Paura della vecchiaia
Ho 29 anni, sono felicemente sposato, ho una figlia, sono una persona molto emotiva e da un paio d'anni ho un'ossessione ricorrente che è la paura di diventare vecchio. "Paura della vecchiaia" non intesa come "paura della morte", ma come decadimento fisico o paura di arrivare ad una certa età e di non aver combinato nulla nella vita, di essere solo, non essere più attivo per la propria famiglia, senza più affetti, rendendosi conto che il tempo è passato velocemente e che non ne rimane più molto per vivere.
Sono in cura da uno psichiatra che mi ha prescritto una terapia farmacologica con SSRI che fino ad ora mi è servita soprattutto per quietare l'ansia deabilitante (tachicardia, diarrea, mancanza di appettito) che mi assale quando ho questi pensieri, che comunque permangono.
Faccio calcoli mentali degli anni che ipoteticamente mi mancano da vivere, evito di sentire al telegiornale brutte notizie o qualsiasi cosa che possa richiamare questi argomenti.
In alcuni casi cerco di autoconvincermi che il tutto fa parte della vita umana e di essere parte di questo sistema che, non pone alcun'altra alternativa che rassegnarsi all'idea di non esserci più, un giorno.
Mi piacerebbe riuscire ad accettare con serenità questa realtà, cercando di godermi giorno per giorno ciò che la vita mi offre.
La mia è una situazione anomala o questo problema si può risolvere?
Grazie di cuore
Sono in cura da uno psichiatra che mi ha prescritto una terapia farmacologica con SSRI che fino ad ora mi è servita soprattutto per quietare l'ansia deabilitante (tachicardia, diarrea, mancanza di appettito) che mi assale quando ho questi pensieri, che comunque permangono.
Faccio calcoli mentali degli anni che ipoteticamente mi mancano da vivere, evito di sentire al telegiornale brutte notizie o qualsiasi cosa che possa richiamare questi argomenti.
In alcuni casi cerco di autoconvincermi che il tutto fa parte della vita umana e di essere parte di questo sistema che, non pone alcun'altra alternativa che rassegnarsi all'idea di non esserci più, un giorno.
Mi piacerebbe riuscire ad accettare con serenità questa realtà, cercando di godermi giorno per giorno ciò che la vita mi offre.
La mia è una situazione anomala o questo problema si può risolvere?
Grazie di cuore
[#1]
Gentile Utente,
da una parte la paura della morte e di invecchiare (e quindi non essere più autosufficienti, ecc...) sono chiaramente emozioni umane e condivisibili.
Nel Suo caso però sembra che questa paura sia eccessivamente amplificata. Calcolare gli anni che le restano da vivere ad es. (alla sua età!) è chiaramente un comportamente degno di attenzione.
Probabilmente si cela anche una responsabilità ipertrofica (non essere più d'aiuto per la famiglia).
Accanto alla terapia farmacologica è opportuna anche una psicoterapia.
Saluti,
da una parte la paura della morte e di invecchiare (e quindi non essere più autosufficienti, ecc...) sono chiaramente emozioni umane e condivisibili.
Nel Suo caso però sembra che questa paura sia eccessivamente amplificata. Calcolare gli anni che le restano da vivere ad es. (alla sua età!) è chiaramente un comportamente degno di attenzione.
Probabilmente si cela anche una responsabilità ipertrofica (non essere più d'aiuto per la famiglia).
Accanto alla terapia farmacologica è opportuna anche una psicoterapia.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Ex utente
Grazie dr.ssa.
Ho pensato anch'io di affidarmi alla psicoterapia.
La volontà non mi manca e la voglia di sentirsi bene è tanta!
Capisco che la mia paura sia eccessivamente amplificata e vorrei infatti saperla gestire più tranquillamente.
Pensate quindi che la psicoterapia sia una soluzione risolutiva?
Ho pensato anch'io di affidarmi alla psicoterapia.
La volontà non mi manca e la voglia di sentirsi bene è tanta!
Capisco che la mia paura sia eccessivamente amplificata e vorrei infatti saperla gestire più tranquillamente.
Pensate quindi che la psicoterapia sia una soluzione risolutiva?
[#3]
>>> cerco di autoconvincermi che il tutto fa parte della vita umana e di essere parte di questo sistema che, non pone alcun'altra alternativa che rassegnarsi all'idea di non esserci più, un giorno.
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Gentile utente, questa è ciò che alcuni di noi chiamano una tentata soluzione, ossia un tentativo di risolvere il problema che non solo non funziona, ma lo fa peggiorare. È un tentativo "ingenuo", nel senso che contro la paura, la razionalità diretta raramente funziona. Ci vogliono altre strade. Potrebbe beneficiare senz'altro di un aiuto psicoterapeutico, potrebbe essere risolutivo. Può chiedere un primo consulto con uno psicologo/psicoterapeuta, e ricevuto un parere, decidere se proseguire.
Cordiali saluti
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Gentile utente, questa è ciò che alcuni di noi chiamano una tentata soluzione, ossia un tentativo di risolvere il problema che non solo non funziona, ma lo fa peggiorare. È un tentativo "ingenuo", nel senso che contro la paura, la razionalità diretta raramente funziona. Ci vogliono altre strade. Potrebbe beneficiare senz'altro di un aiuto psicoterapeutico, potrebbe essere risolutivo. Può chiedere un primo consulto con uno psicologo/psicoterapeuta, e ricevuto un parere, decidere se proseguire.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#5]
Quando lei riferisce:
<< paura di arrivare ad una certa età e di non aver combinato nulla nella vita, di essere solo, non essere più attivo…>>
mi pare di capire che questa sua preoccupazione relativa alla “vecchiaia” possa contenere una più profonda interrogazione relativa al “futuro”, specificatamente ad una sua “visione soggettiva del futuro”… e poi c’è il modo in cui percepisce il suo corpo.
Certamente. accanto alla terapia farmacologica potrebbe essere opportuno un trattamento di tipo psicologico.
Saluti cordiali.
<< paura di arrivare ad una certa età e di non aver combinato nulla nella vita, di essere solo, non essere più attivo…>>
mi pare di capire che questa sua preoccupazione relativa alla “vecchiaia” possa contenere una più profonda interrogazione relativa al “futuro”, specificatamente ad una sua “visione soggettiva del futuro”… e poi c’è il modo in cui percepisce il suo corpo.
Certamente. accanto alla terapia farmacologica potrebbe essere opportuno un trattamento di tipo psicologico.
Saluti cordiali.
Dr. Giuseppe Perfetto
(Psicologo-Psicoterapeuta, Milano)
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 6.5k visite dal 28/07/2010.
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