Immaturità, presunzione
Gentili Dottori,
vi scrivo per chiedervi qualche consiglio utile per aiutarmi nel mio problema.
Penso spesso alla mia situazione, e sono arrivato a considerare che il tutto dipenda dalla mia voglia di non crescere e continuare a godermi la vita.
Sono un ragazzo di 34 anni,figlio unico, ho lavorato fino ai 30 nell' azienda di famiglia come operaio (dopo aver provato a studiare all' università con scarsi risultati)
Insieme a me c'era mio padre che gestiva l' officina, in ufficio c' era mio zio che ovviamente aveva altre mansioni.
Non ho mai voluto fare l' operaio, l' ho sempre vista come una posizione inferiore (e ho sempre considerato mio padre in tale posizione nei confronti di mio zio).
Mi sentivo diverso dagli altri operai per tante cose, loro un pò più "grezzi", se mi passate il termine, nel senso che facevano battutacce, rutti , avevano modi di pensare ristretti su molti argomenti.
Io, forse con presunzione, mi sono sempre sentito un gradino più su di loro (non perchè fossi il figlio del titolare, ma perchè mi sentivo diverso da loro radicalmente)
Ho sempre desiderato andarmene dall' azienda ma non ho mai fatto nulla di concreto, e mi è capitato di passare intere giornate pensando alla mia triste sorte e producendo poco.
Nel 2006 l' azienda fu chiusa.
Finalmente potevo trovare la mia strada, ho iniziato a fare il rappresentante e all' inizio ho tenuto veramente duro, andando a lavorare per lunghi periodi in altre regioni.
Volevo riuscire in qualcosa.
Dopo 3 anni di scarsi risultati ho deciso che non faceva per me quel lavoro, non sono bravo ad entrare nei negozi a chiedere agli altri di comprare...piuttosto un mio difetto e l’ essermi sempre fatto in 4 per aiutare i clienti, senza pensare alla mia parte.
Sono la classica persona "troppo buona", forse prima lo ero di più, adesso sto imparando (ho difficoltà nel farmi valere, solo se si arriva a litigare allora tiro fuori gli artigli).
Quest' anno, non contento, ritento nella vendita diretta, a casa della gente, e dopo un pò è l’ azienda che mi ha mandato via (perché non vendevo più di tanto, dovevo raccontare cose non vere tra l' altro, e questo non sono io).
Punto e a capo.
Ho sempre pensato che mi sarebbe spettato un bel lavoro, ma mi rendo conto che non ho studiato, non mi sono impegnato in qualcosa per avere questo lavoro.
Credo che sia solo presunzione.
La mia ragazza mi dice che dovrei ripartire dal basso, trovare anche qualcosa di umile…e ora sto cercando lavoro anche come operaio…anche se la cosa non mi rende felice, ma devo pur sempre lavorare.
Mi date cortesemente il vostro parere, ve ne sarei molto grato.
Grazie.
vi scrivo per chiedervi qualche consiglio utile per aiutarmi nel mio problema.
Penso spesso alla mia situazione, e sono arrivato a considerare che il tutto dipenda dalla mia voglia di non crescere e continuare a godermi la vita.
Sono un ragazzo di 34 anni,figlio unico, ho lavorato fino ai 30 nell' azienda di famiglia come operaio (dopo aver provato a studiare all' università con scarsi risultati)
Insieme a me c'era mio padre che gestiva l' officina, in ufficio c' era mio zio che ovviamente aveva altre mansioni.
Non ho mai voluto fare l' operaio, l' ho sempre vista come una posizione inferiore (e ho sempre considerato mio padre in tale posizione nei confronti di mio zio).
Mi sentivo diverso dagli altri operai per tante cose, loro un pò più "grezzi", se mi passate il termine, nel senso che facevano battutacce, rutti , avevano modi di pensare ristretti su molti argomenti.
Io, forse con presunzione, mi sono sempre sentito un gradino più su di loro (non perchè fossi il figlio del titolare, ma perchè mi sentivo diverso da loro radicalmente)
Ho sempre desiderato andarmene dall' azienda ma non ho mai fatto nulla di concreto, e mi è capitato di passare intere giornate pensando alla mia triste sorte e producendo poco.
Nel 2006 l' azienda fu chiusa.
Finalmente potevo trovare la mia strada, ho iniziato a fare il rappresentante e all' inizio ho tenuto veramente duro, andando a lavorare per lunghi periodi in altre regioni.
Volevo riuscire in qualcosa.
Dopo 3 anni di scarsi risultati ho deciso che non faceva per me quel lavoro, non sono bravo ad entrare nei negozi a chiedere agli altri di comprare...piuttosto un mio difetto e l’ essermi sempre fatto in 4 per aiutare i clienti, senza pensare alla mia parte.
