Ansia e sesso
Buonasera, sono una ragazza di quasi 21 anni e mi trovo ad avere da un paio di anni a questa parte problemi di ansia, attacchi di panico, paura di ogni singola malattia o dolore che mi si presenta e difficoltà nel prendere decisioni (anche il semplice decidere se andare al cinema o a fare due passi fino a pensare che non mi importa realmente di nessuna delle due cose e a ridurmi a stare in casa o fare qualcosa perchè deciso da qualcun altro). Tutto questo si presenta in ogni singola situazione. Anche nel sesso ovviamente. Ora, ho letto che le mie preoccupazioni e i miei problemi sono molto comuni, quindi già mi sento molto più sicura. Vi vedo molto disponibili e competenti e volevo farvi i complimenti.
Comunque da quasi un anno vado da uno psicologo ma non credo mi abbia aiutata molto. Mi ha dato qualche base, qualche spunto su cui riflettere ed ho capito che molte delle mie paure derivano dalle numerose storielle, dalle 3 relazioni avute in precedenza e dal comportamento dei miei genitori.
Con lui non ho mai parlato dei miei problemi sessuali (avuti da sempre fin dal primo rapporto) anche perchè non credo sia il suo campo o comunque ho capito che tutte le difficoltà che sento dipendono da un'ansia che si è adagiata ormai da troppo tempo in ogni ambito della mia vita.
Mi capita all'inizio di ogni storia di essere superinnamorata (come succede di solito) e a causa dell'ansia iniziare già dopo due o tre giorni a stare male e provare repulsione per queste persone. Ora sto da 3 mesi con un ragazzo con il quale voglio veramente costruire qualcosa di serio. Provo per lui cose che non sentivo da tempo, però mi trovo dopo giorni che son stata benissimo con lui, ad odiare ogni cosa che fa, che dice, a criticare tutto di lui fino ad avere pensieri anche cattivi di cui veramente mi vergogno tanto. Non credo dipenda dal fatto che non mi piace, perchè altrimenti non riuscirei a starci bene nemmeno per un secondo! Se non so stare bene con lui per più di una settimana, come posso costruire qualcosa di serio? Ho fatto molti progressi se mi guardo indietro ma ogni volta ci ricado e mi sento frustrata. Così ho problemi anche nel sesso dove mi capita di non sentire assolutamente niente, tra poco nemmeno la penetrazione stessa. Non credo nemmeno di aver mai provato un orgasmo. Non so davvero che fare. E quale sia di preciso il problema. Si tratta solo dell'ansia diffusa e col tempo passerà?
Grazie per l'attenzione e mi scuso per la lunghezza del messaggio.
Comunque da quasi un anno vado da uno psicologo ma non credo mi abbia aiutata molto. Mi ha dato qualche base, qualche spunto su cui riflettere ed ho capito che molte delle mie paure derivano dalle numerose storielle, dalle 3 relazioni avute in precedenza e dal comportamento dei miei genitori.
Con lui non ho mai parlato dei miei problemi sessuali (avuti da sempre fin dal primo rapporto) anche perchè non credo sia il suo campo o comunque ho capito che tutte le difficoltà che sento dipendono da un'ansia che si è adagiata ormai da troppo tempo in ogni ambito della mia vita.
Mi capita all'inizio di ogni storia di essere superinnamorata (come succede di solito) e a causa dell'ansia iniziare già dopo due o tre giorni a stare male e provare repulsione per queste persone. Ora sto da 3 mesi con un ragazzo con il quale voglio veramente costruire qualcosa di serio. Provo per lui cose che non sentivo da tempo, però mi trovo dopo giorni che son stata benissimo con lui, ad odiare ogni cosa che fa, che dice, a criticare tutto di lui fino ad avere pensieri anche cattivi di cui veramente mi vergogno tanto. Non credo dipenda dal fatto che non mi piace, perchè altrimenti non riuscirei a starci bene nemmeno per un secondo! Se non so stare bene con lui per più di una settimana, come posso costruire qualcosa di serio? Ho fatto molti progressi se mi guardo indietro ma ogni volta ci ricado e mi sento frustrata. Così ho problemi anche nel sesso dove mi capita di non sentire assolutamente niente, tra poco nemmeno la penetrazione stessa. Non credo nemmeno di aver mai provato un orgasmo. Non so davvero che fare. E quale sia di preciso il problema. Si tratta solo dell'ansia diffusa e col tempo passerà?
Grazie per l'attenzione e mi scuso per la lunghezza del messaggio.
[#1]
>>> Mi capita all'inizio di ogni storia di essere superinnamorata (come succede di solito) e a causa dell'ansia iniziare già dopo due o tre giorni a stare male e provare repulsione per queste persone.
