Insoddisfazione e depressione
Salve,
sono un ragazzo 30 anni. Vivo a Milano da più di due anni ormai.
A Milano sono venuto per lavoro, o probabilemente per un amore.
Sì, perchè la mia vita in fondo è sempre stata guidata da scelte legate ai sentimenti. Ed ancora oggi forse è così.
Ho un lavoro, un lavoro che non sento mio. Uno stipendio "normale" direi, che a vivendo Milano significa basso.
Mi sono laureato in Ingegneria Aerospaziale nel 2004, col massimo dei voti. Dopo un lungo periodo senza far nulla, circa tre anni (causa presa in giro da parte di un ex che fingeva contatti con grandi aziende e possibili assunzioni con tanto di e-mail rilevatesi poi tutte finte), ho iniziato con stage e quant'altro che poi mi hanno fatto approdare in questo lavoro di consulenza che nulla a che vedere con i miei studi.
Io da piccolo sognavo di fare grandi cose, e anche gli altri credevano questo. Oggi di grandi cose non ne faccio, sono un impiegato che non vede in ciò che fa l'inizio di un percorso stupendo. Non vedo la luce al di là.
Passo le miei giornate a tergiversare sulle cose, faccio il minimo indispensabile, non di più. Mentre lavoro mi blocco sulle cose, so che devo farle ma resto fermo finchè non mi trovo costretto a portarmi avanti. Non sono brillante nel mio lavoro, lo ammetto.
A volte penso anche che tutto questo dipenda un po' dal mio carattere.
O forse dipende solo dal fatto che ho sempre falto le scelte sbagliate. Non saprei dirlo.
Da un po' ho anche fondato una società, anche lì non è che mi impegni molto.
Sono pochi i momenti in cui credo nelle cose che faccio, la maggior parte delle volte invece mi chiedo dove mi porterà tutto questo.
Quello che riesco a vedere è solo un giorno in cui mi ritroverò solo.
Forse è troppo tardi per cambiare la mia vita adesso. Forse non ne ho le capacità, i mezzi probabilmente sì ma non bastano.
Ma poi mi chiedo se alla fine sarò davvero felice cambiando quello che io penso che non vada bene. Forse basterebbe apprezzare ciò che ho. Ci ho provato, quando mi impegno e faccio bene le cose mi sento più soddisfatto, ma sono solo piccoli momenti. Ma poi mi ritrovo di nuovo rallentato, alla minima difficoltà inizio di nuovo a perdere tempo e a far nulla. Forse non credo abbastanza in me stesso, perchè penso di aver sbagliato tutto nella mia vita e adesso ogni cosa sembra priva di significato.
Vorrei tanto godermi la vita ed essere sereno.
Potete aiutarmi?
Grazie.
sono un ragazzo 30 anni. Vivo a Milano da più di due anni ormai.
A Milano sono venuto per lavoro, o probabilemente per un amore.
Sì, perchè la mia vita in fondo è sempre stata guidata da scelte legate ai sentimenti. Ed ancora oggi forse è così.
Ho un lavoro, un lavoro che non sento mio. Uno stipendio "normale" direi, che a vivendo Milano significa basso.
Mi sono laureato in Ingegneria Aerospaziale nel 2004, col massimo dei voti. Dopo un lungo periodo senza far nulla, circa tre anni (causa presa in giro da parte di un ex che fingeva contatti con grandi aziende e possibili assunzioni con tanto di e-mail rilevatesi poi tutte finte), ho iniziato con stage e quant'altro che poi mi hanno fatto approdare in questo lavoro di consulenza che nulla a che vedere con i miei studi.
Io da piccolo sognavo di fare grandi cose, e anche gli altri credevano questo. Oggi di grandi cose non ne faccio, sono un impiegato che non vede in ciò che fa l'inizio di un percorso stupendo. Non vedo la luce al di là.
Passo le miei giornate a tergiversare sulle cose, faccio il minimo indispensabile, non di più. Mentre lavoro mi blocco sulle cose, so che devo farle ma resto fermo finchè non mi trovo costretto a portarmi avanti. Non sono brillante nel mio lavoro, lo ammetto.
A volte penso anche che tutto questo dipenda un po' dal mio carattere.
