Psicoterapia rimandata
Gent.mi Dottori,
mi riallaccio a una richiesta di consulto che ho postato nella sezione Psichiatria. Spero con questo di non infrangere il regolamento: desidererei infatti sentire il parere di uno psicologo su un diverso aspetto della mia situazione. Riporto dunque parte del testo della richiesta già inviata:
mi sono rivolta di recente a uno psichiatra/psicoterapeuta a causa di una sensazione di malessere psicologico che ormai mi accompagna da diversi anni. In precedenza (due anni fa, quando mi era stata diagnosticata una lieve depressione con marcata componente ansiosa) avevo assunto sotto controllo di un altro psichiatra Citalopram per 12 mesi, senza risultati apprezzabili. Dopo l'entusiasmo iniziale, passati i primi due mesi di terapia farmacologica avevo ricominciato a sentirmi come prima, e avevo anzi la sensazione che le cose che mi creavano ansia fossero rimaste uguali a prima, ma che io avessi creato una sorta di distanza da esse, che mi impediva quasi totalmente di affrontarle, ma non di esserne spaventata. La sospensione del farmaco non mi ha dato alcun problema, anzi ne ero in un certo senso sollevata, visti i problemi fisici che avevo avuto negli ultimi sei mesi di terapia, imputabili secondo me proprio al Citalopram [...].
Lo psichiatra/psicoterapeuta a cui mi sono ora rivolta per iniziare una terapia di tipo psicologico ritiene che io, trovandomi in un periodo lavorativo intellettualmente molto impegnativo (tra l'altro causa di forte ansia), che si concluderà tra alcuni mesi, non abbia al momento le energie necessarie per intraprendere un percorso di psicoterapia, e che dunque dovrei ora cominciare ad assumere Venlafaxina (in dose 150 mg da raggiungere gradualmente), ed eventualmente solo successivamente, una volta portato a termine il mio pesante impegno lavorativo, iniziare il percorso. La decisione di rimandare mi ha creato un certo sconforto; ho dunque confessato al medico che la mia prima sensazione al riguardo era quella di sentirmi abbandonata a me stessa, visti gli esiti precedenti della terapia farmacologica, e visto che questa volta sentivo l'esigenza di un cambiamento profondo, per non essere più costantemente assorbita da quei pensieri di inadeguatezza che mi bloccano e mi fanno sentire separata da me stessa, e che mi rendono altamente improduttiva. Il medico ritiene che nelle visite di controllo, in cui si verificherà la risposta alla terapia, potremo parlare, e che dunque non devo sentirmi sola. Poichè sono sempre molto indecisa e insicura tendo a non fidarmi delle mie sensazioni e a non fare scelte che contrastino con il parere di altri, soprattutto se come in questo caso si tratta di uno specialista. Vorrei però chiederVi, nei limiti di
quanto sia possibile dare un parere, se ritenete che sia in effetti una giusta decisione quella di rimandare la psicoterapia a un momento successivo, o se dovrei piuttosto provare a riparlarne con maggior fermezza con il medico.
Ringrazio in anticipo per evt risposte.
mi riallaccio a una richiesta di consulto che ho postato nella sezione Psichiatria. Spero con questo di non infrangere il regolamento: desidererei infatti sentire il parere di uno psicologo su un diverso aspetto della mia situazione. Riporto dunque parte del testo della richiesta già inviata:
mi sono rivolta di recente a uno psichiatra/psicoterapeuta a causa di una sensazione di malessere psicologico che ormai mi accompagna da diversi anni. In precedenza (due anni fa, quando mi era stata diagnosticata una lieve depressione con marcata componente ansiosa) avevo assunto sotto controllo di un altro psichiatra Citalopram per 12 mesi, senza risultati apprezzabili. Dopo l'entusiasmo iniziale, passati i primi due mesi di terapia farmacologica avevo ricominciato a sentirmi come prima, e avevo anzi la sensazione che le cose che mi creavano ansia fossero rimaste uguali a prima, ma che io avessi creato una sorta di distanza da esse, che mi impediva quasi totalmente di affrontarle, ma non di esserne spaventata. La sospensione del farmaco non mi ha dato alcun problema, anzi ne ero in un certo senso sollevata, visti i problemi fisici che avevo avuto negli ultimi sei mesi di terapia, imputabili secondo me proprio al Citalopram [...].
