diventava un peso andarci.
per il dottor Vita:
sono stata in analisi quando avevo 14 anni, è durata all'incirca un anno. mi ricordo che io ero sul lettino e l'analista alle mie spalle, non sò se può esserle d'aiuto per capire di cosa si trattasse.
ho smesso perchè mi faceva troppo male, uscivo dalle sedute rancorosa, tra l'altro gli ultimi periodi non sapevo più cosa dire e le sedute non passavano mai. poi ho fatto qualche mese di analisi cognitiva e anche in questo caso gli stessi effetti, sembravano benefici all'inizio ma poi diventava un peso andarci.
[#23]
Gentile Utente,
Adesso lei è più grande, ha il doppio dell'età che aveva quando ha fatto la prima esperienza. Si trattava di analisi freudiana.
Provi un'analisi più dolce, meno aggressiva.
Comunque parlare dei propri mali non è cosa gradita a nessuno.
L'analisi di amarezza ne dà, bisogna vedere però se è quello che serve per rimettere a posto il proprio animo e la propria vita.
Cordialità.
Questo consulto ha ricevuto 23 risposte e 3.8k visite dal 05/08/2010.
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Approfondimento su Suicidio
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