O forse dipende solo dal fatto che ho sempre falto le scelte sbagliate. Non saprei dirlo.
Da un po' ho anche fondato una società, anche lì non è che mi impegni molto.
Sono pochi i momenti in cui credo nelle cose che faccio, la maggior parte delle volte invece mi chiedo dove mi porterà tutto questo.
Quello che riesco a vedere è solo un giorno in cui mi ritroverò solo.
Forse è troppo tardi per cambiare la mia vita adesso. Forse non ne ho le capacità, i mezzi probabilmente sì ma non bastano.
Ma poi mi chiedo se alla fine sarò davvero felice cambiando quello che io penso che non vada bene. Forse basterebbe apprezzare ciò che ho. Ci ho provato, quando mi impegno e faccio bene le cose mi sento più soddisfatto, ma sono solo piccoli momenti. Ma poi mi ritrovo di nuovo rallentato, alla minima difficoltà inizio di nuovo a perdere tempo e a far nulla. Forse non credo abbastanza in me stesso, perchè penso di aver sbagliato tutto nella mia vita e adesso ogni cosa sembra priva di significato.
Vorrei tanto godermi la vita ed essere sereno.
Potete aiutarmi?
Grazie.
[#1]
Gentile utente, la sua è la descrizione di un giovane laureato deluso, forse un po' depresso. Ho l'impressione che finora non abbia saputo trovare una sua dimensione, innanzitutto professionale, nella quale esprimersi, ma non saprei dire se più a causa di occasioni mancate, di occasioni non incontrate, oppure per via di una scarsa intraprendenza.
La "fregatura" che ha ricevuto certamente potrebbe avere avuto il suo peso nella delusione. Da ultimo butta lì, quasi di sfuggita, che ha fondato una società, ma nemmeno quello sembra entusiasmarla. Eppure, aprire una società è molto diverso rispetto a lavorare come impiegato, dovrebbe significare una maggiore iniziativa e voglia di farsi avanti.
Io credo che dovrebbe rivolgersi a uno psicologo, ma prima ancora che per il suo stato d'umore, per farsi orientare professionalmente. Per questo sarebbe indicato che fosse uno psicologo esperto di lavoro e organizzazioni. Un ingegnere aerospaziale laureato con il massimo de voti non necessariamente deve diventare ricco o famoso, ma almeno trovare una collocazione, mi sembra che sia un suo diritto pretenderlo.
Cordiali saluti
La "fregatura" che ha ricevuto certamente potrebbe avere avuto il suo peso nella delusione. Da ultimo butta lì, quasi di sfuggita, che ha fondato una società, ma nemmeno quello sembra entusiasmarla. Eppure, aprire una società è molto diverso rispetto a lavorare come impiegato, dovrebbe significare una maggiore iniziativa e voglia di farsi avanti.
Io credo che dovrebbe rivolgersi a uno psicologo, ma prima ancora che per il suo stato d'umore, per farsi orientare professionalmente. Per questo sarebbe indicato che fosse uno psicologo esperto di lavoro e organizzazioni. Un ingegnere aerospaziale laureato con il massimo de voti non necessariamente deve diventare ricco o famoso, ma almeno trovare una collocazione, mi sembra che sia un suo diritto pretenderlo.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Gent.le utente,
"A volte penso anche che tutto questo dipenda un po' dal mio carattere. O forse dipende solo dal fatto che ho sempre falto le scelte sbagliate. Non saprei dirlo."
io credo che in questo passaggio ci sia la sintesi ovvero lei ha fiducia nelle sue capacità ma si sente in colpa per gli errori fatti in passato.
Ritrovare il senso all'interno della sua progettualità potrebbe aiutarla ad orientare in modo funzionale le sue scelte sia personali che professionali.
In questo senso concordo con l'indicazione fornita dal collega e concludo con una citazione che può essere uno spunto di riflessione.
Cordialmente
“Ascolta figlio:
il problema non é la storia che hai...
se hai o non hai salute da spendere,
amore da chi desideri,
fuoco per riscaldarti, pane per nutrirti,
amici con cui specchiarti...
Il problema é come decidi di stare in quella storia.