Lo psichiatra/psicoterapeuta a cui mi sono ora rivolta per iniziare una terapia di tipo psicologico ritiene che io, trovandomi in un periodo lavorativo intellettualmente molto impegnativo (tra l'altro causa di forte ansia), che si concluderà tra alcuni mesi, non abbia al momento le energie necessarie per intraprendere un percorso di psicoterapia, e che dunque dovrei ora cominciare ad assumere Venlafaxina (in dose 150 mg da raggiungere gradualmente), ed eventualmente solo successivamente, una volta portato a termine il mio pesante impegno lavorativo, iniziare il percorso. La decisione di rimandare mi ha creato un certo sconforto; ho dunque confessato al medico che la mia prima sensazione al riguardo era quella di sentirmi abbandonata a me stessa, visti gli esiti precedenti della terapia farmacologica, e visto che questa volta sentivo l'esigenza di un cambiamento profondo, per non essere più costantemente assorbita da quei pensieri di inadeguatezza che mi bloccano e mi fanno sentire separata da me stessa, e che mi rendono altamente improduttiva. Il medico ritiene che nelle visite di controllo, in cui si verificherà la risposta alla terapia, potremo parlare, e che dunque non devo sentirmi sola. Poichè sono sempre molto indecisa e insicura tendo a non fidarmi delle mie sensazioni e a non fare scelte che contrastino con il parere di altri, soprattutto se come in questo caso si tratta di uno specialista. Vorrei però chiederVi, nei limiti di
quanto sia possibile dare un parere, se ritenete che sia in effetti una giusta decisione quella di rimandare la psicoterapia a un momento successivo, o se dovrei piuttosto provare a riparlarne con maggior fermezza con il medico.
Ringrazio in anticipo per evt risposte.
[#1]
Gent.le sig.ra,
"sono sempre molto indecisa e insicura tendo a non fidarmi delle mie sensazioni e a non fare scelte che contrastino con il parere di altri"
è proprio per ritrovare fiducia in sé stessa che potrebbe iniziare una psicoterapia, rinunciando a delegare allo specialista e/o al farmaco il compito di affrontare i suoi problemi.
Non credo che lo specialista intenda sostituirsi a lei in questo tipo di decisioni che esulano dalla competenza sui farmaci, quindi è bene che lei non si faccia condizionare
e decida in piena autonomia.
Cordialmente
"sono sempre molto indecisa e insicura tendo a non fidarmi delle mie sensazioni e a non fare scelte che contrastino con il parere di altri"
è proprio per ritrovare fiducia in sé stessa che potrebbe iniziare una psicoterapia, rinunciando a delegare allo specialista e/o al farmaco il compito di affrontare i suoi problemi.
Non credo che lo specialista intenda sostituirsi a lei in questo tipo di decisioni che esulano dalla competenza sui farmaci, quindi è bene che lei non si faccia condizionare
e decida in piena autonomia.
Cordialmente
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#2]
Gentile utente, il fatto stesso che ponga la domanda, è già una risposta.
Se lei ritiene di aver bisogno di essere accompagnata psicologicamente, credo debba attivarsi per ottenerlo. La psicoterapia prevede, di solito, due componenenti: una più attiva, dove s'interviene sul disturbo, e una più di sostegno e supporto. Se anche lei avesse bisogno solo di sostegno, sarebbe suo diritto richiederlo.
E se lo psichiatra al quale si è rivolta non è d'accordo, può sempre rivolgersi a un altro professionista, magari uno psicologo/psicoterapeuta.
Cordiali saluti
Se lei ritiene di aver bisogno di essere accompagnata psicologicamente, credo debba attivarsi per ottenerlo. La psicoterapia prevede, di solito, due componenenti: una più attiva, dove s'interviene sul disturbo, e una più di sostegno e supporto. Se anche lei avesse bisogno solo di sostegno, sarebbe suo diritto richiederlo.
E se lo psichiatra al quale si è rivolta non è d'accordo, può sempre rivolgersi a un altro professionista, magari uno psicologo/psicoterapeuta.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Ex utente
Gent.mi Dottori,
Vi ringrazio delle incoraggianti risposte.
Non avendo mai intrapreso in passato un percorso di psicoterapia non so quanta energia questo mi richiederebbe, e quanta invece potrebbe restituirmene, in questo periodo per me così impegnativo.
A me è sembrato un po' strano che il medico abbia pensato di rimandare (non so quanto questo accada di frequente a chi si rivolge a uno psicoterapeuta), e ho cominciato a chiedermi se sia perchè in fondo non c'è nel mio caso un disturbo vero o proprio su cui intervenire, o se piuttosto i nodi e le insicurezze che mi porto dentro siano così profondi da richiedermi uno sforzo e un impegno davvero troppo grandi in questo momento. Ultimamente l'ansia mi ha buttata giù parecchio, anche per il fatto che cerco di non manifestarla in quelle situazioni della mia vita in cui sono insieme ad altre persone, anche quelle con cui ho rapporti più stretti. Il mio non stare bene mi porta infatti a una situazione di senso di colpa, alla paura che sia io a non fare niente per stare meglio. Ne riparlerò in maniera aperta con il medico. Per il momento credo inizierò ad assumere il farmaco prescritto, per ridurre l'ansia ma anche l'apatia che (paradossalmente?) mi provoca grande nervosismo e irritazione.
Grazie di cuore di nuovo.
Cordialmente
Vi ringrazio delle incoraggianti risposte.
Non avendo mai intrapreso in passato un percorso di psicoterapia non so quanta energia questo mi richiederebbe, e quanta invece potrebbe restituirmene, in questo periodo per me così impegnativo.