Sono la classica persona "troppo buona", forse prima lo ero di più, adesso sto imparando (ho difficoltà nel farmi valere, solo se si arriva a litigare allora tiro fuori gli artigli).
Quest' anno, non contento, ritento nella vendita diretta, a casa della gente, e dopo un pò è l’ azienda che mi ha mandato via (perché non vendevo più di tanto, dovevo raccontare cose non vere tra l' altro, e questo non sono io).
Punto e a capo.
Ho sempre pensato che mi sarebbe spettato un bel lavoro, ma mi rendo conto che non ho studiato, non mi sono impegnato in qualcosa per avere questo lavoro.
Credo che sia solo presunzione.
La mia ragazza mi dice che dovrei ripartire dal basso, trovare anche qualcosa di umile…e ora sto cercando lavoro anche come operaio…anche se la cosa non mi rende felice, ma devo pur sempre lavorare.
Mi date cortesemente il vostro parere, ve ne sarei molto grato.
Grazie.
[#1]
Psicoterapeuta, Psicologo
Gentile Utente,
crescere è un processo complesso, a tratti entusiasma a tratti è doloroso, così può accadere che ci si impegni in esso solo se costretti e in un certo senso con la chiusa dell'azienda di famiglia lei è stato costretto a iniziare il suo percorso.
Come in ogni cosa anche per il lavoro serve del tempo per capire quali sono i propri limiti e le proprie risorse, quello che ci piace fare e quello che proprio non riusciamo, le mansioni che ci realizzano e quelle che ci svuotano. L'esperienza lavorativa che ha condotto fuori dell'azienda famigliare le ha insegnato qualcosa di sè (per esempio che non è adatto a certe mansioni), con altri lavori imparerà altro. Io proverei a continuare a esplorare il mondo del lavoro cercando di capire quali sono le sue capacità e le situazioni che le permettono di realizzarsi.
Credo che il consulto con uno specialista dell'orientamento potrebbe esserle utile.
Cordiali saluti.
crescere è un processo complesso, a tratti entusiasma a tratti è doloroso, così può accadere che ci si impegni in esso solo se costretti e in un certo senso con la chiusa dell'azienda di famiglia lei è stato costretto a iniziare il suo percorso.
Come in ogni cosa anche per il lavoro serve del tempo per capire quali sono i propri limiti e le proprie risorse, quello che ci piace fare e quello che proprio non riusciamo, le mansioni che ci realizzano e quelle che ci svuotano. L'esperienza lavorativa che ha condotto fuori dell'azienda famigliare le ha insegnato qualcosa di sè (per esempio che non è adatto a certe mansioni), con altri lavori imparerà altro. Io proverei a continuare a esplorare il mondo del lavoro cercando di capire quali sono le sue capacità e le situazioni che le permettono di realizzarsi.
Credo che il consulto con uno specialista dell'orientamento potrebbe esserle utile.
Cordiali saluti.
[#2]
Gentile utente, oggi esiste lo psicologo del lavoro e delle organizzazioni. Uno dei suoi compiti è fornire aiuto alle persone che, come lei, hanno bisogno di orientamento professionale. In pratica, lo psicologo L&O ha la capacità sia di capire le dinamiche psicologiche della persona, che di aiutarla a individuare i campi professionali che potrebbero esserle più consoni.
Questa potrebbe essere una strada che in breve tempo potrebbe fornirle un considerevole aiuto, facendole risparmiare altri anni di tentativi per prove ed errori.
Cordiali saluti
Questa potrebbe essere una strada che in breve tempo potrebbe fornirle un considerevole aiuto, facendole risparmiare altri anni di tentativi per prove ed errori.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Gentile signore,
cio' che colpisce della sua richiesta, è che non emerge un desiderio relativo a cosa le piacerebbe fare. Sembra che lei abbia svolto lavori che le sono "capitati".
Io credo che il primo passo da fare sia chiedersi cosa le piacerebbe, o cosa desidera per il suo futuro. Pensi a cosa immaginava anche quando era piccolo. Dopodiche' valuti se ha le risorse e le attitudini per quel qualcosa che ha individuato.
Anche se io credo che, di fronte ad un forte desiderio, le risorse per realizzarlo si trovano. A volte è più' difficile capire e capirsi.
Se non ha proprio idea su come orientarsi, potrebbe considerare l'idea di consultare un collega psicologo.
Un caro saluto,
cio' che colpisce della sua richiesta, è che non emerge un desiderio relativo a cosa le piacerebbe fare. Sembra che lei abbia svolto lavori che le sono "capitati".
Io credo che il primo passo da fare sia chiedersi cosa le piacerebbe, o cosa desidera per il suo futuro. Pensi a cosa immaginava anche quando era piccolo. Dopodiche' valuti se ha le risorse e le attitudini per quel qualcosa che ha individuato.
