Rapporto con il padre

buongiorno, vorrei esporre la mia situazione anche solo per avere qualche bon consiglio.
Sono rimasta orfana di madre all'età di otto anni. da allora sono cresciuta con mio padre e mia nonna paterna. quest'ultima in particolare era molto più presente di mio padre, che lavorava, nell'ambito dell'educazione "quotidiana". mia nonna era una persona all'antica, molto invadente (frugava nelle mie tasche, nella cartella di scuola, leggeva il mio diario) e con la tendenza a mentire o quanto meno a non avere un atteggiamento chiaro (ad esempio per sgridarmi per un motivo futile come un ritardo o sapere dove ero stata si inventava che qualcuno mi aveva visto in un tal posto, cosa che non era vero). Da lei non ho mai ricevuto molti gesti di affetto, non credo fosse una persona cattiva ma diciamo un po' particolare. Ora mia nonna è morta anni fa, io nel frattempo (ho 32 anni) mi sono sposata, lavoro insomma sono autonoma. Il problema ora è mio padre... è diventato impossibile ragionare con lui... solo quello che va bene a lui è giusto, ha solo una visione delle cose.. la sua! E' invadente nel senso che abitando lontano ci ha lasciato una casa vicino a lui (premetto che lui ha sempre gestito e continua a gestire anche la parte di eredità di mia madre che sarebbe di mia pertinenza, io non ho mai chiesto nulla se non piccoli aiuti per il matrimonio)ma ora pretende, con la scisa di dire la sua, di decidere su come arredarla e sistemarla e non c'è verso di fargli capire che sono decisioni che spettano a me e mio marito dato che le eventuali spese le pagheremmo noi. Ormai da mesi il discorso è sempre lo stesso. Io ho sempre provato un senso di "protezione" nei suoi confronti, mi dispiaceva saperlo solo ma ora non riesco più ad avere un rapporto sereno ccon lui...il tutto è troppo pesante e stressante e mi sto staccando da lui diradando i contatti. Da un lato provo un senso di colpa ma dall'altro capisco che non può andare avanti così. Non so cosa fare... di certo non posso aspettarmi che capisca, ho provato in tutti i modi a spiegargli la situazione ma non capisce. a volte mi sembra di ritrovare in lui tratti del carattere di mia nonna e non voglio ritornare ad una situazione simile che per me è stata molto pesante oltretutto vissuta nel periodo dell'adolescenza. Cosa posso fare? Potete darmi qualche buon consiglio?
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Ragazza,
la sua condizione di crescita psicologica e di pregressa deprivazione della figura materna, si interseca con sensi di colpa e poca autonomia emozionale, che non le consentono di gestire suo padre in modo adeguato.
Le suggerirei di rivolgersi ad un terapeuta, che possa lavorare con e per lei, al fine di decodificare i sentimenti di ambivalenza che abitano ancora in lei e, trovare la forza interiore per prendere delle decisioni, custodendo l'amore per suo padre.
Auguri.



www.valeriarandone.it

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Willy Murgolo Psicoterapeuta, Psicologo 173 13
Senza mettere in discussione il Suo diritto all'indipendenza ed autonomia, ci mancherebbe, mi consenta di segnalarle un caso che ho trattato, dove a fronte di una legittima decisione di provvedere alla sostituzione della vasca da bagno senza, come sempre, consultare il padre di lui, con un atteggiamento più attento alle condizioni psichiche del genitore, forse si sarebbe potuta evitare una tragedia.

In pratica, l'anziano padre venuto a conoscenza della sua esclusione dal progetto "vasca nuova", poneva fine alla sua esistenza impiccandosi ad una trave del sottoscala.

Confidando di non essere frainteso, desideravo suggerire prudenza in una circostanza poco chiara dove si confrontano affetti, emozioni, disagi di varia natura, incapacità ad elaborare una perdita, come in questo caso, dove un uomo abituato a disporre, a comandare, viene drasticamente ed improvvisamente rimosso dalla gestione del potere, ancorchè illeggittimo.