A me è sembrato un po' strano che il medico abbia pensato di rimandare (non so quanto questo accada di frequente a chi si rivolge a uno psicoterapeuta), e ho cominciato a chiedermi se sia perchè in fondo non c'è nel mio caso un disturbo vero o proprio su cui intervenire, o se piuttosto i nodi e le insicurezze che mi porto dentro siano così profondi da richiedermi uno sforzo e un impegno davvero troppo grandi in questo momento. Ultimamente l'ansia mi ha buttata giù parecchio, anche per il fatto che cerco di non manifestarla in quelle situazioni della mia vita in cui sono insieme ad altre persone, anche quelle con cui ho rapporti più stretti. Il mio non stare bene mi porta infatti a una situazione di senso di colpa, alla paura che sia io a non fare niente per stare meglio. Ne riparlerò in maniera aperta con il medico. Per il momento credo inizierò ad assumere il farmaco prescritto, per ridurre l'ansia ma anche l'apatia che (paradossalmente?) mi provoca grande nervosismo e irritazione.
Grazie di cuore di nuovo.
Cordialmente
[#4]
Fare una psicoterapia non richiede energia, necessita solo di un po' di motivazione. Ovvero, il paziente dev'essere disposto a farla, ed eventualmente a seguire le indicazioni che il terapeuta gli potrà dare. Ma nel suo caso mi sembra che la motivazione non manchi, quindi potrebbe chiedere un parere a un paio di altri professionisti, magari d'indirizzo diverso, e poi trarre le sue conclusioni.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
[#5]
Gent.le utente,
mi sembra di capire che nonostante la prima esperienza negativa con i farmaci preferisce riprovare, è disposta a prendere in considerazione la possibilità che la psicoterapia possa consentirle di diminuire l'ansia?
Il lavoro su di sé dovrebbe diventare la priorità in fondo l'ansia è la conseguenza non certo il problema e l'intervento farmacologico si giustifica solo se l'intensità del sintomo interferisce pesantemente con il suo stile di vita.
Le consiglio di leggere questo articolo, sopratutto la parte finale.
Cordialmente
mi sembra di capire che nonostante la prima esperienza negativa con i farmaci preferisce riprovare, è disposta a prendere in considerazione la possibilità che la psicoterapia possa consentirle di diminuire l'ansia?
Il lavoro su di sé dovrebbe diventare la priorità in fondo l'ansia è la conseguenza non certo il problema e l'intervento farmacologico si giustifica solo se l'intensità del sintomo interferisce pesantemente con il suo stile di vita.
Le consiglio di leggere questo articolo, sopratutto la parte finale.
Cordialmente
[#6]
Gent.le sig.ra,
avevo dimenticato il link all'articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
avevo dimenticato il link all'articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
[#7]
Psicologo, Psicoterapeuta
Se pone una richiesta qui su medicitalia probabilmente ha qualche dubbio sulla decisione di rimandare la psicoterapia oppure sente la necessità di intraprendere un percorso il prima possibile. Non conoscendo in dettaglio le motivazioni che hanno spinto il suo psichiatra a rimandare la terapia posso dirle, invece, quali sono le mie motivazioni per decisioni del genere. Cioè quando gli impegni di una persona sono tali da causare ritardi frequenti o annullamenti di sedute. In questi casi, se la situazione sembra portare difficoltà per quella costanza che reputo necessaria per il mio modo di lavorare preferisco rimandare l'inizio del lavoro a quando, invece, il cliente ritiene di avere la possibilità di essere puntuale e non rimandare le sedute per impegni che non siano effettivamente "emergenze".
A volte la terapia può essere difficile, richiede motivazione e impegno, certamente. Nonostante ciò ogni seduta dovrebbe costituire un valore aggiunto, una "carica" in più. Fare in modo che la persona concluda la seduta con qualcosa che gli permetta di avere delle risorse aggiuntive rispetto a prima. Ovviamente questo per il mio modo di lavorare.
A volte la terapia può essere difficile, richiede motivazione e impegno, certamente. Nonostante ciò ogni seduta dovrebbe costituire un valore aggiunto, una "carica" in più. Fare in modo che la persona concluda la seduta con qualcosa che gli permetta di avere delle risorse aggiuntive rispetto a prima. Ovviamente questo per il mio modo di lavorare.
[#8]
Ex utente
Gentilissimi Dottori,
Vi ringrazio di cuore per le risposte, molto chiarificatrici. Il colloquio con lo psichiatra/psicoterapeuta mi aveva portata un po' fuori strada rispetto alle mie iniziali intenzioni, ma ora, anche consultandomi con Voi, mi sento più sicura riguardo alla decisione di intraprendere la psicoterapia. La motivazione del resto è sempre stata forte.
Grazie infinite di nuovo per il tempo e l'attenzione che mi avete dedicato.
Cordialmente.
Vi ringrazio di cuore per le risposte, molto chiarificatrici. Il colloquio con lo psichiatra/psicoterapeuta mi aveva portata un po' fuori strada rispetto alle mie iniziali intenzioni, ma ora, anche consultandomi con Voi, mi sento più sicura riguardo alla decisione di intraprendere la psicoterapia. La motivazione del resto è sempre stata forte.
Grazie infinite di nuovo per il tempo e l'attenzione che mi avete dedicato.
Cordialmente.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 2.1k visite dal 14/07/2010.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.