Mancanza di concentrazione o di stabilità?

Salve a tutti,
sono una ragazza di 22 anni che fa l'università e che nei buchi di tempo dà ripetizioni ad una bambina di 9 anni.
Ho riscontrato molte difficoltà di apprendimento, concentrazione e memoria nella bimba, ma non riesco a capire da cosa sia dato.
Premettendo che lei va a scuola fino a metà pomeriggio e dopo passa il tempo nel luogo in cui lavorano entrambi i genitori (negozietto piccolo e angusto in cui non c'è possibilità di fare i compiti se non in piedi su un tavolino alto e in pieno centro, per cui con continuo andirivieni di persone), due persone molto alla mano ma anche non proprio "imparate" e con un modo di esprimersi molto ansioso e confuso (anche grammaticalmente parlando), credo che a questa povera bambina manchi una serenità di base.
Ho notato che le sue carenze sono nell'apprendimento delle lingue (sia italiano che inglese) e che le mancano le basi che ogni bambino dovrebbe apprendere quasi passivamente nei primi anni di età. Invece lei non conosce nemmeno i mesi dell'anno o i nomi nè l'ordine delle stagioni! Inoltre non è in grado di ripetere una cosa che le è appena stata detta e i suoi due modi di rispondere alle domande sono: 1.pensare per almeno 5 minuti ma senza sapere la risposta, quasi avesse paura di dire la cosa sbagliata; 2.dire una cosa totalmente a caso (esempio vero: "Che stagione arriva dopo l'estate?" "Mmh...la Befana...?"). Il tutto è condito con l'incredibile facilità con cui questa bimba si distrae e la sua pressochè inesistente capacità di ascoltare o stare concentrata.
Vorrei sapere se tutte queste cose hanno un possibile motivo che sia anche facilmente risolvibile o si tratta di un caso clinico? Inoltre, siccome avevo proposto alla madre della piccola di provare a farle lezione a casa mia (molto silenziosa, neutra e forse con meno distrazioni)ma lei non ha voluto sentire ragioni, vorrei sapere quale altra soluzione si potrebbe adottare.
Ne ho un estremo bisogno, perchè, anche con la massima pazienza, mi sembra di non concludere nulla con la piccola e di rapinare la madre, che nel frattempo mi paga coomunque.
Grazie in anticipo
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile utente, per come descrive la cosa sembrerebbe che ai genitori interessi soprattutto scaricarsi di dosso la responsabilità di seguire la loro figlia, senza però rinunciare al controllo e ad averla vicina, in modo da poter tenere a bada l'ansia.

Dico "sembrerebbe" perché per poter avere un quadro preciso bisognerebbe sentire anche loro. Lo stesso dicasi per la piccola: gli elementi che fornisce sono troppo pochi per ipotizzare quadri clinici.

Se l'atteggiamento dei genitori fosse davvero questo, potrebbe non essere facile cambiarlo dalla sua posizione. In fondo lei viene pagata solo per svolgere un servizio ben preciso. Ha fatto bene a restituire le sue perplessità ai genitori, ma se non vogliono saperne, lei ha due possibilità: continuare, oppure rinunciare al suo incarico. Ma la funzione di prendersi cura della bambina, in senso ampio, spetta solo ai genitori.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
è molto bello il fatto che Lei si sia interessata in questo modo alla Sua piccola studentessa, al punto da richiedere a noi un parere tecnico.

Da come descrive la situazione sembra che la bimba abbia disturbi significativi dell'apprendimento: ma l'unico modo per averne conferma passa dall'analisi della performance scolastica. Se ad es. gli insegnanti non hanno notato nulla allora si potrebbe pensare alla facilità con cui la piccola si distrae nel negozio mentre deve fare i compiti, affrontati magari anche in modo svogliato.

Se fossero invece disturbi dell'apprendimento veri e propri se ne sarebbero accorti tutti, come ha fatto Lei, genitori compresi, richiamati dalla scuola a questo proposito.

Allora, a questo punto, Lei dovrebbe parlare apertamente con questi genitori, magari seduti dietro ad un caffè, possibilmente in assenza della bambina, dicendo quali sono le Sue perplessità.

Se vuole essere onesta con loro deve farlo fino in fondo, anche affrontando questo tema un po' "scomodo" e doloroso per queste persone. Dica loro che la situazione secondo Lei è preoccupante, spieghi anche il perchè lo è. E dica anche che per Lei è impossibile far fare i compiti alla bimba in questo modo, sia per le difficoltà della piccola sia per i problemi contestuali.

L'ideale, se confermano la presenza di disturbi anche a scuola, potrebbe essere un contatto tra Lei e gli insegnanti: se la bimba ha problemi è probabile che segua un percorso "facilitato" di apprendimento scolastico. Se è così Lei lo deve assolutamente sapere, altrimenti i compiti proposti rischiano di diventare "frustranti" per la piccola (da qui forse la poca voglia di affrontarli).

Come figura "educatrice" secondo me Lei può permettersi di sottolineare tutti questi aspetti, anche a costo di rinunciare all'incarico se questi genitori dovessero mostrarsi sordi a certi fatti.

E speriamo davvero che ciò non accada.

Comunque complimenti per la passione con cui segue questa bimba, brava.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_