Anche se io credo che, di fronte ad un forte desiderio, le risorse per realizzarlo si trovano. A volte è più' difficile capire e capirsi.
Se non ha proprio idea su come orientarsi, potrebbe considerare l'idea di consultare un collega psicologo.
Un caro saluto,
Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl
[#4]
Gentile utente,
pare che lei non abbia trovato uno spazio per sé al di fuori delle decisioni di suo padre che lei ha compiaciuto pur se a costo di sofferenze.
Ha svolto a malincuore un lavoro che non le piaceva e ha smesso di farlo a causa di un avvenimento esterno.
Successivamente ha cercato altre strade che non le si confacevano.
Ora lei si trova disorientato ed infelice al pensiero di dover tornare indietro (fare l'operaio), anziché andare avanti come le piacerebbe.
Sarebbe opportuno che lei riflettesse su se stesso, su ciò che la potrebbe rendere più sereno e realizzato, al di là delle aspettative altrui.
Rivolgersi ad uno psicologo per fare chiarezza la potrebbe aiutare.
Cordialmente
pare che lei non abbia trovato uno spazio per sé al di fuori delle decisioni di suo padre che lei ha compiaciuto pur se a costo di sofferenze.
Ha svolto a malincuore un lavoro che non le piaceva e ha smesso di farlo a causa di un avvenimento esterno.
Successivamente ha cercato altre strade che non le si confacevano.
Ora lei si trova disorientato ed infelice al pensiero di dover tornare indietro (fare l'operaio), anziché andare avanti come le piacerebbe.
Sarebbe opportuno che lei riflettesse su se stesso, su ciò che la potrebbe rendere più sereno e realizzato, al di là delle aspettative altrui.
Rivolgersi ad uno psicologo per fare chiarezza la potrebbe aiutare.
Cordialmente
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#5]
Gent.le utente,
credo che in questo momento uno strumento che potrebbe esserle utile è il bilancio di competenze non è un test ma una sorta di intervista semi-strutturata che le consente di "mettere a fuoco" le sue priorità e individuare le direzioni nelle quali investire tempo ed energie.
Ognuno di noi ha delle aspirazioni che vanno confrontate con le risorse a disposizione, ma non c'è da punirsi per aver desiderato "troppo".
Cordialmente
credo che in questo momento uno strumento che potrebbe esserle utile è il bilancio di competenze non è un test ma una sorta di intervista semi-strutturata che le consente di "mettere a fuoco" le sue priorità e individuare le direzioni nelle quali investire tempo ed energie.
Ognuno di noi ha delle aspirazioni che vanno confrontate con le risorse a disposizione, ma non c'è da punirsi per aver desiderato "troppo".
Cordialmente
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#6]
Utente
Gentili Dottori,
ringrazio di cuore tutti voi per la prontezza e la sincerità delle vostre risposte, ancora più gradite in un periodo in cui la fiducia nel prossimo sta un pò vacillando..
Mi fate notare che io finora ho svolto professioni che mi sono capitate, che non è ancora emerso cosa mi piace fare..
Ahimè...niente di più vero...e vi lascio immaginare quanto grande sia la sofferenza di una persona che vuole cimentarsi in qualcosa, ma non ha ancora trovato la sua strada.
A volte penso sia solo colpa mia che non voglio diventare responsabile (prendendo decisioni), altre volte attribuisco la colpa ad avvenimenti esterni...ma una cosa è certa: devo fare qualcosa !!!
Il vostro suggerimento di chiedere aiuto ad uno psicologo del lavoro mi ridona un pò di sorriso, sarebbe un sogno avere finalmente una strada maestra davanti a me.
D' altra parte non posso negare di avere i miei dubbi, non tanto sulle capacità dei vostri colleghi, quanto sul fatto che anche con questo aiuto, io rimanga arenato.
A parte questa mia riflessione, credo che l' unica cosa da fare sia passare all' azione, quindi vi chiederei:
sapreste cortesemente indicarmi come trovare un valido specialista ?
La gentile Dr.ssa Camplone mi parla di bilancio di competenze...non ne so nulla, ma se fa al caso mio ben venga; vorrei solo sapere come muovermi e CHI consultare.
Sapreste anche consigliarmi su cosa fare per lavorare sull’ assertività? E naturalmente a chi rivolgermi?
Sento il bisogno di farmi valere di più e con più decisione, di tirar fuori la tigre che è in letargo dentro di me.
Vi informo (mi sembra doveroso farlo) che in passato ho avuto un’ esperienza di 4 anni in psicanalisi, conclusasi con grande soddisfazione.
Vi ringrazio anticipatamente delle risposte che vorrete fornirmi.
[#7]
Gent.le utente,
il bilancio di competenza è una metodologia finalizzata ad accompagnare il soggetto nella definizione di un progetto professionale, partendo dalla verifica e dall'analisi delle attitudini e delle competenze personali per individuare un progetto realistico e coerente con gli interessi, le caratteristiche e le risorse della persona.