>>>
Gentile ragazza, questo passaggio è interessante e andrebbe capito meglio. In che modo, secondo lei, l'ansia la farebbe passare da uno stato di superinnamoramento a uno di repulsione? L'ansia provoca bisogno d'evitamento (per paura) ma non repulsione. Di cosa si tratta, esattamente?
Cordiali saluti
>>>
Gentile ragazza, questo passaggio è interessante e andrebbe capito meglio. In che modo, secondo lei, l'ansia la farebbe passare da uno stato di superinnamoramento a uno di repulsione? L'ansia provoca bisogno d'evitamento (per paura) ma non repulsione. Di cosa si tratta, esattamente?
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
Si penso sia per paura che tento di allontanarmi iniziando a vedere solo il lato negativo di ogni cosa che fa, dice o pensa..non riesco più a vedere le cose belle che ha fatto per me. Il fatto che ci sia stato quando ne ho avuto bisogno..vedo solo che in quel momento tutto ciò che fa non mi piace. Non so se sono più chiara. Non è vera e propria repulsione.. perchè comunque nonostante questo mi ritrovo a cercarlo, a volerlo sentire..quasi come per cercare continuamente prove del fatto che mi sbaglio a criticare ogni cosa che fa.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
[#3]
Gent.le ragazza,
lei scrive:
"Comunque da quasi un anno vado da uno psicologo ma non credo mi abbia aiutata molto"
e poi
"Con lui non ho mai parlato dei miei problemi sessuali (avuti da sempre fin dal primo rapporto) anche perchè non credo sia il suo campo o comunque ho capito che tutte le difficoltà che sento dipendono da un'ansia che si è adagiata ormai da troppo tempo in ogni ambito della mia vita."
L'ansia non va considerata un problema in sé ma soltanto un modo per esprimere un disagio.
La psicoterapia specialmente alla sua età è innanzi tutto un percorso di crescita personale finalizzato ad ampliare la sua consapevolezza in modo da rendere accessibile l'universo di significati che fanno parte del suo vissuto.
Uno degli obiettivi della psicoterapia è sviluppare la capacità di autorivelarsi che può essere sperimentata inizialmente nel contesto "protetto" dello spazio terapeutico e successivamente nella sua vita relazionale.
Cordialmente
lei scrive:
"Comunque da quasi un anno vado da uno psicologo ma non credo mi abbia aiutata molto"
e poi
"Con lui non ho mai parlato dei miei problemi sessuali (avuti da sempre fin dal primo rapporto) anche perchè non credo sia il suo campo o comunque ho capito che tutte le difficoltà che sento dipendono da un'ansia che si è adagiata ormai da troppo tempo in ogni ambito della mia vita."
L'ansia non va considerata un problema in sé ma soltanto un modo per esprimere un disagio.
La psicoterapia specialmente alla sua età è innanzi tutto un percorso di crescita personale finalizzato ad ampliare la sua consapevolezza in modo da rendere accessibile l'universo di significati che fanno parte del suo vissuto.
Uno degli obiettivi della psicoterapia è sviluppare la capacità di autorivelarsi che può essere sperimentata inizialmente nel contesto "protetto" dello spazio terapeutico e successivamente nella sua vita relazionale.
Cordialmente
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#5]
Intendevo dire che sia l'ansia sia le difficoltà sessuali sono delle conseguenze e che spostare l'attenzione su questi
aspetti può essere fuorviante, certamente privarsi della possibilità di elaborarli in psicoterapia non l'aiuta; non si tratta di forzarsi ma è significativo che dopo un anno di psicoterapia lei non se la sente di condividere questi vissuti con il suo terapeuta.
Cordialmente
aspetti può essere fuorviante, certamente privarsi della possibilità di elaborarli in psicoterapia non l'aiuta; non si tratta di forzarsi ma è significativo che dopo un anno di psicoterapia lei non se la sente di condividere questi vissuti con il suo terapeuta.
Cordialmente
[#6]
>>> Si penso sia per paura che tento di allontanarmi iniziando a vedere solo il lato negativo di ogni cosa che fa
>>>
In tal caso si tratta ancora di ansia, che si esprime qui con la paura che nella nuova conoscenza ci possa essere sempre qualcosa che non va. È una maniera un po' perfezionista di fuggire dalla relazione, spaventandosi alla sola ipotesi che potrebbe rivelarsi meno che perfetta.
Ancora, il tacere allo psicologo del suo problema sessuale è pure una manifestazione di paura, e anche, forse, il segnale che non è riuscita a stabilire con lui una relazione di fiducia.
Potrei continuare menzionando il suo voler conoscere le cause del problema, informandosi e sentendosi rassicurata quando scopre che sarebbe molto comune, e forse con una tendenza a cercare di voler risolvere i suoi problemi preferibilmente da sola.
Queste sono tutte manifestazioni d'ansia, che dovrebbero essere trattate nella maniera dovuta. Per l'ansia vi sono approcci terapeutici più adatti di altri, che possono portare a uno sblocco veloce e duraturo.
