Dovrei consultare uno psicologo...ma provo vergogna
Gentili dottori,
vi pongo qui di seguito il mio problema:
da molti anni soffro di un problema psicologico.
All'inizio pensavo:"passerà".
Poi ho pensato:"beh,ci vuole forza di volontà, non sarà facile, ma da sola ce la farò. E' una questione di autocontrollo".
Ora finalmente ho capito che da sola non posso riuscire a risolvere nulla, ma che ho bisogno di un aiuto medico.
Il problema che ora sorge è il senso di vergogna che provo solo all'idea di dover innanzitutto recarmi dal mio medico di famiglia e raccontargli la situazione e il conseguente bisogno di recarmi da uno specialista(correggetemi se sbaglio: il persorso da fare sarebbe recarmi dal mio medico di base che poi dovrebbe farmi un' "impegnativa" per una visita specialistica? Oppure ci sono altre strade?) e l'ulteriore vergogna di raccontare a una persona il mio problema.
Non so, forse sembra stupido, ma sono molti mesi che sono in questa situazione: so che ho bisogno di uno specialista, ma...la vergogna mi frena.
Come posso fare?
La vergogna può essere un'ulteriore sintomo della mia patologia?
Può, infine, essere possibile che in realtà, se la mia vergogna mi blocca a tal punto di essere più forte del bisogno della visita, forse allora non è così necessaria la visita perchè "non è niente di grave"?
Ringrazio in anticipo per le eventuali risposte.
Saluti.
vi pongo qui di seguito il mio problema:
da molti anni soffro di un problema psicologico.
All'inizio pensavo:"passerà".
Poi ho pensato:"beh,ci vuole forza di volontà, non sarà facile, ma da sola ce la farò. E' una questione di autocontrollo".
Ora finalmente ho capito che da sola non posso riuscire a risolvere nulla, ma che ho bisogno di un aiuto medico.
Il problema che ora sorge è il senso di vergogna che provo solo all'idea di dover innanzitutto recarmi dal mio medico di famiglia e raccontargli la situazione e il conseguente bisogno di recarmi da uno specialista(correggetemi se sbaglio: il persorso da fare sarebbe recarmi dal mio medico di base che poi dovrebbe farmi un' "impegnativa" per una visita specialistica? Oppure ci sono altre strade?) e l'ulteriore vergogna di raccontare a una persona il mio problema.
Non so, forse sembra stupido, ma sono molti mesi che sono in questa situazione: so che ho bisogno di uno specialista, ma...la vergogna mi frena.
Come posso fare?
La vergogna può essere un'ulteriore sintomo della mia patologia?
Può, infine, essere possibile che in realtà, se la mia vergogna mi blocca a tal punto di essere più forte del bisogno della visita, forse allora non è così necessaria la visita perchè "non è niente di grave"?
Ringrazio in anticipo per le eventuali risposte.
Saluti.
[#1]
Gentile ragazza,
per poter accedere alla consultazione psicologica devi recarti dal tuo medico di base e farti fare un'impegnativa (come quella che serve per la prescrizione di farmaci, rossa, per intenderci). Al servizio di psicologia clinica in cui lavoro io la dicitura è "colloquio psicologico clinico" + il quesito diagnostico, ma ti conviene sentire prima il servizio di psicologia clinica che sceglierai per avere l'esatta dicitura (il rischio è non poter accedere se l'impegnativa non è corretta e perdere ancora tempo).
Per quanto riguarda la vergogna di parlarne con altre persone, in generale (amica) e in particolare con uno psicologo, vorrei farti riflettere su una questione.
Credi che il tuo disagio sia indicibile, e probabilmente incomprensibile.
Ma davvero credi, al di là delle competenze che può avere uno psicologo, che umanamente siamo così diversi? Mi spiego meglio: credi sia difficile per uno psicologo capire come ci si sente in determinate situazioni?
Perchè, se così fosse, vorrebbe dire, che per fare questo lavoro dovremmo passarne proprio tante!
La vergogna è un'emozione, come altre, come la paura, l'ansia, la tristezza, ecc...non è un segno di patologia. A volte la vergogna ci serve. Qui bisognerebbe capire il senso di questa vergogna.
Spesso anche la paura ci blocca dal fare alcune cose, ma non significa che è giusto non fare quelle cose.
Saluti,
per poter accedere alla consultazione psicologica devi recarti dal tuo medico di base e farti fare un'impegnativa (come quella che serve per la prescrizione di farmaci, rossa, per intenderci). Al servizio di psicologia clinica in cui lavoro io la dicitura è "colloquio psicologico clinico" + il quesito diagnostico, ma ti conviene sentire prima il servizio di psicologia clinica che sceglierai per avere l'esatta dicitura (il rischio è non poter accedere se l'impegnativa non è corretta e perdere ancora tempo).
Per quanto riguarda la vergogna di parlarne con altre persone, in generale (amica) e in particolare con uno psicologo, vorrei farti riflettere su una questione.
Credi che il tuo disagio sia indicibile, e probabilmente incomprensibile.
Ma davvero credi, al di là delle competenze che può avere uno psicologo, che umanamente siamo così diversi? Mi spiego meglio: credi sia difficile per uno psicologo capire come ci si sente in determinate situazioni?