La soluzione comunque esiste e risponde alla legge del compromesso, un percorso sovente in salita, ma che consentirà di evitare tragedie annunciate dalla convinzione che ciò che conta sia il coefficiente decisionale.


Cordialità

Dr. Willy Murgolo
Psicologo-Psicoterapeuta
Ipnosi Clinica-Sessuologia

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Utente
Utente
Ringrazio entrambi per la risposta. Volevo precisare che io sono sempre stata molto autonoma nelle mie decisioni. Per ciò che concerne gli studi, la scelta del lavoro, il cambiare lavoro... non ho avuto da parte di mio padre nessun tipo di ingerenza. Questa invadenza attuale è dettata secondo me anche da un eccessivo attaccamento ai soldi e da una eccessiva mania di risparmio che aveva anche mia nonna (due caratteri forti, testardi e convinti di avere sempre la ragione dalla loro parte). Io come dicevo non ho mai chiesto nulla e, non so se per riflesso, ho nei confronti del denaro un rapporto quasi di indifferenza... forse il termine è esagerato ma io mi accontento di quello che ho e, senza essere avventata, cerco di risparmiare ma anche di togliermi qualche sfizio. Il fatto è che adesso io e mio marito siamo un nucleo autonomo e non chiedendo nulla a nessuno credo che sia giusto che siamo liberi di affrontare le nostre spese senza troppa invadenza.
Al di la di questo ciò che io temo è il ripetersi di un rapporto conflittuale simile a quello che ho avuto con mia nonna. Ci sono già passata e quando finalmente pensavo di averlo lasciato alle spalle ecco che sembra ritornare il problema con mio padre.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile signora, capisco la Sua difficoltà nella relazione con Suo papà.
Sarebbe interessante capire come mai proprio adesso Suo papà comincia a comportarsi così...probabilmente in passato sentiva di esercitare un controllo su di Lei attraverso la nonna. E adesso che la nonna non c'è più entra in scena lui, in un ruolo simile (ipercontrollante).
Il denaro è un mezzo attraverso il quale viene esercitato il potere e il controllo...con i soldi si acquistano delle cose, ma proviamo a pensare, ad esempio, al ruolo del denaro e del potere ad esso connesso (ad es nel corteggiamento).

E' chiaro che queste sono solo ipotesi.

Il ripetersi di un rapporto conflittuale simile a quello che aveva con la nonna, tuttavia, mi fa pensare che probabilmente Lei, in questa dinamica con nonna prima e papà adesso, stia ricoprendo un ruolo più "passivo", come se fosse in effetti colei che deve essere controllata, almeno per alcuni aspetti della Sua vita. E, se ricopre questo ruolo in modo inconsapevole, purtroppo rischia di rafforzare gli atteggiamenti di Suo papà.



Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Dr Pileci, lei ha proprio ragione... in tutto questo sento passiva: da un lato non so come uscire dalla situazione... ragionare con lui è impossibile, dall'altro sento che staccarmi da lui vorrebbe dire lasciarlo solo e mi sento in colpa, dall'altro cìè comunque rispetto per quello che è la figura genitoriale... tutte queste cose mi portano al non sapere come comportarmi. a volte mi sembra quasi di percepire che questo senso di "non lasciarlo solo" e la mia preoccupazione per il suo benessere che ho sempre avuto non sia riconosciuta.. quasi fossi io che in tutti questi anni mi sono illusa che era la cosa giusta da fare...
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile utente, se le cose stanno davvero così, allora farsi seguire da uno psicologo è la cosa migliore. Qui con noi può solo avere scambi che restano sulle generali, mentre di persona potrà ricevere aiuti più appropriati, e precisi. La quantità e il tipo di richieste che ci ha fatto, in passato, indicano che potrebbe beneficiare dal ricevere un trattamento psicologico adeguato.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com