Cordiali saluti
>>>
In tal caso si tratta ancora di ansia, che si esprime qui con la paura che nella nuova conoscenza ci possa essere sempre qualcosa che non va. È una maniera un po' perfezionista di fuggire dalla relazione, spaventandosi alla sola ipotesi che potrebbe rivelarsi meno che perfetta.
Ancora, il tacere allo psicologo del suo problema sessuale è pure una manifestazione di paura, e anche, forse, il segnale che non è riuscita a stabilire con lui una relazione di fiducia.
Potrei continuare menzionando il suo voler conoscere le cause del problema, informandosi e sentendosi rassicurata quando scopre che sarebbe molto comune, e forse con una tendenza a cercare di voler risolvere i suoi problemi preferibilmente da sola.
Queste sono tutte manifestazioni d'ansia, che dovrebbero essere trattate nella maniera dovuta. Per l'ansia vi sono approcci terapeutici più adatti di altri, che possono portare a uno sblocco veloce e duraturo.
Cordiali saluti
[#7]
Utente
Allora premetto che sto sempre peggio e mi trovo in altissimo mare. Ho ripreso a vomitare dall'ansia. Mio padre ieri è "esploso" in uno sfogo su quanto io non li consideri (i miei genitori), su quanto chiedo e basta, su quanto in casa non parli con loro se non per chiedere soldi per andare da qualche parte, che per me loro sono come fantasmi e se vanno via per qualche giorno sto anche meglio, sul fatto che ho portato diversi ragazzi a casa, anche a dormire, e a lui non vada giù e così via.
Dice che questo è l'ultimo ragazzo che entra in casa, che dorme a casa nostra perchè è casa sua e decide lui. Perchè non gli importa di cosa pensa la gente ma qui ne vedono entrare in casa uno ogni poco (3 diversi dall'estate scorsa).
Io ho sempre più difficoltà a fidarmi delle persone. Che sia il mio ragazzo, che siano i miei, che siano gli amici. Ogni volta che qualcuno dice qualcosa penso sempre che lo dica per dire, non perchè ci tiene a me. Vedo SOLO il lato negativo della cosa. Sono quasi quindici giorni che sto male, dormo male, respiro a fatica, ho un peso enorme sul petto, digerisco male o vomito..
Lo psicologo mi ha dato il Tavor per le emergenze infatti se lo prendo, ne prendo mezzo alla volta. Però temo ultimamente di prenderlo troppo spesso.
A me basterebbe lasciami andare quanto basta per godermi il momento. Avere la forza di parlare tranquillamente con mio padre senza scoppiare a piangere. Avere le idee chiare quando mi trovo davanti la persona che devo affrontare così come le ho quando mi immagino il dialogo da sola.
Ultima cosa: ho fissato 3 giorni fuori con il mio ragazzo e sono più impaurita e angosciata che contenta e mio padre continua a ripetere che ha sprecato soldi dandomeli perchè non sono mai soddisfatta e felice di niente. Ha ragione.
Poi ha già fissato per il 15 d'agosto di andare tutti a mangiare fuori (la mia famiglia e tutti i parenti) invitando il mio ragazzo e decidendo di pagargli il pranzo che non costa poco. Io mi sento in colpa perchè so già che starò male tutto il giorno. Non riesco a sentirmi a mio agio con il mio ragazzo, ma è frustrante perchè so che non è colpa sua. Mi viene da mollare tutto. Tutto quanto. Non ce la faccio più. Non riesco più a stare bene nemmeno per un giorno intero. Non so cosa possiate dirmi di nuovo se non che devo parlarne con il mio psicologo verso il quale sto perdendo fiducia e che non vedrò fino a settembre.
Saluti e grazie!
Dice che questo è l'ultimo ragazzo che entra in casa, che dorme a casa nostra perchè è casa sua e decide lui. Perchè non gli importa di cosa pensa la gente ma qui ne vedono entrare in casa uno ogni poco (3 diversi dall'estate scorsa).
Io ho sempre più difficoltà a fidarmi delle persone. Che sia il mio ragazzo, che siano i miei, che siano gli amici. Ogni volta che qualcuno dice qualcosa penso sempre che lo dica per dire, non perchè ci tiene a me. Vedo SOLO il lato negativo della cosa. Sono quasi quindici giorni che sto male, dormo male, respiro a fatica, ho un peso enorme sul petto, digerisco male o vomito..
Lo psicologo mi ha dato il Tavor per le emergenze infatti se lo prendo, ne prendo mezzo alla volta. Però temo ultimamente di prenderlo troppo spesso.
A me basterebbe lasciami andare quanto basta per godermi il momento. Avere la forza di parlare tranquillamente con mio padre senza scoppiare a piangere. Avere le idee chiare quando mi trovo davanti la persona che devo affrontare così come le ho quando mi immagino il dialogo da sola.
