Genitori-figli

Buonasera a tutti, leggo molto spesso le opinioni e i giudizi che date in riferimento alle migliaia di lettere ch giornalmente si pubblicano. Sono una ragazza 24enne e vorrei esporVi il mio problema. il rapporto con la mia famiglia è sempre stato un pò particolare: dall' esterno si riflette la classica famiglia "del mulino bianco", perfetta in tutto...all'interno mi sono sempre sentita "di troppo" e a distanza di anni e anni non ne capisco ancora il motivo. Il primo periodo di chiusura verso i loro confronti l'ebbi quando a 4-5 anni mi presero in giro per la mia amica immaginaria. Dagli 8 anni agli 11-12piangevo praticamente ogni giorno perchè mi sentivo estranea alla famiglia e questo era dovuto probabilmente a delle piccole prese in giro per il mio parlare( quando è nata mia sorellina oltre ad inventarmi un'amica immaginaria cominciai ad essere un po dislessica e feci alcune sedute dalla logopedista). La cosa che mi dispiaceva e che tut'ora mi porto appresso è la mia doppia peronalità: quando vado a casa dei miei (da un anno ho deciso di andare a vivere con altre ragazze)subisco tutto passivamente: io non so nulla e sono loro i più colti e i più informati. Oltre le mura sono una ragazza sveglia e solare(ho conseguito una laurea quinquennale in ingegneria in corso mentre lavoravo a tempo pieno in contemporanea; ogni volta che voglio cambiare lavoro lo trovo nel giro di una settimana,esco con gli amici e sto bene, ecc.). Per loro sono sempre stata la bimba che avesse più bisogno di affetto e attenzioni (sebbene non sia la piu piccola) e hanno cercato di darmele in qualsiasi modo (ed infatti le attenzioni di mia mamma erano quasi maniacali da quanto fosse protettiva e non ci è mai mancato nulla..al limite dell'essere super viziati!!!).Il loro atteggiamento, forse, è anche corretto..non so..a me infastidiva e ogni anno che passava sollevavo un muro sempre più alto :( dentro le mura domestiche frequentavo un ragazzo di2 anni piu grande di me da 4-5anni, fidanzamento in casa,vacanze tutti assieme con i genitori,pranzo della domenica ecc..fuori da casa ho cominciato a frequentare persone molto piu grandi di me(33-35)sia per amicizia che per storie sentimentali (il tutto di nascosto da tutti perche avevano la presunzioned di conoscermi troppo bene e quindi reputavo ogni mia parola nei loro confronti superflua!).Attualmente sto con un ragazzo17 annipiu grande di me(e sto davvero mlt bene)e dopo diverse discussioni con i miei ho deciso, come detto in precedenza, di andare a vivere per conto mio..cosi facendo il rapporto con i miei è andato a scendere in picchiata. Ci si sente, ci si parla, si mangia assieme qualche volta..ma da parte mia è come se qualcosa si fosse logorato per sempre. Il problema sono io? O manie di persecuzione? Il problema è loro che non sono mai riusciti a capirmi? il rapporto è uguale con tutta la famiglia (persino con un fratello 10 anni piu grande e una sorella vent'enne) grazie per avermi ascoltato e scusate per la poco chiarezza
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Psicoterapeuta, Psicologo attivo dal 2010 al 2011
Psicoterapeuta, Psicologo
Gentile utente,
da quello che dice sembra che la sua vita al di fuori dell'ambiente famigliare non abbia problemi (mi complimento inoltre per i successi ottenuti nonostante tutto, non deve essere stato per niente facile) mentre in famiglia subisca una radicale trasformazione in senso negativo. La sua decisione di abitare altrove rispetto la casa dei suoi genitori è stata una buona strategia per recuperare la serenità che le mancava e realizzarsi socialmente e professionalmente, e proprio perchè ormai è più serena rispetto al periodo in cui viveva in famiglia potrebbe pensare di ricostruire i rapporti con essa con l'aiuto di uno specialista.
Quando si parla di relazioni il problema non è mai di una persona ma di tutte quelle che partecipano all'interazione e anche di quelle che lo fanno indirettamente.
L'ideale sarebbe che con i suoi genitori e fratello,sorella consultaste uno specialista , perchè sono molte le variabili da considerare per ricostruire/riparare la storia della sua famiglia affinchè lei possa sentirsi di nuovo parte di essa.
Cordiali saluti.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Il problema è loro che non sono mai riusciti a capirmi?
>>>

Gentile ragazza, il problema è che *lei* non si è mai sentita capita da loro.

È una prospettiva molto diversa. Lei forse spera che i suoi genitori, un giorno, cambino magicamente e le chiedano scusa, ma questo non avverrà mai. È lei che dovrà crescere e imparare ad accettare che i genitori sono come sono, non come vorremmo che fossero.
Forse non è nemmeno un caso che lei abbia scelto di stare insieme a un "ragazzo" di 41 anni, e a persone più grandi di lei.
Se lei si sente diversa quand'è con i suoi genitori, di per sé non è preoccupante: tutti noi ci sentiamo in modo diverso di fronte a persone diverse. Lo diventa nel momento in cui tale fatto provoca sofferenza.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com