Inoltre un percorso per sviluppare l'assertività le consente scegliere come comportarsi in un dato contesto, difendere i propri diritti quando necessario, ridefinire i suoi comportamenti quando si rivelano disfunzionali al raggiungimento dei suoi obiettivi.
Per quanto riguarda gli specialisti può consultare l'elenco presente all'interno di questo sito e fare più di un colloquio in modo da poter fare un confronto e valutare l'alternativa più aderente alle sue esigenze.
Cordialmente
il bilancio di competenza è una metodologia finalizzata ad accompagnare il soggetto nella definizione di un progetto professionale, partendo dalla verifica e dall'analisi delle attitudini e delle competenze personali per individuare un progetto realistico e coerente con gli interessi, le caratteristiche e le risorse della persona.
Inoltre un percorso per sviluppare l'assertività le consente scegliere come comportarsi in un dato contesto, difendere i propri diritti quando necessario, ridefinire i suoi comportamenti quando si rivelano disfunzionali al raggiungimento dei suoi obiettivi.
Per quanto riguarda gli specialisti può consultare l'elenco presente all'interno di questo sito e fare più di un colloquio in modo da poter fare un confronto e valutare l'alternativa più aderente alle sue esigenze.
Cordialmente
[#8]
Psicoterapeuta, Psicologo
"Sapreste anche consigliarmi su cosa fare per lavorare sull’ assertività?"
Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta ad orientamento cognitivo comportamentale che valuterà il suo stile di relazione/comunicazione (verbale e non verbale) e ne individuerà i punti su cui lavorare attraverso un "addestramento" all'assertività. Questo tipo di percorso comporta esercizi pratici che da una parte richiedono la sua attiva collaborazione ma dall'altra le permettono in tempi relativamente brevi di acquisire, riattivare o migliorare competenze relazionali non adeguate o comunque causa di disagio.
Ho parlato di stile relazionale/comunicativo perchè l'addestramento all'assertività dovrebbe portare a miglioramenti nella capacità di comunicare i propri pensieri o emozioni in modo adeguato alla situazione che si vive favorendo un rapporto con gli altri e con se stessi maggiormente equilibrato e sereno.
Cordiali saluti
Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta ad orientamento cognitivo comportamentale che valuterà il suo stile di relazione/comunicazione (verbale e non verbale) e ne individuerà i punti su cui lavorare attraverso un "addestramento" all'assertività. Questo tipo di percorso comporta esercizi pratici che da una parte richiedono la sua attiva collaborazione ma dall'altra le permettono in tempi relativamente brevi di acquisire, riattivare o migliorare competenze relazionali non adeguate o comunque causa di disagio.
Ho parlato di stile relazionale/comunicativo perchè l'addestramento all'assertività dovrebbe portare a miglioramenti nella capacità di comunicare i propri pensieri o emozioni in modo adeguato alla situazione che si vive favorendo un rapporto con gli altri e con se stessi maggiormente equilibrato e sereno.
Cordiali saluti
[#9]
"Vi informo (mi sembra doveroso farlo) che in passato ho avuto un’ esperienza di 4 anni in psicanalisi, conclusasi con grande soddisfazione."
Vorrei fare due osservazioni, una generale e una più specifica:ogni psicologo regolarmente iscritto all'Albo degli psicologi ha la preparazione e la competenza per accompagnarla nel persorso che lei intende intraprendere, per la specifica questione che lei ha descritto a noi.
La seconda osservazione è: ha pensato di rivolgersi nuovamente allo/alla psicoanalista che l'ha già seguito visto che ha sperimentato un percorso che le ha dato soddisfazione?
Le strade che portano all'individuazione dei propri desideri, delle proprie aspirazioni, possono essere molte, ciò che veramente conta è che lei sembra motivato a diventare protagonista della propria vita, non una persona a cui "capitano" le cose (lavoro o altro), e questo è il fattore di gran lunga più importante.
Tanti cari auguri e, se crede, ci tenga informati.
[#10]
Su Medicitalia sono iscritti psicologi clinici, per sapere se qualcuno di loro è anche psicologo del lavoro e delle organizzazioni, dovrebbe contattarli personalmente. Se non lo sono, i colleghi le potranno comunque dare dei riferimenti.
Può informarsi anche presso l'Ordine degli Psicologi della sua regione, ad esempio per l'Abruzzo il link è questo:
http://www.ordinepsicologiabruzzo.it/
Cordiali saluti
Può informarsi anche presso l'Ordine degli Psicologi della sua regione, ad esempio per l'Abruzzo il link è questo:
http://www.ordinepsicologiabruzzo.it/
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 3.3k visite dal 23/07/2010.
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