Ultima cosa: ho fissato 3 giorni fuori con il mio ragazzo e sono più impaurita e angosciata che contenta e mio padre continua a ripetere che ha sprecato soldi dandomeli perchè non sono mai soddisfatta e felice di niente. Ha ragione.
Poi ha già fissato per il 15 d'agosto di andare tutti a mangiare fuori (la mia famiglia e tutti i parenti) invitando il mio ragazzo e decidendo di pagargli il pranzo che non costa poco. Io mi sento in colpa perchè so già che starò male tutto il giorno. Non riesco a sentirmi a mio agio con il mio ragazzo, ma è frustrante perchè so che non è colpa sua. Mi viene da mollare tutto. Tutto quanto. Non ce la faccio più. Non riesco più a stare bene nemmeno per un giorno intero. Non so cosa possiate dirmi di nuovo se non che devo parlarne con il mio psicologo verso il quale sto perdendo fiducia e che non vedrò fino a settembre.
Saluti e grazie!
[#8]
>>> Non so cosa possiate dirmi di nuovo se non che devo parlarne con il mio psicologo verso il quale sto perdendo fiducia e che non vedrò fino a settembre.
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Esattamente. Questa è la cosa più importante che possiamo fare per lei: raccomandarle di tornare dal suo psicologo, se ancora sente di avere fiducia in lui, altrimenti cambi professionista. Aspettarsi però di ricevere il consiglio risolutivo attraverso un mezzo come questo sarebbe illusorio.
Cordiali saluti
>>>
Esattamente. Questa è la cosa più importante che possiamo fare per lei: raccomandarle di tornare dal suo psicologo, se ancora sente di avere fiducia in lui, altrimenti cambi professionista. Aspettarsi però di ricevere il consiglio risolutivo attraverso un mezzo come questo sarebbe illusorio.
Cordiali saluti
[#9]
Gent.le ragazza,
è evidente che c'è una situazione delicata che riguarda tra l'altro anche il rapporto con suo padre, potrebbe prendere in considerazione la possibilità di fare un colloquio con lo psicologo presso in Consultorio familiare della località in cui si trova oppure informarsi se ci sono associazioni di volontariato che offrono uno sportello d'ascolto per adolescenti e giovani
Lo psicologo non può prescrivere farmaci, il Tavor le è stato prescritto da un medico quindi la invito a non fare confusione tra specialisti perché hanno ruoli diversi.
Per quanto riguarda la difficoltà a fidarsi degli altri sembra legata ad una bassa autostima e su questi aspetti potrà lavorare in psicoterapia al rientro dalle vacanze.
Se se la sente potrebbe scrivere una lettera a suo padre per fargli capire cosa sta vivendo in questo momento, anche se attraverso la rabbia è questo che ha cercato di dirle: che si sente tagliato fuori dalla sua vita.
Cordialmente
è evidente che c'è una situazione delicata che riguarda tra l'altro anche il rapporto con suo padre, potrebbe prendere in considerazione la possibilità di fare un colloquio con lo psicologo presso in Consultorio familiare della località in cui si trova oppure informarsi se ci sono associazioni di volontariato che offrono uno sportello d'ascolto per adolescenti e giovani
Lo psicologo non può prescrivere farmaci, il Tavor le è stato prescritto da un medico quindi la invito a non fare confusione tra specialisti perché hanno ruoli diversi.
Per quanto riguarda la difficoltà a fidarsi degli altri sembra legata ad una bassa autostima e su questi aspetti potrà lavorare in psicoterapia al rientro dalle vacanze.
Se se la sente potrebbe scrivere una lettera a suo padre per fargli capire cosa sta vivendo in questo momento, anche se attraverso la rabbia è questo che ha cercato di dirle: che si sente tagliato fuori dalla sua vita.
Cordialmente
[#10]
Utente
La ringrazio per le informazioni.
Il mio psicologo è anche psicoterapeuta e psichiatra comunque. E sono consapevole che tutta la mia mancanza di fiducia sia data da una scarsa autostima. Nonostante sia brava in molte cose che faccio non riesco a stare tranquilla. Stasera festeggio pure il compleanno e cerco disperatamente un po' di gioia per non sembrare uno zombie per tutta la serata.
Grazie a tutti.
Un saluto.
Il mio psicologo è anche psicoterapeuta e psichiatra comunque. E sono consapevole che tutta la mia mancanza di fiducia sia data da una scarsa autostima. Nonostante sia brava in molte cose che faccio non riesco a stare tranquilla. Stasera festeggio pure il compleanno e cerco disperatamente un po' di gioia per non sembrare uno zombie per tutta la serata.
Grazie a tutti.
Un saluto.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 2.4k visite dal 26/07/2010.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.