Se sdraiato, in ginocchio,
in piedi o in cammino"
Carlo Carnegli
"A volte penso anche che tutto questo dipenda un po' dal mio carattere. O forse dipende solo dal fatto che ho sempre falto le scelte sbagliate. Non saprei dirlo."
io credo che in questo passaggio ci sia la sintesi ovvero lei ha fiducia nelle sue capacità ma si sente in colpa per gli errori fatti in passato.
Ritrovare il senso all'interno della sua progettualità potrebbe aiutarla ad orientare in modo funzionale le sue scelte sia personali che professionali.
In questo senso concordo con l'indicazione fornita dal collega e concludo con una citazione che può essere uno spunto di riflessione.
Cordialmente
“Ascolta figlio:
il problema non é la storia che hai...
se hai o non hai salute da spendere,
amore da chi desideri,
fuoco per riscaldarti, pane per nutrirti,
amici con cui specchiarti...
Il problema é come decidi di stare in quella storia.
Se sdraiato, in ginocchio,
in piedi o in cammino"
Carlo Carnegli
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#3]
Psicoterapeuta, Psicologo
Gentile utente,
dalle sue parole emergono demoralizzazione, demotivazione e mancanza di speranza nel futuro...dev'essere davvero pesante affrontare le giornate con tutto questo. Credo che possa esserle utile rivolgersi a uno psicoterapeuta col quale progettare un percorso di uscita da questa situazione, un percorso che attraverso attività strategiche renda la sua giornata soddisfacente e appagante se non come quella di una spia russa almeno come quella di chi arrivando a sera si sente soddisfatto di ciò che ha fatto durante il giorno. Una volta recuperato il tono dell'umore e la fiducia nel futuro, sicuramente più sereno per il benessere ritrovato, potrà impegnarsi a ridisegnare il suo futuro o reinventarsi in altri ruoli o luoghi (geografici o lavorativi).
Cordiali saluti.
dalle sue parole emergono demoralizzazione, demotivazione e mancanza di speranza nel futuro...dev'essere davvero pesante affrontare le giornate con tutto questo. Credo che possa esserle utile rivolgersi a uno psicoterapeuta col quale progettare un percorso di uscita da questa situazione, un percorso che attraverso attività strategiche renda la sua giornata soddisfacente e appagante se non come quella di una spia russa almeno come quella di chi arrivando a sera si sente soddisfatto di ciò che ha fatto durante il giorno. Una volta recuperato il tono dell'umore e la fiducia nel futuro, sicuramente più sereno per il benessere ritrovato, potrà impegnarsi a ridisegnare il suo futuro o reinventarsi in altri ruoli o luoghi (geografici o lavorativi).
Cordiali saluti.
[#4]
Gentile Utente,
da ciò che scrive sembra proprio che Lei creda poco in se stesso. Sia per la condizione lavorativa (un laureato in ingegneria che si "muove" a fatica nel mercato del lavoro), sia per come sente che stia andando la Sua vita. Anche ciò che dovrebbe entusiasmarLa in realtà La lascia indifferente. Tergiversare sulle cose, in questo momento, potrebbe essere un modo per "stare fermo" e non prendere decisioni avventate. E questo potrebbe avere un senso adesso.
La buona notizia, però, è che Lei è ancora in tempo per poter cambiare. Attribuire un senso e un significato alla sua vita è proprio uno dei mandati principali di ogni essere umano.
Pertanto, credo che un lavoro psicologico che Le permetta di lavorare su questi aspetti non potrà fare altro che giovarLe.
Cordiali saluti,
da ciò che scrive sembra proprio che Lei creda poco in se stesso. Sia per la condizione lavorativa (un laureato in ingegneria che si "muove" a fatica nel mercato del lavoro), sia per come sente che stia andando la Sua vita. Anche ciò che dovrebbe entusiasmarLa in realtà La lascia indifferente. Tergiversare sulle cose, in questo momento, potrebbe essere un modo per "stare fermo" e non prendere decisioni avventate. E questo potrebbe avere un senso adesso.
La buona notizia, però, è che Lei è ancora in tempo per poter cambiare. Attribuire un senso e un significato alla sua vita è proprio uno dei mandati principali di ogni essere umano.
Pertanto, credo che un lavoro psicologico che Le permetta di lavorare su questi aspetti non potrà fare altro che giovarLe.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 9k visite dal 16/07/2010.
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