Perchè, se così fosse, vorrebbe dire, che per fare questo lavoro dovremmo passarne proprio tante!
La vergogna è un'emozione, come altre, come la paura, l'ansia, la tristezza, ecc...non è un segno di patologia. A volte la vergogna ci serve. Qui bisognerebbe capire il senso di questa vergogna.
Spesso anche la paura ci blocca dal fare alcune cose, ma non significa che è giusto non fare quelle cose.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Gentile utente,
un'alternativa per "saltare" il passaggio da medico di base può anche essere rivolgersi al consultorio della propria zona.
Per quanto riguarda la vergogna consideriamo una cosa e cioè che lo psicologo non li per giudicare o effettuare opinioni sul paziente ma è li per far arrivare il paziente stesso ad un maggiore benessere.
Provi a fare un piccolo tentativo...
Un caro saluto
un'alternativa per "saltare" il passaggio da medico di base può anche essere rivolgersi al consultorio della propria zona.
Per quanto riguarda la vergogna consideriamo una cosa e cioè che lo psicologo non li per giudicare o effettuare opinioni sul paziente ma è li per far arrivare il paziente stesso ad un maggiore benessere.
Provi a fare un piccolo tentativo...
Un caro saluto
Dr.ssa LARA PUGLISI
[#3]
Gent.le utente,
certo che ci sono altre strade, perché oltre al servizio pubblico può rivolgersi ad un professionista privato e in quel caso non ha bisogno di alcuna impegnativa, ma solo di fare una telefonata per concordare un appuntamento con lo psicologo-psicoterapeuta (cioè laureato in psicologia, specializzato in psicoterapia e abilitato all'esercizio della stessa, consulti il sito dell'ordine degli psicologi della sua regione per verificare se il professionista da lei prescelto possiede questi requisiti).
Cordialmente
certo che ci sono altre strade, perché oltre al servizio pubblico può rivolgersi ad un professionista privato e in quel caso non ha bisogno di alcuna impegnativa, ma solo di fare una telefonata per concordare un appuntamento con lo psicologo-psicoterapeuta (cioè laureato in psicologia, specializzato in psicoterapia e abilitato all'esercizio della stessa, consulti il sito dell'ordine degli psicologi della sua regione per verificare se il professionista da lei prescelto possiede questi requisiti).
Cordialmente
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#4]
Utente
Grazie per i consigli che mi state dando(offrite un servizio utile, in maniera professionale), per superare questo "scoglio".
Ho anche letto un articolo su questo sito del dott. Santonocito, molto interessante inerente l'argomento.
La vergogna non è solo nei confronti del medico(c'è anche quella), ma anche nei confronti della società: non posso "sparire" periodicamente, senza dire a parenti e amici dove mi trovo, ad esempio...Oppure avrei vergogna se quelche conoscente o amico lo venisse a sapere...
Credo che l'ipotesi del consultorio, sia la più praticabile.
Specifico che non lavorando, non mi posso permettere un medico privato.
Grazie ancora, saluti!
Ho anche letto un articolo su questo sito del dott. Santonocito, molto interessante inerente l'argomento.
La vergogna non è solo nei confronti del medico(c'è anche quella), ma anche nei confronti della società: non posso "sparire" periodicamente, senza dire a parenti e amici dove mi trovo, ad esempio...Oppure avrei vergogna se quelche conoscente o amico lo venisse a sapere...
Credo che l'ipotesi del consultorio, sia la più praticabile.
Specifico che non lavorando, non mi posso permettere un medico privato.
Grazie ancora, saluti!
[#5]
Gentile ragazza, nemmeno in alcune Asl è necessaria l'impegnativa del medico di famiglia, per chiedere un primo colloquio psicologico. dovrebbe informarsi presso il Cup della sua Asl.
Il problema della vergogna probabilmente c'è sempre stato, non è sorto solo adesso. Altrimenti si sarebbe già decisa a farsi vedere. Come dice lei, vergognarsi di farsi curare - perché è di questo che si tratta - potrebbe essere esso stesso parte del problema, e il suo non è un caso isolato.
Le suggerisco di leggere anche quest'altro consulto, a cui abbiamo risposto proprio oggi:
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/157082-nella-mia-mente-c-e-solo-tanta-confusione-paura-non-so-come-uscire-da-questa-situazione.html
Cordiali saluti
Il problema della vergogna probabilmente c'è sempre stato, non è sorto solo adesso. Altrimenti si sarebbe già decisa a farsi vedere. Come dice lei, vergognarsi di farsi curare - perché è di questo che si tratta - potrebbe essere esso stesso parte del problema, e il suo non è un caso isolato.
Le suggerisco di leggere anche quest'altro consulto, a cui abbiamo risposto proprio oggi:
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/157082-nella-mia-mente-c-e-solo-tanta-confusione-paura-non-so-come-uscire-da-questa-situazione.html
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#6]
Sono d'accordo con lei il Consultorio può essere un buon compromesso, ma consideri che non si tratta di "sparire", ma di ritagliarsi un'ora alla settimana per lei, mi chiedo se lei debba continuamente rendere conto agli altri dei suoi impegni, se fosse così sarebbe alquanto faticoso, ma sopratutto poco rispettoso della sua riservatezza.
Cordialmente
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 19.3k visite dal 10/07/2010.
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